
Il presente volume è frutto di un dialogo intenso e appassionato con donne e uomini bulgari di cultura romanì, protagonisti di una migrazione silenziosa, fortemente mimetizzata e sinora sconosciuta, i quali affrontano con coraggio e creatività le sfide e le difficoltà della vita in tempo di crisi. Punto focale dell'indagine non è il fenomeno, quanto le persone, con particolare attenzione alle loro storie e al loro vissuto, alle emozioni e alla loro voglia di farcela a tutti i costi. Dopo aver raccolto le storie raccontate dai rom bulgari nella Capitale, Maria Rosaria Chirico ha rivolto la sua attenzione alla terra di Calabria, seguendo i cicli della natura, a partire dalle campagne in cui crescono le fragole profumate, per arrivare nei punti caldi della Piana di Gioia Tauro, teatro delle drammatiche rivolte dei braccianti africani, facendo tappa in luoghi aspri, ricchi di un passato di culture, di mescolanze e di contaminazioni. Territori che sono stati meta e rifugio tranquillo per tanti pellegrini, filosofi e asceti basiliani, i quali, nel corso dei secoli si sono messi in cammino. Ascoltando le loro voci, l'autrice ha avuto modo di penetrare nelle pieghe più profonde delle loro storie di vita, portando alla luce esperienze e mondi interiori inaspettati. Si tratta quindi di un vero e proprio reportage nell'universo romanì, documentato anche fotograficamente, nel quale si affrontano temi quali la cittadinanza, lo sfruttamento lavorativo, la solitudine, l'amicizia, la religiosità...
Educare significa aiutare ogni persona a esprimere il meglio delle proprie potenzialità. Un tale compito, sempre complesso, si misura oggi con un quadro socio-culturale particolarmente difficile, affollato da fattori ed esigenze molteplici. Questo volume esplora l'intero orizzonte del processo educativo, trattandone le dinamiche, i fattori, i contesti con attenzione tanto alle sue dimensioni classiche (educazione intellettuale, morale, estetica, fisica, tecnologica, professionale) quanto alle cosiddette nuove educazioni (ambientale, alla pace, alla salute, alla comunicazione). Particolare spazio è dedicato all'educazione interculturale e inclusiva, dimensioni trasversali e ormai strutturali in scenari sociali interessati da una irreversibile multiculturalità. Scuola e famiglia, i due agenti principali del processo educativo, trovano in questo libro ampio materiale di riflessione e valide coordinate di azione, utili a sostenere il difficile ma appassionante compito.
Questo libro, inserito nella collana dei quaderni della Fondazione Migrantes, nasce da un lavoro del Centro Studi e Ricerche per l’Emigrazione CSERPE ­ Basilea.
Lo CSERPE si propone come piattaforma di incontro e di dialogo interdisciplinare e interculturale per esponenti delle istituzioni politiche e sociali, del mondo accademico, dei media, delle più diverse agenzie formative, della società civile, delle comunità religiose e del volontariato.
La ricerca di sinergie tra i molteplici attori impegnati in ambito migratorio favorisce l’individuazione di percorsi politici, culturali, sociali ed economici verso una società capace di dare riconoscimento e cittadinanza a tutte le sue componenti. In questo processo di promozione e di realizzazione di una nuova e creativa convivenza tra persone di diverse etnie, culture e religioni, i migranti e i rifugiati si rivelano protagonisti costruttivi e interlocutori indispensabili.
Fanno parte delle attività dello CSERPE conferenze, corsi di formazione, organizzazione di giornate di studio e convegni, stesura di articoli per giornali e riviste scientifiche, pubblicazioni e ricerche. Lo CSERPE fa parte della Rete dei Centri di Studio Scalabriniani, presenti a New York, Parigi, Roma, San Paolo, Buenos Aires, Manila e Città del Capo. Il suo lavoro di ricerca e di sensibilizzazione si attua in collegamento con questa organizzazione.
Il Rapporto Italiani nel Mondo giunge, nel 2015, alla decima edizione; alla stesura hanno partecipato 53 autori che, dall’Italia e dall’estero, hanno lavorato a 50 diversi saggi articolati in cinque sezioni: Flussi e presenze; La prospettiva storica; Indagini, riflessioni ed esperienze contemporanee; Speciale: Eventi e Mestieri; Allegati socio-statistici e bibliografici.
Il volume si arricchisce quest’anno della riflessione maturata in dieci anni di lavoro sui dati AIRE, alla quale si lega la consueta analisi della comunità di cittadini italiani residenti all’estero e, per il secondo anno consecutivo, un focus sulle partenze dell’ultimo anno. I dati AIRE si completano con i dati Istat sui trasferimenti di residenza all’interno del Paese e su quelli da e per l’estero.
Particolare attenzione si è data alle nuove mobilità, ai giovani, agli spostamenti per studio universitario e liceale, per formazione e per lavoro. L’analisi di questi temi procede a livello statistico, di riflessione teorica e di azione empirica, attraverso indagini quali-quantitative.
Viene riproposto, come per il 2014, lo Speciale suddiviso in due sezioni: Eventi, dove si descrivono gli accadimenti più importanti e le ricorrenze più significative e Mestieri. Questa seconda e complessa parte raccoglie una serie di contributi dedicati ad alcuni dei lavori che caratterizzano, ancora oggi come in passato, le storie dei migranti italiani all’estero.
«Se la storia è davvero maestra di vita – si legge in apertura del volume – […] il vero fine dell’andare avanti nella riflessione sulle migrazioni è riuscire a far sì che ci sia un giorno in cui la decisione di partire per ogni migrante derivi da una scelta e non da un obbligo».
Una raccolta di tweet nata dall’esperienza pastorale di evangelizzazione nella complessa realtà dei social network. Pensieri alla portata di tutti che possano trovare utilità universale. Nessuno di essi ha la pretesa di essere assoluto e assolutizzante. Sono invece semplici icone che, come sprazzi di luce, si irradiano nel grigiore globale del mondo digitale. Il fine è quello di comunicare la verità e la misericordia e la gioia del Cristo incarnato, morto e risorto; mini esortazioni di fede, briciole di speranza; o meglio ancora Luce nel frammento da offrire ad ogni uomo e donna simili, nel contesto attuale, a quel malcapitato della parabola evangelica, lasciato mezzo morto sul ciglio della strada, in attesa di un buon samaritano che versasse sulle sue ferite l’olio della consolazione e il vino della speranza.
Questo volume è il frutto di due anni di studio e di analisi: partendo dai dati statistici dell’ultimo decennio che illustrano i recenti flussi migratori dall’Italia all’Australia, Michele Grigoletti e Silvia Pianelli hanno approfondito la grandezza e la complessità dei fenomeni in atto e, attraverso le storie dei protagonisti, hanno portato alla luce i motivi, i pensieri, i sogni e le paure che caratterizzano i viaggi dall’altra parte del mondo, quando il biglietto è spesso di sola andata. Gli Autori ci portano alla scoperta dei “giovani della porta accanto” che, dopo aver fatto la valigia, raggiungono l’Australia e ricostruiscono la loro vita senza dimenticare, ogni giorno, gli affetti, i valori, i luoghi e le difficoltà che li hanno accompagnati nel “viaggio” alla riscoperta e alla realizzazione di sé.
Questo lavoro è una piccola antologia dei documenti collettivi, con testi a stampa, che la Conferenza Episcopale Calabra ha prodotto in quest'ultimo secolo (1916-2016) relativamente alla necessità di purificare la pietà popolare e contro il fenomeno mafioso-ndranghetista, che costantemente cerca di infiltrarsi per ottenere consensi e riconoscimenti pubblici; una raccolta per averli a immediata disposizione. I Vescovi infatti, singolarmente, si sono pronunciati in altre occasioni su tali tematiche all'interno del loro lavoro di sollecitudine per i fedeli loro affidati.
Questo volume - grazie al contributo di studiosi ed esperti delle tematiche migratorie di diverse discipline e accademie italiane - descrive la situazione della mobilità internazionale e nazionale, per poi soffermarsi, nello Speciale 25 anni, ad analizzare il tema dell'immigrazione italiana attraverso le principali tematiche - flussi, lavoro, famiglia, minori, scuola e studenti internazionali, cittadinanza, mass media, appartenenza religiosa e pastorale migratoria - nella prospettiva di leggere l'attualità sulla base dell'importanza del cammino storico delle migrazioni vissuto dal Paese, dentro un contesto europeo e internazionale. Arricchisce il volume una sezione dedicata all'analisi dei contesti territoriali, a partire dai dati ufficiali disaggregati per regioni e province e dalle informazioni provenienti dalle sedi diocesane che danno riscontro del capillare lavoro socio-pastorale in atto. Chiudono un'Appendice giuridica aggiornata e un Glossario che informano, rispettivamente, sulle novità legislative e sul cambiamento del lessico legato alla mobilità.
"In che Europa viviamo? Quale Europa vogliamo? Abbiamo la possibilità di incidere sulle decisioni che contano per poter costruire insieme l'Europa che desideriamo?". Ne parlano Alberto Bagnai, Lelio Iapadre, Fabrizio Politi e Stefano Zamagni, tra rigorose analisi delle cause profonde della crisi economica, democratica e culturale dell'Europa e visioni diverse a confronto per le possibili vie d'uscita. Il libro nasce dal convegno "Quale Europa? Crisi economica e partecipazione democratica", organizzato dal MEIC dell'Aquila.
"Ho scritto la biografia di un bandito vissuto nel XVI secolo, il duca di Montemarciano Alfonso Piccolomini, inquadrata nel periodo storico in cui visse. Su questo turbolento e affascinante personaggio che finì giustiziato a Firenze per ordine del granduca Ferdinando I dei Medici, ho compiuto una vasta ricerca su fonti documentarie inedite, da cui a suo tempo trassi un breve saggio pubblicato sulla rivista "Ricerche Storiche" intitolato "Alfonso Piccolomini, duca e bandito del secolo XVI". Mai come alla fine del Cinquecento il fenomeno del banditismo assunse proporzioni così imponenti da spaventare il Papato, la Spagna e il Granducato di Toscana e da divenire strumento di ricatto nella politica internazionale. Evidentemente una sorta di rivoluzione parallela allo smantellamento della società di stampo medioevale si manifestava nelle sedi del potere. L'aristocrazia prendeva il posto dei cavalieri e degli ecclesiastici che avevano dominato per secoli, ma la politica accentratrice dei pontefici, che si accentuò sotto il pontificato di Gregorio XIII, inevitabilmente avrebbe determinato un nuovo sistema sociale, nel quale i feudatari avrebbero perso molte delle loro prerogative. Così in quest'epoca di mutamenti tra i banditi non c'erano soltanto contadini, braccianti, delinquenti comuni, per i quali il banditismo si presentava come l'unica alternativa alla sopravvivenza, ma anche esponenti della classe feudale in rivolta contro l'autorità sempre più pressante dei papi. Il più autorevole e temibile bandito dello Stato Pontificio e dell'intera Italia fu appunto un nobile, il duca di Montemarciano Alfonso Piccolomini, discendente di papa Pio II Piccolomini. Nella sua breve e tumultuosa esistenza difese strenuamente i suoi diritti e le sue prerogative cosicché a ragione si può considerare una sorta di "ultimo feudatario" di un mondo destinato a scomparire sotto l'avanzata dell' accentramento dell'autorità statale."
Il Rapporto Italiani nel Mondo è giunto, nel 2016, alla undicesima edizione. Vi hanno partecipato 60 autori che, dall'Italia e dall'estero, hanno lavorato a 51 diversi saggi articolati in cinque sezioni: Flussi e presenze; La prospettiva storica; Indagini, riflessioni ed esperienze contemporanee; Speciale Città; Allegati socio-statistici e bibliografici. Il volume raccoglie analisi socio statistiche delle fonti ufficiali e più accreditate sulla mobilità dall'Italia. Ai dati nazionali dell'AIRE si uniscono quest'anno quelli del MAECI, dell'ISTAT e dell'INPS oltre che fonti internazionali con focus sulla mobilità verso l'estero e interna per studio, formazione, lavoro o per scopi personali. I giovani e gli anziani sono i protagonisti del volume di quest'anno. L'analisi dei diversi temi procede a livello statistico, di riflessione teorica e di azione empirica attraverso indagini quali-quantitative. Viene riproposto lo Speciale dedicato in questa edizione a 32 diverse città rap- presentative dei cinque continenti. Si tratta di una complessa sezione dove emerge quanto la presenza italiana diventi nei Paesi di emigrazione contributo determinante e manifesto nel caratterizzare i luoghi e i modi di vivere. Il territorio non è della storia ma di chi lo abita, ed è destinato a non essere sempre uguale a se stesso, ma a riportare fedelmente ogni traccia lasciata dagli uomini che lo hanno attraversato. «L'idea da maturare - scrivono in apertura del volume Delfina Licata e mons. Gian Carlo Perego - è il passaggio a una nuova civilizzazione in cui il meticciato non significa tradire la propria origine, ma arricchirsi delle opportunità date dal mondo e dalle innumerevoli culture che lo abitano. Con questo pensiero è possibile sia vivere ovunque restando se stessi e mantenendo la propria identità, sia partecipare alla cittadinanza del mondo, al cosmopolitismo. [...] Una partecipazione che coinvolge e non discrimina, guidata dalla solidarietà e dal rispetto reciproco, dove il dialogo e la interrelazione tra le persone diventa l'unico codice di comprensione al fine di un interesse comune».
Se due persone, in una stanza, si ignorano, allora non comunicano. E se non comunicano finiranno per smarrirsi in malintesi. Dai malintesi si sfocerà, forse, in un contrasto e quest'ultimo sarà pretesto di ulteriore isolamento. Si provi a ribaltare tale prospettiva. Si immagini che quelle due persone abbiano voglia di comunicare nonostante il background socio-culturale differente. Allora ne scaturirà un arcobaleno relazionale ed esperienziale. Ed esperire significa toccare con mano, arricchendo il proprio bagaglio umano, cognitivo ed interpretativo. Così questo breve testo, pensato per tutta la famiglia, testimonia interconnessioni quotidiane tra persone di lingue, usi e costumi diversi, tentando di dare un contributo alla cultura del dialogo che profuma di scoperta. Il confronto interculturale è una prospettiva possibile e praticabile.