
Con ritratti bizzarri e senza censure, da William Shakespeare a Thomas Pynchon, "Vite segrete dei grandi scrittori" risponde alle domande più spinose, quelle che i vostri insegnanti avevano il terrore di affrontare: cosa combinava Lewis Carroll con le ragazzine? J.D. Salinger beveva davvero la sua pipì? Quante donne - e uomini - si è portato a letto Lord Byron? Che rapporto aveva Jean-Paul Sartre con la mescalina?
Malala ha solo undici anni quando decide di alzare la voce. E ne ha quindici quando, in un giorno come tanti, mentre insieme alle sue amiche sta andando a scuola, i talebani tentano di ucciderla. Perché? Nel suo Paese, il Pakistan, si è scontrata contro chi vuole togliere alle ragazze e alle donne i loro diritti. Con l'appoggio della sua famiglia, Malala ha scelto di urlare il suo "no". Poco più che bambina, ha lottato senza armi né violenza, ma con il coraggio delle parole e dell'istruzione, con la forza della verità e dell'innocenza. A metà tra il documentario e il diario, attraverso gli occhi di Malala e il cambio delle stagioni nella valle di Swat, scopriamo la vita e le paure, le amicizie e i sogni di una ragazza lontana eppure vicinissima. Età di lettura: da 13 anni.
È il 1962. Nel suo studio, la principessa Grace sta per sigillare la lettera più difficile che le sia capitato di scrivere. È durato così poco il sogno di tornare sulle scene, dopo sette anni di matrimonio con il principe Ranieri. Hitchcock l'ha tentata con il ruolo da protagonista in Marnie e lei, con l'approvazione del marito, ha accettato. Non immaginava a cosa sarebbe andata incontro. Polemiche, critiche, accuse, i giornali che strillano che Ranieri dev'essere sul lastrico, se Grace torna a lavorare. Voci, voci, voci, proprio mentre il Principato è ai ferri corti con de Gaulle. Nel momento in cui firma la lettera di rinuncia al suo regista preferito, Grace Kelly muore per sempre. Quel giorno, Grace diventa principessa di Monaco più di quanto non lo sia diventata il giorno delle nozze. La vita di Grace ha tutti gli elementi della favola. La diva di Hollywood, icona di stile e musa di registi come Hitchcock, che rinuncia alla carriera per amore, sposa un principe e diventa la principessa amata di un mondo minuscolo e sfavillante. La fine tragica e avvolta nel mistero che la accomuna ad altri miti imperituri come Marilyn. Ma quello che si cela veramente nel suo cuore nei momenti di luce come in quelli d'ombra, è un segreto che solo chi l'ha amata molto può conoscere.
Quella di Martin Luther King è una vita che bisogna continuare a raccontare. Torna così una delle figure nodali del nostro secolo, con la sua eredità morale e politica, ancora intatta per le generazioni future. Dall'infanzia privilegiata fra i neri benestanti di Atlanta alla lotta di cui è stato saldissima guida spirituale, dalle contraddizioni in seno al movimento dei diritti civili dei neri al Nobel per la pace, sino al proiettile che, nel 1968, lo colpì a morte, emerge il carattere dell'uomo, la sua esemplarità. Zitelmann mette a fuoco il personaggio e la scena nazionale e internazionale in cui si è mosso, scena che ha visto destarsi quell'"I have a dream", quel sogno che mai nessuno piegherà.
Otto milioni di elettori hanno scelto il Movimento 5 Stelle. Ma perché Beppe Grillo viene considerato un leader politico credibile da milioni di italiani e una grave minaccia da milioni di altri italiani? Come mai un comico rischia di avere un peso determinante nella politica europea dei prossimi anni? Per capire il successo del nuovo populismo digitale è necessario seguire in parallelo il percorso di Grillo e l'evoluzione della società italiana e dei media, ma anche il "teatro di guerra": lo scenario culturale, economico e politico di questi ultimi vent'anni. Nelle prossime elezioni europee, per la prima volta i movimenti avversi all'Unione rischiano di essere maggioranza. Tra le forze politiche contrarie all'"Europa dell'euro", e determinante per il suo ampio bacino elettorale, c'è proprio il Movimento 5 Stelle.
Al giovane André Gide che in Algeria gli domandava sue notizie, Oscar Wilde rispose: "Nella mia vita ho messo il genio; nelle mie opere solo il talento". Con Wilde, l'arte è indissolubile dalla vicenda personale; e scoprire la storia privata di questo irresistibile, ultimo "dandy" significa addentrarsi nell'ambiente intrigante e sofisticato dei salotti e dei circoli letterari inglesi e francesi di fine Ottocento. Accanto a lui sfilano Whistler, Beardsley, Bernard Shaw e molti altri, in un turbine di motti arguti, lampi di genio e paradossi. In questa biografia, pubblicata in Francia nel 1967, Philippe Jullian racconta con acume e passione le imprese, gli amori, i successi e gli insuccessi, dell'autore del Ritratto di Dorian Gray, ricollocandone la figura sullo sfondo di quel mondo - tra art nouveau, simbolismo vittoriano e belle époque - che ne decise prima il rapido successo e poi l'impietoso abbandono. Jullian riesce a restituire l'ingegno brillante, le pose scandalose e irriverenti, la sensibilità inquieta che imposero Wilde come una delle personalità più importanti di un'epoca intera.
16 aprile 2013, una sera qualunque. Lucia, una giovane avvocatessa di Pesaro, torna a casa dopo essere stata in piscina. Ad attenderla, dentro il suo appartamento, trova un uomo incappuccialo che le tira in faccia dell'acido sfigurandola. Le ustioni, devastanti, corrodono anche il dorso della sua mano destra. Quella stessa notte viene arrestato come mandante dell'aggressione Luca Varani, avvocato, che con Lucia aveva avuto una tormentata relazione troncata da lei nell'agosto del 2012 e che, secondo la magistratura, aveva assoldato per l'agguato due sicari albanesi, pure loro poi arrestati. Come avviene in molti, troppi episodi di violenza contro le donne, anche in questo caso è stato l'abbandono a innescare la miccia del risentimento. Lo schema è purtroppo "classico": il possesso scambiato per amore, la rabbia che diventa ferocia, fino all'essenza della crudeltà: l'acido in faccia. In questo libro Lucia Annibali ripercorre la sua storia con quell'uomo, dal corteggiamento al processo ("Il tempo con lui è stato una bestia che digrignava i denti e io mi lasciavo sbranare"); passa in rassegna i momenti dell'emozione e quelli della sofferenza; racconta l'acido che scioglieva il suo viso ("Un minuto dopo la belva era ammaestrata") e poi i mesi bui e dolorosissimi, segnati anche dal rischio di rimanere cieca. Per la sua tenacia, la sua determinazione e il coraggio di mostrarsi, oggi Lucia è diventata un'icona, punto di riferimento per tutte le altre donne...
Un ritratto complessivo di uno dei pensatori dell'antichità, la cui prodigiosa attività di ricerca, dalla metafisica alla biologia e alla fisica, dalla psicologia all'etica, dalla politica alla poetica, dalla retorica alla logica, ha rappresentato una vera e propria "enciclopedia del sapere" destinata a esercitare un'influenza duratura sul pensiero occidentale.
Espressione di una politica fatta di passioni civili e di rigore intellettuale e morale, Enrico Berlinguer continua a rappresentare per molti una figura unica e affascinante. Al fallimentare sistema sovietico contrappose un modello che coniugava strettamente comunismo, libertà, democrazia e pluralismo. Insieme ai leader del socialismo nord-europeo, Willy Brandt e Olof Palme, comprese che i problemi più drammatici del mondo venivano dagli squilibri tra il Nord del benessere e il Sud della fame. La sua condanna del consumismo più sfrenato andò di pari passo con la costante denuncia della "questione morale", intesa quale degrado del sistema politico e istituzionale italiano. Non possiamo sapere come sarebbe andata la storia d'Italia se Berlinguer non fosse scomparso prematuramente nel 1984. Sappiamo com'è andata dopo la sua morte.
Pasolini e Roma. Un rapporto di grande amore, raccontato nel volume pubblicato in occasione della mostra che, dopo il successo ottenuto a Barcellona e a Parigi, approda anche in Italia. Per Pasolini Roma non fu semplicemente uno scenario cinematografico o un luogo in cui vivere. Con questa città egli ha avuto una relazione passionale, fatta di sentimenti misti di amore e odio, di fasi di attrazione e rifiuto, di voglia di allontanamento e di piacere del ritorno. Organizzato cronologicamente (dall'arrivo nella Capitale del poeta, sceneggiatore, regista e scrittore insieme alla madre nel 1950 fino alla notte della sua tragica morte ad Ostia nel novembre del 1975), "Pasolini Roma" traccia - lungo un quarto di secolo - il percorso della sua incredibile vitalità creativa: i luoghi in cui ha vissuto, in cui ha ambientato romanzi e film, la poesia, il cinema, gli amici, gli amori, le persecuzioni, le lotte e gli impegni nella città. Attraverso le testimonianze, i documenti, i disegni, gli scritti autografi, le fotografie, i film e le opere d'arte amate da Pasolini, la monografia ricostruisce quegli anni, mettendo in luce l'intenso fervore intellettuale dell'uomo e i suoi rapporti con i luoghi, le persone, i poeti e gli artisti della Capitale.
"Valentina Pitzalis è morta il 17 aprile 2011. Quel giorno mio marito mi ha cosparsa di cherosene e mi ha dato fuoco. Quel giorno la Valentina che ero sempre stata, la ragazza carina, piena di vita, prospettive e sogni per il futuro, è bruciata tra le fiamme di un inferno senza senso. Non so perché tutto questo sia successo proprio a me. Me lo sono chiesta tante, troppe volte in questi anni, così come mi sono ripetuta, ogni giorno, che lui non era un mostro, ma aveva fatto, questo sì, una cosa mostruosa. So per certo però che la persona che sono oggi è stata più forte di tutto e di tutti. Ho compreso che di fronte alle avversità, di fronte a tragedie come la mia la cosa che conta è trovare la forza di reagire. Ho scelto di reagire, ho scelto di vivere, ho scelto di cercare di essere un esempio per chi crede di non avere quella forza dentro di sé, perché io... la depressione non me la posso permettere, non più. Quello che, più di tutto, mi ha dato la forza di arrivare fin qui è stata la speranza di poter aiutare tutte le donne che vivono, magari ancora senza essersene rese veramente conto, situazioni di coppia come la mia. Sono felice di poter alzare una mano sola, sono felice di avere i miei occhi senza ciglia e sopracciglia, sono felice di avere le mie gambe coperte di cicatrici. Semplicemente, sinceramente, incredibilmente... ho trovato la forza per non smettere di sorridere e sono felice di vivere!" (Valentina)
Se c'è un personaggio storico che merita di essere definito "genio universale", nessun dubbio che esso sia Leonardo da Vinci, semplicemente un gigante. Progettò i primi automi funzionanti; immaginò i computer digitali; costruì la prima valvola cardiaca; affrontò i primi studi accurati di anatomia; inventò le prime macchine volanti; rivoluzionò, lui, vegetariano e pacifista, l'ingegneria militare... l'elenco dei campi di applicazione del suo ingegno è vertiginoso. Noi celebriamo giustamente Leonardo come il pittore che ha rivoluzionato l'arte del Rinascimento, l'autore del Cenacolo e della Gioconda, probabilmente il quadro più famoso del mondo. Ma in realtà i suoi contemporanei lodavano e corteggiavano in lui più l'ingegnere, l'architetto, l'inventore di marchingegni terribili e portentosi, colui che impersonava una nuova era grazie alle sue scoperte meravigliose. Perché Leonardo è stato a tutti gli effetti il primo visionario della storia, ha inventato un nuovo modo di pensare, e, grazie alla sua prodigiosa capacità di osservazione della natura e alle sue folgoranti intuizioni, ha rivoluzionato ogni campo della conoscenza a cui si è applicato.