
Noi non abbiamo proprio nulla da rimproverare a Schreber, né di aver avuto impulsi omosessuali, né di essersi sforzato di rimuoverli. Sono piuttosto gli psichiatri che hanno molto da imparare da questo malato, che si sforza, malgrado il suo delirio, di non confondere il mondo dell'inconscio col mondo reale.
Ha scritto Jung che le fiabe consentono di studiare meglio l'anatomia comparata della psiche: esse sono infatti l'espressione più pura dei processi psichici dell'inconscio collettivo, e rappresentano gli archetipi in forma semplice e concisa. Marie-Louise von Franz utilizza in questo volume l'approccio della psicologia analitica nel tentativo di rendere accessibili all'uomo moderno le esperienze di vita che sono contenute nelle fiabe. Per esemplificare la sua proposta di lettura, la von Franz studia inizialmente un testo dei Grimm, "Le tre piume", il cui motivo dominante sta nel difficile riconoscimento dell'elemento femminile, per poi passare ad altre fiabe di vari paesi in cui si ritrovano temi che, trasposti nelle categorie junghiane, rivelano la loro ricchezza e consentono riferimenti illuminanti. In queste pagine, scritte con ammirevole chiarezza, lo stesso simbolismo degli animali, degli oggetti, dei gesti e dei numeri trova non una spiegazione meccanica, ma una carica di significati capaci di parlare alla nostra sensibilità.
Dopo aver riportato alla luce i tesori di saggezza racchiusi nelle fiabe, Marie-Louise von Franz ci offre qui una vera e propria guida all'interpretazione dell'alchimia, che costituisce nello stesso tempo un'introduzione agli scritti maggiori di jung sull'argomento. II lettore entra in contatto con alcuni testi alchimistici greci, arabi e medievali, e impara in concreto a tradurne il ricco materiale esoterico e simbolico nell'esperienza degli uomini moderni, perché le immagini, gli archetipi che occupavano la mente degli alchimisti erano gli stessi che ricorrono nei nostri sogni e nei nostri tentativi di comunicazione tra i sessi. Nel libro è anche contenuto un piccolo mistero filologico: il testo dell'"Aurora consurgens", che è citato quasi per intero, potrebbe comunicarci la visione che sopraffece san Tommaso d'Aquino morente.