
Un pianeta più caldo significa ghiacciai che si sciolgono, piogge meno prevedibili, alluvioni più frequenti, deserti che avanzano. Nell'acqua vediamo gli effetti del riscaldamento globale e la probabile causa di guerre future. Oro blu, in nove storie da tutto il mondo, dalla Sicilia al Bangladesh, dall'Olanda al Brasile, ci fa scoprire come l'acqua si intrecci all'economia, alla storia, alla cultura e alla vita di ciascuno di noi.
La verità sull'impatto della robotizzazione sul lavoro e sulla nostra vita. Fermate le macchine in 8 punti.
L'Tsis, la sigla dietro cui opera la nuova minaccia dei terrorismo internazionale, si è affermato in Siria e in Iraq ma attira migliaia e migliaia di combattenti perfino dall'Europa e dagli Stati Uniti. Il segreto di questo "successo" è nelle sue efficaci tecniche di propaganda, simili a quelle utilizzate dalle multinazionali dell'Occidente. Francesco Borgonovo racconta il mondo dell'Isis da una prospettiva inedita, smascherando il micidiale perfezionamento delle tecniche di comunicazione del terrore adottate dai suoi uomini. Un'indagine che si muove tra saggio, cronaca, trattato, intervista e romanzo per arrivare al cuore di una situazione che, lo si voglia o meno, riguarda tutti noi.
Il coronavirus ha smascherato tutta la fragilità del modello di società, economia, politica che sembrava dominare incontrastato il mondo. Al di là delle considerazioni strettamente mediche, tutti ci siamo chiesti: come è potuto accadere? Cosa abbiamo fatto per metterci nelle condizioni di terribile vulnerabilità in cui ci siamo trovati? E da quali basi si può ripartire? Francesco Borgonovo, caporedattore de "La verità" e volto noto in televisione, affronta questi temi epocali senza paura di volare alto, ma anche con il piglio polemico di chi denuncia da anni gli errori dei modelli culturali dominanti. In un percorso affascinante, che si snoda dalla hybris della tragedia greca e arriva fino alla filosofia politica di Carl Schmitt, ma si confronta costantemente con l'attualità, Borgonovo propone una diagnosi della malattia che ha assalito il nostro mondo, al di là e oltre alla diffusione di un micro-organismo fatto di poche proteine e qualche filamento di RNA. E delinea anche quali strade possono portare a un futuro diverso, migliore e più sicuro del passato recente, che sembra già, in qualche modo, lontanissimo.
"Ci stanno ammazzando e noi offriamo la nostra piena collaborazione, partecipando a un suicidio collettivo di cui nemmeno ci chiediamo la ragione. La Morte trionfa, e festeggia scatenandosi in una danza macabra, saltellando gioiosa su una montagna di cadaveri, mentre tutt'intorno, agli spettatori attoniti, non resta che aggiornare quotidianamente la mostruosa contabilità della fine. L'Impero del capitalismo finanziario e quello dell'islam ci strangolano: fratelli gemelli, marciano divisi per colpire uniti. Muoiono gli stranieri sui barconi, stremati dal freddo e dalla fatica o gettati in acqua dai trafficanti di uomini. Muoiono gli italiani straziati dalla crisi. Muoiono gli imprenditori, strangolati dall'austerità criminale imposta dall'Unione europea. Muoiono i risparmiatori, a cui manager di banca strapagati hanno sottratto piccoli patrimoni accumulati in una vita intera. Muoiono ragazzi di nemmeno trent'anni, falciati da loro coetanei che indossano tute nere e sparano, berciando in gloria di una religione violenta e mortifera. Muoiono intellettuali e vignettisti che hanno osato raffigurare il profeta di quella religione, nel colpevole silenzio della cultura che avrebbe dovuto difenderli e sostenerli. Muore la libertà di espressione, muore il pensiero critico. Muoiono i popoli europei, e con essi la civiltà occidentale."
Siamo nel pieno di una crisi economica, politica, morale e ambientale che pare inarrestabile. L'Occidente sembra destinato a impoverirsi e a diventare trascurabile, mentre i Paesi dell'Est e del Sud del mondo continueranno a crescere. In Europa si fanno sempre meno figli, e aumentano le malattie non comunicabili e le cosiddette «malattie del benessere». Assieme alla nostra umanità, stiamo perdendo ciò che ci caratterizza e ci rende speciali: la nostra cultura, il nostro spirito, il contatto con la natura. Viviamo secondo quello che Eliot ha definito il principio del profitto e della perdita, governati dalle sole logiche dell'economia. In un vivace scambio di spunti e di riflessioni, Francesco Borgonovo, giovane e brillante giornalista, e Claudio Rise, noto psicologo-analista junghiano, ci forniscono gli strumenti per comprendere i mali della contemporaneità. Muovendo dalla psicoanalisi, dalla sociologia e dalla filosofia, ma anche dal pensiero di poeti e intellettuali come Ezra Pound, Thomas Stearns Eliot e Henry David Thoreau, delineano la fisionomia di una civiltà decaduta e ci mostrano, al contempo, la via per un possibile riscatto. Se è vero che nuvole fosche hanno coperto l'orizzonte, non tutto è perduto. Possiamo ancora cambiare il corso di molte cose, e tornare, infine, «a riveder le stelle».
La costituzionalista Donata Borgonovo Re, con una predilezione per il lavoro educativo e un'esperienza sul campo da difensore civico, racconta quella che è stata definita la più bella Costituzione del mondo attraverso quattro parole-chiave e interpretando con originalità e passione civile grandi autori come De Tocqueville, Bobbio, Calamandrei, Dossetti.
"Proviamo ora a immaginare la democrazia come una grande orchestra, nella quale devono essere presenti tutti gli strumenti musicali che, sulla partitura della Costituzione, dovranno intrecciare le loro differenti voci per realizzare l'armonia della convivenza tra le donne e gli uomini di cui la democrazia si prende cura". "Eguaglianza e solidarietà - scrive ancora Donata Borgonovo Re - connotano il nostro essere persona in relazione, il nostro essere sociale e, attraverso di noi, connotano la più ampia dimensione pubblica investendo noi e ogni organo della Repubblica della medesima responsabilità. Quella di fare della nostra democrazia una casa accogliente per tutti".
"L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo,
che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione"
A Siviglia, negli anni dell'Inquisizione spagnola, mentre gli eretici vengono consegnati al rogo, Cristo ritorna e cammina per le strade della città. Per ordine del cardinale Grande Inquisitore viene arrestato e l'ascetico ministro della Chiesa gli rivolge un durissimo atto di accusa. L'efficacia persuasiva della leggenda di Dostoevskij non sta solo nel paradossale travisamento del materiale biblico, evangelico e apocalittico. Il suo fascino è nella forza retorica con cui sono esposte le ragioni della pienezza contro la purezza, della responsabilità contro la convinzione, della Chiesa contro la setta, del corpo contro lo spirito.
Il CV, curriculum vitae, è una sintesi della propria formazione e delle proprie esperienze. Un testo breve e ricco di informazioni, destinato a offrire un’immagine complessiva della propria persona e delle proprie opere. Ed è in forma di CV che Pier Cesare Bori, giunto a un momento critico della sua vita, ha voluto narrare la propria storia, inanellando date, luoghi, eventi, regalandoci un autoritratto sobrio e scarno, ma capace di insegnare molto a chi avrà voglia di leggerlo. L’autore si rivolge innanzitutto a una cerchia di giovani ricercatori e amici, cui raccomanda di non perdere di vista gli insegnamenti ricevuti in seno alle comunità che hanno contribuito alla loro formazione, nonostante i limiti che possono aver rivelato nel corso del tempo. Sono pagine piene di serenità e gratitudine, colorate dall’autoironia di chi vivendo ha compreso che la vita è un percorso pieno di passi falsi. Sono pagine dettate dalla certezza che la vita delle persone che lo hanno accompagnato in questo tragitto è più importante e interessante di una fredda elencazione di fatti, anche se istituzionalmente rilevanti.
Pier Cesare Bori, studioso di giurisprudenza, teologia e scienze bibliche, dal 1970 ha insegnato Storia del Cristianesimo e delle Chiese, Filosofia morale e Diritti umani nell’Università di Bologna. Fra le sue molte pubblicazioni ricordiamo: «Il vitello d’oro: le radici della controversia antigiudaica» (Bollati Boringhieri, 1983), «L’interpretazione infinita» (Il Mulino, 1987), «L’altro Tolstoj» (Il Mulino, 1995), «Per un percorso etico tra culture» (La Nuova Italia, 1996) e «Pluralità delle vie: alle origini del Discorso sulla dignità umana di Pico della Mirandola» (Feltrinelli, 2000). Ha recentemente curato le traduzioni cinese e araba dell’«Oratio de hominis dignitate» di Pico della Mirandola.
Proprio di questo «umanesimo scientifico» - un ponte fra le due culture, fra la tradizione umanistica e la grande scienza novecentesca - vennero poste le basi a Torino, nella casa editrice di Giulio Einaudi. Sui primi volumi pubblicati ancora sotto il fascismo si innestò nel dopoguerra un progetto editoriale vasto e ambizioso, di cui fu protagonista un giovane Paolo Boringhieri, che coordinò dalle stanze della casa editrice alcuni fra gli scienziati e filosofi della scienza piú importanti del paese. I loro scontri e le loro idee, che vengono qui per la prima volta indagati in profondità e attraverso documenti inediti, costituiscono di fatto le radici di gran parte dell'odierna cultura scientifica italiana.
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«Giulia Boringhieri segnala subito la sfida che questo importante libro ha rappresentato per lei: "I figli di solito scrivono memorie, non storie. Può una figlia raccontare di suo padre e sperare di essere credibile?"
Dipende dal padre, dipende dalla figlia.
Paolo Boringhieri, riservato, alieno dalle dichiarazioni, non amava raccontarsi e non ha lasciato molte tracce di sé nei documenti collettivi della casa editrice Einaudi. Giulia Boringhieri ci narra la sua vicenda, attraverso una ricchissima documentazione, riuscendo a fare della memoria la trama rada e tenace che anima e colora un rigoroso tessuto di ricerca. Con piglio di storica e pietas di figlia ripercorre per noi una zona ancora poco conosciuta dell'Einaudi prima, delle Edizioni Scientifiche Einaudi poi e infine della nascita della casa editrice del "cielo stellato"».
Luisa Mangoni
"Nana, met su i giuiei". Mentre si prepara ad andare alla Scala, Senatore Borletti invita la moglie Anna a sfoggiare tutti i gioielli. È il 1918, La Rinascente è appena andata distrutta dalle fiamme e Senatore, proprietario del primo grande magazzino italiano, si preoccupa di cosa penseranno i banchieri che incontrerà a teatro quella sera. Vuole indurli a credere che la famiglia, nonostante l'incendio che ha devastato la sede di piazza Duomo, è ancora solida e pronta a ricominciare. E così sarà: La Rinascente risorgerà dalle ceneri e due anni dopo riaprirà al pubblico. Ilaria Borletti Buitoni, che proviene da una importante dinastia imprenditoriale lombarda, inizia così il suo racconto a metà tra un'autobiografia e un affresco dell'Italia che va costruendosi all'inizio del secolo scorso, dove piccole realtà locali si trasformano presto in imprese di rilevanza nazionale e dove il successo non è dovuto ai privilegi ereditati ma all'impegno e alla lungimiranza. Ecco quindi una storia familiare che si intreccia con le vicende del Novecento italiano e che ha inciso profondamente sulle scelte e sul carattere della stessa autrice, determinandone azioni e atteggiamenti spesso non convenzionali e quasi sempre controcorrente. In questo libro i ricordi si susseguono, dall'infanzia protetta negli anni del boom economico alla dissoluzione di una famiglia e di un'epoca; dall'impegno sociale degli anni africani all'esperienza imprenditoriale all'estero, fino alla scelta di entrare in politica.