
Guarire la frammentazione del sé integra nozioni teoriche basate sulle conoscenze neurobiologiche a proposito di trauma, dissociazione e attaccamento con un approccio pratico al trattamento, attraverso un linguaggio diretto, accessibile sia al paziente sia al terapeuta. Viene presentato un modello che pone l'accento sulla "risoluzione", una trasformazione della relazione con se stessi che sostituisce la vergogna, il disprezzo di sé e il senso di colpa con un'accettazione compassionevole. Gli interventi proposti sono stati adattati da numerosi modelli terapeutici all'avanguardia, che comprendono la psicoterapia sensomotoria, il modello degli Internai Family Systems, gli approcci terapeutici basati sulla mindfulness e l'ipnosi clinica. Il lettore arriverà alle pagine finali del volume con una salda comprensione dei modelli terapeutici rivolti all'attaccamento traumatico, del lavoro con i sintomi e i disturbi dissociativi non diagnosticati, dei metodi di trattamento basati sulla comunicazione "da emisfero destro a emisfero destro" e di molto altro ancora. Soprattutto, riceverà degli strumenti per aiutare i pazienti a creare un senso interiore di sicurezza e un legame compassionevole anche con le parti più disconosciute di sé.
"Pensare l'impensabile" è la prima e più importante raccolta di scritti di Nina Coltart; pubblicato per la prima volta nel 1992, è un classico della psicoanalisi inglese. L'impensabile attraversa tutti i capitoli ed è affrontato da Nina Coltart con libertà, coraggio e rigore al tempo stesso. Analista di grande ingegno ed esperienza clinica, propone la sua visione di quelli che sono i fattori terapeutici e non terapeutici in psicoanalisi, della valutazione e dei criteri di analizzabilità, delle caratteristiche personali - e spirituali - che l'analista deve coltivare per praticare la "professione impossibile". Uno dei pregi di questo libro è la limpidezza con cui Nina Coltart descrive alcune situazioni cliniche, talvolta estreme, in cui i sentimenti e i vissuti con i quali l'analista è messo a confronto appartengono al dominio dell'impensabile, per esempio il silenzio. Molti di questi casi ricorrono nei diversi capitoli del libro, analizzati da punti di vista diversi, diventando familiari per il lettore. Un testo attuale, in cui Nina Coltart utilizza la sua intuizione, la sua sensibilità clinica e una grande libertà di pensiero anche per avvicinarsi, in modo quasi anticipatorio rispetto agli sviluppi successivi della psicoanalisi, a temi quali il rapporto fra psicoanalisi ed etica, psicoanalisi e spiritualità, psicoanalisi e religione, con particolare riferimento al buddhismo.
Che cos'è la mente? In cosa consiste realmente l'esperienza del Sé? In che modo la mente si differenzia dal cervello? Spesso si descrivono i contenuti mentali, le emozioni, i pensieri, i ricordi; l'essenza della mente, invece, viene di rado, se non mai, definita. Daniel Siegel impiega qui la sua peculiare sensibilità e la sua formazione interdisciplinare per proporre una definizione che possa rispondere agli interrogativi sul "cosa, come, dove, quando e perché" della mente, su chi siamo e su chi potremmo aspirare a essere. A partire dai più recenti risultati scientifici, ma anche dalla sua biografia, Siegel conduce il lettore in un viaggio che indaga in profondità dimensioni come la coscienza, l'esperienza soggettiva e l'elaborazione delle informazioni, svelando il processo di auto-organizzazione della mente che trae origine sia dal corpo sia dalle relazioni che intrecciamo l'uno con l'altro e con il mondo circostante. Rendendo accessibili e appassionanti le più differenti discipline scientifiche - dalla neurobiologia alla fisica quantistica, dall'antropologia alla psicologia - questo viaggio al centro dell'uomo stimola la riflessione su interrogativi fondamentali che riguardano l'identità, le relazioni e la capacità di vivere al meglio che ognuno potenzialmente possiede.
Edith Eger aveva sedici anni quando i nazisti fecero irruzione nella città ungherese dove viveva. Insieme alla sua famiglia fu condotta in un campo di internamento e quindi ad Auschwitz. I genitori vennero inviati subito alla camera a gas su ordine di Joseph Mengele che, poche ore dopo, chiese a Edith di danzare per lui sulle note del valzer Sul bel Danubio blu, ricompensandola con un pezzo di pane che lei divise con le compagne di prigionia. Edith sopravvisse con la sorella ad Auschwitz, venne trasferita durante le marce della morte a Gunskirchen, un sottocampo di Mauthausen, e fu salvata da un soldato americano che la trovò, ancora viva, sopra un mucchio di cadaveri. Trasferitasi negli Stati Uniti dopo la guerra, ha studiato psicologia e, unendo le sue competenze professionali alla sua personale esperienza, si è specializzata nella cura di pazienti affetti da disturbi da stress post-traumatico. Reduci di guerra dall'Afghanistan, donne che avevano subito violenza, persone che soffrivano per un proprio personalissimo trauma, hanno imparato da lei che "il peggior campo di concentramento è la propria mente" e che libertà e guarigione iniziano quando impariamo ad affrontare il nostro dolore. "La scelta di Edith" è la storia dei passi, grandi e piccoli, che ci conducono dall'oscurità alla luce, dalla prigionia alla libertà e alla felicità.
Secondo l'autore, per consentirci di avere piena coscienza della situazione in cui ci troviamo dobbiamo imporci una pausa per inquadrare il presente. È solo allora che potremo cogliere l'attimo, impararne l'insegnamento e continuare. Questo libro tratta appunto della "consapevolezza", della capacità di cogliere l'"adesso" lla nostra vita e della necessità di non essere continuamente proiettati verso il passato o il futuro. Solo grazie alla meditazione, che vuol dire semplicemente essere presenti a se stessi, possiamo vivere invece che lasciarsi vivere. La meditazione è infatti il processo finalizzato ad approfondire attenzione e lucidità e a metterle in atto nella vita.
L'assenza della paura, o comunque la capacità di gestirla e di trasformarla in positivo, cioè in coraggio e amore, è un requisito fondamentale della personalità matura, condizione sine qua non per lo sviluppo delle qualità e capacità relazionali. Quindi è necessario liberarsene per avanzare nella ricerca della felicità. La «madre» di tutte le paure è la paura della morte; le «figlie» sono: la paura della vecchiaia, della malattia, del dolore, del fallimento, degli altri, degli stranieri, dei luoghi aperti, dei luoghi chiusi e così via. Gli autori propongono un percorso per abbandonare la paura e incrementare la gioia di vivere. Fra le varie tappe: mettere per iscritto le proprie paure e decidere un piccolo cambiamento che si è disposti ad attuare; visualizzare immagini rilassanti; darsi degli obiettivi per accrescere l'autostima.
Una vita senza problemi! E chi non la vorrebbe? Da un lato è utopia, si sa. Eppure la nostra vita potrebbe essere meno problematica di quanto non ci appaia ora. Ciò che ci impedisce di risolvere grattacapi, difficoltà e seccature di varia natura è il fatto che solitamente ne cerchiamo la soluzione sulla base di un'analisi ingannevole, fondata su una cattiva comprensione e lettura delle circostanze o del contesto. Ma c'è di più: siamo abituati a concentrarci sulla ricerca delle spiegazioni (perché ho questo problema?) anziché delle soluzioni (come posso risolverlo?). La chiave per trasformare la nostra vita, e stare meglio, consiste piuttosto nel cambiare il punto di vista e porre fine ai nostri comportamenti limitanti, alle abitudini di pensiero insidiose e ai ragionamenti illusori. Grazie agli spunti e ai consigli chiari e sintetici che l'autore propone, ci accorgeremo di come e in quale misura noi stessi creiamo e alimentiamo i nostri problemi nel tentativo di risolverli, e saremo orientati verso un percorso semplice ed efficace che ci porterà a soluzioni durature.
Una panoramica aggiornata sulle teorie della personalità, con sezioni inedite su "Personalità e neuroscienze"; La teoria psicoanalitica di Freud; La teoria fenomenologica di Cari Rogers; Le teorie dei tratti di personalità: Allport, Eysenck, Cattell; Le basi biologiche della personalità; Gli approcci del comportamentismo e delle teorie dell'apprendimento allo studio della personalità; La teoria dei costrutti personali di George Kelly; La teoria cognitivo-sociale: Bandura e Mischel; La personalità nel contesto: le relazioni interpersonali, la cultura e lo sviluppo nel corso della vita; La valutazione della teoria e della ricerca sulla personalità.
Scritto da due mamme di ragazzi dislessici, per anni attive nell'Associazione Genitori, Insegnanti e Amici della Dislessia (Agiad), questo libro non è solo il racconto della loro esperienza di vita, ma anche e soprattutto un manuale pratico, studiato per diffondere la conoscenza sui Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) e per fornire aiuto concreto, consigli e informazioni ad altri genitori che si trovano a doverli affrontare. Dislessia, discalculia, disortografia e disgrafia sono infatti più diffusi e comuni di quanto si pensi: se li si conosce, diventa davvero possibile aiutare i ragazzi con DSA a non abbattersi, e a puntare invece sui propri talenti e punti di forza per superare le difficoltà. Quando la dislessia viene vista semplicemente come un modo «particolare» di percepire ed elaborare gli stimoli, allora non fa più paura. Raggiungere l'autonomia nello studio e piena autostima nella vita non è un traguardo impossibile per i ragazzi con DSA: lo dimostrano le numerose testimonianze qui raccolte.
Il titolo sembra un indovinello, un gioco, uno dei tanti proposti in questo libro. Eric Berne, nella parte del terapeuta, attraverso i giochi che noi tutti conosciamo ci insegna a liberarci da ciò che limita la nostra piena espressività, utilizzando l'analisi transazionale da lui ideata che suddivide l'io nei tre stati di Genitore, Adulto, Bambino e con un insieme di transazioni esplicative dei rapporti tra due o più persone. Berne inserisce le regole dei giochi in un sistema più ampio che comprende l'intero arco dell'esistenza dell'individuo: dal 'gioco', resoconto di un 'motto di spirito', al 'copione', modello ereditato dai genitori nella prima infanzia sotto forma di ordini e insegnamenti. Il gioco, se costrittivo, impedisce di giocare e il copione, inteso come modello del destino umano, se negativo impedisce di vivere; ma sia dal gioco, sia dal copione, ci si può liberare e grazie all'analisi transazionale ogni individuo può opporre alla programmazione parentale un piano di vita autonomo.
Un dialogo serrato tra il genitore e lo psicoterapeuta, per capire la natura del dialogo con i figli. Per mettere da parte la presunzione di "sapere tutto". Per sfatare il mito della "trattativa a oltranza". Per mettere la parola fine ai sensi di colpa. E arrivare così a una dimensione tutta nuova: quella del confronto adulto. Un salto di qualità nella relazione in cui, per la prima volta, i figli impareranno a conoscere la dimensione della responsabilità. Questo libro, spiega Osvaldo Poli, è per tutti i genitori che, esauriti i tentativi suggeriti dal buon senso, si sentono al capolinea. Per loro serve un "aggiornamento del software del dialogo": un diverso modo di porsi nei confronti dei figli.
"Mindscape" è un neologismo per evocare il rapporto tra psiche e paesaggio e collocarci a metà strada, là dove dobbiamo stare: con la psiche nel paesaggio e il paesaggio nella psiche. Guidato da bussole psicoanalitiche, letterarie e neuroestetiche (da Searles a Winnicott, da Schnitzler alla Dickinson, da Zeki a Gallese), Vittorio Lingiardi ci invita a ripensare l'idea di ambiente e, in particolare, di paesaggio elettivo. Un luogo che cerchiamo nel mondo per dare forma e immagine a qualcosa che è già in noi. Al tempo stesso una scoperta, un'invenzione e un ritrovamento. Fiumi, montagne, ruderi e spiagge abitano la nostra mente, i nostri viaggi e i nostri sogni. Come oggetti psichici sono immersi nella nostra memoria, e forse risalgono al primo incontro con il volto di chi ci ha guardato. O ha distolto lo sguardo. Per stare al mondo dobbiamo conoscere il paesaggio. Soprattutto, dobbiamo avere molti luoghi dentro di noi per avere qualche speranza di essere noi stessi.