
I Simposi sono un punto fermo nel cammino Pro Sanctitate: offrono approfondimenti culturalmente e spiritualmente validi per la formazione personale e comunitaria.
Alleanza-chiamata-santità: cosa lega insieme questi tre termini? La santità è una chiamata a vivere quotidianamente nell’alleanza che Dio propone ad ogni uomo. Questa scoperta rivela che Dio ha una visione ottimista dell’uomo, rinnova sempre nei suoi confronti la sua disponibilità a stringere un patto di alleanza che leghi l’uomo a Dio, perché possa scoprire la sua pienezza nella chiamata alla santità. I teologi che hanno partecipato al IV Convegno di studi sul Servo di Dio, esaminandone con perizia gli scritti, ci consentono di attingere alle fonti bibliche e patristiche del pensiero di Giaquinta, dalle quali si ricava un’antropologia spirituale che ha il suo metro in Cristo, il quale “svela l’uomo all’uomo e gli manifesta la sua altissima vocazione” (cf. GS 22): la santità. Santità che nel pensiero di Giaquinta non si limita ad una dimensione interiore, ma è una spiritualità che tende a permeare e trasformare la società; è un’antropologia concreta, reale, incarnata, che rende l’uomo aperto al mistero, all’incontro con Dio, ma lo fa anche entrare in una relazione dinamica, vitale, creativa con gli uomini.
Rendere la Chiesa un centro di dinamismo culturale, laboratorio effettivo di proposte e di percorsi antropologici e sociali: questo è il grande stimolo che muove il lavoro della Sala della Comunità. Prefazione di Dario E. Viganò.
I rifiuti sono un problema. Anche per il cristiano.
Questo libro nasce dall’idea di raccogliere le testimonianze di sacerdoti, vescovi e religiosi campani che, di fronte all’«emergenza rifiuti» tristemente famosa in tutto il mondo, ce la mettono tutta per educare la popolazione alla responsabilità verso la propria salute e verso il creato, e sferzano gli amministratori ed i politici con denunce chiare perché si impegnino a migliorare la qualità di vita delle città che governano.
A partire da queste esperienze significative si è cercato di offrire spunti per la costruzione di una teologia e pastorale dei rifiuti, che rappresenta un argomento nuovo ma prioritario per la Chiesa cattolica e per tutte le Chiese cristiane.
Davide Pelanda è insegnante, giornalista freelance e autore di saggi. Si occupa di dialogo interreligioso, portando nella scuola progetti di educazione alla multiculturalità e interreligiosità; ha tenuto corsi di giornalismo per studenti ed insegnanti. Dopo l’esordio librario con Acqua scritto nel 2006 (EMI), nel 2008 si è occupato di un argomento “che puzza”, i rifiuti, con il libro ‘A munnezza ovvero la globalizzazione dei rifiuti (Sensibili alle Foglie), mentre nello stesso anno è uscito La fede nel piatto – Saperi e sapori del cibo dei poveri (Paoline) di cui è co-autore assieme all’amica Paola Bizzarri. Con questo volume torna ad occuparsi nuovamente di immondizia.
La Professione di fede di Paolo VI continua a risuonare nella Chiesa e nei cuori dei credenti, quale voce autorevole che varca i confini del tempo e dello spazio per inabissarci nell'immensità dell'amore di Dio, con intelligenza colma di stupore e fiducia incrollabile nella Parola certa di salvezza. Un breve commento spirituale alle parole con cui "il papa del Concilio" intese ritornare alle sorgenti della autentica fede professata, testimoniata, proclamata e vissuta. Parole antiche e sempre nuove, commentate con quelle del Catechismo della Chiesa Cattolica, capaci di alimentare in ognuno e nelle nostre comunità una fede illuminata, una rinnovata speranza e una più ardente carità.
Il Salmo 51, conosciuto come «Miserere», è certamente tra i più noti. Merita un’attenzione speciale soprattutto perché in esso possiamo riconoscere il cammino di fede e di ritorno a Dio, che risulta essere sempre attuale. In questa prospettiva il re Davide, autore del salmo, può essere considerato come un modello, per come ha saputo dare alla sua vita un orientamento del tutto nuovo, risorgendo dalla tomba del peccato.
Il libro rivisita i principali passaggi del salmo, nel desiderio di condividere con Davide l’esperienza del perdono invocato e ottenuto, la confessione esteriore ed interiore della colpa, l’anelito alla liberazione dal peccato e alla comunione con Dio. È un cammino ad un tempo bello e impegnativo, per il quale si esige soltanto una cosa: la disponibilità a lasciarsi invadere dalla grazia di Dio la quale, quando entra nella vita di una persona, crea, cioè la rende nuova creatura.
L'autore: Carlo Ghidelli
Formatosi alla Pontificia Università Gregoriana e al Pontificio Istituto Biblico di Roma, ha pubblicato molti studi, approfondendo in particolare l’opera di san Luca (Vangelo e Atti degli Apostoli).
Biblista noto in campo internazionale, ha collaborato alla traduzione interconfessionale della Bibbia in lingua corrente, nonché alla recente revisione della Bibbia promossa dalla CEI.
Già docente presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, nel 1983 è divenuto sottosegretario della CEI e, dal 1986 al 2000, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica.
Ordinato vescovo nel 2001, ha retto l’Arcidiocesi di Lanciano-Ortona fino al 2010. Attualmente risiede a Milano.
Ammirando il timpano del Portale di Vézelay, che rappresenta numerose persone che discutono l'esperienza della Pentecoste, si scopre il mondo intero in cammino verso il Verbo che, dal di dentro, sconvolge la vita di ogni uomo. La prima parte ci interroga su cosa sia l'uomo, andando ben oltre quanto insegna la scienza. La seconda parte tratta l'esperienza trinitaria attraverso la quale la Chiesa riceve il pane della Parola. La comunicazione catechistica intrapresa da Gesù con la Samaritana serve da modello per l'educazione di una parola e un'interiorità cristiana che si alimentino entrambe delle Scritture. La terza parte cerca di comprendere il posto eminente di Maria nella tradizione cristiana. Figlia della terra, vedremo come faccia nascere Dio nella nostra umanità per divenire simbolo vivente degli umani di tutti i tempi, riuniti in Gesù Cristo nell'Eucaristia della Chiesa.
C'è un momento, nella vita di tutti, degli adolescenti in modo particolare, in cui la fede ricevuta da bambini in maniera inconsapevole, non basta più. Mille domande si affacciano all'orizzonte, mille interrogativi esplodono: Perché credere? Cosa c'è dopo la morte? Perché devo andare a Messa? È un momento importante in cui la fede infantile si prepara a diventare una fede adulta. Una fede che rompe con le abitudini del passato per diventare più vera e più forte: ecco il significato del titolo di questo libro. Non è un thriller da leggere tutto d'un fiato, ma un volumetto da tenere a portata di mano e da consultare quando, appunto, la fede "diventa difficile", cioè tormenta, provoca, interpella. Questo libro può essere di aiuto anche per gli educatori dei ragazzi: per la catechesi, gli incontri giovanili, i ritiri spirituali, in famiglia.
Siamo davanti al contributo forse più importante della produzione di don Paolo Crivellaro (1944-1990), che fu un figlio diletto di un altro umile testimone della santità: don Ottorino Zanon (1915-1972), fondatore della piccolissima famiglia religiosa di cui don Paolo faceva parte (la Pia Società San Gaetano). Don Paolo era biblista, tanto appassionato della Parola e dei poveri da chiedere di trascorrere almeno alcuni anni in missione tra gli esclusi delle periferie di Rio de Janeiro, con l’unico intento di conoscere e approfondire la lettura della Sacra Scrittura promossa nelle Comunità Ecclesiali di Base. Dal suo cammino spirituale e dalla sua rigorosa ricerca scientifica, corroborata da un lavoro intenso di confronto e consultazione, di dialogo e sintesi, di proposta e promozione, abbiamo ricevuto questo testo, che è una perla preziosa, un germe di vita nuova, un chicco di grano gettato nel terreno perché muoia e porti vita.
Küng e Ricoeur si addentrano nella parte oscura delle religioni, anzi ne affrontano forse l'aspetto più eclatante e anche indagato: la violenza. Perché le religioni generano così spesso contrapposizione, scontro, guerre, morte? Si tratta di un fenomeno inevitabile, perché "il pericolo della violenza è alla base di ogni convinzione forte" (Ricoeur)? Come fare per superarlo (Küng si diffonde qui sul "Manifesto per un'etica planetaria", elaborato dal Parlamento delle religioni del mondo a Chicago nel 1993)? Domande che moltissimi altri studiosi, filosofi e teologi e capi religiosi, hanno affrontato: a testimonianza - se non altro - della realtà e dell'urgenza del problema. Se si vuole, non tanto risolvere, ma almeno affrontare il nodo della violenza "religiosa" nonché degli altri mali derivati dalle fedi, bisogna anzitutto riconoscere che le religioni - tutte - sono espressioni fallibili e incomplete, ed esiste un "oltre" che nessuna casta sacerdotale possiede e nessun dogma esprime appieno. Per vincere la violenza, e gli altri mali delle religioni, bisogna insomma che con uno sforzo radicale di autocritica ogni religione accetti di andare oltre se stessa. Prefazione di Roberto Beretta.