
Il libro offre una sintesi del lavoro teorico di Hans Joas, singolare figura di sociologo che non disdegna di coniugare i dati provenienti dalla ricerca empirica con teorie della società in esplicito dialogo con la filosofia. La società appare a Joas come il luogo concreto, osservabile e verificabile, in cui s'intrecciano bisogni e aspettative personali, pretese di verità e forme di organizzazione politica. Di qui un orientamento di ricerca, che gli consente di scavare al tempo stesso nell'esperienza collettiva e in quella individuale, di indagare i valori che orientano l'una e l'altra, di evidenziare i legami e il coinvolgimento che i valori attestano. Joas è attento in particolare a quei momenti di creatività in cui l'uomo va in qualche modo oltre se stesso e fa un'esperienza di autotrascendenza, che può avere anche una declinazione religiosa: Nella religione, che per le società secolarizzate come le nostre è un'opzione e non più un automatismo, si deposita un surplus di esperienza che costituisce una preziosa risorsa di futuro.
Montaigne non racconta solo la scoperta dei vizi e delle virtù degli "italiani" ma, ancor più, segna la nascita di una nuova antropologia: "Gli uomini sono diversi e tuttavia ogni uomo porta in sé i segni e i caratteri dell'umana condizione". E il confronto con gli "altri" che aiuta a liberarsi di ogni schema e a studiare il reale nella sua tangibile evidenza. Inedito per il suo tempo, il suo sguardo investiga l'umanità in tutte le sue contraddizioni con uno stile che non giudica ma riferisce, trascrive, descrive, in una parola: "rispetta".
Femmine e maschi frequentano la scuola insieme fin dai primi anni di vita, ma durante il percorso le loro strade tendono progressivamente a separarsi, come se seguissero dei bivi obbligati che indirizzano le prime verso ambiti di studio di tipo umanistico e i secondi verso percorsi di tipo tecnologico-scientifico. Talvolta, però, in questo quadro così ordinato accadono degli imprevisti che smontano la rigidità di schemi precostituiti: ci sono ragazze che decidono di addentrarsi in percorsi socialmente ritenuti "maschili" e ragazzi che si insinuano in percorsi socialmente intesi come "femminili". La ricerca descritta nel libro presenta le storie di giovani donne e giovani uomini che operano decisioni anticonformiste, ancora considerate "coraggiose", "diverse", quando invece andrebbero ricomprese nella normalità. Le riflessioni educative proposte dalle autrici mirano a perimetrare e decostruire le gabbie di genere nelle quali possono risultare intrappolati studentesse e studenti nel momento cruciale in cui scelgono la loro trafila formativa, ma ambiscono anche a delineare nuove piste per orientarsi consapevolmente, sulla base dei propri reali interessi, curiosità, desideri: fuori dalle gabbie di genere.
In filosofia il dialogo dovrebbe costituire una modalità privilegiata di indagine razionale, costringe i due interlocutori a fare i conti con obiezioni e critiche cui si è altrimenti tentati di sfuggire. Dia-logos, argomento contro argomento: nessuna diplomazia, il confronto razionale è semmai controversia, scontro, polemica (polemos, cioè guerra!). Questo fra Paolo Flores d'Arcais e Maurizio Ferraris è durato dieci anni, e affronta tutti i temi cruciali della filosofia, dal ruolo della scienza alla possibilità di fondare un'etica, dal rischio del nichilismo al rapporto tra ideologie e scienze umane, dalla "esplosione" della biologia darwiniana alla rivoluzione del web. Un confronto serrato, fatto di dieci lettere/saggi, che costringe il lettore a sottoporre a critica convinzioni consolidate, e diventare partecipe della controversia.
Il libro
Questo libro, tra ricordi, testimonianze, immagini e cronache giornalistiche, briciole d’archivio raccolte qua e là, come in un puzzle, tenta di ricostruire la vita del giovane Pietro Mennea, negli anni vissuti a Barletta, la sua dimensione umana, il suo percorso sportivo-agonistico, il suo ostinato talento, la sua tenace voglia di arrivare ad ogni costo. Si racconta la vita di Pietro Mennea negli anni in cui, nella sua città, maturò la sua personalità, la sua ragione di vita, dai primi calci tirati al pallone sul campetto sterrato di piazzetta Pescheria e dai primi allenamenti sulla battigia della spiaggia di Ponente, ai Campionati studenteschi di Bari, e dai Campionati nazionali “allievi” dell’AICS, alle “Leve dello Sport di Termoli”, fino al Bronzo di Monaco ‘72.
L'autore
Renato Russo, laureato in giurisprudenza presso l’Università di Bari, esplica da oltre vent’anni la sua attività di editore nella città di Barletta dove ha ricoperto anche incarichi politici di pubblico amministratore fra cui quello di sindaco della città. Promotore culturale, è anche giornalista (ha diretto numerose riviste fra cui Eco-Fin bollettino di informazione economica, Urbanistica e Territorio a diffusione regionale e Il Fieramosca periodico del comprensorio Nord Barese al suo 40° anno di vita) ma soprattutto è un ricercatore storico, autore di un gran numero di pubblicazioni sulla storia del suo territorio, non per nulla la casa editrice da lui fondata reca come slogan identificativo “Storia e Storie di Puglia”. Fra le sue numerose pubblicazioni:
• La Disfida di Barletta, l’epoca e i suoi protagonisti, introduzione di Pietro Petrarolo
• I Templari a Barletta, introduzione di Pasquale Corsi
• Storia della Puglia fra antico e futuro, introduzione di Michele Cristallo
• Federico II - Cronaca della vita di un imperatore, introduzione di Vito Fumagalli
• Federico II e la Puglia, introduzione di Ludovico Gatto
• Federico II album della vita • Giuseppe De Nittis, la vita e le opere,
introduzione di Raffaele Nigro • La battaglia di Canne, introduzione
di Vito Antonio Sirago • La cittadella di Canne, introduzione
di Cosimo D’Angela
• Isabella D’Aragona – duchessa di Bari • Valdemaro Vecchi, ricordo del grande editore, introduzione di Michele Cristallo
• Boemondo d’Altavilla, un pugliese alla prima Crociata, introduzione di Pasquale Corsi
Un libro da leggere per vendetta, contro i luoghi comuni che intessono la storia della nostra Repubblica. Lo ha scritto un politico anomalo, che ha ricoperto le massime cariche istituzionali. Francesco Cossiga è fatto così: dice quello che pensa e pensa a quello che dice. Singolare per un uomo politico che è da 50 anni sotto i riflettori dell'opinione pubblica, anticipando anche oggi avvenimenti e tendenze. Con questo saggio ci fa capire che ogni Stato, qppunto perchè democratico, ha necessità di "servizi speciali" che si confrontino almeno ad armi pari, nell'interesse generale, con i criminali ed i nemici della Patria. Si tratta di un 'Abecedario', cioè delle nozioni elementari per fare comprendere il mondo dell'intelligence, che nello stesso tempo, in Italia ma anche altrove, affascina ed impaurisce. Cossiga dedica questo lavoro a "principianti, politici e militari, civili e gente comune" e lo firma da "dilettante", quale evidentemente non è, intendendo evidenziare la necessità costante di apprendere, di studiare, di conoscere. In poche ma densissime pagine, risultato di decenni di studi, riflessioni, esperienze istituzionali e confronti ai più alti livelli mondiali, Cossiga offre un contributo originale per realizzare una democrazia più piena. Negli anni passati, un importante servizio segreto estero ha dato a Cossiga il nome in codice di "Cesare". Adesso, con questo 'Abecedario', "Cesare" propone e rilancia l'intelligence come tema centrale del dibattito politico nazionale, nella consapevolezza che le informazioni rasentano il motore della sicurezza e dello sviluppo del XXI secolo.
(dalla presentazione di Mario Caligiuri)
Il lungo viaggio, nella galassia della comunicazione, ha però origini molto più antiche e si può dire che inizi con l'uomo. Ripercorrere questo viaggio, dal punto di vista storico e professionale, rappresenta un'esperienza affascinante e ricca di sorprese ed è quanto si propone in questo libro l'autore, seguendo un itinerario che porta da Gütenberg a Internet e incrociando i momenti fondamentali della storia dell'Europa e dell'Occidente: la stampa dei primi libri, la nascita dei giornali, le battaglie politiche, i conflitti tra nazioni, le esplorazioni di nuove terre, lo sviluppo dei commerci e l'affermarsi della democrazia.
È più solidale una società dove si divide in parti diseguali la ricchezza in un mondo di collaborazione e di pace, o si è più solidali laddove si divide in maniera comunque diseguale la miseria in un mondo di oppressione e di terrore, dove vige il principio per il quale "chi non ubbidisce non mangia"? Se il mercato è il meccanismo che, esigendo la pace e fondando la libertà politica, genera il maggiore e più diffuso benessere, è allora errato vederlo come uno dei mezzi che, per quanto imperfettamente, contribuisce a realizzare il comando evangelico dell'amore? Per tutto ciò, possono ancora i cattolici pensare al profitto come a un furto? L'autore nel testo propone risposte a queste a altre domande che ossessionano le coscienze di molti cattolici.
L'approccio con il quale teologi, politologi ed economisti neo-conservatori hanno tentato di affrontare le questioni legate alle trasformazioni sociali, culturali e politiche evidenzia un metodo che ha posto in primo luogo il problema del rinnovamento delle istituzioni, piuttosto che la restaurazione di un ordine ormai passato di cui probabilmente sono in pochi a nutrire nostalgia, avendo cura di una realtà socio-culturale in continua trasformazione, estremamente vivace e plurale come quella americana. La modernità, a differenza di quanto affermano i paleoconservatori, non rappresenta la tomba della tradizione, quanto il momento per vivere più adeguatamente gli ideali di libertà e di responsabilità in ambito politico.
L'autore costruisce in questo libro una confutazione delle idee portate avanti dal femminismo radicale che vede le differenze tra i sessi unicamente come un prodotto culturale. Secondo tali teorie lo stesso termine "sesso" andrebbe sostituito con la parola "genere" che non crea alcuna discriminazione e lascia libero l'individuo di fare le proprie scelte in materia di orientamento sessuale senza vincolarlo all'eterosessualità.
Quali sono le cause del declino competitivo del sistema economico italiano? Perché finora non è stata intrapresa alcuna coerente politica di intervento? Quali sono le riforme auspicabili? Perché oggi si aggira per l'Europa lo spettro della competitività? Questo volume cerca di dare risposte a tali domande. Le ragioni del declino competitivo italiano vengono ricondotte alle caratteristiche della sua cornice istituzionale, intesa come un insieme di regole formali e di vincoli informali che orienta la produzione di nuove conoscenze e la circolazione virtuosa di informazioni, condiziona l'efficienza dei meccanismi di regolazione e di protezione dei diritti di proprietà, e determina la vivacità dei processi concorrenziali e delle politiche di liberalizzazione.
Dal dibattito sulla 194 alla situazione della famiglia, ai rapporti tra Chiesa e Stato, all'impegno dei cattolici in politica, l'autore raccoglie in questo volume i suoi "scritti corsari". Una voce coraggiosa che si leva fuori dal coro.