
Consigli e strumenti per aiutare i genitori nella educazione dei propri figli. Il bambino non e un cucciolo, non e un tubo digerente. L'opuscolo prova che il piccolo e persona e ne trae le conseguenze. Pagine attualissime: mai come oggi i bambini sono stati tanto vezzeggiati e coccolati, pero, forse mai, come oggi, sono stati cosi poco capiti. Urge ritornare a comprendere chi e, davvero, il bambino, per non sciuparlo e non ferirlo.
Riflessioni e appunti per aiutare lo sviluppo intellettuale dei figli. Chi non desidera un figlio sveglio, pronto, capace di cogliere le cose al volo, un ragazzo che riesca negli studi e nella vita? Non c'e genitore che non sogni tutto cio. E' piu che naturale! Questo opuscolo offre spunti concretissimi per capire il tipo di intelligenza del bambino e per valorizzarla al meglio.
Perché gli occidentali non hanno visto giungere quei tragici avvertimenti che fra il 1999 e il 2002 dovevano portare al crollo del mondo civile? Perché hanno trascurato gli avvertimenti di poeti e profeti? Come hanno potuto credere alla sopravvivenza di una società incapace di far fronte alle questioni fondamentali sull'uomo e sull'esistenza? Pierre Thuillier passa in rassegna le cause storiche, economiche e spirituali che, nel corso dei secoli, hanno corroso l'anima della civiltà dell'Occidente.
Una cronaca della situazione albanese dal 1985, anno della morte di Enver Hoxha, all'attuale nuovo corso. Gli sviluppi politici, economici e socioculturali nell'Albania postcomunista sono analizzati a fondo dai due autori, che hanno soggiornato a lungo nel paese balcanico come studiosi e corrispondenti di varie testate britanniche.
Il ritmo precipitoso e la profondità delle trasformazioni che caratterizzano questa fine millennio, sono stupefacenti. La mondializzazione dell'economia, stimolata dall'accellerazione delle tecnologie dell'informazione, sovverte ogni cosa. Il mercato e la comunicazione si impongono come modelli creativi che sconvolgono tutte le attività umane. Gli stati-nazione, i governi, i partiti e i sindacati stanno perdendo le loro funzioni tradizionali e danno l'impressione di non essere più all'altezza dei loro compiti, di non capire la portata dei cambiamenti epocali in atto. A che cosa somiglia questo nuovo paesaggio planetario? Quali stati, quali forze, quali nuovi paradigmi emergono in questo contesto?
In questa provocante raccolta di saggi, Ulrich Beck sostiene la necessità di ricercare nuovi punti di riferimento per comprendere la società globale del rischio in cui ci troviamo a vivere oggi. L'autore delinea gli aspetti ecologici e tecnologici del rischio e le loro implicazioni sociologiche e politiche. Secondo Beck, la società odierna è governata da una "politica globale" inesistente fino a pochi anni fa e tale fenomeno va esaminato nei termini della dinamica e delle contraddizioni di una società globale del rischio. Partendo da tale presupposto, i suoi saggi si interrogano su diverse questioni: che cos'è l'ambiente? Cosa la natura? Lo stato naturale? L'essere umano? I saggi contenuti costituiscono le basi del "Manifesto cosmopolitico" di Beck, concentrato sulla dialettica tra questioni globali e locali che non rientrano nella politica nazionale. Riconoscendo che la diversità, l'individualismo e lo scetticismo sono caratteristiche proprie della nostra cultura, possiamo gettare le basi di una nuova coesione sociale, di un nuovo cosmopolitismo in cui l'incertezza creativa della libertà sostituisca la certezza gerarchica della differenza.
"L'universo è una struttura unitaria vivente". Il significato di questa affermazione viene precisato ed i suoi limiti discussi. Le basi di questa idea sono state poste da Alexander von Humboldt (che per primo ha concepito la rete della vita, formulata in "Cosmos", 1834) e da James Lovelock che nel 1972 ha proposto l'unità vivente della Terra ("Gaia, un nuovo sguardo alla Vita sulla Terra"). Il concetto di Universo come unità vivente è strettamente legato al Principio dell'Osservatore, che è colui che sa cosa è la Vita e cosa è la Terra nella sua struttura unitaria, e chi è lui stesso. L'Osservatore in realtà sono gli Esseri Umani, me compreso. Per capire che senso ha che un organismo di questo Pianeta formuli un concetto di questo tipo va, in breve e con un po' di distacco, considerato anche lui. Il discorso inizia esaminando l'unità dell'Universo ed il concetto di Vita, cercando i punti di contatto tra i due argomenti e le proprietà che in Universo e Vita coincidono; o almeno si avvicinano. Il sottotitolo di questa prima parte è "Il sesso degli angeli", a sottolineare la fragilità della logica dell'argomento e, per quanto mi riguarda, il suo interesse di confine tra fisica e metafisica. Il discorso prosegue poi occupandosi della Genetica della brava persona, ad indicare che la specie umana ha come carattere genetico intrinseco, come proprietà dirimente, alcune caratteristiche che lo portano da un lato alla socialità, dall'altro alla elaborazione del pensiero astratto. Poiché la vita e le condizioni che la permettono e la mantengono sono tutto fuorché astratte ed evanescenti, vengono esaminate le ultime tappe della evoluzione umana ripercorrendo i cambiamenti che hanno permesso, e causato, di essere quello che siamo e di pensare in modo ampio. Di questa straordinaria realtà e della unicità di questo processo evolutivo non ci si rende in genere ben conto. Vengono ricordate alcune tappe evolutive del pensiero umano che riguardano in modo particolare i limiti che separano fisica e metafisica. Tra le quali: la poetica di Esiodo ed il pensiero degli Stoici e dei Pitagorici, coloro che erano giunti alla convinzione che l'unica categoria della mente umana in grado di capire la natura ed il Logos che regge e guida l'Universo è la matematica. Da qui nasce la scienza e la capacità di spingere il pensiero fino ai confini dell'Universo, e di sentirci parte di esso.
La svolta digitale del capitalismo, che ormai non è più new economy ma l'unico modo effettivo di creare profitto, sembra alludere ad una svolta post-imperialista del mondo contemporaneo: ciò si traduce, in qualche modo, in un ritorno occulto di forme feudali di economia e di società. Il potere viene diffuso in centri delegati al funzionamento del meccanismo accumulativo, mentre d'altro canto la maggioranza vive in uno stato di povertà crescente e di asservimento. Questi centri si fondano sul possesso di meta-server sempre più dispendiosi e mastodontici e sono uno degli elementi di un sistema macroscopico del quale risulta difficile individuare il monarca. Il dilemma si profila immediatamente laddove questo sistema deve funzionare attraverso un numero crescente di consumatori e quindi deve comunque poggiare su un'economia di tipo tradizionale, e laddove le risorse globali si stanno esaurendo (dai minerali "rari" agli idrocarburi), mentre non si profila sullo sfondo alcuno scenario nuovo che allontani l'età oscura.
Com'è possibile non spaventarsi davanti a un bilancio allarmante come quello dell'automobile (costo di vite umane, guerre per il petrolio, inquinamento, destrutturazione sociale ecc.)? Quasi fossimo prigionieri di una gigantesca follia collettiva, sembriamo incapaci di uscire dal girone infernale in cui noi stessi ci siamo infilati. Le soluzioni proposte sono peggiori dei rimedi e non affrontano mai i problemi essenziali. L'automobile non è compatibile con una gestione sana del nostro ambiente. Troppo spesso è usata in modo irrazionale e passionale. Ma tutto quello che ci accade non è un caso. Attraverso degli esempi concreti, Marcel Robert ci mostra come la scelta di vivere senza auto possa essere fatta tanto a livello collettivo quanto individuale. E tale scelta si fa via via più pressante nel momento in cui cominciamo a valutare le conseguenze sull'ambiente del nostro modo di vivere. Il punto non è più sapere se questa scelta va compiuta, bensì quando avremo finalmente il coraggio di compierla.