
IL VOLUME RIPORTA LE RELAZIONI DI DUE CONVEGNI DELLA SITA TENUTISI NEL 93 E NEL 94 I CUI TEMI SONO EVIDENZIATI NEL TITOLO DEL LIBRO. La prima parte di questo volume contiene le relazioni presentate al convegno della sita tenutosi nel dicembre '93: il cristianesimo nella posmodernita". Il cristiano consapevole della sua dimensione sovratemporale, non puo`ignorare il suo compito di essere sale e luce del mondo (mt 5,13) mediante la testimonianza e l'irradiaz ione della propria fede. A questo scopo si ispira al modello esemplare di cristo, scruta la verita talvolta nascosta nelle dottrine della postmodernita, e rivolge una particolare attenzione al comportamente etico fondato sulla verita dell' uomo nel suo rapporto integrale di fronte a dio e nell'uman a societa. La seconda p arte del volume raccoglie le relazioni del convegno della sita tenutosi nel novembre 94 sul tema: "paideia cristiana della liberta all'alba del sec . Xxi". Questo convegno ci sembra particolarmente significativo e di grande attualita per il nostro tempo. Si occupa del tema che sta alle radici dell odierna situazione culturale, dopo la cosiddetta svolta antropologica: la liberta, cosi`cara all uomo prometeico della modernita e cosi`inspiegabile all uomo della "ragione debole" della postmodernita. "
Un corso completo di «teologia matrimoniale» con un'esposizione didatticamente piana e con appropriate evidenziature grafiche, rivolto non solo agli studenti e agli studiosi, ma a tutti gli sposi cristiani, attingendo direttamente alle inesauribili fonti del Magistero antico, recente e recentissimo (pp. 400).
Da anni la Società italiana per la ricerca teologica (SIRT) concentra i propri interessi di studio attorno al Credo. Al tema ha già dedicato i testi curati da: C. Dotolo, "Il Credo oggi. Percorsi interdisciplinari" (2001); G. Giorgio, "Dio Padre Creatore. L'inizio della fede" (2003); V. Battaglia e C. Dotolo, "Gesù Cristo Figlio di Dio e Signore" (2004); C. Dotolo e C. Militello, "Concepito di Spirito Santo, nato dalla Vergine Maria" (2006); F. Bosin e C. Dotolo, "Patì sotto Ponzio Pilato..." (2007) ); C. Caltagirone e G. Giorgio, "Salì al cielo... verrà a giudicare i vivi e i morti" (2007); G. Giorgio e M. "Melone, Credo nello Spirito Santo" (2009); C. Aiosa e G. Giorgio: "Credo la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi" (2011). I saggi raccolti nel volume rappresentano i contributi offerti al XIII Simposio della SIRT in collaborazione con il Servizio nazionale per il progetto culturale della CEI: essi vertono attorno al decimo articolo del simbolo apostolico "Credo la remissione dei peccati", nella consapevolezza di quanto complessi siano i temi che il binomio colpa-perdono faccia interagire e di quante competenze esso solleciti. Lo sforzo di tutti gli studiosi è quello di "ridire" Dio nel contesto spazio-temporale in cui oggi si vive, affinché la professione di fede possa ancora essere reale strumento di trasmissione della medesima nel mutato contesto culturale.
Descrizione dell'opera
Tema unico del volume è la libertà, a cui Israele è chiamato. L'autore lo sviluppa in tre tappe - il dono della libertà, la legge della libertà, gli inni alla libertà - di indubbia unità e coerenza, pur associando tre generi letterari così diversi come quelli del racconto, della legge e della preghiera.
La storia di Israele comincia con la liberazione dall'Egitto: attraversando le acque del Mar Rosso una famiglia di schiavi nasce come popolo libero. Accede quindi alla parola, può rivolgersi agli altri e al suo Signore in un canto che celebra «il dono della libertà».
Il Dio che si presenta nel Decalogo si definisce liberatore: «Sono io, il Signore tuo Dio, che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa degli schiavi». Secondo la doppia legge positiva del sabato e dell'onore dovuto al padre e alla madre, su cui è incentrato il Decalogo, l'uomo è invitato a non ridurre il proprio figlio/figlia in schiavitù; al contrario, è chiamato a liberare il proprio schiavo/schiava e l'immigrato, trattandoli come figli. Gli viene proposto, come figlio di Dio, di imitare la condotta di quest'ultimo. È «la legge della libertà».
Dall'esodo nasce la Pasqua. I figli di Israele avrebbero via via composto e cantato i sette salmi della «lode di Pasqua» (Sal 113-118) e della «grande lode» (Sal 136), poi ripresi nella celebrazione familiare della festa. Attraverso «gli inni alla libertà» la parola dell'uomo e quella di Dio entrano in un reciproco scambio, costitutivo del rito.s
Prefazione. I. Il dono della libertà. 1. Il passaggio del mare (Es 14). 2. Il Canto del mare (Es 15). II. La legge di libertà. 3. Il Decalogo del libro dell'Esodo (Es 20,2-17). 4. Il Decalogo del libro del Deuteronomio (Dt 5,6-21). 5. Perché due Decaloghi? III. Inni alla libertà. 6. «Chi è come il Signore nostro Dio?» (Sal 113). 7. «Che hai tu, mare, per fuggire?» (Sal 114). 8. «Israele, confida nel Signore!» (Sal 115). 9. «Io credo» (Sal 116). 10. «Lodate il Signore, tutti i popoli!» (Sal 117). 11. «La destra del Signore è esaltata» (Sal 118). 12. «Sì, per sempre la sua fedeltà» (Sal 136). Epilogo. Sigle e abbreviazioni. Lessico dei termini tecnici. Bibliografia. Indici.
Note sull'autore
Roland Meynet, nato nel 1939 a Thonon-les-Bains (Francia), è entrato nella Compagnia di Gesù nel 1959. Ha conseguito le licenze in lettere, linguistica, teologia, scienze bibliche, la laurea in lingua e letteratura araba, il dottorato di terzo ciclo e il dottorato di ricerca in linguistica. Ha lavorato quattordici anni all'Università San Giuseppe dei gesuiti a Beirut, dove è stato direttore del Centro di ricerche e di studi arabi e ha fondato il Centro di studi delle lingue moderne e la Scuola di traduttori e interpreti. Ordinario di teologia biblica e titolare del corso di Vangeli sinottici alla facoltà di teologia dell'Università Gregoriana, è stato per parecchi anni professore invitato all'Università degli studi di Torino e alla facoltà di teologia del Centre Sèvres di Parigi. Dirige, con Pietro Bovati, le collane «Rhétorique biblique» alle Éditions du Cerf e «Retorica biblica» alle EDB. Ha pubblicato per le EDB: La Pasqua del Signore (2002), Morto e risorto secondo le Scritture (2003), Il Vangelo secondo Luca. Analisi retorica (2003), Leggere la Bibbia. Un'introduzione all'esegesi (2004), Una nuova introduzione ai Vangeli sinottici (22006), Trattato di retorica biblica (2008); inoltre ha curato con J. Oniszczuk Retorica biblica e semitica 1 (2009).
Dall'Indice: - Premessa di Andrea Grillo - I fondamenti teologici del matrimonio cristiano. - Il matrimonio e la famiglia. - I fondamenti antropologici del sacramento del matrimonio. - Matrimonio tra Eros ed Agape. A proposito dell'Enciclica Deus caritas est di Benedetto XVI. - La celebrazione liturgica del matrimonio. - La pastorale del matrimonio. - Matrimonio e coppie di fatto. - Post-fazione di Stefano Parmigiani Roberto Tagliaferri è docente di Teologia della liturgia presso l'Istituto di Liturgia Pastorale di S. Giustina a Padova. Si occupa di problemi epistemologici e di linguaggi del rito, con particolare attenzione alla dimensione estetica dell'esperienza religiosa.
La visione agostiniana del Cristo totale vanta studi considerevoli. L'autore va oltre i limiti degli studi precedenti per dare un suo contributo rilevante e solido alla conoscenza di questo aspetto della cristologia e dell'ecclesiologia dell'Ipponate; per la cura nella citazione delle opere di Agostino, per la conoscenza della letteratura secondaria, per l'intuito teologico, il senso ecclesiale e la capacità di sistematizzazione.
L'essere umano è essere in relazione. Proprio la relazione è stata investita negli ultimi cinquant'anni dal fenomeno della frammentazione o liquidità, che porta con sé effetto negativi di rilievo per la vita spirituale dell'uomo. I cristiani non sono per nulla esenti da questi effetti, ma hanno risorse cui devono solo avere il coraggio e la perseveranza di attingere per essere in grado di affrontare anche questa sfida. La fedeltà biblico-cristiana è una tra le risorse più efficaci per svolgere questo compito.
La ragione non è un mondo incontaminato e puro ma una delle innumerevoli componenti del mondo estremamente complesso che abitiamo.
La ragione origina in questo mondo ed è contaminata da questo mondo.
È la ragione stessa che, indagando sulla propria nascita e sul proprio sviluppo, scopre di avere origini che la precedono, la preparano e l'accompagnano.
Le scienze hanno dato un contributo sostanziale a tale scoperta; la teologia deve confrontarsi con queste scoperte e contribuire a comprenderne il valore per la vita dell'uomo e per l'intelligenza della fede.
Giorgio Bonaccorso, specializzato in teologia liturgica, si occupa dei riti religiosi e cristiani con particolare attenzione all'aspetto antropologico e ai presupposti epistemologici.
È docente all'Istituto di Liturgia Pastorale di Santa Giustina in Padova e in altri istituti teologici, collabora con facoltà universitarie, pubblica su diverse riviste ed è membro di alcune associazioni teologiche. Tra i suoi libri: Celebrare la salvezza. Lineamenti di liturgia (2003); Il tempo come segno: vigilanza, testimonianza, silenzio (2004); La liturgia e la fede (2010); Il rito e l'altro. La liturgia come linguaggio, tempo e azione (2012); L'estetica del rito.
Sentire Dio nell'arte (2013); Rito (2015). Con Cittadella Editrice: Il corpo di Dio. Vita e senso della vita (2006); I colori dello spirito. Prova speranza preghiera (2009); Il dono efficace. Rito e sacramento (2010).
Il volume raccoglie gli Atti del 26° Congresso dell'Atism (Associazione teologica per lo studio della morale) a 50 anni dalla sua fondazione (Napoli, 1966). Come nel primo Congresso, anche in quest'ultimo si mettono a tema il Concilio Vaticano II e le sue ricadute per l'autocomprensione della teologia morale. Il tempo trascorso permette una lucida verifica e una inevitabile prospettazione futura, che ripensi la disciplina nel suo radicarsi ecclesiale, civile e culturale e nelle sue numerose sfide e questioni, ma anche in quanto riflessione scientifica sull'esperienza morale credente. La teologia morale è sollecitata dalla contemporaneità con una tale intensità che nessun suo segmento è oggi pacifico possesso, ma questione dibattuta e talora controversa, spesso a vasto raggio interdisciplinare e non di rado nel pubblico areopago. Sic stantibus rebus è giocoforza prospettare strategie per pensare il presente e il futuro, in originale continuità/discontinuità col passato, in un contesto sempre più pluralistico e globalizzato, a permanente rischio di spaesamento. Oltre alla scansione temporale della tematica, il libro offre un dialogo con alcune teologie morali regionali - europea-francese, asiatica-indiana e latinoamericana-argentina -, si sofferma su alcuni snodi tematici d'attualità - a livello della morale ecologica, sociale e familiare - e affronta argomenti d'incalzante emergenza, come la questione antropologica e quella magisteriale.