
Un'indagine qualitativa effettuata in alcuni istituti che dimostrano una particolare attenzione all'educazione della persona. L'educazione, infatti, è il primo strumento per diventare uomini, per acquisire consapevolezza. Ma se è vero che non c'è "persona" senza la sua libertà, ecco che l'autorevolezza dell'educatore e la coerenza della sua testimonianza sono fondamentali per aiutare i giovani a maturare una libertà responsabile, anche di fronte alle grandi questioni della vita.
Un saggio sulla ricerca dell'arte di esistere, intesa come capacità di dare senso al tempo e di condurre una vita autentica a partire dalla conoscenza pure necessariamente parziale - della propria interiorità, impossibile da ottenere senza il confronto con il mondo esterno. Riattualizzando il senso della cura di sé, fondamentale nell'antichità ma considerato in tempi più recenti segno di individualismo e di ripiegamento interiore, il volume ne sottolinea la forte valenza etica e sociale, facendo fruttuosamente dialogare i pensatori della classicità - da Socrate a Platone, da Epitteto a Marco Aurelio - con la fenomenologia novecentesca. Riferimento costante nel percorso intrapreso dall'autrice è il principio secondo cui l'educazione all'esistenza è orientamento all'autoformazione della persona, mai insegnamento diretto e normativo.
Il volume traccia il quadro della stato attuale del sistema educativo frances che, secondo gli autori - impegnati, a vari livelli, nella formazione e nella didattica - versa in una condizione di profondo decadimento. Di età e di opinioni molto diverse, essi tuttavia convergono nella presentazione di una diagnosi precisa e circostanziata sullo stato allarmante della scuola come ambito educativo, analizzandone cause e origini. La responsabilità, a loro avviso, non è da imputare agli insegnanti, a loro volta vittime della situazione, ma ricade sui detentori del sapere, i quali, in pochi decenni, hanno distrutto la scuola del sapere introducendo le cosiddette "scienze dell'educazione" che riducono l'uomo a un corpo soggetto a pure leggi - psicologiche e sociologiche - e privato della sua libertà. La descrizione di tale scenario non è circoscrivibile al solo sistema educativo francese ma si può facilmente estendere anche al contesto italiano ed europeo in generale
Interventi di: Yvonne Cloarec, Pierre Farago, Jean-Pierre Ferrier, Catherine Krafft, Laurent Lafforgue, Marc Le Bris, Liliane Lurçat, Guy Morel, Pierre Perrier, Liliane Picciola, Marie Teissedre, Bertrand Vergely
Questo volume cerca di suggerire delle vie di uscita, delle ''cure'', per iniziare una riforma seria del sistema scolastico che permetta di rendere di nuovo efficace e proficua l'educazione dei nostri figli.
Il volume raccoglie le più apprezzate voci italiane, tedesche e austriache chiamate a rivolgere il loro autorevole sguardo all'odierno mappamondo della Pedagogia europea: a documentare quindi i paradigmi della ricerca teorica, metodologica ed empirica che ricevono oggi le maggiori attenzioni nelle sedi accademiche del vecchio continente. Si tratta di contributi scientifici che pongono al centro le categorie dell'educazione - le sue finalità esitenziali, i suoi linguaggi, le sue chiavi interpretative, le sue metodologie della ricerca - che godono di molti punti di confluenza pedagogica in questa stagione di transito tra due secoli, attraversata da processi planetari di straordinario cambiamento tecnologico-scientifico e socioculturale. La tesi cara agli autori è che la Pedagogia europea dispone di un guardaroba dal prestigioso taglio scientifico. Questo è di rigore quando essa è chiamata ad indossare accreditate teorie della conoscenza. Come dire: ogni opzione pedagogica - se garantita da un sistema di ipotesi di limpida fondazione scientifica (una legittimazione peraltro contingente, provvisoria, precaria, data la problematicità dell'esperienza educativa) - deve necessariamente equipaggiarsi di una bussola teorica orientata verso poli educativi integrativi o alternativi rispetto a quelli consacrati in una determinata latitudine storico-culturale.
Il libro non gioca a rimpiattino con le varie maschere dell'educare e non lascia i protagonisti in balia di se stessi o di vaticini di crisi permanente. Tende a offrire un po' di ricostituente a coscienze che sembrano navigare nell'incertezza, senza bussola. «Boia chi molla», potrebbe essere l'esortazione di chi crede e investe nell'educazione e ancor più nelle risorse di persone, famiglie, istituzioni. Occorre appassionarsi al desiderio di educare e spendersi almeno un po' per trovare ogni giorno quel granello di felicità che prende vita nella relazione d'aiuto e si macera nell'interiorità di ciascuno. GIUSEPPE VICO è professore ordinario di Pedagogia generale e Direttore del Dipartimento di Pedagogia dell'Università Cattolica di Milano.
Il crinale tra pedagogia e didattica costituisce una frontiera sensibile agli avanzamenti e alle innovazioni che si registrano sul versante della cultura educativa. Su questo sfondo si colloca la ricerca sottesa ai saggi che costituiscono il volume che è la testimonianza concreta di un impegno che continua tra pedagogia e didattica in termini di riferimenti culturali, strategie e logiche d'azione.
Quest’opera intende proporre una panoramica dei principali orientamenti teorici e realizzazioni pratiche nella storia della pedagogia e dell’educazione, dalla classicità greco-romana all’epoca contemporanea, con il particolare intento di evidenziare l’evoluzione dei problemi e dei metodi quale avvio alla ricerca di un fondamento storico per lo studio delle varie discipline concernenti il fatto educativo. Lo studente dei Corsi di scienze dell’educazione o della formazione, al quale principalmente la Storia della pedagogia è destinata, dovrebbe essere in grado di aver presenti, valutare criticamente, correlare tra loro le teorie e le esperienze passate nel campo dell’educazione ed evidenziarne la validità o le riserve che suscitano in funzione della prassi e della progettazione attuale.
L’opera, in due volumi, presenta le seguenti caratteristiche generali. Per ogni epoca storica sono delineate sinteticamente le linee portanti del contesto storico-culturale ed è stato sviluppato in modo più esteso il pensiero di alcuni autori particolarmente significativi per il contributo che hanno offerto alla soluzione delle problematiche educative e pedagogiche. Nelle varie epoche storiche, inoltre, è stato dato un certo spazio alla scuola e alle istituzioni educative. Al termine di ogni capitolo, infine, vengono indicate le fonti utilizzate e alcuni suggerimenti bibliografici, per proporre una lettura con approcci differenziati dell’argomento sviluppato.
I contenuti di questo primo volume sono distribuiti in tre grandi periodi storici: l’Antichità, il Medioevo e l’Umanesimo-Rinascimento. Si spazia da Omero all’Ellenismo, dalla Repubblica di Roma alla decadenza imperiale, dal cristianesimo dei primi secoli ai Padri della Chiesa, dall’Alto e Basso Medioevo all’Umanesimo-Rinascimento all’epoca delle Riforme, a Tommaso Moro e Campanella.
Un volume dedicato interamente alla riflessione sull'attività educativa dal punto di vista storico, cioè della sua evoluzione nel tempo. L'esame è relativo alla storia della pedagogia occidentale, partendo dalla Grecia antica per arrivare all'impero romano e al mondo cristiano. In questo senso l'accezione "occidentale" si estende fino a comprendere anche le diverse culture che direttamente o indirettamente hanno contribuito a creare le differenti correnti del sapere e, di conseguenza, anche i differenti approcci nel modo di trasmetterlo.
Un no chiaro è spesso la risposta più amorevole che possiamo dare. Perché risulta così difficile dire no ai figli, al partner, alle persone che ci stanno davvero a cuore? Jesper Juul, terapeuta familiare, autore di best seller e convinto sostenitore di una pedagogia del futuro, lo spiega e vi incoraggia a dire no in buona coscienza. L'autore dà una risposta originale a interrogativi importanti: come comportarsi con i neonati? Come con i bambini da 1-5 anni? E gli adolescenti? Quando un no è negoziabile? Anche i figli possono dire no ai genitori? In questo libro Juul vi insegna "l'arte di dire no" e vi dimostra come questo possa giovare non solo a voi, ma anche a tutti i vostri famigliari.
DI SQUOLA,SI MUORE?! di Antonio Mazzi
Il libro di don Antonio Mazzi affronta di petto una realtà – quella della scuola italiana – che come tutti mettono in luce (televisione,giornali,politica, insegnanti, genitori…) sta vivendo uno dei suoi periodi peggiori: dalle riforme mancate o mai concluse, dalla mancanza di fondi, dalle strutture ridotte in stato pietoso ai problemi interni più delicati: disamoramento degli alunni e degli insegnanti,scelte pedagogiche inadeguate ecc.
Don Mazzi, abituato a sguazzare in ambiti ancor più problematici, non solo non si spaventa, ma con la sua sapienza antica, sa indicare i mali e suggerire soluzioni.
Soprattutto, si batte perché la scuola non sia solo “informazione”, ma “educazione”. Il testo, vivace e dinamico, è arricchito di vignette dei collaboratori di don Mazzi che corroborano e approfondiscono il suo discorso.
LA SCUOLA DI IERI E DI OGGI NELLO SGUARDO APPASSIONATO DI UN GRANDE EDUCATORE.
DESTINATARI
Il vasto pubblico dei lettori di don Mazzi e ingenerale genitori, insegnanti, studenti.
AUTORE
Don Antonio Mazzi è veronese di nascita ma cittadino del mondo d’adozione. Sacerdote dell’Opera don Calabria ha, sin dall’inizio, svolto il suo magistero a favore dei più poveri ed emarginati. Alla fine degli anni ‘80 divieneDirettore dell’Opera don Calabria di Milanoin via Pusiano, a ridosso del Parco Lambro, e dà origine alla Fondazione Exodus. Da semprecollabora con quotidiani locali e nazionali,periodici e importanti testate giornalistiche. Da alcuni anni risponde su SAT2000 alle lettere inviate dai giovani e dalle famiglie. Tiene un programma annuale fisso su ODEON TV conil titolo “Schiamazzi” e sul circuito radiofonicodi RTL 102,5. Per le edizioni San Paolo cura lacollana Avamposti e ha pubblicato:Come rovinare un figlio in dieci mosse(2009), La TV in mano (2008), Preghiere di un prete di strada(2004), Ilfilo degli aquiloni (2000).