
Quattro autori della riva nord e tre autori della riva sud del Mediterraneo presentano critiche e prospettive dell'uso della televisione, analizzano le potenzialità del cinema come mezzo d'incontro e di scambio, introducono alla dimensione teatrale, caratteristica in modi diversi di tutte le popolazioni mediterranee, ragionano sulla musica e sulla tradizione del racconto popolare. La stessa invenzione della scrittura e le sue diverse modalità di realizzazione nelle regioni e nelle culture mediterranee esprime una originale cultura e inventiva. L'alternativa a un mondo unipolare potrebbe essere rappresentata da una riappropriazione di una specificità culturale come quella del Mediterraneo.
Lo aveva profetizzato George Orwell. Lo aveva intuito Orson Welles. Ma il cinico protagonista di Quarto potere fa sorridere se paragonato ai nuovi colossi dei media denunciati in questi scritti dedicati a uno dei gangli vitali della democrazia: il pluralismo dell'informazione e la libertà di stampa. La macchina da indottrinamento al servizio di potentissimi, e occulti, poteri finanziari è per Noam Chomsky il vero Grande Fratello della società americana e occidentale. Un sistema di propaganda perfetto che si regge su due pilastri. Il primo sforna fiction, soap, reality show e sport per distrarre gli interessi della gente dai problemi reali. Il secondo indirizza le opinioni di lettori e spettatori, formando convenientemente le nuove classi dirigenti.
A che punto è il Grande Fratello? Le concentrazioni editoriali, il controllo di Tv e media pongono gravi problemi sullo stato della democrazia reale non solo in Italia, ma anche all'estero. Un viaggio nel giornalismo americano e inglese, ricco di documenti e testimonianze inediti, sfata ad esempio il mito del giornalismo anglosassone sentinella e controllore della libertà di tutti. Un viaggio che termina in Italia, ponendo nuovi e urgenti problemi anche alla sinistra del nostro paese, che non può ormai solo limitarsi ad indicare ipotetici paradisi dell'informazione fuori dei nostri confini.
Combinando considerazioni di natura teorica e geopolitica, questo libro ricostruisce la storia delle telecomunicazioni mondiali, dal telegrafo alla telefonia, dalla radio a onde corte al radar, alla televisione, mostrando gli interessi strategici, militari ed economici che ne hanno inestricabilmente accompagnato lo sviluppo. Il libro interseca vari campi di interesse: storia e geografia politica, teoria dello sviluppo economico e sociologia, storia della tecnologia e delle telecomunicazioni.
Le strutture cognitive e i processi di elaborazione attivi nella comunicazione, le forme di socialità che questa presuppone e mette in atto, le differenze tra comunicazione verbale e non verbale, le diverse patologie comunicative. Nei saggi di autorevoli specialisti, un'introduzione al rapporto tra mente e linguaggio, uno dei temi contemporanei più discussi.
La letteratura sociologica è risultato di un lavoro interpretativo che mette in relazione ricerca sul campo e riflessione: se il campo è il luogo dell'osservazione diretta e della raccolta dei dati, la scrittura è quello della loro analisi e comprensione. Il volume propone i testi riflessivi in cui gli autori diventano consapevoli dei limiti soggettivi della ricerca tramite la scrittura.
Nella premessa a questo testo, Franco Ferrarotti raccomanda il libro di Mauro Miccio per la sua démarche, il suo andare dritto alle radici dei concetti fondamentali: logos, idea, identità. Dall'idea all'identità, l'autore, con una consequenzialità degna d'attenzione, si pone il problema dei mezzi di comunicazione e quello della gestione della comunicazione in rapporto con la complessità quotidiana. È questa capacità di intuire la portata storica della parola, riscattandola o garantendola a sicura distanza dal "carattere atemporale, mitico e cosmico" che consente all'autore la comprensione storicamente significativa del concetto e della pratica della comunicazione nel mondo odierno, dove è la Rete ad assumere il ruolo di protagonista.
Questo libro ripercorre la storia e il pensiero dei Situazionisti, cioè del movimento a cui si rifanno tutti gli anarchici, i manipolatori e i sabotatori del sistema dei media. Mario Perniola è uno dei massimi filosofi italiani e insegna Estetica nell'Università di "Roma Tre".
I media contribuiscono in maniera determinante a costruire le identità dei loro pubblici a livelli diversi, dall'identità di piccoli gruppi a quelle definite dagli stili di vita, per arrivare alla costruzione delle "comunità immaginate" nazionali. Analizzando zone marginali e talvolta anomale dell'offerta mediatica italiana, il volume mostra come queste zone siano in realtà rivelatrici del complesso rapporto che lega i media ai processi di produzione e riproduzione dell'identità nell'epoca della globalizzazione. Federico Boni insegna Sociologia della Comunicazione all'Università degli Studi di Milano.
Il presente libretto cerca di rispondere a interrogativi sulla TV, tentando di spiegare in che modo la realta' diventi immagine e come talvolta le immagini diventino realta'.