
La religione, nella modernità, è divenuta superflua ed è quindi destinata a scomparire? Nella storia del cristianesimo europeo mai la vita religiosa cristiana si è eclissata come negli ultimi vent'anni. Scopo di questo libro è cercare di comprendere a fondo tale evoluzione. Robert Spaemann e Hans Joas, entrambi pensatori cattolici, dialogano sul futuro della religione toccando temi quali il ruolo del Concilio Vaticano II in questo processo di decadenza, la figura di Benedetto XVI e il fenomeno Francesco, la morale sessuale cattolica e il sacerdozio femminile. Le concordanze e le differenze fra loro rispecchiano l'ampiezza e la pluralità del mondo cattolico, restituendo fiducia nella fecondità del dialogo intellettuale capace di diradare la nebbia del nostro tempo.
Il libro offre una sintesi del lavoro teorico di Hans Joas, singolare figura di sociologo che non disdegna di coniugare i dati provenienti dalla ricerca empirica con teorie della società in esplicito dialogo con la filosofia. La società appare a Joas come il luogo concreto, osservabile e verificabile, in cui s'intrecciano bisogni e aspettative personali, pretese di verità e forme di organizzazione politica. Di qui un orientamento di ricerca, che gli consente di scavare al tempo stesso nell'esperienza collettiva e in quella individuale, di indagare i valori che orientano l'una e l'altra, di evidenziare i legami e il coinvolgimento che i valori attestano. Joas è attento in particolare a quei momenti di creatività in cui l'uomo va in qualche modo oltre se stesso e fa un'esperienza di autotrascendenza, che può avere anche una declinazione religiosa: Nella religione, che per le società secolarizzate come le nostre è un'opzione e non più un automatismo, si deposita un surplus di esperienza che costituisce una preziosa risorsa di futuro.
Hans Joas propone una visione alternativa della secolarizzazione e tratta delle sfide sociali e intellettuali che il cristianesimo si trova oggi ad affrontare. Per Joas la fede deve poter essere sperimentata come un’articolazione convincente delle esperienze personali più intense e le chiese devono accettare il fatto che la fede è ormai diventata un’opzione.
Descrizione
La modernizzazione conduce necessariamente alla secolarizzazione? La secolarizzazione porta inevitabilmente alla decadenza morale? Anche se la situazione religiosa attuale è caratterizzata dalla contestazione di vecchie idee e da una crescita generale delle possibilità di scelta, parlare in modo sommario della modernità non aiuta a comprendere la fase storica che stiamo vivendo.
In questo libro Hans Joas propone una visione alternativa della secolarizzazione e parla delle sfide sociali e intellettuali di fronte alle quali si trova oggi il cristianesimo. Per aprirsi al futuro, da un lato la fede deve poter essere sperimentata come un’articolazione convincente delle esperienze personali più intense e, dall’altro, le chiese istituzionali devono accettare il fatto che, a causa della diffusione della incredulità, la fede è ormai diventata un’opzione.
Abbiamo davvero bisogno della religione? È questo un interrogativo cruciale che riguarda la società contemporanea, sia dal punto di vista dell’esistenza individuale, sia sul piano politico e culturale. Per Hans Joas la risposta è affermativa: abbiamo bisogno della religione, non soltanto come «riserva di senso», né come forza d’integrazione sociale, ma soprattutto per riconoscere e difendere valori essenziali come quello della dignità umana. Questo libro sostiene che, anche nella società del pluralismo culturale, possono esistere valori universali. Il valore della dignità umana diventa accessibile e sperimentabile per le persone attraverso l’esperienza dell’auto-trascendenza, e la religione rimane la più importante forza attiva nella nostra cultura che sappia evocare e interpretare questo tipo di esperienza.