
In questo libro la Ciociaria, provincia 'bianca' per antonomasia e da sempre legata a doppio filo con la DC più filo-vaticana, è presa in esame dalla Resistenza fino alla fine degli anni Settanta. In particolar modo si indaga il radicamento dei partiti nella società locale dal momento in cui il Frusinate rientra nel piano di trasformazioni socio-economiche innescate dalla Cassa del Mezzogiorno. Tommaso Baris studia i cambiamenti del quadro politico locale collegandoli alle scelte nazionali che vengono fatte in tema di sviluppo dell'Italia meridionale per capire in che modo quelle decisioni sono state poi usate localmente come strumenti di creazione del consenso elettorale. Al centro della ricerca è la Democrazia cristiana, primo partito grazie soprattutto al ruolo di Giulio Andreotti e della sua corrente. Il campione della destra DC a livello nazionale è stato infatti promotore in Ciociaria, suo feudo elettorale sin dal 1948, di una politica di forte intervento pubblico. Gli andreottiani vincendo la guerra interna con le altre correnti dello scudo-crociato e quella esterna con le sinistre e il Pci, propongono in Ciociaria una sorta di 'modernizzazione tradizionalista', in cui l'avvento dell'industria fordista e della società dei consumi, simboleggiati dalla costruzione nel 1972 di un importante stabilimento della Fiat nel Cassinate, si accompagnano al mantenimento dei valori tipici di una società agricola e legata all'universo religioso.
È sopravvissuto a due guerre mondiali, sette papi, la monarchia, il fascismo, la Prima Repubblica e la Seconda. E a sei processi per mafia e omicidio. Giulio Andreotti è stato un esemplare unico del potere in Italia per longevità, sopravvivenza agli scandali, dimestichezza con gli apparati dello Stato e del Vaticano, consuetudine con le classi dirigenti mondiali del passato. È stato unico perfino nell’aspetto fisico, che ha nutrito generazioni di vignettisti. A cento anni dalla nascita, il 14 gennaio del 1919, ripercorrere la sua vita e la sua epoca significa fare i conti con la distanza siderale tra la sua Italia e quella di oggi. Dopo essere stato incombente per mezzo secolo come uomo di governo e come enigma dell’Italia democristiana, Andreotti non c’è più. E non solo perché è morto, il 6 maggio del 2013. Non esistono più la sua politica, la sua cultura, il suo Vaticano. Rimane solo l’eco lontana e controversa del «processo del secolo», che doveva chiarire le sue responsabilità e che invece si è concluso nel modo più andreottiano: con una verità sfuggente. Nel suo libro, ampiamente rivisto e aggiornato per questa nuova edizione, Massimo Franco racconta e analizza Andreotti e il suo mondo: gli alleati, i nemici, il suo alone intatto di mistero, ma anche la famiglia invisibile per decenni, e sorprendente nella sua stranissima normalità. Attraverso la silhouette curva del «Divo Giulio», aiuta a capire che cosa siamo stati e non siamo più. In un’Italia che cambiava o fingeva di cambiare, Andreotti rimase sempre se stesso: nel bene e nel male. Emblema e garante dello status quo nell’era della guerra fredda, ha rappresentato l’«uomo del Purgatorio» per antonomasia, in una nazione in bilico tra Paradiso occidentale e Inferno comunista. Ha permesso a un’Italia di specchiarsi per mezzo secolo in lui, di sentirsi migliore, o forse solo di autoassolversi. Le ha fornito la bussola: un pessimismo di fondo sulla natura umana, alleviato dall’ironia.
Nichi Vendola è oggi il politico più discusso e amato nella sinistra italiana, è il caso del momento, ha governato per cinque anni la Regione Puglia puntando sui giovani, la cultura e l’ambiente. Come ha scritto il Financial Times: “A una recente conferenza sull’energia solare, gli investitori hanno definito la Puglia come la regione più attraente del meridione d’Italia per una burocrazia meno ingombrante”.
In questo libro ci sono le idee per cercare e trovare quell’Italia migliore che in questi anni è stata sepolta dalla paura e da un governo inadeguato. Finalmente il libro di Nichi Vendola che contiene le proposte su ambiente, cultura, giovani, sanità, famiglia, giustizia. Nelle pagine di C’è un’Italia migliore saranno trattati i temi che faranno parte della piattaforma politica per la candidatura del leader di Sinistra e Libertà alle prossime attese primarie.
Le fabbriche di Nichi, con ben 80.000 iscritti, sono le associazioni che negli ultimi mesi si sono diffuse in Italia e all’estero a sostegno del progetto politico di Vendola.
Nichi Vendola (1958) è portavoce nazionale del partito Sinistra Ecologia e Libertà, dal 2005 è Governatore della Regione Puglia.
La fabbrica di Nichi è un progetto di comunicazione politica, nato per riavvicinare i giovani alla “res pubblica”, e per sensibilizzare la popolazione sui temi programmatici della campagna di Nichi Vendola. Si tratta di una piattaforma orizzontale, liquida e partecipativa, dalla quale vengono lanciati progetti e azioni. Una comunità che promuove e difende la “buona politica”, un patchwork di esperienze e visioni, con il comune obiettivo di costruire un paese migliore.
Piergiorgio Odifreddi, come molti italiani nati nel dopoguerra, è cresciuto nel mito degli Stati Uniti e dei soldati americani "liberatori": sono stati loro, d'altra parte, ad aver salvato suo padre e suo nonno, entrambi deportati dai nazifascisti. Eppure, a partire dalla guerra del Vietnam, il suo rapporto con gli Stati Uniti inizia a cambiare. Ci studia per due anni, e ci insegna per venti. Viaggia in tutto il mondo, ed esplora in lungo e in largo il continente americano. Con sempre minor sorpresa, e sempre maggior fastidio, si rende conto dei modi violenti in cui gli Stati Uniti l'hanno sempre fatta da padroni: sfruttamento economico, embargo commerciale, occupazione militare... In questo libro riflette sull'arroganza dell'Occidente, anche attraverso i grandi pensatori del passato, e ci invita a non farci alleviare la coscienza dall'illusione che, forse, gli altri possono persino essere peggio di noi.
Dare l'esempio è indispensabile anche se da soli non si può nulla. La storia di Raphael Rossi, amministratore pubblico, lo dimostra. Questo libro, attraverso il racconto della sua esperienza e del suo gruppo di lavoro, impegnato nella gestione dei rifiuti a Torino e a Napoli, fa vedere che l'Italia non è quella che molti vogliono rappresentare: un popolo di cinici individualisti indifferenti a tutto. Se coinvolti, i cittadini rispondono. Un'altra politica, lungimirante, corretta e trasparente, seppure tra mille difficoltà, è possibile.
A settant'anni dalla pubblicazione del Codice di Camaldoli, fonte essenziale per la rinascita democratica del Paese nel dopoguerra, questo libro vuole offrire un contributo per una "ripartenza" dei cattolici italiani nella società e in politica. Senza puntare a frettolose aggregazioni ma per individuare nuove piste di lavoro e possibili forme di presenza, alternative a fidanzamenti politici d'interesse, l'obiettivo degli interventi qui raccolti è offrire spunti di riflessione per la ricostruzione morale, civile, politica ed economica dell'Italia e dell'Europa. Diviso in sezioni, il volume raccoglie i saggi di intellettuali attivi in diversi campi e affronta quelle che sono le questioni strategiche da risolvere per far uscire il Paese dalla crisi nella quale è stato precipitato: la Questione morale, la Questione politica, la Questione economica, che ha generato una nuova pesantissima questione occupazionale e sociale, la Questione ambientale e infine la Questione educativa.
Arrivato alla Casa Bianca Trump non ha offerto alcun messaggio inclusivo; ha soffiato sul fuoco di divisioni politiche, sociali e razziali; ha adottato un linguaggio brutale e neoimperiale; e ha promosso un disegno che scuote l'ordine costituzionale e l'equilibrio tra i poteri. È espressione della polarizzazione degli Stati Uniti o stiamo assistendo a un assalto ai fondamenti della democrazia americana? Donald Trump è presidente degli Stati Uniti, e il mondo si trova a fare i conti di nuovo con la sua ascesa, questa volta meno avventata della prima, più dura e determinata. Il suo arrivo al potere non è solo il risultato di un'elezione, ma di una crisi identitaria che nessuno ha davvero affrontato e che è ora visibile in ogni sua azione, e l'ultimo atto di un processo iniziato da tempo di drastica ridefinizione dell'interesse nazionale americano. Mario Del Pero, uno dei più autorevoli americanisti del nostro tempo, analizza quello che succede oltreoceano. Ogni fase di questa amministrazione chiama in causa la storia: identità, polarizzazione, sistema politico disfunzionale, crisi economica, disuguaglianze e fratture razziali. In questo contesto, Trump non è solo un prodotto della politica statunitense, ma l'acceleratore di un declino che l'America sembra non voler riconoscere.
"È stato come se cinque grossi camion, pur partiti in tempi diversi, fossero alla fine tutti insieme venuti a passare su di uno stesso ponte, già per suo conto pericolante: la 'democrazia del deficit', origine, a partire dagli anni Settanta, del terzo debito pubblico del mondo, la nostra maledizione nazionale; la decostruzione-privatizzazione dello Stato, con la creazione a fianco dello Stato di uno 'Stato parallelo' ancora più grande, costoso e paralizzante; il folle cumulo del decentramento amministrativo e del federalismo costituzionale; la forzatura sui tempi e sui modi dell'ingresso dell'Italia nell'euro; infine la globalizzazione. Nell'agosto-novembre 2011, mossa da enormi interessi esteri, una 'quinta colonna' ha infine minato il pilone portante di quello stesso ponte. Oggi in Italia non si compra, non si assume, non si investe. Una volta, a fianco dei costi c'erano anche i ricavi, oggi ci sono solo i costi. In queste pagine si formulano molte proposte concrete, come per esempio il 'rimpatrio' del debito pubblico, libera impresa in libero Stato, una fiscalità avveniristica nella sua semplicità. Ma tutto ciò potrà realizzarsi solo se il Paese saprà riappropriarsi della sua sovranità nazionale, eleggendo un governo che sia espressione di una vasta maggioranza popolare e perciò abbastanza forte da compiere, senza avventurismi e senza traumi, i passi necessari per ridare ai cittadini fiducia nel presente e speranza nel futuro." (Giulio Tremonti)
Non c'è partito, schieramento o personaggio politico che ne sia immune: quello di dire le bugie in Italia è un virus più che un vizio, un modo di essere più che un'abitudine. Nell'epoca dei mezzi di comunicazione di massa e dei talk show, l'argomentazione ha ceduto il passo alla declamazione, e i fatti sono stati sostituiti dalle opinioni. Non importa cosa si dice: l'importante è dirlo forte, in una sorta di gara a chi la spara più grossa. "Bugiardi" non ha la pretesa di raccogliere tutte le menzogne e le false promesse dei politici di turno - del resto, sarebbe un'impresa impossibile - ma ce ne offre un'antologia ricca e aggiornata in cui, con tagliente ironia e impeccabile imparzialità, l'autrice smaschera l'ipocrisia della Casta, che troppo spesso crede di poter prendere in giro impunemente i propri elettori.
Non seguire l'andazzo, andare controcorrente, contro tutto e tutti, pur sapendo di essere apparentemente perdenti: questo significava essere "di destra" e militare nel Movimento Sociale Italiano negli anni Settanta, come ricorda Luigi Cortesi in questo romanzo autobiografico che rivive per il lettore di oggi un'esperienza di vita risalente proprio a quegli anni. Traendo spunto dalla singolare candidatura a Consigliere comunale del protagonista della vicenda, Lamberto Cadéz, una di quelle voci fuori dal coro, l'autore racconta gli stati d'animo, le volontà e gli ideali degli appartenenti all'MSI, e compone un affresco d'insieme dell'Italia dell'epoca (cialtrona e conformista quanto quella odierna), insieme a un atto d'accusa contro uno Stato trasformatosi in regime e le sue più importanti espressioni ed emanazioni (i partiti, i sindacati, la magistratura, la scuola).
"Leggi o non bisogna pubblicarne affatto, o rarissime". È una delle massime più celebri di questa piccola opera di Giulio Mazzarino: uno dei più grandi statisti dell'Ancien Regime, cui va, insieme a Richelieu, di cui fu successore nella carica di primo ministro e consigliere del re Luigi XIII, e poi della reggente Anna d'Austria, madre di Luigi XIV, il Re Sole, il merito della trasformazione della Francia in grande potenza europea. Pubblicato per la prima volta in Italia nel 1698, il Breviario dei politici riassume in brevi massime il pensiero non solo del grande diplomatico italiano, ma anche, in qualche modo, di un'intera epoca, quella che dal Rinascimento giunge fino all'Illuminismo e che si concluderà con la Rivoluzione Francese e la fine dell'Ancien Regime. Discrezione, dissimulazione e misura le virtù del politico secondo Mazzarino. Naturalmente, virtù di un tempo perduto.

