
In questa autobiografia - scritta nel 1993, quando sciolse la DC e fondò il nuovo Partito Popolare - Mino Martinazzoli, uno dei protagonisti della storia italiana degli ultimi decenni, si racconta con la sobrietà che ne ha sempre caratterizzato lo stile. Il romanzo di formazione, intimo e non svelato, si intreccia con la riflessione "inattuale" sulle ragioni possibili della politica, che «se vuol pretendere di governare con giustizia, equilibrio ed efficienza, deve fare i conti con i propri limiti, con la propria modestia: deve evitare il troppo di politica».
«In questo libro si ritrova nella sua interezza una figura singolare e rilevante di protagonista della vita pubblica italiana e, insieme, una rappresentazione genuina, coraggiosa, non scontata, di due decenni cruciali, quelli nei quali si avviò a conclusione e si chiuse una intera fase storica dell'Italia repubblicana». Così, il 4 ottobre 2011, Giorgio Napolitano scriveva sulle pagine del Corriere della sera. Un mese dopo la scomparsa di Mino Martinazzoli l'allora presidente della Repubblica tratteggiava, attraverso le parole della prima edizione di questo volume, la figura dell'uomo che cercò di salvare la storia della Democrazia cristiana insieme con una concezione della politica a servizio del bene comune e dello sviluppo del Paese. Il rapporto con Aldo Moro, lo scandalo Lockheed, il giallo di Ustica e la morte di Sindona. Il maxi processo alla mafia e i rapporti con Giovanni Falcone, la contestazione della legge Mammì sugli assetti radiotelevisivi culminate nelle dimissioni di cinque ministri compresi Martinazzoli e Sergio Mattarella, la fine della Dc, i rapporti con la Lega e con Berlusconi. A dieci anni dalla sua morte riproponiamo, arricchite dalle testimonianze dei politici di ieri e di oggi e dalle sue stesse parole che la prima stesura non aveva incluso, i ricordi di un politico atipico che tentò di cambiare le sorti del nostro Paese e la degenerazione di una politica sempre più asservita al culto della personalità. Con la sua ironia, a tratti irriverente, Martinazzoli disegna l'Italia che fu, che è e che forse sarà. Il quadro complesso di una Repubblica sempre in bilico fra ascesi e dannazione.
In breve
Cosa distingue una società moderna? Come avviene il processo di modernizzazione? Esiste un solo modello o è possibile parlare di modernità multiple?
Il concetto di modernizzazione è tra i più usati nel linguaggio politico e giornalistico, tuttavia non è sempre approfonditamente chiarito nei suoi diversi significati. Attraverso la riflessione critica sulle teorie e sui problemi pratici dei paesi che ne sono coinvolti (come, ad esempio, la crescita urbana, lo sviluppo sostenibile, l’estensione del diritto di voto), Alberto Martinelli ha tracciato in questo volume una sintesi complessiva di cosa sia la ‘modernizzazione’. In questa nuova edizione, l’autore interroga anche il rapporto tra globalizzazione e modernità, a partire dalla tesi che esistano ‘modernità multiple’ all’interno di un processo oramai divenuto globale. Uno scenario in cui entrano di prepotenza nuovi protagonisti, a partire dai grandi paesi emergenti come Cina e India, e nuovi nodi da sciogliere, anche a causa della attuale crisi economica e finanziaria.
Indice
Prefazione alla presente edizione – Premessa - Il concetto di modernizzazione; La teoria classica della modernizzazione: la modernizzazione delle società tradizionali del ‘Terzo mondo'; Le critiche alla teoria classica della modernizzazione e gli approcci alternativi; La modernità e i futuri possibili; Modernità e globalizzazione; Bibliografia; L'autore; Indice dei nomiS
Una trattazione mirata sulle Politiche dell'Unione europea: mercato interno; spazio di libertà, sicurezza e giustizia; politica agricola e della pesca; politica economica e monetaria; politica della concorrenza; politica regionale; politica commerciale; politica estera e di sicurezza comune; politica sociale e dell'occupazione; politica dei trasporti etc. La settima edizione, che tiene conto delle più recenti e numerose novità normative, riporta in particolare i seguenti provvedimenti: la decisione (UE) 2015/772 del Consiglio dell'11 maggio 2015 che istituisce un nuovo Comitato per l'occupazione, ponendosi l'obiettivo di una maggiore flessibilità delle attività di detto Comitato, soprattutto nell'ambito del ciclo del semestre europeo; la decisione (UE) 2015/773 del Consiglio dell'11 maggio 2015 istitutiva di un nuovo Comitato per la protezione sociale, al fine di rafforzare la dimensione sociale dell'Unione economica e monetaria e di monitorare più adeguatamente la situazione sociale e del mercato del lavoro; la Comunicazione della Commissione adottata il 13 gennaio 2015 per sfruttare al meglio la flessibilità consentita dalle norme vigenti del patto di stabilità e crescita; la decisione del Consiglio 2014/509/UE del 23 luglio 2014 che stabilisce l'adozione dell'euro da parte della Lituania, dal 1° gennaio 2015; il percorso diretto alla costruzione di un'unione bancaria, con la direttiva 2014/49/UE del 16 aprile 2014.
Negli ultimi anni la sinistra di tutto il mondo ha trovato la sua fonte di ispirazione principale in un piccolo paese del Sudamerica, l'Uruguay. Il protagonista di questa storia è senza dubbio José Mujica, ex guerrigliero tupamaro e poi presidente, personaggio inclassificabile e anticonformista, promotore di una serena austerità. Oltre a segnare progressi nella lotta alla povertà, il presidente ha lanciato il paese in progetti innovativi a livello mondiale, come la legalizzazione della marijuana o il programma che ha portato un computer a tutti gli studenti, anche nella pampa più sperduta. Ma tutto il paese è da sempre ricco di storie di visionari. In questo viaggio incontriamo persone originali e coraggiose, storie in contrasto con il vittimismo e la noncuranza della nostra Europa.
Dovrebbero essere il Tempio della Giustizia. Invece i Tribunali assomigliano sempre di più a luoghi in cui è facile rimanere infangati e affondare nelle sabbie mobili della burocrazia e dell'immobilismo. Luoghi dove il sabato non si fa udienza e dove il ministro Guardasigilli non è libero di promuovere un segretario perché la legge prevede il concorso pubblico anche per sostituire un cancelliere. Dove le intercettazioni telefoniche costano quanto il bilancio di un piccolo Stato e ci vogliono circa 1400 giorni per recuperare un credito. Eppure tra eccessi, paradossi ed esagerazioni ci sono tantissimi rimedi che potrebbero regalare una boccata di ossigeno alle aule dei tribunali, senza bisogno di leggi, dibattiti e contrapposizioni: le notifiche via e-mail, il personale flessibile, gli atti dei processi in CD-ROM, L'abolizione delle fotocopie, gli archivi consumabili via internet, gli ufficiali giudiziari "privati". Rimedi semplici, già a portata di mano, che nessuno però vuole applicare. Per fortuna in mezzo al guado c'è qualcuno che decide di nuotare per conto proprio: un pugno di magistrati sono già riusciti a dare esempi di eccellenza con pochi mezzi e senza soldi (emblematico il caso dell'informatizzazione del Tribunale di Cremona). Dimostrando che nonostante tutto la Giustizia potrebbe funzionare.
Il volume raccoglie alcuni degli interventi che l'Arcivescovo di Milano ha tenuto negli anni del suo magistero alla guida della diocesi ambrosiana, sul tema scottante dei mali della politica e della sua necessaria "conversione" perché sia al servizio dell'uomo e della società del futuro. Un'analisi attenta e lucida, sempre attuale, e uno sguardo che cerca di cogliere le criticità aperte senza mezze misure, di indagarne gli oscuri percorsi, sforzandosi al contempo di intravedere possibili vie d'uscita e motivi di speranza per l'intera comunità civile. «La prima sensazione, istintiva, leggendo le riflessioni e gli scritti del cardinale Martini è quella della mancanza. Mancanza di una figura straordinaria, capace di capire il suo tempo così in profondità a tal punto da riconoscere le sfide che sarebbero venute.» Enrico Letta «Senza una educazione all'onestà intellettuale l'uomo non può sperare di affrontare una minaccia in una società complessa come la nostra. Di qui l'importanza della scuola ma anche l'importanza di ogni linguaggio di comunicazione, del linguaggio giornalistico, del linguaggio televisivo, di tutto ciò che nell'informazione è rispetto alla verità e quindi modestia, spirito critico, capacità di moderazione e di uso delle parole e degli aggettivi e degli avverbi, capacità di considerazione oggettiva delle situazioni: sono tutte virtù fondamentalissime per l'uomo d'oggi» (Carlo Maria Martini).
Un'analisi attenta e lucida di un tema sempre attuale e incandescente, quello dei mali della politica e della sua necessaria "conversione" perché sia sempre più al servizio dell'uomo e della società del futuro. Corruzione, malaffare, immoralità: Carlo Maria Martini si accosta a ciascuna problematica con i criteri di giudizio che si convengono alla spada affilata della Parola di Dio: chiarezza, fermezza e verità. Uno sguardo, il suo, che cerca di cogliere le criticità aperte senza mezze misure, di indagarne gli oscuri percorsi, sforzandosi al contempo di intravedere possibili vie d'uscita e motivi di speranza per la sua città ma anche per l'intera comunità civile. Il volume raccoglie sette interventi che l'Arcivescovo emerito di Milano ha tenuto negli anni centrali del suo magistero alla guida della diocesi ambrosiana e che dimostrano come, ancora una volta, Carlo Maria Martini continui a essere un imprescindibile punto di riferimento spirituale e culturale per la Chiesa post conciliare e per la società civile.
Vaticano e rendita immobiliare. Servizi pubblici. Piano regolatore e standard urbanistici. Questi gli ingredienti di una vicenda inspiegabilmente occultata tra le pieghe della Storia. Con la sua capacità di assumere decisioni innovative e scomode, Ernesto Nathan cambiò per sempre il destino della Capitale (e forse dell'Italia) a cavallo degli anni dieci del Novecento, compiendo un miracolo: fare dell'amministrazione di Roma un modello ancora insuperato, con successi eclatanti, quali la scuola elementare laica per tutti, grazie alla realizzazione di un numero senza precedenti di istituti con una didattica innovativa; un'edilizia pubblica che lascerà un'impronta duratura; concorrenza ai privati con servizi pubblici all'avanguardia; coinvolgimento nella gestione della cosa pubblica di intellettuali «disorganici», come Maria Montessori, Sibilla Aleramo e Vincenzo Cardarelli, ma anche di amministratori che decidono in base a studi e comparazioni con l'estero. Mette in gioco una categoria interclassista e avveniristica, quella dei consumatori, e garantisce il rispetto rigoroso del bilancio unito alla partecipazione dei cittadini, con referendum e comitati di quartiere. Se da sempre la storia di Roma è la storia d'Italia, decifrarne le svolte decisive getta luce su ciò che siamo oggi. Far rivivere l'esperienza di questo personaggio di statura internazionale ne rivela il carattere geniale e anticonformista delle scelte e apre non pochi interrogativi, non ultimo: perché è ricordato solo con una piccola strada periferica nel quartiere degradato della Magliana?
Anche se l'Italia è il paese europeo con la minor percentuale di immigrati, il fenomeno è in continua crescita e costituisce una sfida forte e nuova. Bisogna prepararsi a vivere in una società multietnica come quella americana o, comunque, a convivere con consistenti minoranze (come già accade in alcune città italiane) rinchiuse nei loro "ghetti culturali"? Cosa si nasconde dietro il tanto abusato termine di multiculturalismo?
Cos'è l'intelligenza? È davvero possibile accrescerla? Quali sono i pro e i contro delle intelligenze artificiali? Queste e altre sono le domande alle quali questo testo, dalla vocazione divulgativa, si propone di rispondere. Dalla memoria come luogo della costruzione identitaria, fino al problema dell'insegnamento scientifico nelle scuole, questo testo affronta un argomento interessante e versatile: la natura del cervello umano. Scritto da due scienziati e grandi divulgatori, il volume coinvolge il lettore in una narrazione che si rivela più attuale di quanto possa sembrare. Parlare della natura di quest'organo, infatti, significa parlare non soltanto della scienza propriamente detta ma anche di società, politica, cultura: dal dibattito sull'eutanasia, all'analisi delle emozioni, fino al tema centrale, quello dell'analfabetismo scientifico in Italia, perché - come dicono gli autori - per usare bene il cervello bisogna conoscerlo.

