
Assistiamo oggi ad una crisi della fede cristiana che è inseparabile dalla crisi dell’amore. Per superare questa condizione, quale direzione possono prendere la riflessione teologica e l’impegno pastorale ecclesiale? Il presente volume intende proporre delle vie di risposta, presentando le linee fondamentali di un’iniziativa che ha preso il nome di Veritas Amoris Project. Ispirato dagli insegnamenti di san Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, l’eredità intellettuale del progetto si basa su tre pilastri: una teologia del corpo, una teologia dell’amore e una pedagogia dell’amore.
Con un inedito di Benedetto XVI, L’immagine cristiana dell’uomo.
Livio Melina è Teologo Moralista e cofondatore del Veritas Amoris Project. Già Ordinario di Teologia morale (dal 1996 al 2019) presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia a Roma, di cui fu Preside dal 2006 al 2016. Vi ha fondato e diretto l’Area Internazionale di Ricerca in Teologia morale. Membro ordinario della Pontificia Accademia di Teologia, è stato Direttore scientifico della rivista Anthropotes e visiting Professor a Washington DC e a Melbourne. Ha tenuto e tiene corsi e conferenze in varie Università internazionali. È autore di numerose pubblicazioni, tra cui Camminare nella luce dell’amore: i fondamenti della morale cristiana (insieme a J. Noriega e J.J. Pérez-Soba), Cantagalli, 2017 e Il discernimento nella morale coniugale, Cantagalli, 2019.
José Granados è Teologo Dogmatico e cofondatore del Veritas Amoris Project. Insegna come Professore invitato al St. John Vianney Theological Seminary, Denver, CO. Tra il 2010 e il 2020 ha insegnato come Ordinario di Teologia dogmatica del matrimonio e della famiglia al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia a Roma, di cui fu Vicepreside. Tra il 2004 e il 2009 è stato Professore di Teologia alla sezione di Washington, DC dello stesso Istituto Giovanni Paolo II. È autore di numerose pubblicazioni, tra cui Una sola carne in un solo spirito. Teologia del matrimonio, Cantagalli, 2014 e, in questa stessa collana, Teologia dei sacramenti. Segni di Cristo nella carne, Cantagalli, 2023.
In vista della Seconda sessione Sinodale nell’Ottobre 2024 il cardinale Marc Ouellet, con questo straordinario saggio, cerca di comprendere e spiegare quali siano i rischi e le opportunità offerti dal Sinodo.
Cosa riserva il futuro di una Chiesa sinodale? Conversione missionaria o confusione? Queste sono le domande che tutti si pongono, mentre il popolo di Dio è chiamato a un appuntamento con la storia sotto la scomoda tenda della sinodalità. Forse siamo impegnati e preoccupati di trasformare o riformare questa Chiesa secondo le esigenze dei tempi, assecondando le critiche dei nostri avversari? Come scrisse von Balthasar: «Ma non stiamo forse perdendo di vista l’unico modello perfetto, l’archetipo? Non dovremmo, nelle nostre riforme, tenere costantemente lo sguardo fisso su Maria, non per moltiplicare nella nostra Chiesa feste, devozioni mariane, definizioni a fortiori, ma semplicemente per conoscere noi stessi, cosa sono veramente la Chiesa, lo spirito ecclesiale, il comportamento ecclesiale?». Il cardinale Marc Oullet risponde a queste domande che interrogano la Chiesa del XXI secolo sulle scelte che occorrerà fare in futuro.
Lo studio vuole offrire maggiore chiarezza a coloro che ricercano la propria vocazione, vogliono approfondire il mistero della loro chiamata o della condizione che stanno vivendo. Partendo dalla constatazione che la categoria "stati di vita" è un concetto socio-giuridico, problematico per la stessa riflessione canonistica, si ripercorrono le obiezioni che la teologia solleva alla bipartizione/tripartizione del popolo di Dio, formulando un nuovo vocabolario per definire la condizione di ogni cristiano. L'alleanza nuziale tra Dio e il suo popolo è riconosciuta come l'origine rivelata della sponsalità e verginità, proprie di ogni battezzato ed espresse esistenzialmente, in modo differente, nel matrimonio e nel celibato. La relazione tra Maria e Giuseppe, simbolo storicamente compiuto, unico e irripetibile, di queste due vocazioni paradigmatiche, anche per i non battezzati, è il luogo nel quale il compimento dell'alleanza si fa carne, significando e relativizzando il matrimonio e il celibato al regno dei cieli.
Il volume indaga in prospettiva inter-disciplinare alcune rilevanti questioni bioetiche e morali sessuali, correlate all'inedito potere di manipolare la natura umana che qualifica l'odierna civiltà tecnologica, attorno alle quali è in corso una disputa sull'umano. Mentre taluni promuovono il progetto scientista di creare l'umanità nuova, convinti che il soggetto non sarebbe altro che ciò che si fa, altri intendono orientare il sapere/agire tecnologico verso scelte antropologicamente sensate, conformi alle dimensioni costitutive della persona nella sua unità psicofisica. Si profila così l'interrogativo antropologico: «Chi vuole essere l'uomo oggi, all'inizio del terzo millennio? Un io-in-relazione, che riconosce e coltiva in fondo i propri rapporti costitutivi (con Dio, col prossimo e con sé stesso) o un individuo autonomo e autoreferenziale, mero prodotto del proprio esperimento?» (A. Scola). È quanto il testo si propone di esaminare, al fine d'indirizzare l'agire, nella convinzione che «solo a partire da una profonda consapevolezza della propria identità l'uomo può infatti decidere responsabilmente sul come del suo agire» (M. Konrad).
In modo organico e sistematico l'autore affronta la praxis confessarii, inserendosi nella sua lunga tradizione e rinnovandola. Il volume costituisce un'opera unica, un manuale di teologia morale destinato ai ministri del sacramento della confessione e ha di mira l'acquisizione di una loro competenza specifica, cognitiva e pratica, che non può prescindere da un percorso di preparazione professionale. Per comprendere il contesto attuale della celebrazione del sacramento, ben diverso dal passato, l'autore esamina alcuni aspetti significativi: il necessario rapporto tra fede individuale e valida celebrazione del sacramento, la disarmonia tra cultura dominante, etica cristiana, catechesi e sacramento della confessione, l'emergenza di una più diffusa pretesa di autonomia morale e il rifiuto della riduzione legalista della vita morale
L AUTORE, DOCENTE DI DIRITTO CANONICO PER MOLTI ANNI, AFFRONTA ORA QUESTO TEMA TENENDO PRESENTE I TESTI E TUTTI I VARI PRONUNCIAMENTI SUSSEGUITISI IN QUESTI ANNI SUGLI IST. DI VITA CONSACRATA (COMPRESE LE SOC.DI VITA APOSTOLICA).
IL VOLUME RACCOGLIE, OLTRE AD ALCUNI STUDI, LA TESTIMONIANZA DI VITA DI PERSONE SANTE, RAPPRESENTATIVE DEI DIVERSI CONTINENTI, PAESI, LINGUE, STATO ECCLESIALE, EPOCHE, NELLE QUALI L EUCARISTIA HA AVUTO UN RUOLO PRIMARIO. Culmine dell'iniziazione cris tiana, la cena del signore e`il sacramento in cui tutta la vita della chiesa confluisce e si compie. Ugualmente da essa scaturisce come da sorgente la santita e la ricchezza della sua testimonianza e operosita. Raggiungere la perfezione cristiana, ossia la santita, non e`impresa che si possa realizzare con le sole forze umane. E`necessario l'intervento di dio, tanto piu`se si considera che cristo e`il vero autore della santita. La congregazione delle cause dei santi in preparazione al congresso eucaristico internazionale del grande giubileo del 2000 organizzato un simposio su eucaristia, santita e santificazione". Studiosi qualificati hanno esaminato la teologia, la spiritualita e la storia dell'eucarist ia dalle piu`diverse angolature e aspetti. Ma, soprattutto, h stato chiesto ai postulatori delle cause dei santi di presentare modelli di spiritualita, la cui esistenza si e`concentrata in modo speciale attorno al signore gesu, presente fra noi sotto le specie eucaristiche. Il volume raccogli e, oltre ad alcuni studi, la testimonianza di vita di persone sante, rappresentative dei diversi continenti, paesi, lingue, stato ecclesiale, epoche, nelle quali l attaccamento e l amore a gesu`cristo presente nell eucaristia ha avuto un ruolo primario. Persone che hanno manifestato in modo estremamente chiaro quanto era reale per loro vivere per quel signore gesu`che avevano ricevuto in forma di cibo eucaristico. Per essi la comunio ne con cristo nell eucaristia non e`limitata ad un rapporto puramente o intimistico, ma, in realta, conduce a quella oblativita verso dio e verso i flativita verso dio e verso i fratelli, che e` nell intenzione e nel dono di se stesso che gesu`attua nell ultima cena."

