
La pubblicazione periodica (trimestrale) della rivista rientra nelle
iniziative di promozione di attività di studio e ricerca della Facoltà.
Costituisce, infatti, l'ordinario canale di pubblicazione delle molte
ricerche analitiche avviate nel quadro della scuola di teologia.
I filoni più frequentati dai contributi di carattere monografico sono
certamente quelli relativi alla riflessione teologico-fondamentale,
alla dogmatica, alla spiritualità ed alla pastorale.
Il "Progetto secondo annuncio", dopo il percorso sui temi «generare e lasciar partire» (2014), «errare» (2015) e «vivere i legami» (2016), in questo volume affronta l'esperienza umana dell'appassionarsi e compatire, presentando alcune proposte catechistiche e pastorali attuate nelle comunità ecclesiali.
«La Sezione prima degli Opera omnia di Henri de Lubac si sostanzia di quattro scritti che, sotto il titolo lluomo davanti a Dio, sono ricondotti dallo stesso Autore a questo ordine: 1. Sulle vie di Dio; 2. Il dramma dell'umanesimo ateo; 3. Proudhon e il cristianesimo; 4. Paradossi e Nuovi paradossi. L'intento non è stato quello di una proposizione cronologica, ma dell'articolazione dei nuclei tematici del lavoro e della riflessione teologici e storico-teologici dell'Autore. [...] Dovessimo trovare, per quanto ci è dato osservare, un centro, non sistematico ma genetico, a questo plesso di opere, attorno a cui far gravitare l'impegno circoscritto da questa produzione letteraria, lo vedremmo in quel dialogo "disarmato" tra due ventenni, un gesuita o meglio aspirante gesuita e un neo-insegnante non credente, nelle trincee della Grande Guerra. Ci pare che il fatto, insistentemente ricordato dal teologo, conferisca intensità al titolo stesso scelto per la sezione e alla sua problematicità. E ci pare che esso sia ciò che concretamente segna il fuoco o l'anima dell'impegno intellettuale di de Lubac, almeno per questa sezione. [...] Se la pubblicazione del Proudhon fu intensamente voluta da Mounier, quella dei Paradoxes lo fu dal letterato e critico d'arte Stanislas Fumet, figura di punta del cattolicesimo sociale ed anche editore, ma per de Lubac "l'uomo meno commerciale" da lui conosciuto. "Egli - ebbe a scrivere - mi strappò i Paradoxes, la maggior parte dei quali scritti prima della guerra; fu questo, credo, il primo della serie dei suoi Cailloux blancs. Ma la sua casa editrice fallì e il libro restò pressoché invenduto. I Paradoxes "strappati" da Fumet, così come i Nouveaux paradoxes che seguirono sono, secondo lo stesso Autore, "riflessioni di ordine spirituale".» (Dall'Introduzione di Costante Marabelli alla Sezione prima dell'Opera Omnia)
«Le date hanno la loro importanza. Nel 1946, all'indomani del secondo conflitto mondiale, uscì il libro intitolato Surnaturel, forse il più celebre in assoluto, per valore storico, tra i molti pubblicati dal padre gesuita Henri de Lubac. Nello stesso anno era pronta per la pubblicazione la prima edizione del volume Die protestantische Theologie im 19. Jahrhun-dert, scritto dall'ormai famoso teologo riformato calvinista Karl Barth. [...] Siamo di fronte a due opere di interesse, al tempo stesso, storico e teologico sistematico. [...] Sul versante protestante, un teologo sistematico del calibro di Barth ha intrapreso un lavoro storico analogo a quello svolto in campo cattolico da de Lubac, per portare*alla luce il percorso culturale che nei secoli XVIII e XIX ha condotto la teologia protestante a smarrire il cuore pulsante del cristianesimo, il quale in pieno Ottocento si è trovato svuotato della propria sostanza. Infatti Barth ha progressivamente preso le distanze dalla sua formazione teologica liberale, per intraprendere una critica rigorosa che egli rivolse al pensiero pietistico-illuminista e romantico tedesco. Ha ravvisato infatti nell'uomo dell'illuminismo quella "volontà di dar forma" (Formwille) che ha investito del primato antropologico del soggetto qualsiasi oggetto del mondo, compresi i contenuti della rivelazione cristiana. Questa tendenza, ben radicata in ogni forma di "assolutismo" del Settecento europeo, ha dato, nel secolo successivo, il suo frutto maturo in Hegel e Schleiermacher». (dalla Prefazione di Franco Buzzi alla nuova edizione)
In volo con gli angeli della tradizione artistica, per scoprire come sono stati raffigurati nel corso dei secoli, come si sono manifestati per trasmettere i messaggi divini. Dagli ardenti e potenti Serafini ai più intimi e familiari Angeli custodi, l'arte li ha raffigurati in molteplici fogge e situazioni attingendo dalle Scritture e facendone sontuosa decorazione di rappresentazioni devozionali, nelle quali le loro eteree figure sono saldo e potente anello di congiunzione tra gli uomini e il Creatore. Gli artisti di ogni epoca (da Giotto a Michelangelo, da Raffaello a Guercino, da Botticelli a Caravaggio), che si sono dovuti confrontare con queste benevoli presenze, hanno saputo rendere loro omaggi straordinari.
Il libro nasce da incontri di catechesi e momenti di accompagnamento che si sono svolti nell’arco di vari anni nella diocesi di Bergamo e rivolte anche a coppie separate/divorziate/risposate.
L’intento del percorso è rileggere la vita propria e di chiesa alla luce della Parola, davanti a Gesù Eucaristia al quale molti non possono sempre accostarsi sacramentalmente.
Proprio nell’Adorazione essi scoprono la bellezza dell’Eucarestia così che il digiuno eucaristico divenga motivo di conversione.
Tutto il percorso è accostato agli episodi della vita del Re Davide piccolo – grande re di Israele di cui la Bibbia racconta le grandi virtù ma anche le gravi cadute da cui sempre si è risollevato con sincero pentimento e vera fede nel Signore.
Chi fu Martin Lutero? Da dove deriva la sua ribellione? Fu davvero un assertore della "povertà evangelica"? Sono tutti interrogativi che a cinquecento anni dall'affissione delle "Tesi" di Wittenberg riemergono con prepotenza nel dibattito storico e teologico mondiale, nella convinzione che, almeno nell'orbe cattolico, tale dibattito si sia eccessivamente appiattito su un'idea romantica e irreale di Lutero e del protestantesimo. Ed è proprio da questa convinzione che è sorta la necessità di riscoprire il vero volto del monaco tedesco e della sua opera, proponendo al pubblico una lettura che al tempo stesso sia fedele alle fonti e illumini il lettore sul legame profondo e inscindibile tra l'eresia gnostica e quella protestante: un filo rosso che soggiace in tutto l'imperio anticattolico, da Simon Mago alla moderna massoneria, passando per quei movimenti che, in nome di un presunto rigore morale, hanno cercato di distruggere l'autorità della Santa Sede, al fine di imporre la propria dottrina come verità assoluta. Per l'appunto, nuove versioni di gnosi.
Nella storia della Chiesa, Battesimo e Cresima, originariamente parte di un solo rito, sono stati distinti a causa di esigenze pastorali. A partire dalla concezione di due sacramenti distinti, è stato necessario spiegare anche gli aspetti teologici fondamentali della loro sacramentalità. Così il Battesimo è stato concepito come il sacramento della fede e la Cresima come il sacramento della missione o testimonianza. Il presente volume, prendendo in esame le due concezioni teologiche, illustra ciò che ha creato divergenze e perfino divisioni all'interno della Chiesa, ricordando quanto invece sia inclusiva l'opera di Dio nella storia della salvezza, e il profondo legame tra Battesimo e Cresima.
E’ possibile, con l’aiuto del concetto di “testimonianza”, strutturare un discorso che tenga conto dell’amicizia? E come è possibile “pensarlo” nell’epoca in cui crollano le esperienze fondanti/fondamentali della vita? L’esperienza umana, arricchita dalla riflessione filosofica, spirituale e fenomenologica, entra in dialogo con quella teologico-fondamentale per dar voce a un’unica sinfonia: quella testimoniata da Dio che, in Cristo, si intrattiene “tamquam amicos” con ciascun uomo.
Il linguaggio, anche quello religioso, non è «innocente», riflette e serve a configurare un mondo di interessi. Non è solo riflesso della cultura, ma ne è soprattutto un agente. Inoltre, in quanto realtà viva, è esposto all'erosione del tempo e necessita di un rinnovamento continuo per non perdere la sua capacità espressiva e stimolante. Gesù si è manifestato sorprendendo con il suo modo di parlare di Dio; e quanti lo hanno ascoltato hanno ritrovato entusiasmo e speranza. Non ha predicato un altro Dio, ma l'ha presentato diversamente, con un altro tono, un altro linguaggio: più affettuoso, dinamico, accessibile, profetico, meno solenne e rituale. Insegnava a contemplare la vita e a contemplare Dio usando parole e criteri nuovi. Per l'evangelizzazione ha scelto il vocabolario poetico-sapienziale della parabola, immaginativo, partecipativo e sovversivo. Secondo Domingo J. Monterò bisogna seguire le sue orme, aprirsi al suo Spirito, per evitare di presentare un'immagine che isoli Dio e lo allontani dalla comprensione affettuosa della sua Verità e del suo Amore.
Il volume approfondisce i testi che raccontano e tramandano il mistero pasquale, nella triplice scansione di passione, morre e risurrezione. Giulio Michelini pone le premesse per accostarsi ai Vangeli sinottici con l'intelligenza della fede e senza la paura delle domande «scomode», mentre Massimo Grilli si sofferma sulla passione secondo Giovanni cogliendo le connessioni, le metafore e i rimandi che fanno del racconto giovanneo un mosaico ricco di significati teologici. Leonardo Paris sperimenta una lettura originale della morte di Gesù alla luce della categoria dell'eredità, assunta come chiave ermeneutica del rapporto tra Padre e Figlio e anche tra Gesù e gli uomini suoi «fratelli». Paul Renner propone invece un contributo di carattere esistenziale, accostando la Via Crucis alle molte esperienze umane di sofferenza e di redenzione che, al pari della via sacra del Cristo, possono essere narrate, rappresentate e celebrate. Il volume si conclude con il tema della risurrezione, affidato all'esegesi marciana di Maurizio Guidi e a quella lucana di Carlo Broccardo, i quali, pur partendo da testi evangelici e approcci differenti, accompagnano il lettore nell'analisi e nella comprensione dei brani.
La lettura dei grandi maestri di spiritualità del Medioevo consente al Butler di individuare, intorno alla metà del XII secolo, una svolta decisiva nella concezione e nella pratica cristiana della contemplazione. L'unione dell'anima con Dio assume quelle connotazioni che, a tutt'oggi, le sono comunemente attribuite; vicenda di annullamento e di ineffabilità, essa è accompagnata da visioni, da manifestazioni estatiche e da altre particolari emozioni. Di tono assai diverso è il misticismo che emerge dagli scritti di Agostino, Gregorio Magno e Bernardo, per i quali l'avventura dell'incontro con Dio è momento di luce, non di oscuramento, e non comporta sconvolgimenti psico-fisiologici o fenomeni prodigiosi. È un'esperienza di contemplazione concepita non come privilegio di pochi, ma come il termine naturale della vita spirituale del cristiano. L'originale sobrietà di questa mistica si impone nei termini di un «misticismo occidentale» - per reazione alla mistica successiva in cui si inserisce l'elemento «orientale» dello Pseudo-Dionigi - e in forza di tali caratteri e ascendenze conserva tuttora una capacità di attrazione.