
Aprile-settembre 2017: un catamarano appositamente modi cato porta da una costa all’altra dell’Atlantico un equipaggio molto particolare: uomini in sedia a rotelle partecipano attivamente al governo della nave, ai turni di guardia, ai servizi indispensabili. La barca si chiama Lo Spirito di Stella e dal 2009 a oggi ha ospitato oltre 5000 persone con disabilità per far loro scoprire o riscoprire il piacere di uscire per mare e contare qualcosa in un lavoro di squadra molto esigente. Anche Andrea Stella è in carrozzina da molto tempo, a causa di un ferimento da arma da fuoco in una brutta serata americana. Ma navigare è sempre stata la sua passione e, anche se feriti e limitati, alle passioni non si rinuncia.
WOW: espressione di stupore ma anche acronimo di Wheels on Waves (ruote sulle onde), è il nome che Andrea ha dato all’impresa: portare la Convenzione ONU dei diritti dei disabili da New York all’Europa e consegnarla nelle mani di papa Francesco.
14 diversi equipaggi, con persone disabili e non, si susseguono a bordo per un viaggio che rappresenta, non solo simbolicamente, una società ideale in cui tutti partecipano a un’impresa comune.
In perfetta continuità con suo precedente bestseller, Lo sviluppo del bambino nella vita quotidiana da 0 a 6 anni (sempre edito da San Paolo), questo testo di Francine Ferland accompagna i genitori attraverso le aspettative e le preoccupazioni, le gioie e le ansie del cammino evolutivo del loro bambino in una fase di crescita cruciale, quella che va dall'ingresso nell'età scolare fino alla preadolescenza.
Attraverso un linguaggio semplice, numerosi esempi, preziosi consigli educativi e organizzativi, l'autrice aiuta le mamme e i papà a comprendere tutte le dimensioni dello sviluppo del bambino (motricità, linguaggio, percezione, ambito cognitivo, affettivo, sociale) nelle attività quotidiane. Uno sguardo sempre attento e il sostegno costante della famiglia aiutano il bambino a farsi sempre più sicuro e sereno, anche nelle grandi "prove" dell'ingresso alla scuola primaria e delle prime esperienze di autonomia
e socialità.
Attraverso la storia, il racconto della quotidianità e le riflessioni di una donna che ha fatto della sua professione la sua vita, il libro illustra il ruolo del giudice nella sua realtà: una persona che ogni giorno mette in campo competenza e nello stesso tempo qualità umane e relazionali. Scopriamo così che il giudice affronta travagli personali ed emotivi, che non sono lontani dai casi concreti che tratta, espressione di fenomeni sociali appartenenti a un'intera collettività. Un peso emotivo che, dall'esterno, non si vede o si vede poco. Indossare una "toga" non significa solo applicare leggi e norme, dietro di essa ci sono anche passione e coinvolgimento e il coraggio di affrontare le proprie emozioni e le proprie risonanze emotive, senza negarle. «Il giudice "maturo" non è quello che non ha dubbi, ma è quello che ha capacità empatiche, di accoglienza e di ascolto, e che cerca di arrivare a un equilibrio tra umanità e razionalità normativa che possa garantire alle persone la migliore decisione possibile».
Il punto di partenza di questo contributo è che il giornalismo non è morto, a maggior ragione di fronte alle fake news: il giornalismo riuscirà a vincere questa sfida e, in forme nuove, resisterà come fonte di conoscenza, dialogo, impegno civile, sociale, culturale. Perché l'autonomia si fonda sulla libertà e sulla capacità di un racconto aggiornato di storie. Sollecitato, in particolare, dalla rivoluzione spirituale e "nella carne" di papa Francesco, Damosso affronta il tema del "fare notizia" fondandolo sulla ricerca della verità, sul bene, sulla democrazia e sul giornalismo autentico, documentato e aperto all'amore di Dio nella realtà. Nessuno di noi può fare a meno dell'informazione, soprattutto al mattino per camminare nel nuovo giorno, consapevoli degli eventi e di una luce di speranza. "Il Giornalismo dell'alba è la dimostrazione che la realtà del fare informazione, basandosi sui fatti, vincerà sull'informazione fondata solo sulle opinioni".
Un racconto accompagnato da decine di fotografi e inedite, un passo verso il cuore del sacerdote che perse la vita per offrire una speranza alla gente di Brancaccio. La sera del 15 settembre 1993 padre Pino Puglisi, parroco del quartiere palermitano di Brancaccio, fu ucciso dai killer della mafia. Perché si volle colpire quel sacerdote mite ma deciso, affezionato alla sua gente e mai disponibile a deviare dalla strada del Vangelo? Chi era questo martire che nel 2013 è stato elevato agli onori degli altari e proclamato Beato da papa Francesco? In questo libro, e per la prima volta, i familiari di padre Pino ne tracciano un ritratto sorprendente che parte dalla giovinezza, dalla vocazione, dall'impegno con i ragazzi. Ma anche dal rapporto con la madre e i fratelli, dalla delicata funzione di supporto ai nipoti. In queste pagine la partecipazione alle cause sociali, i primi scontri con la violenza e le faide, si accostano alle feste e agli scherzi in famiglia. E ancora: il rapporto dialettico con le istituzioni, la fondazione del Centro di Accoglienza Padre Nostro e la fi ne violenta, sono riletti accanto agli ultimi giorni trascorsi meditando nella casa del fratello. Riga dopo riga riscopriamo padre Pino Puglisi, guardandolo da una prospettiva che non era ancora stata raccontata.
Crisi è una parola a cui, in questi anni, abbiamo fatto l’abitudine. Una parola usata sempre in accezione negativa ma che, letta nella sua accezione di crinale, può trasformarsi in opportunità. Il senso di incertezza diffusa rende più radicali le domande di chi si affaccia alla vita adulta e, in una società frammentata, dove i saperi diventano sempre più tecnici e specializzati, le nuove generazioni faticano nella ricerca di senso, incapaci – per colpe non loro – di vedere il tutto in una prospettiva ampia e completa. Il rischio è di avere approcci ingenui ed estremi a domande complesse e di considerarsi in balia di un destino già scritto, di essere sopraffatti da un’effimera idea di eccellenza e gettarsi in una competizione violenta e sregolata. Petrosino e Massironi disegnano invece una strada di libertà personale e legami che si nutrono a vicenda, perché la realizzazione di ogni persona passa dalla vita delle comunità, dallo scambio tra pari età e tra generazioni.
Un piccolo battito d’ali e la vita cambia: le modalità con cui una coppia progetta di avere un figlio, si prepara ad attendere il concepimento, ad affrontare una gravidanza e il parto, li vive e li rielabora, costituiranno una particolare “sinfonia” che precederà e accoglierà il nuovo nato.
Questo libro, il primo della Serie Pollicino dedicata a genitori e figli, offre uno sguardo inedito e approfondito sul percorso dell’attesa e della gravidanza, aiutando le future mamme e i futuri papà a “mettere a fuoco” l’esperienza del diventare genitori, per accogliere il loro piccolo nel modo più sereno e consapevole.
«Questa è la storia di un viaggio. Come tutti i viaggi è nato da un’idea: la voglia di esplorare un luogo in cui si è stati e in cui ci si trova ogni giorno, in cui pare di muoversi a proprio agio, di conoscerne strade e scorciatoie. Un luogo tanto comune a tutti da divenire insignificante, in senso etimologico. Il confine». Un libro di sguardi e conversazioni sul tema del confine come luogo di incontro/scontro, di attraversamento, in senso non solo geografico ma anche linguistico, ideologico, generazionale e culturale, un dialogo aperto su temi come identità, appartenenza, limite. Un romanzo in veste di saggio per mostrare come i significati non si trovino nell’eclatante ma, al contrario, nelle piccole cose, nei moti dell’animo che hanno segnato le tante vite qui chiamate a raccolta.
Sono passati quarant’anni dalla celebre Legge Basaglia, quella che, per tutti, è solo la normativa che ha chiuso i manicomi in Italia. Da allora le strutture presenti sul territorio per ascoltare, sostenere e curare le persone con disagio psichiatrico grave fanno quello che possono: spesso con l’impegno lodevole di tanti professionisti, ma certamente con forti limiti strutturali e senza poter offrire una valida alternativa di vita a chi non riesce più a condurre un’esistenza “normale” e alla sua famiglia.
Era il 2005 quando, nella parrocchia di San Pietro in Sala a Milano, un piccolo gruppo di persone affette da disagio psichiatrico e un gruppo di volontari cominciarono a raccogliersi intorno alla figura di don Domenico Storri. È di questo giovane sacerdote, psicologo e psicoterapeuta, l’intuizione di creare un gruppo di persone in difficoltà all’interno della realtà parrocchiale: luogo di accoglienza e di vita nuova.
Nel marzo 2009 nasce iSemprevivi+onlus, una realtà aperta a tutte le persone e le famiglie che desiderano avere un aiuto. Oggi l’Associazione conta oltre cento persone, tra i venti e i sessant’anni, affette da diversi disturbi psichiatrici, e una cinquantina di volontari, aiutati da un’équipe di psicologi, psichiatri, counselor e educatori professionisti. Nel corso degli anni, sono nati intorno all’Associazione tante attività e iniziative: Il Centro Diurno Adulti, Il Centro di accompagnamento all’adolescenza “Il sorriso di Lollo”, lo Sportello psicologico aperto a tutti e il Progetto Casa…
Prefazione di Nicola Savino.
Queste pagine intendono affrontare i tre capovolgimenti che più seriamente costituiscono una minaccia tanto per una visione corretta dei processi che regolano la crescita di un bambino, quanto per l'impresa educativa che ci riguarda tutti, genitori in primis, ma non solo: la generale, distratta accettazione della pratica della maternità surrogata; il prevalere di una considerazione del bambino come essere fragile e quindi da proteggere a oltranza; la rinuncia a un'educazione alle virtù che nasce dal mancato riconoscimento di precoci competenze morali. Così facendo, alla luce di numerosi riscontri scientifici, il volume fornisce un compendio dei relativi processi di sviluppo che risultano fondamentali a partire dal concepimento: la matrice intercorporea del sé; la resilienza a fronte di eventi avversi; la precoce disposizione a sviluppare una coscienza morale. Si tratta di un insieme di fattori biologici, corporei e disposizionali, da un lato, e relativi alle relazioni primarie di accudimento e alla dimensione sociale, dall'altro, che fanno di noi ciò che siamo, definendo l'unicità dello sviluppo umano. Il saggio è rivolto a tutti coloro che hanno a cuore i bambini: genitori, studenti, educatori, persone curiose di saperne di più. Ma anche a coloro che i bambini non li amano, che - se proprio devono - li tollerano per il breve spazio di una cena, o di una visita d'obbligo, o di una passeggiata al parco. Che «di figli non se ne parla proprio, figurati! », che pensano di non essere pronti né ora né mai, che «tutta la vita un animale di compagnia che niente ti chiede e tutto ti dà!». Perché possano finalmente arrendersi alla verità e alla bellezza di un bambino, e quindi della loro natura umana. «Non occorre avere sempre le risposte giuste, occorre piuttosto sapersi interrogare». Dalla Prefazione di Massimo Ammaniti.
Giunto in Bolivia nel 1975, all’età di 23 anni, come missionario laico, Pietro Gamba abbraccia la causa dei più poveri. Dopo alcuni anni, e dopo aver visto troppi malati morire (specie bambini), decide di fare qualcosa di concreto. Senza aver fatto studi superiori adeguati alla sfida, comincia a studiare medicina e diventa medico. Tornato in Bolivia da dottore, realizza l’ospedale che ancora oggi cura i campesinos ad Anzaldo, nel distretto di Cochabamba, altrimenti destinati a un futuro precario. Da qui numerose vicende spirituali, umane e sociali: sotto la dittatura militare, a contatto con la povertà estrema, nello sforzo di farsi accettare da gente naturalmente diffidente e timorosa di dover patire delusioni e altro sfruttamento.
Lo straniero un po’ “matto” si rivela un uomo che ama con ostinazione e vede lontano, per il bene di tutti.Una storia vera, la storia di una volontà di bene più forte di ogni ostacolo, raccontata con la grinta dell’avventura e con l’entusiasmo dell’opera di chi porta speranza dove c’è desolazione e miseria, ma anche tanta dignità umana.
Prefazione di Stefano Accorsi.
Nella società moderna si fa ricorso sempre più spesso al farmaco come rimedio per le situazioni di disagio. Pur ammettendo che certe volte il farmaco è indispensabile, è innegabile che spesso questo non risolve il problema o quanto meno non lo risolve alla radice. Partendo da case history, Astori mostra percorsi a volte alternativi, altre volte paralleli a quelli farmacologici. Parole, farmaci e relazioni non sono in contrapposizione fra loro, ma uniti e integrati per incoraggiare le donne e gli uomini di oggi a liberarsi da una sofferenza a tratti angosciante e a riabilitare le parti migliori di se stessi e trovare un senso di realizzazione.

