
Dal momento in cui diventa madre ogni donna, per istinto, comincia a preoccuparsi per la prole, come accade per molte specie animali, dedicandosi a soddisfare i bisogni primari dei figli e a prepararli perché raggiungano l'indipendenza. Ma... non solo! L'amore materno è una forza potente e inestinguibile, un sentimento totalizzante e incontrollabile di cui i figli, oggetto fortunato di tanto affetto, sanno approfittarsi con spregiudicata disinvoltura. Ecco raccolte in questo libro 1000 esempi in forma di aforisma in cui figli di ogni età riconoscono le espressioni più grandi dell'amore materno.
Vedere oltre l'apparenza ci può aiutare a leggere i segni che influenzano la nostra vita, a distinguere quel filo invisibile che collega ogni cosa, ogni persona e ogni avvenimento, in un legame misterioso ma significativo nell'evolversi della nostra vicenda personale. In questo libro l'autrice ci invita ad afferrare il senso autentico delle apparenti combinazioni che dimostrano l'ordine nascosto della natura.
Recenti studi scientifici dimostrano che nella comunicazione il linguaggio verbale interviene solo per il 7 per cento, mentre il tono della voce e la gestualità contano rispettivamente per il 38 e il 55 per cento ai fini della trasmissione del messaggio.
Ecco una preziosa guida illustrata per conoscere e utilizzare il linguaggio del corpo, per decifrare e interpretare:
• i movimenti automatici: i tic, i gesti simbolici, i segnali che denunciano ipocrisia e falsità;
• le attitudini caratteristiche: la postura, i movimenti delle mani e delle gambe, il modo di camminare e di sedersi, di usare gli oggetti più comuni;
• i gesti che rivelano le emozioni e i sentimenti più profondi.
Saper ascoltare è un'arte assai difficile da apprendere. Per prestare ascolto nel modo giusto, infatti, bisogna partire da uno stato di calma interiore, occorre imparare a non farsi distrarre da ciò che ci circonda e a non sforzarsi di controllare l'altro, in modo da dimostrare un'attenzione distaccata e tranquilla. E necessario andare al di là delle proprie percezioni e dei propri pregiudizi, che si frappongono immancabilmente tra noi e il nostro interlocutore. Questo libro offre dei consigli utili e appropriati per migliorare la qualità dell'ascolto. Fornisce le regole della comunicazione sotto tutte le diverse forme e tecniche, e offre i principi fondamentali per aiutarci a stabilire un rapporto migliore tra noi e gli altri.
Ogni genitore cerca di trasmettere ai propri figli dei consigli basati sulla propria esperienza, dimenticando spesso di farlo con premura, passione e amore. D'altro canto, spesso i figli faticano a recepire le parole degli adulti ritenendole a torto estranee alla loro vita. In questo libro i Williams, genitori adottivi di più di diciannove figli di diverse nazionalità, condividono venti storie semplici ma significative rispetto alle problematiche, alle gioie e alle responsabilità insite nella crescita. Le loro vicende si rivelano un ottimo spunto di riflessione per tutti i genitori.
Calvino, Gadda, Landolfi, Levi, Malerba, Manganelli, Moravia, Pasolini. Di questi, solo Moravia è romano: "Non mi sono mai mosso da Roma, ma dentro Roma sì che mi sono mosso" (dice uno dei tanti personaggi dei Racconti romani). Gli altri hanno voluto che Roma ospitasse le loro esistenze, e che le loro esistenze ospitassero Roma. Calvino viene a viverci stabilmente solo nel 1980 (un anno dopo l'uscita di Se una notte d'inverno un viaggiatore), Gadda vi si trasferisce nel 1925, Landolfi si aggira per Roma fin dai primi decenni del Novecento (nel 1913-14 frequenta la prima elementare), Levi arriva nel 1945 (quando viene chiamato a dirigere "Italia libera"), Malerba "migra" nel 1950 (dopo aver fondato la rivista "Sequenze"), Manganelli fugge a Roma nel 1953 (lasciandosi alle spalle qualche storia d'amore), Pasolini - nel 1950 - vede nella città eterna un'occasione ideale per liberarsi del suo passato. "Solo la lettura ama l'opera - scriveva Barthes - e mantiene con essa un rapporto di desiderio". Tenendo sempre a mente queste parole, è stato possibile dialogare con questi scrittori, vederli passeggiare per le strade di Roma, incontrarli per caso in un caffè del centro, osservarli mentre allungano il passo per tornare a casa perché hanno lasciato un libro in sospeso. Postfazione di Filippo La Porta.
Pagine come queste possono ribaltare il nostro modo di educare. Sì, perché il lettore può cogliervi, in breve tempo, l’essenziale per la patente pedagogica a pieni punti. Nessun gargarismo pedagogico, ma circa 300 spunti che possono ribaltare il nostro modo di educare. Qui tutto è ridotto all’osso. Distillato. Qui solo pensieri allo stato puro. Pensieri (non slogan!) che, come tasselli, uniti gli uni agli altri, offrono la segnaletica per comporre la più alta opera d’arte possibile al mondo: un Uomo nuovo. Un’unica avvertenza: prendere (possibilmente dopo il caffelatte!) una ‘compressa’ pedagogica alla volta con molta calma, portarla alla mente e ‘ruminarla’, fino a che non ci metta voglia di sperimentarla e farla vivere. Solo procedendo a ‘passo d’uomo’, il nostro breve lavoro raggiungerà lo scopo per cui è nato: mettere in circolazione nuova energia educativa, mai così invocata in una società come la nostra che si immiserisce sempre più. Diciamo bene o no?
Il lavoro avrebbe potuto benissimo essere intitolato “La scienza della buona educazione”. Certo, perché questo è un testo che aiuta a ritrovare le chiavi dell’arte di educare che stiamo smarrendo. Le nostre pagine nascondono un sogno: la scomparsa, entro il 2050, degli spinelli, delle droghe, dei rutti liberi, del bullismo, delle parole che sanno di fogna, delle sbronze, del sesso allo stato brado, dell’imbarbarimento umano. Nascondono il sogno di ragazzi sani, figli di un’educazione sana, non affetta dalle tredici malattie che presentiamo. L’importanza del lavoro sta proprio qui: nel tentativo di mettere a fuoco le tredici piaghe pedagogiche per un’efficace terapia. La battaglia è seria! Non è solo questione di salute, ma, addirittura, di vita o di morte: o l’educazione riscopre quello che è (l’arte di impiantare persone fisicamente toniche, psichicamente sane, spiritualmente alte) o l’umanità imbocca la strada che la porta al cimitero! La battaglia è dura, ma la vittoria è possibile! In campo pedagogico non si è mai fuori tempo massimo: il ribaltamento resta sempre nelle nostre mani. A tutti i lettori l’invito pressante di aggiungere, a quelle di chi ha scritto, anche le loro mani! Grazie!
Qui tutto è ridotto all'osso per rispetto dei nonni che non possono permettersi il lusso di leggere lunghi Trattati di Pedagogia.
Qui tutto è concreto perché il nipote non è un'idea astratta, ma una realtà in carne ed ossa. Qui sono offerti 150 rapidi messaggi-guida.
150 messaggi al servizio dei nonni che non vogliono limitarsi ad "allevare" il nipote, ma mirano anche ad "educarlo". Bene. Molto bene!
La preziosità dei nonni sta esattamente in questo: nel loro impegno pedagogico. Chi ha scritto queste pagine crede, con tutta la convinzione possibile, nel potenziale educativo dei nonni, ormai, troppe volte, i soli educatori rimasti che i nostri bambini digitali possono ancora incontrare. 150 messaggi!
No, non formulette, ma spremute di saggezza pedagogica. Che i nonni siano buoni lo sanno tutti; le nostre compresse li desiderano anche bravi! Un desiderio di alta quota, finché continua ad essere vero che vivere con un bravo nonno può decidere di una vita!

