
La prima decade del ventunesimo secolo, ovvero il periodo dei cosiddetti "anni zero", ha portato con sé la distruzione generale della fiducia. Gli attacchi terroristici alle Torri Gemelle di New York hanno spazzato via l'illusione di un mondo che, dopo aver superato la guerra fredda, avrebbe raggiunto la pace perpetua, garantita dall'egemonia di un sistema democratico stabile. La crisi dei mercati finanziari del 2009 ha portato il sistema capitalistico a toccare con mano la fragilità delle proprie fondamenta. Oggi più che mai, il corso della storia sembra racchiudere una quantità di inquietanti interrogativi. La crisi di configurazione del tempo, che modifica le tappe della vita umana e segna la discontinuità tra le generazioni, colpisce la vita privata, la costruzione della sfera pubblica e l'interrogativo su Dio. Su questi aspetti la teologia può conferire ritmo e cadenza al ritmo sconnesso dell'uomo, aiutandolo a ricomporre i frammenti della sua biografia e a restituire unità alle sue traversie. La prima parte del volume getta le fondamenta dell'intera riflessione inquadrandola nell'orizzonte dell'esistenza corporea dell'uomo e della sua vocazione all'amore; la seconda affronta le diverse dimensioni del tempo e della storia - la memoria e la ricerca delle sue radici; la promessa che mantiene uniti i fili della vita; la fecondità e il suo nuovo, straripante inizio - mentre l'ultima offre una visione di sintesi per descrivere la visione cristiana.
A trent’anni dalla prima edizione, avvenuta tra il 1982 e il 1986, viene riproposta quest’opera poderosa, ormai da tempo introvabile, definita una Summa sul mistero di Cristo e considerata una delle pubblicazioni più significative nel panorama della teologia del Novecento.
Essa non si presenta soltanto come una dottrina sulla persona e l’opera di Gesù Cristo, ma come un’imponente trattazione della teologia trinitaria, dell’escatologia, della pneumatologia, dell’antropologia teologica e dell’ecclesiologia.
In questo terzo volume, Bordoni ripercorre il cammino della fede postpasquale a partire dalla cristologia del Nuovo Testamento e della Tradizione patristica e dogmatica, per stabilire un confronto del linguaggio di fede cristologica con le istanze ermeneutiche dell’uomo vivente nel contesto culturale del nostro tempo.
Sommario
Abbreviazioni. PARTE SECONDA. Cristo agli inizi del progetto di Dio. Introduzione. 1. Il cammino della fede cristologica neotestamentaria verso la «preesistenza». 2. La «preesistenza del Cristo» negli sviluppi della cristologia post-biblica. 3. Il mistero del Cristo preesistente nella riflessione teologica contemporanea (Prospettive di riflessione sistematica). Conclusione della seconda parte. PARTE TERZA. L’evento del Cristo come «divenire carne» della parola eterna. Introduzione. 1. L’evento dell’incarnazione della Parola nel cammino del pensiero cristiano. 2. Il mistero dell’incarnazione nell’ambito della riflessione teologica contemporanea Sintesi sistematica. Conclusione generale. Indice analitico. Indice dei nomi.
Note sull'autore
Marcello Bordoni, tra i più noti teologi italiani del Novecento, è stato professore ordinario di cristologia nella Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense, dove ha insegnato per tutta la vita ricoprendo anche l’incarico di decano. È stato primo presidente della Pontificia Accademia di Teologia, rifondata da papa Giovanni Paolo II. Tra le sue opere: Il tempo valore filosofico - spazio teologico (Libreria editrice PUL 1965); Dimensioni antropologiche della morte (Herder 1969); Gesù di Nazaret. Memoria, presenza, attesa (Queriniana 1988); La cristologia nell’orizzonte dello Spirito (Queriniana 1995); Chistus omnium Redemptor. Saggi di cristologia (Lev 2010).
CURATORI:
Nicola Ciola, professore ordinario di Cristologia e decano della Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense, è membro della Pontificia Accademia di Teologia e socio dell’Accademia Fulgina di Lettere Scienze e Arti. Con EDB ha pubblicato Gesù Cristo nostra speranza. Saggio di escatologia in prospettiva trinitaria (con Marcello Bordoni, 42008) e Teologia trinitaria. Storia, metodo, prospettive (22000).
Antonio Sabetta è docente incaricato di Teologia fondamentale alla Pontificia Università Lateranense e docente stabile di Teologia fondamentale all’Istituto Superiore di Scienze Religiose Ecclesia Mater, di cui è preside. Insegna inoltre Teologia dogmatica alla Lumsa. Autore di numerose pubblicazioni, di recente ha curato il volume di Xavier Tilliette Gesù romantico (Lateran University Press 2014).
Pierluigi Sguazzardo è docente incaricato di Cristologia alla Pontificia Università Lateranense e docente stabile di Cristologia all’Istituto Superiore di Scienze Religiose Ecclesia Mater, di cui è vice preside. Di recente ha pubblicato Incarnazione (Cittadella 2013) e curato il volume di Yves Congar Teologia. Una riflessione storica e speculativa sul concetto di teologia cristiana (con Antonio Sabetta, Lateran University Press 2011).
La teologia morale di oggi è certamente plurale e regionale, rispetto a quella monolitica preconciliare, che a livello filosofico e teologico adottava quasi esclusivamente categorie scolastiche. Oggi assistiamo a teologie di contesto culturale che si confrontano e riflettono a partire dalle problematiche locali emergenti, per esempio le teologie della liberazione e quelle del dialogo interreligioso. All'interno della stessa teologia interagiscono filosofie che declinano in modo diverso il dato morale e sono presenti opzioni diverse e alternative riguardo ad alcune tematiche e alle loro modalità.Alla luce di queste osservazioni, questo manuale si propone di offrire un'informazione di base esauriente e completa, per poi dare ragione di alcune scelte e di alcune conclusioni emerse nella riflessione teologico-morale contemporanea.
Il volume riformula il trattato sulla Chiesa usando come punto di riferimento centrale la Trinità. Anzitutto l'articolazione di Padre, Figlio e Spirito viene proiettata a definire alcuni modi d'essere della Chiesa nella storia; la missione, la relazione Chiesa-mondo e la mariologia si presentano in prospettive rinnovate, perché il mistero di Dio è conformativo della vita e del mistero della Chiesa. La Chiesa si colloca all'interno di una dinamica soprannaturale, che ha certamente una caratterizzazione storica, ma secondo la natura della storia della salvezza. I criteri di identità della Chiesa sono gli stessi di Cristo, i suoi dinamismi sono legati all'azione dello Spirito Santo, il fine è la glorificazione del Padre.
En 1888 don Michel Rua (1837-1910), à la demande de ses confrères, est confirmé par le Saint-Siège dans la charge de Recteur Majeur. L’héritage est lourd. Le gouvernement des institutions salésiennes fondées par don Bosco – la Société salésienne, l’Institut des Filles de Marie Auxiliatrice et la Pieuse Union des Coopérateurs salésiens – n’est pas facile. Malgré l’enthousiasme suscité par la figure charismatique du Fondateur, la situation apparaît fragile sous beaucoup d’aspects. S’impose une œuvre systématique de consolidation des parcours de formation, de renforcement de l’identité propre, d’organisation du gouvernement et de coordination des activités. Il faut gérer les rapports délicats avec les gouvernements et la société civile, dans une époque de tensions sociales et d’oppositions idéologiques. Il s’agit en outre de répondre aux attentes croissantes que suscite la mission éducative salésienne. A sa mort en 1910, don Rua laissera à son successeur un organisme aux dimensions mondiales, solide et stabilisé, en pleine expansion, qui s’impose comme une des institutions religieuses les plus significatives de la modernité.
Francis Desramaut nous présente la personnalité bien charpentée de don Rua et sa vie intensément laborieuse avec la précision de l’historien bien informé et l’efficacité d’une écriture vive et agréable. Le souci de la divulgation ne diminue en rien la valeur de l’ouvrage, qui diffère notablement des précédentes biographies édifiantes. Ici tout coule de manière bien calibrée, sur le fond d’événements historiques évoqués avec une sobre efficacité. A la fin de la lecture on a la sensation de la grandeur humaine et de la profondeur spirituelle de cet humble disciple de don Bosco, qui ne voulut jamais apparaître sur les grandes scènes, mettant toujours en premier plan la figure du maître très aimé.
Il libro ricostruisce come i Padri della Chiesa hanno pensato la Trinità (la relazione tra Padre, Figlio e Spirito Santo) e la Rivelazione cristiana in base ai concetti della metafisica greca. In gioco è il rapporto tra cristianesimo ed ellenismo: un tema quanto mai dibattuto, e qui analizzato con rigore e chiarezza. - Il libro è anche un'affascinante ricostruzione della storia del concetto di spirito (pneuma), dal suo significato filosofico (ragione, anima) a quello teologico cristiano, diventando nome della terza Persona divina. Da tale storia emerge anche una nuova prospettiva sullo spirito dell'uomo e sul suo rapporto con il corpo e il mondo. - Le controversie teologiche tra patristica greca e latina sono esposte e chiarificate in modo nuovo.
«Rispetto ai due precedenti volumi dell’epistolario, sembra circolare qui un’aria diversa, una libertà nuova, una sorta di radicalismo missionario che s’impone infine come frutto e insieme causa della piena maturità spirituale e apostolica della Tincani, una sorta di cifra definitiva della sua personalità evangelica e del suo carisma. […] Queste Lettere di missione vedono la luce nell’autunno del 2012, mentre si prepara e ormai si celebra il Sinodo dei vescovi su «La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana », come dire che il Sinodo cerca ex professo la terapia adeguata alla crisi. Al riguardo questo carteggio di Luigia Tincani può tuttora risvegliare energie e prima ancora coscienze».
Dall’Introduzione di Mons. Guido Mazzotta
Nella linea di ricerca inaugurata con Storia e ideologia nell'Israele antico e proseguita poi con Mito e storia nella Bibbia, il nuovo volume di Giovanni Garbini raccoglie una serie di contributi recenti, in parte inediti, dedicati alla storia e alla cultura dell'Israele antico e ai loro sviluppi fino agli albori del cristianesimo. Preceduto da pagine che si muovono nell'ambito biblico dai primi capitoli della Genesi a profeti come Michea e Isaia, passando per i libri storici ai quali si deve gran parte della nostra conoscenza della storia antica di Israele, l'ultimo studio espone la problematica dell'esistenza di un vangelo aramaico di Matteo, di cui parla un celebre nome del secondo secolo cristiano, Papia vescovo di Ierapoli in Frigia. A detta di Garbini l'interesse di questo vangelo attribuito a Matteo - e scritto nella lingua parlata da Gesù stesso - sta nella straordinaria importanza che sotto il profilo sia cronologico sia letterario esso riveste per l'affermazione della forte componente giudaica che nei primi decenni del movimento cristiano venne a contrapporsi al filone più propriamente messianico che predicava l'imminenza del regno di Dio.
Di fronte alla critica biblica occidentale e tradizionale che spesso si è distinta per autorizzare e suffragare lo stato di schiavitù non soltanto di Onesimo – lo schiavo che dovrebbe stare al centro della lettera di Paolo a Filemone, padrone di schiavi –, ma anche degli schiavi africani condotti a forza nel continente americano e qui dominati in condizioni disumane e disumanizzanti, i saggi raccolti in questo volume si pongono dalla prospettiva contingente e contestuale del non libero che non ha mai potuto essere che non razionale, non puro, non bianco, non maschio, non uomo. La modernità non ha eliminato l’oppressione dall’esperienza umana e la schiavitù continua a esistere ancor oggi, Onesimo vive ancora con noi e anche Filemone è ancora tra noi. Da punti di vista diversi, i vari studi mostrano come – nonostante l’abuso abominevole che si è potuto fare della lettera a sostegno della causa schiavista – Paolo in tutti i limiti della sua ambiguità ha sempre tenuto fermo che senza la carne, e la carne dello schiavo ristabilito nella sua giustizia, non può esserci riconciliazione.
L’Autore vuole sviluppare una specifica dottrina della speranza, prospettare degli orizzonti d’attesa entro i quali inscrivere la vita personale, la vita politica e storica, insieme alla vita del cosmo.
Dalla quarta di copertina:
Quest'opera di Jürgen Moltmann non tratta della "soluzione finale" di tutte le questioni in chiave religiosa. Infatti il tema dell'escatologia cristiana non è "la fine", ma la nuova creazione di tutte le cose. L'escatologia cristiana segue in tutte le dimensioni personali, storiche e cosmiche questo modello cristologico: alla fine - l'inizio. Ciò che a Jürgen Moltmann interessa è sviluppare una specifica dottrina della speranza, prospettare quindi degli orizzonti d'attesa entro i quali inscrivere la vita personale, la vita politica e storica, insieme alla vita del cosmo. Le domande a cui pertanto intende rispondere questa densa e incisiva trattazione sono le seguenti: in che cosa consiste la speranza e quale incidenza essa ha sulla vita eterna, sul Regno di Dio, sui cieli nuovi e sulla terra nuova? in che cosa consiste e come incide, questa speranza, sulla stessa gloria di Dio?
Con questo volume Jürgen Moltmann continua la serie dei suoi Contributi sistematici di teologia.