
Si può ancora parlare di Spirito di un Popolo senza inciampare in goffi anacronismi? In particolare, è ancora possibile per noi italiani richiamare le meraviglie della nostra Storia, ammirarle di viva ammirazione perché orientino ancora il nostro presente e il futuro delle generazioni a venire? Appartenere a questo popolo e vivere sul suo territorio ci consente gioie inestimabili, ma al contempo ci impone una continua ridefinizione del nostro sentimento italiano.
Vita, libertà, ricerca della felicità. Quanto i diritti individuati dai Padri Fondatori trovano spazio nell'America di oggi? Cosa lascia Donald Trump in eredità a Joe Biden? Giovanna Pancheri, corrispondente dagli USA dal 2016 per Sky TG24, negli ultimi anni ha percorso la nazione in lungo e in largo realizzando preziose, toccanti e alle volte incredibili interviste di prima mano, da quella al leader del Ku Klux Klan, che sostiene l'irragionevole teoria della sostituzione etnica, al racconto di un giornalista di Tijuana dei narcotunnel scavati sotto al muro del confine. Testimonianze che spaziano dagli esclusivi dialoghi con politici di rilievo o figure ai vertici di Goldman Sachs fino alle reazioni dei cittadini alle ultime elezioni avvenute sotto emergenza sanitaria. Lei stessa ha contratto il Covid-19 e il racconto della sua vicenda personale si intreccia all'attento resoconto degli stravolgimenti arrecati dalla pandemia alla società americana. Una società che Giovanna Pancheri osserva con estrema lucidità, mentre assiste al diffondersi del movimento suprematista Alt-Right, all'incancrenirsi di sentimenti razzisti, alle reazioni d'orgoglio del movimento Black Lives Matter, a incontri tra famiglie divise dal muro sul confine tra Messico e Stati Uniti, al sorgere del movimento ambientalista che ha trovato in una ragazzina svedese la sua eroina, fino alla definitiva sconfitta di un Presidente che pur di mantenere il potere le ha provate tutte, creando un clima d'odio e sospetto persino sulla risposta della scienza al Coronavirus. Un libro inchiesta sugli Stati Uniti, "dove è nato il Quarto Potere, dove un tratto di inchiostro è stato in grado di far cadere governi, dove il giornalismo ha regalato al mondo figure leggendarie, e il confine tra fatti e opinioni è diventato sempre più evanescente".
La pace è finita e ora le gang sono in guerra. Sotto il manto della grande bellezza, nel sottosuolo perso e dannato di Roma scorre un fiume di violenza. Sequestri, pestaggi, torture e omicidi si susseguono. Lo scontro infuria, invisibile agli occhi dei più. È così da quando, il 7 agosto 2019, Fabrizio Piscitelli detto Diabolik, capo degli Irriducibili della Lazio e ai vertici della "batteria di Ponte Milvio", viene freddato da un sicario che gli spara alla testa, mentre se ne sta seduto su una panchina al parco degli Acquedotti. Ma Diabolik è solo la punta dell'iceberg di quella rete di organizzazioni criminali che governano sul territorio: connection tentacolare che comprende il cartello di Michele 'o Pazzo, la malavita storica e quella emergente, e poi il sodalizio, spietato e potente, degli albanesi, che sono cresciuti all'ombra di Piscitelli e sono diventati i Signori del narcotraffico. Così, la vendetta è l'innesco di un conflitto senza quartiere per il controllo delle piazze di spaccio, dal litorale ostiense a Tor Bella Monaca: un business gigantesco in cui tonnellate di coca muovono milioni. In queste pagine, voci urlano prima di spegnersi nel buio, armi sparano in pieno giorno, la droga invade le strade, i soldi si prestano a strozzo e i debiti si saldano sempre: a qualunque costo e spesso nel peggiore dei modi. Con il rigore della cronista di razza, Francesca Fagnani esamina le fonti giudiziarie, collega i fatti, ricostruisce antiche alleanze e recenti rivalità che definiscono la geografia criminale della Capitale. "Mala" è un'inchiesta documentata, implacabile e travolgente come una serie tv sui narcos sudamericani, che svela chi sono i nuovi padroni di Roma, la città che si diceva non volesse padroni.
La guerra è la malattia del mondo. Appena scoppia, è causa immediata di dolori infiniti, disastri, morte. Ma le guerre continuano a mietere vittime anche dopo che finiscono. Ne è un tragico esempio la "Sindrome dei Balcani", la lunga serie di malattie provocate dall'esposizione ai proiettili con uranio impoverito o dall'inalazione di particelle d'amianto rilasciate nell'aria in seguito alla distruzione di palazzi e complessi industriali. È accaduto durante i conflitti esplosi in ex Jugoslavia e Kosovo: piccole particelle infinitesimali, invisibili agli occhi, che una volta entrate nel corpo di soldati, civili e persino reporter non lasciano scampo. A distanza di molti anni si ripresentano quasi fossero un prolungamento dell'orrore bellico, e colpiscono. Proprio come è successo all'autore del libro che stringete tra le mani. In questo breve ma densissimo volume Franco Di Mare passa in rassegna parole-chiave quali "assenza", "memoria", "resilienza", "amore", "storia". E nel farlo affianca alle riflessioni la potenza del racconto, nutrito dalle emblematiche vicende a cui ha assistito sul campo nei tanti anni da inviato: vicende che lo hanno segnato e adesso riecheggiano nella battaglia contro il male dentro di lui. "Le parole per dirlo" raccoglie il vissuto di chi ha attraversato la Storia mentre questa scriveva le sue pagine più dure. Ma è anche il diario di bordo di una vita costellata di incontri esemplari, capaci di urlare il loro sdegno per la guerra e restituire il senso più profondo dell'amicizia, dell'affetto e della solidarietà tra esseri umani.
«La possibilità di amare e dedicarmi agli altri è la cosa più bella che la vita mi abbia riservato». A quasi dieci anni dal primo libro "Un camper XXL", nel quale la coppia Gentile - De Luca ha raccontato in maniera simpatica le peripezie di una famiglia aperta all'accoglienza, sempre pronta a cogliere le sollecitazioni della Provvidenza, l'Editore Sempre dà alle stampe questo secondo testo dal titolo volutamente provocatorio. Invecchiare: un tema quasi tabù, che l'autrice affronta con profondità e leggerezza, senza paura di addentrarsi nelle pieghe delle sue emozioni contraddittorie, proprio per questo percepite dal lettore vive e vere.
Lo Stato italiano spende 3 miliardi l'anno per il sistema penitenziario. Si calcola che il costo di un detenuto sia di circa 200 euro al giorno. Tutti i giorni dalle carceri italiane escono circa 140 persone dopo aver scontato la pena: di queste circa il 75% torna a delinquere, spesso commettendo reati peggiori di quelli per cui vi erano entrati. Attualmente manteniamo dunque un sistema costoso e fallimentare: perché non favorisce la rieducazione del condannato, come indica l'art. 27 della nostra Costituzione; perché non garantisce la sicurezza dei cittadini. È possibile un'alternativa? L'autore è convinto che esista. E lo può dimostrare perché da anni è in prima linea con la Comunità Papa Giovanni XXIII nella sperimentazione di forme alternative al carcere con il progetto CEC, comunità educante con i carcerati, che riduce la recidiva al 15%. In questo libro - ricco di aneddoti e storie vere - accompagna il lettore tra le contraddizioni del sistema carcerario, per scoprire come si può aiutare davvero un "delinquente" a cambiare vita. Per passare - è questa la tesi di fondo - dalla certezza della pena alla certezza del recupero. L'unica in grado di garantire davvero la sicurezza dei cittadini.
Ogni persona aspira alla felicità. Il modello educativo dominante spinge invece all'infelicità, più funzionale alle esigenze di un mercato che per piazzare prodotti deve indurre continuamente nuovi bisogni. La soluzione, secondo l'autore, è la Pedagogia della Gratuità: se applicata in famiglia, nella scuola e nei vari contesti sociali ed economici può far crescere ragazzi e adulti veramente liberi e felici e una società migliore.
L'aborto è un argomento divisivo, polarizzato tra chi difende la libertà della donna e chi il diritto del bambino a nascere. Ma cosa si sa delle ragioni che inducono oggi una donna a pensare di abortire? Della solitudine e del dolore che prova di fronte a questa drammatica scelta, di quali condizionamenti subisce. L'autrice, che da anni collabora con il Numero Verde “maternità difficile” della Comunità Papa Giovanni XXIII, ci fa entrare in questo mondo sommerso, dando voce alle storie di queste donne, e di altre donne che si mettono al loro fianco, offrendo il proprio aiuto. Storie dall'esito diverso, ma ugualmente importanti per fare luce su quelle zone d'ombra che circondano il tema dell'aborto, disseminate di indifferenza e solitudine.
In passato era il Ministero della Guerra. Poi il Ministero della Difesa. Oggi questo non basta più. Nessuna guerra è solo di difesa, ogni conflitto estende la "guerra mondiale a pezzi" di cui parla Papa Francesco: si ammazza e si distrugge anziché concentrare le risorse sulle vere emergenze dell'umanità, e il rischio di un conflitto irreversibile è sempre più vicino. «L'uomo ha sempre organizzato la guerra, è arrivata l'ora di organizzare la pace» diceva don Oreste Benzi. Attorno a questa idea è nata una Campagna che promuove un nuovo Ministero, quello della Pace, per dare strumenti e una architettura politica ad una parola, pace, che va messa al centro delle scelte di governo. Molti enti e personalità, tra cui 30 premi Nobel, hanno già aderito e ne hanno sostenuto l'istituzione. Questo libro propone una analisi e raccoglie contributi che dimostrano come questa scelta sia davvero possibile e necessaria per assicurare un futuro all'umanità.
Se la devozione a santa Rita, la santa delle cause impossibili, ha raggiunto distanze infinite, lo si deve alla beata Maria Teresa Fasce: una donna di slanci e ideali, eppure prudente, con uno spiccato senso della giustizia divina, prima che umana. Forte, temperante, innamorata di Cristo. Una beata che ha trascorso la propria esistenza a imitazione di una Madre. Cascia com'è oggi - con il santuario, le opere di carità, la spiritualità senza rughe - non sarebbe esistita senza Maria Teresa Fasce. Il perché lo scoprirete immergendovi nella lettura di un testo agevole, affidabile per l'approfondita ricerca storica, anche inedita. Il volume è diviso in due parti: nella prima si descrive la vita della Beata; nella seconda si approfondiscono gli aspetti principali della sua spiritualità anche attraverso testimonianze di chi l'ha conosciuta e brani tratti dalle sue lettere.
Quale rapporto c'è tra la fede e i social media? In quale maniera i cristiani, e i cattolici in particolare, li utilizzano non solo per parlare di cose inerenti la propria fede ma più in generale? L'autore, a partire dalla sua esperienza di pastore e predicatore, ha analizzato lo "stile" dei cristiani sui nuovi media e come e se questo stile trova i suoi benchmark nel Vangelo. Il libro offre le linee guida e un decalogo per aiutare il credente a utilizzare gli strumenti dei social media evitando il rischio di uniformarsi alle "cose del mondo" piuttosto che ispirarsi alle "cose di Dio".

