
Il libro ricostruisce la storia recente delle politiche giovanili nel nostro paese attraverso la recente e ambiziosa esperienza del Forum Nazionale Giovani, la piattaforma nazionale di rappresentanza permanente riconosciuta dall'Unione Europea. Un approfondimento per riflettere sul passato, presente e futuro dell'attività politica delle nuove generazioni.
Quando si parla di Stato laico si allude, in termini generali, al mantenimento della distinzione tra sfera civile e sfera religiosa. Una distinzione conquistata a fatica, ma che oggi può considerarsi un dato acquisito nei paesi “occidentali”. La storia ci dice tuttavia che esistono vari modi di intendere il rapporto tra Stato e fenomeno religioso, che risentono delle tradizioni politico-culturali dei singoli paesi. In questo quadro, l’esperienza italiana presenta tratti assolutamente peculiari. Il cammino percorso dall'Unità a oggi ha avuto un andamento tutt'altro che rettilineo: dall'indirizzo fortemente laico del periodo liberale alla svolta confessionista del fascismo, al tentativo attuale – frenato, tra l’altro, dalla presenza della sede storica della Chiesa cattolica – di arrivare a un’effettiva applicazione dell’articolo 8 della Costituzione.
Il volume fa parte della serie Costituzione italiana:i Principi fondamentali diretta da Pietro Costa e Mariuccia Salvati.
Perché leggere la Costituzione italiana? E perché viene così spesso evocata nei dibattiti politici e citata sulle pagine dei giornali, a volte senza neanche essere ben conosciuta? Che cos'hanno di speciale i dodici articoli con cui si apre? I principi e i diritti fondamentali che vi sono enunciati sono viva realtà? Nel settantesimo anniversario della sua nascita, una serie di brevi volumi illustra la straordinaria ricchezza di motivi e implicazioni racchiusa nei principi fondamentali della nostra Costituzione ricostruendone la genesi ideale, ripercorrendo le tensioni del dibattito costituente, interrogandosi sulla loro effettiva applicazione e attualità.
I turbolenti congressi democristiani, il drammatico confronto sul rapimento di Moro, le intemperanze di Cossiga, il colpo di mano di Craxi, la nascita della Lega: Ezio Canotto ricostruisce le tappe più significative della vita politica del nostro Paese in una galleria di ritratti che comprende gli statisti e gli uomini di partito che hanno fatto la storia della Repubblica. Da De Gasperi a Forlani, da Nenni a Craxi, da Togliatti a Berlinguer, rivivono le scelte, il profilo morale e le sfide dei protagonisti della politica italiana nel periodo che va dalla Costituente all'avvento della cosiddetta Seconda Repubblica. Nel suo racconto si intrecciano spunti di cronaca, riflessioni private, ricordi di incontri, con l'obiettivo di tracciare un bilancio dell'operato degli uomini che fecero la Repubblica e, nel contempo, di disegnare un itinerario inedito nella storia d'Italia. Il ritratto dei grandi di ieri, non privo di chiaroscuri, è lo spunto per promuovere un naturale confronto con la politica attuale, segnata da un'involuzione della democrazia, che ha avuto il suo acme in una legge elettorale in cui gli elettori vengono privati del diritto di scegliere, e nel varo del governo tecnico seguito alle dimissioni di Berlusconi. Sarebbe facile e riduttivo parlare, oggi, di una crisi della politica. Le cause del male, sostiene l'autore, vanno cercate nel progredire di una "cultura remissiva" che ha colpito in particolare il mondo occidentale, minandone gli ideali civili e spirituali
Dall'Unità ad oggi, la storia dei partiti italiani viene qui ripercorsa, nei suoi passaggi fondamentali, attraverso lo svolgimento cronologico delle diverse fasi politiche: dai problemi e le questioni emerse all'indomani dell'unificazione, passando attraverso la crisi del liberalismo e l'avvento dei partiti di massa, superando la soppressione della vita democratica messa in atto dal regime fascista, e arrivando, infine, alla creazione, al consolidamento e alla crisi del sistema dei partiti dell'Italia repubblicana. Un percorso difficile e tortuoso, caratterizzato, dall'irrisolto nodo della creazione di un reale spirito di appartenenza comune. Ripercorrendo questo iter e affrontando una disamina delle interpretazioni e delle metodologie di ricerca storiografica, il volume intende fornire un contributo per un rinnovato dibattito (aperto agli specialisti del settore, nonché al vasto campo di studiosi di scienze sociali) relativo al "caso italiano" e a quei caratteri peculiari che continuano a determinarne l'assoluta specificità nel panorama dei sistemi politici europei.
Dall'Unità ad oggi, la storia dei partiti italiani viene qui ripercorsa, nei suoi passaggi fondamentali, attraverso lo svolgimento cronologico delle diverse fasi politiche: dai problemi e le questioni emerse all'indomani dell'unificazione, passando attraverso la crisi del liberalismo e l'avvento dei partiti di massa, superando la soppressione della vita democratica messa in atto dal regime fascista, e arrivando, infine, alla creazione, al consolidamento e alla crisi del sistema dei partiti dell'Italia repubblicana. Un percorso difficile e tortuoso, caratterizzato, dall'irrisolto nodo della creazione di un reale spirito di appartenenza comune. Ripercorrendo questo "iter" e affrontando una disamina delle interpretazioni e delle metodologie di ricerca storiografica, il volume intende fornire un contributo per un rinnovato dibattito (aperto agli specialisti del settore, nonché al vasto campo di studiosi di scienze sociali) relativo al "caso italiano" e a quei caratteri peculiari che continuano a determinarne l'assoluta specificità nel panorama dei sistemi politici europei.
Cos'è veramente quella che molti si ostinano a chiamare l'antipolitica? Casaleggio e Grillo raccontano la loro esperienza e la rivoluzione che sta coinvolgendo sulla rete milioni di persone. Il mondo sta cambiando. I movimenti spontanei stanno emergendo ovunque sostituendosi ai partiti, dall'Islanda alla Svezia, dal Partito dei pirati tedesco agli Indignados spagnoli, fino al Movimento 5 Stelle italiano: nato in rete, senza un euro di finanziamento pubblico, con tutti i media contro, è considerato il possibile terzo polo alle prossime elezioni politiche; già ora conta 130 consiglieri comunali e regionali con percentuali di voto tra il 4 e il 6 per cento su base nazionale. La rete è un'opportunità unica per creare un'intelligenza collettiva che possa affrontare i problemi della società permettendo a ciascuno di partecipare alle scelte che lo riguardano. Non sarà una passeggiata, avvertono gli autori. Il vecchio mondo prima di mollare privilegi e potere venderà cara la pelle. La guerra durerà molto a lungo.
La guerra era iniziata, la propaganda era finita. Nel giugno 1976 il nuovo corso della guerra delle BR allo Stato era stato inaugurato dall'uccisione di Coco, Procuratore di Genova. Prima di lui il sequestro del giudice Sossi aveva rappresentato un cambio di strategia nell'azione brigatista: dall'azione dimostrativa al confronto diretto con lo Stato, che avrà il suo punto di non ritorno con il sequestro Moro.
Una sollecitazione a prendere coscienza delle ragioni delle attuali derive della vita sociale e politica ma anche della predisposizione di percorsi di fuoriuscita che aprono alla speranza nella possibilità di cambiamento.Una vasta panoramica delle questioni di fondo che attengono alla conduzione della vita associata, ricostruendo l'evoluzione che esse hanno avuto nel corso del tempo e suggerendo interessanti piste operative per dare ad esse una soluzione adeguata. Si tratta di risalire ai fondamenti valoriali che stanno da sempre alla base della convivenza civile per renderne attuale il messaggio.
"'Assassini, terroristi, faziosi, sadici, torturatori, venduti a una fazione politica, falsificatori, criminali vestiti da giudici, macigni sulla strada della democrazia, omuncoli bisognosi di una perizia psichiatrica, cupola mafiosa, malati di mente, antropologicamente diversi dal resto della razza umana'. Ecco come sono stati definiti i magistrati italiani". In questo libro Gian Carlo Caselli risponde alle molteplici accuse che sono state mosse a lui, così come a tutta la magistratura. In una condizione di normale convivenza civile, Caselli avrebbe potuto riflettere sul ruolo istituzionale che la giustizia è chiamata ad assumere. In condizioni di normalità precaria ha dovuto invece ribadire prima di tutto che la sostanza del problema è proprio l'anormalità che insidia sul nascere, propaganda dopo propaganda, ribaltamento logico dopo ribaltamento logico, la stessa condizione di normalità. Si tratta dunque non già di un richiamo all'ordine, alle regole, al rispetto del diritto e della democrazia, ma in primis alla normalità. La stessa che, essendo così disinvoltamente confusa con il giustizialismo, ha finito per smarrire i suoi connotati originari e fare dello stesso Caselli - invece del più normale fra gli italiani - uno stravagante "puro folle" con lo strano capriccio per la legalità.