
Ansia, panico, paura di non farcela, palpitazioni, attacchi di panico. Chi non ne ha mai fatto esperienza, diretta o indiretta? Le fatiche della psiche sembrano diffondersi a macchia d'olio, ancor più dopo le restrizioni da pandemia, e anche fra i più giovani, nonostante si moltiplichino anche i rimedi per vincerle. Come mai? Forse per affrontarle non serve "liberarsi dello stress", o "dare libero sfogo alle nostre emozioni" o ancora "comportarci come ci sentiamo", forse la soluzione non è nella mindfulness, nel guru indiano o nello yoga. Marchesini ci propone di lasciarci guidare nientepopodimeno che da san Tommaso d'Aquino. Questo libro è un viaggio, una mappa per orientarci tra passioni e nevrosi, un manuale per poter tenere salde le redini della biga e camminare verso compimento della nostra vita. Affrontando gli ostacoli che ci sembrano insormontabili. Prefazione di Vincent Nagle.
Il termine pudore rischia ancor oggi di risuonare come sinonimo di limiti, tabù, complessi di altri tempi. Non si tratta solo di libertà e trasgressione: il vestire, il parlare, il comunicare in pubblico o in internet non sono mai neutri, perché rivelatori dell'intimità e della dignità di ogni persona. Il testo intende rispondere ad alcuni interrogativi sempre attuali: il pudore esiste ancora o è scomparso del tutto? È solo una questione di libertà, di buon gusto o di buona educazione nei rapporti con gli altri? La fede ha un qualche ruolo nelle scelte del vestire e della custodia del proprio corpo o della propria intimità? Non sarebbe forse il caso di riconoscere il valore intrinseco e pedagogico del pudore, come promotore della dignità presente in ciascuno di noi? Poche realtà come il pudore, forma sublime di amore, sembrano in grado di favorire una sana autostima e un'autentica capacità relazionale, costruite sul dono di sé e sul rispetto dell'alterità.
Il messaggio viene da lontano, ma è sempre valido: quando fate una pausa per prendervi cura di voi stessi e della vostra vita, diventate chi dovevate essere da sempre. Se non vi sforzate di creare da soli le vostre pause naturali, continuerete a sentirvi ansiosi, insoddisfatti, stressati e malati. Sfruttate ogni momento per rallentare, tirare il fiato e resettarvi fino a farne una pratica regolare, per scoprire più facilmente la natura del vostro disagio, per ricordare tutto ciò che di buono vi circonda, rilassarvi, giocare, esplorare e offrire nuove opportunità alla vita. Non aspettate il momento ideale per leggere questo libro e fare gli esercizi; ritagliatevi del tempo in treno o in autobus mentre andate al lavoro, mentre preparate la cena oppure prima di addormentarvi. Dipende da voi e funziona comunque. Iniziate un percorso verso una maggiore consapevolezza, perché una Pausa è un tonico, una fonte di nutrimento... un ritiro offre l'opportunità di trovare pace nel caotico mondo di oggi, per ascoltarvi e fidarvi della vostra saggezza, superando il rumore che vi circonda e ritrovando l'equilibrio naturale.
"Fa solo di testa sua", si lamentano i genitori quando parlano dei propri figli. I pediatri e gli psichiatri sono sempre più spesso consultati per malefatte di bambini anche molto piccoli: rifiutano di mangiare seduti a tavola, danno la scalata ai mobili, il minimo rifiuto innesta una collera devastante. I poveri genitori "non ce la fanno più". Come riappropriarsi dell'autorità perduta? E come articolarla con le esigenze attuali di democrazia e di sviluppo autonomo dell'individuo? Evitando i luoghi comuni, Daniel Marcelli riesce a proporre una nuova concezione dell'autorità. Un libro ricco di tracce e di argomenti perché l'idea di autorità non sia più politicamente scorretta.
A ripensarci vi viene da sorridere. La vostra vita è cambiata. Prima di avere un figlio vi spalmavate il pancione di olio di mandorle, giravate per vetrine osservando graziosi completini da neonato, tagliavate la verdura cruda a julienne per far piacere al vostro compagno. Ora di Julien nella vostra vita ce n'è uno solo, ed è il re dei lemuri nel cartone animato Madagascar. Adesso, per far piacere al vostro compagno, nei giorni buoni buttate sul fuoco 4 salti in padella, altrimenti gli urlate di arrangiarsi con una scatoletta di tonno. Per risparmiare tempo non tagliate più le unghie, le mangiate. Le giornate di shopping sono un lontano ricordo. Fare un figlio è come lanciare nel mondo un amo a forma di punto interrogativo. Bisogna essere preparati, raccomanda qualcuno. Per fortuna e purtroppo, per quanto impegno ci si metta, non lo si è mai abbastanza: né a metterlo al mondo, né ad allevarlo quando sarà nato. Ci si sforza di informarsi, confrontarsi, prendere le misure. Ma, come racconta questa guida pratica, quello che si ha in mente prima non corrisponde mai a quello che succederà dopo.
Quando si è buone madri? E quando buone figlie? E se non si è per niente madri, si può essere buone donne? Le storie parallele di Dacia Maraini e Silvia Vegetti Finzi, l'una portata via dall'Italia e ultra protetta dalla madre mentre è in corso nel Paese la dittatura fascista, l'altra invece abbandonata dalla mamma e dal papà in fuga dallo stesso regime. E i racconti di Anna Salvo, le cui pazienti sul lettino continuano a mettere al primo posto il loro rapporto con la madre. Il libro raccoglie il dibattito che si è svolto sul tema nel corso di una manifestazione intitolata "I dialoghi di Trani", organizzata dall'Associazione Maria del Porto e dai Presidi del libro.
Da alcuni anni il paradigma della recovery registra una straordinaria diffusione nei linguaggi delle politiche sanitarie, delle pratiche dei servizi e della ricerca nel campo della salute mentale. Il volume raccoglie e integra contributi di alcuni fra i più noti protagonisti del movimento internazionale per la recovery e offre per la prima volta al lettore italiano una panoramica sintetica ma esaustiva dei suoi vari aspetti. In questo approccio alla malattia mentale il focus è centrato sulla restituzione al paziente dell'esercizio della scelta e dell'autodeterminazione. Il risvegliarsi della speranza, un rinnovato senso di sé e del proprio destino rappresentano i temi centrali della recovery e si traducono in una nuova assunzione di responsabilità rispetto a se stessi, alla malattia, alla società.
I bambini provano una naturale attrazione verso gli animali: parlano lo stesso linguaggio, indifferente alle parole, della semplicità, della comunicazione diretta dei sentimenti e delle emozioni, che prescinde dalla preoccupazione di restare negli steccati definiti della logica e della razionalità; si somigliano, si capiscono e soprattutto si piacciono tanto. Questa disposizione amicale contiene in sé enormi potenzialità, perché, se lasciata libera di esprimersi e di espandersi, se recepita per il valore che è e debitamente alimentata, si trasforma in indiscutibile mezzo di sviluppo dell'empatia e diventa specularmente grande inibitore della violenza. L'apertura creativa che i bambini mostrano verso gli animali e la gioia che provano nelle relazioni che con loro intrattengono sono il miglior viatico per la costruzione di personalità adulte in cui il rispetto per gli altri, a fare inizio dai più deboli, sia la musica di fondo di ogni relazione.

