
Ponzio Pilato, il governatore della Giudea che, secondo i Vangeli, ha consegnato Gesù alla morte in croce, lavandosene la mani, è una delle figure più conosciute nella storia umana che ha incuriosito e affascinato intere generazioni. Se per alcuni è responsabile della morte del Cristo, per altri è un martire (Chiesa copta) e addirittura un santo (Chiesa etiope). Attingendo a piene mani da fonti di ogni genere, Camillo Bartolini ricostruisce il racconto della vita di Pilato, dalla giovinezza, ai giorni della passione di Gesù, fino alla sua morte, restituendoci il lato oscuro e misterioso dell'uomo che ha cambiato per sempre la storia del mondo.
La fine della vita, con le gravi problematiche e le decisioni da prendere, riguarda tutti; è bene non rimuoverla ma accostarla con serena chiarezza, aiutati per prendere coraggio se responsabili decisioni. È una realtà umana, che coinvolge la coscienza e i significati del vivere e del morire. Questo libro li accosta nella esplicita prospettiva cristiana, ma in dialogo con quella ebraica, islamica, filosofica, giuridica, accettando il sincero confronto con le principali obiezioni. Esamina tutti i problemi morali-religiosi: l'inizio della malattia, il rifiuto della terapia, l'accanimento, l'eutanasia, la terapia del dolore con le cure palliative, lo stato vegetativo, l'accertamento della morte, fino al pratico capitolo sul Testamento biologico (DAT). I numerosi documenti riportati sono indispensabili per evitare le frequenti ambiguità e, con gli Indici, mostrano la portata mondiale di questo lavoro. È configurato per essere leggibile anche da non specialisti.
Leggiamo nella Premessa: «Se vogliamo scoprire la grandezza del sacerdozio ministeriale è necessario, prima di tutto, risalire alla fonte, cioè al mistero di Gesù, "l'apostolo e sommo sacerdote della fede che noi professiamo"» (Eb 3,1). Si tratta, dice l'Autore, «di una teologia viva, destinata a quanti desiderano approfondire la propria vita cristiana », dal momento che il ruolo della teologia è quello di «servire i credenti, aiutarli a ricevere in misura maggiore tutta la sapienza che ci viene dal Padre in Gesù, in cui "sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza"» (Col 2,2). Nato da un ciclo di conferenze tenute durante l'anno sacerdotale 2009- 2010, il testo mantiene lo stile discorsivo, chiaro e immediato dell'approccio orale, senza per questo rinunciare a precisione e profondità teologiche. Percorrendo la Parola di Dio (Isaia, Ebrei, Apocalisse, vangelo di Giovanni), il testo aiuta a riscoprire l'origine e il senso del sacerdozio ministeriale e del sacerdozio regale dei fedeli, in un tempo come questo segnato da difficoltà e confusione.
"Il centro vitale della fede cristiana è il Verbo incarnato (cf. Gv 1,1-18), la sua relazione con il Padre e lo Spirito Santo, il vincolo di amore consolidato con l'umanità e l'intero creato. La passione che caratterizza lo studio teologico relativamente alla dimensione storico-culturale nei confronti del Galileo non vuole suscitare maggiore adesione al messaggio da lui proposto, quanto comprendere sempre meglio la portata delle sue parole e della sua opera. Esse rappresentano un'unità inscindibile con la persona divina-umana di Gesù di Nazaret, riconosciuto e confessato Cristo dalla comunità dei discepoli». dalla Prefazione di Mons. Domenico Battaglia. «L'essenza di questo libro è contenuta nella citazione in capite, tratta dal Vangelo secondo Giovanni: "Se tu conoscessi il dono di Dio". Un'espressione presente nel dialogo tra Gesù e la Samaritana al pozzo (cf. Gv 4,1-42). In questo invito c'è l'indirizzo, la bussola, la strada del percorso cristologico offerto dall'autore che ricorda a tutti la vera dinamica di ogni processo conoscitivo proposto dalla teologia. Chi più si avvicina a Dio, anche grazie all'approfondimento speculativo del dato rivelato, sente maggiormente la responsabilità e la cura per ogni dimensione umana, per ogni persona». dalla Postfazione di Carmine Matarazzo.
La terribile crisi della pandemia del Covid-19 e la tragica guerra russo-ucraina rendono ancora più imperiosa una riflessione di grande respiro sul destino comune dell'umanità. Questo libro contribuisce a tale sforzo culturale e propone una sintesi di teologia morale e sociale raccogliendo il magistero cattolico sotto i due valori cardine della dignità filiale e della fraternità nel rispetto della natura creata (ecologia umana ed integrale). Ne emerge una vera e propria "profezia" per un mondo futuro all'altezza di un'umanità sempre più integrata; una sana "eu-topia", cioè una utopia positiva, concreta e perseguibile. Dopo aver esposto i fondamenti e la pertinenza di questo ideale, si rileva l'urgenza della sua ricezione per affrontare le sfide del nostro tempo di radicale cambiamento e anche per poter scongiurare le due più insidiose e distopiche tentazioni: quella conservatrice/religiosa (teocratica) dell'islamismo e quella progressista/secolare (tecnocratica) del transumanesimo.
Il donare e il ricevere costituiscono, nel senso più profondo del termine, l'essenza del lavoro che viene compiuto nella reciproca, laboriosa presenza del padre, del figlio e della madre, che rivela loro l'essere proprio padre e figlio. Non abbiamo qui a che fare con i processi biologici, economici e tanti altri dello stesso genere, ma con la vita nello Spirito e nella Verità. Nella società che non nasce nella domanda sul padre e sul figlio, la domanda sulla persona diventa incomprensibile. Di conseguenza gli uomini perdono la fede, la speranza e l'amore, perdono la libertà che li raggiunge unita a questi tre doni (S. Grygiel).
Nel panorama della monumentale opera teologica di Leo Scheffczyk, l'autore di questo libro mette in luce gli aspetti storici e sistematici dell'ecclesiologia del teologo slesiano, sottolineando la ricezione del Concilio Vaticano II da parte di uno specialista della storia dei dogmi per eccellenza. Nell'ottica della cattolicità presentata in questo volume sono interessanti alcuni temi tipici della Tradizione della Chiesa che, oltre a contribuire alla rivitalizzazione della fede, reagiscono alla tendenza relativistica e al razionalismo che offuscano la realtà del mistero. Sull'asserzione della cattolicità è fondamentale la ricerca del "fenomeno generale". Questa esigenza del fenomeno generale non autorizza la tendenza all'adattamento allo spirito del tempo (Rm 12,2). Nell'esigenza della ricerca del denominatore comune non c'è posto per la paura e per la diffidenza. Con uno stile limpido, Scheffczyk ha saputo focalizzare l'attenzione sul grande insieme, approvando l'affermazione della realtà dell'incarnazione: l'accesso al mistero dell'uomo-Dio porta alla Trinità e alla realtà della ricapitolazione, vivacizzando il necessario rapporto della Chiesa con il mondo, l'indispensabile sfida dell'ecumenismo e del dialogo interreligioso. Nell'uomo-Dio si comprende l'argomento sul futuro della Chiesa, perché il tutto deve sempre riportare al fondamento che è Gesù Cristo, il Pastore eterno che ha affidato la conduzione della sua Chiesa a Pietro e ai suoi successori affinché badassero alla sua unità, senza snaturarne il contenuto. Nel contesto dell'ecclesiologia, la figura di Maria emerge come tipo e "Madre" della Chiesa, come "esponente della fede cattolica" e portatrice del "principio mariano" distinto in una maniera speciale dal "principio petrino". La distinzione tra "petrino" e "mariano" si ispira al pensiero di Hans Urs von Balthasar, ma viene esposta in una maniera propria.
L'estetica teologica di Hans Urs von Balthasar giunge a compimento solo nella fase matura del teologo svizzero, attraverso un confronto serrato con il pensiero e la letteratura degli ultimi secoli. Lungo questo cammino si possono definire diversi percorsi genealogici, ognuno legato a particolari figure di riferimento (da Guardini a de Lubac, da Ignazio di Loyola ad Adrienne von Speyr, da Tommaso d'Aquino a Karl Barth), ognuno utile a guadagnare una comprensione in toto, sed non totaliter. La via genealogica che sceglie di percorrere questo saggio è quella del pensiero metafisico di Balthasar, sostenendo che l'estetica teologica si sviluppa nel tentativo di una fondazione metafisica cristiana, quindi di una filosofia dell'essere che cerca, da un lato, di far tesoro delle filosofie del finito (vitalismo, esistenzialismo, fenomenologia), dall'altro, di rivitalizzare l'ontologia scolastica nell'incontro-scontro con l'idealismo hegeliano, convitato di pietra di tutta l'opera balthasariana. Lungo questa via si possono individuare due diverse fondazioni metafisiche, che confermerebbero la possibilità di distinguere un "primo" e un "secondo Balthasar". Proprio da un'eventuale insoddisfazione rispetto alla prima fondazione, si può comprendere meglio il percorso che conduce a Gloria, attraverso una risemantizzazione della metafisica come domanda a un tempo estetica, teologica e filosofica sul "mistero della differenza immanente all'essere".
Questo saggio presenta i sacramenti dal punto di vista del linguaggio del corpo, un linguaggio che ci apre all’amore fedele e fecondo. In questo modo i sacramenti ci ricordano che il messaggio di Gesù è sempre radicato nelle relazioni concrete che stringiamo nella nostra carne. Grazie ai sacramenti la predicazione di Cristo sul Regno, che contiene l’appello ad una vita grande e bella, si presenta non solo come un orizzonte a cui tendere, ma come un fondamento concreto per edificare la vita in modo che porti frutto abbondante. José Granados, dottore in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana, è il Superiore Generale dei Discepoli dei Cuori di Gesù e di Maria. Ha insegnato teologia dogmatica in diverse università. Tra le sue pubblicazioni in italiano: Teologia del tempo: Saggio sulla memoria, la promessa e la fecondità (Dehoniane, Bologna 2014); Una sola carne in un solo Spirito: Teologia del matrimonio (Cantagalli, Siena 2014). I testi della collana Veritas Amoris riconoscono la verità dell’amore come chiave di comprensione del mistero di Dio, dell’uomo e del mondo e come luce per un approccio pastorale integrale e fecondo. La prospettiva della verità dell’amore aiuta a superare sia l’oggettivismo di una verità senza amore, che si limita ad imporre regole esterne alla libertà umana, sia il soggettivismo di un amore senza verità, per cui l’unico criterio per l’azione è l’autenticità delle proprie emozioni. Si tratta di un nuovo paradigma che, in piena fedeltà ai principi sorgivi della tradizione cattolica, propone una riflessione a partire dalla logica dell’amore.
«Me li stai rovinando tutti, tu sei la mia rovina!». Con queste parole il diavolo spesso si è rivolto all'autrice che da quasi trenta anni si è occupata, insieme al famoso esorcista don Gabriele Amorth, delle possessioni demoniache. Angela Musolesi nel libro, prendendo spunto dalla sua esperienza, spiega quali sono le cause delle possessioni, come possono accadere questi fenomeni, quali sono gli strumenti che si possono usare per liberare una persona posseduta dal diavolo. Spiega l'autrice: «Con questo libro desidero portare la gioia di Dio al maggior numero di persone possibile, spiegando principalmente come liberare e liberarsi dall'azione del demonio, In modo che tutti possano farlo con ottimi risultati».
Ci sono diversi modi di intendere e vivere quella fondamentale dimensione della vita di fede che è la preghiera. In questo libro, la preghiera cristiana ci appare come cammino di trasfigurazione di tutta la vita - ovvero di cose, volti, circostanze che gremiscono la carne ed il sangue del nostro umano vivere in questo mondo. Per l'uomo che ha la grazia di vivere in cristo e di cercarlo con semplice perseveranza, tutto a poco a poco, si trasforma in canto e viceversa il proprio canto, la propria preghiera si riempie di innumerevoli voci: il grido del falco ed il pianto d'un bambino, il gracchiare del corvo e lo stormire del vento - ogni voce diviene all'orecchio dell'anima orante eco della voce dell'amato che la cerca e della propria che cerca lui. Ogni volto umano diviene ai suoi occhi un'icona di Lui che le viene incontro - ora crocifisso, ora gioioso, ora glorioso.
La morte pone l’uomo davanti alle grandi domande esistenziali: che senso ha la vita? c’è qualcosa al di là della morte? O ancora: la morte biologica segna il termine ultimo dell’esistenza umana ed ogni anelito di immortalità è puramente illusorio? Esiste l’anima? Che cos’è la felicità? Che risposta può dare l’uomo a queste domande servendosi della sua intelligenza? Qual è il ruolo delle religioni e che cosa offre la fede cristiana?
Fin dall’antichità l’uomo si è interrogato su questi temi, ma la società odierna tende spesso a eluderli o a darvi risposte superficiali e ideologiche, o a rifugiarsi in una fede che tende al fideismo.
L’uomo invece, e a maggior ragione il credente, ha non solo il diritto, ma anche il dovere di cercare la verità per rispondere alle domande che abitano il suo cuore. Riprendendo l’esortazione di Giovanni Paolo II nell’enciclica Fides et Ratio, l’Autore sottolinea come oggi sia urgente «un rinnovamento della ricerca filosofica, sia per l’uomo alla ricerca del senso della propria vita, che per il credente alla ricerca del vero senso della Rivelazione e della fede».