
“Ogni rinnovamento della Chiesa
consiste in una fedeltà più grande
alla sua vocazione.
La chiesa è chiamata
a questa continua riforma”
(Concilio Vaticano II, Unitatis Redintegratio 6).
Nell’intima costituzione della chiesa vi è un’esigenza continua di rinnovamento. La parola di Dio, che ogni giorno la alimenta, la spinge in questa dinamica positiva, vitale, di riforma. Lo stesso movimento, nel corso dei secoli, è però stato necessario anche a causa della presenza nella chiesa di inevitabili aspetti di decadenza che si sono sovrapposti alla freschezza originaria. Presentiamo qui un’antologia di testi, tra i principali appelli alla riforma lanciati ripetutamente nel corso del secondo millennio della storia della chiesa in occidente. Vi figurano sia esponenti cattolici sia alcuni protagonisti delle Riforme evangeliche, fino ad arrivare ai documenti del concilio Vaticano II, in cui si esprime con chiarezza che il processo riformatore potrà avere pieno sviluppo solo in una comune ricerca di fedeltà all’evangelo condivisa tra tutte le chiese.
Saverio Xeres, presbitero della diocesi di Como, insegna storia della chiesa presso lo Studio teologico del seminario diocesano di Como, presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale e l’Istituto superiore di scienze religiose di Milano. Ha pubblicato vari contributi di storia della chiesa, sia generale sia locale, tra i quali La chiesa, corpo inquieto (Àncora 2003) e Chiaro di luna (Àncora 2008).
“Quello che doniamo
è meno importante
di colui al quale doniamo”
Nell’epoca degli aiuti umanitari e delle associazioni senza frontiere è importante che la carità non sia confusa con la solidarietà, non rimanga semplicemente un sinonimo di filantropia. Attraverso la meditazione di testi biblici e di documenti del magistero, e fondandosi sulla sua esperienza personale, l’autore pone domande e propone riferimenti teologici ed etici per un impegno umanitario e una carità vissuti concretamente. Ogni cristiano e la chiesa nel suo insieme sono chiamati a crescere nella coscienza che la carità è ancorata al cuore dell’eucaristia: in essa ha origine. È dietro al Gesù del vangelo e ricevendo il suo mandato che noi possiamo essere testimoni credibili della carità di Dio.
Jacques Turck, presbitero della diocesi di Nanterre, fondatore della Maison d’Église Notre-Dame-de-Pentecôte nel quartiere della Défense a Parigi, è cappellano nazionale del Comitato cattolico contro la fame e per lo sviluppo, e direttore del Servizio per le questioni familiari e sociali della Conferenza dei vescovi di Francia. È anche professore di teologia.
La centralità della liturgia
nella vita spirituale del cristiano
La liturgia è culmine e fonte di tutte le azioni vitali della chiesa, ma anche della vita del cristiano. Il rinnovamento della liturgia voluto dal concilio Vaticano II ha avuto un grande impulso per l’approfondimento della vita spirituale: lo scopo della riforma è stato quello di ricondurre ai suoi fondamenti evangelici lo spirito dei credenti che celebrano la liturgia. Il presente volume offre per la prima volta in italiano l’insegnamento liturgico di uno dei teologi cattolici più apprezzati, in un percorso che tocca tutti gli ambiti essenziali della liturgia: le dimensioni del tempo e della comunità, il rapporto con la parola di Dio, la prassi e il ruolo dell’omelia, la preghiera dei salmi, le celebrazioni dell’iniziazione cristiana e la dimensione estetica dello spazio e della musica sacra.
Albert Gerhards (1951), ordinario di liturgia e direttore del Seminar für Liturgiewissenschaft dell’Università di Bonn, membro del comitato scientifico dei Convegni liturgici di Bose, dal 2007 è presidente della Commissione d’arte cristiana della diocesi di Aquisgrana. La sua ricerca si è focalizzata in particolare sulla teologia e la prassi della liturgia, l’ecumenismo, la musica e l’arte sacra.
“Non sono sicuro di credere in Dio: però lo amo.
E, per non amare un’idea di Dio,
provo ad amare coloro che mi stanno accanto”.
Dio è sempre al di là delle immagini e delle parole con cui gli uomini cercano di rappresentarlo; è un Dio nascosto, che si può conoscere ma non “sapere” fino in fondo. Eppure, per evocarlo, l’uomo ha bisogno di “dirlo”, e il modo in cui lo racconta non è indifferente: un Dio falsato porta a una falsa visione della vita. Come discernere, allora, tra le diverse rappresentazioni di Dio? Con un linguaggio semplice e chiaro, l’autore indica e approfondisce un criterio fondamentale: ogni descrizione di Dio che va contro l’uomo e la sua vita, che lo sminuisce o lo distrugge è falsa. Un Dio per l’uomo e degno di lui, infatti, non può essere altro che colui che aiuta l’uomo a divenire più umano e che lo libera da quanto lo disumanizza.
Jean-Marie Ploux (Guéret 1937), presbitero e teologo, è stato vicario generale della Mission de France. Ha condotto studi di arabo e islamistica, opera nella formazione ed è impegnato nel dialogo interreligioso e nell’ecumenismo.
Se i cristiani non sono “del mondo”, tuttavia non devono dimenticare di essere “nel mondo”: oggi, infatti, a loro è richiesto di ripensare la fede cristiana all’interno della cultura postmoderna, senza alcun appiattimento acritico su di essa, ma in un’apertura al dialogo e al confronto. Possiamo così scoprire che la chiesa, nel contesto del mondo attuale, è chiamata a essere umile: la sua umiltà si radica nell’umiltà stessa di Dio, che in Gesù Cristo si è compromesso con la terra e l’umanità, e le permette di essere il popolo di Dio animato dallo Spirito santo. La chiesa è umile perché consapevole di essere “in relazione” e “dalla relazione”, perché non deve imporre una verità totalizzante, ma vuole proporre una verità che apre alla libertà.
Roberto Repole (Torino 1967), presbitero, insegna ecclesiologia e teologia sistematica presso la Facoltà teologica di Torino. Ha indirizzato buona parte della sua ricerca al ripensamento della chiesa nell’orizzonte della cultura contemporanea.
Tra raffinata ricerca teologica
e grande passione pastorale,
la sintesi del pensiero
di uno dei maggiori liturgisti contemporanei
“Una delle acquisizioni più importanti della teologia sacramentaria, a partire da alcuni decenni, consiste nel rilievo che essa conferisce ormai alle metafore, ai simboli, al gioco, al corpo... La riflessione non può quindi prescindere dal modo in cui sono concretamente realizzati i sacramenti: testi, azioni, posture, oggetti, luoghi ... Si sarebbero evitate tante controversie inutili o derive incresciose se, per esempio, si fosse sempre pensato il mistero di Cristo nell’eucaristia a partire dall’azione liturgica e se ci si fosse lasciati istruire dalla tradizionale diversità delle famiglie liturgiche” (Louis-Marie Chauvet).
Louis-Marie Chauvet (Chavagnes-en-Paillers 1942), presbitero, è professore emerito di liturgia e teologia sacramentaria all’Institut catholique di Parigi, presso il quale ha insegnato fino al 2008. Alla ricerca teologica ha sempre unito un’intensa attività pastorale. Presso le nostre edizioni ha già pubblicato L’arte del presiedere la liturgia.
Parlare della carità spesso ci può far illudere anche di praticarla, di operare veramente nel senso di quell’amore che il vangelo ci narra e che Gesù ci comanda. Oggi tuttavia i segni di barbarie e di smarrimento di ciò che la carità significa – giustizia, solidarietà, compassione – sono davanti ai nostri occhi e noi stessi ne siamo i protagonisti. In questi tempi di indifferenza, siamo chiamati a riscoprire l’essenziale, a discernere ciò che è irrinunciabile per la fede. La rilettura delle opere di misericordia, che questo testo propone, trova perciò una rinnovata attualità. Richiamare la tradizione delle opere di misericordia significa cogliere la carità come arte dell’incontro, della relazione, come prassi di umanità che travalica le fedi e che può unire ogni persona. È nell’oggi della storia che possiamo manifestare la differenza cristiana con la pratica dell’urgente carità.
Luciano Manicardi (Campagnola Emilia 1957), monaco di Bose e biblista, collabora alla rivista Parola, Spirito e Vita. Presso le nostre edizioni ha pubblicato Il corpo (2005), L’umano soffrire (2006), Guida alla conoscenza della Bibbia (2009) e, insieme a Enzo Bianchi, Accanto al malato (2000).
Le più belle preghiere
dalle varie tradizioni cristiane
“Signore Gesù, guardaci!
Vedi, siamo tutti pellegrini di Emmaus,
siamo tutti uomini che faticano
nell'oscurità della sera.
E anche i nostri cuori sono vigliacchi.
Vieni sulla nostra strada,
brucia il cuore anche a noi.
Entra con noi a sederti al nostro fuoco,
affinché, esultanti di una gioia trionfale,
ci rialziamo a nostra volta
per correre a rivelare la gioia
a ogni uomo nel mondo,
nell’amore, per sempre,
fino al nostro ultimo respiro”.
(abbé Pierre)
Un’inedita raccolta di preghiere rivolte a Gesù Cristo, provenienti da tutte le tradizioni ecclesiali e da ogni epoca, per alimentare la nostra vita spirituale. La scelta comprende sia preghiere liturgiche sia invocazioni libere, che ricoprono i principali movimenti della preghiera, dalla lode alla supplica. I testi qui presentati sono innanzitutto preghiere, parole rivolte a Cristo e alcune poesie su di lui, raccolte nell’ultimo capitolo.
Occasione per ripensare la fede in una società plurale, il dialogo interreligioso è oggi diventato un impegno irreversibile per i cristiani. Come Dio stesso per primo è entrato in dialogo con l’umanità, così la chiesa è a servizio dell’unità del genere umano. In pagine di ampio respiro, l’autore introduce anche i non specialisti alle forme e soprattutto allo spirito del dialogo, offrendone al contempo il fondamento teologico. I cristiani sono invitati ad assumere uno stile evangelico di dialogo, nella ricerca di un’intelligenza rinnovata delle proprie ragioni di vita: potranno così dire altrimenti ciò che da sempre li anima. Potranno dirlo per sé e per la chiesa, perché saranno stati in grado di dirlo ad altri. È questo il cuore dello “spirito di Assisi”.
Jean-Marie Ploux (Guéret 1937), presbitero e teologo, è stato vicario generale della Mission de France. Ha condotto studi di arabo e islamistica, opera nella formazione ed è impegnato nel dialogo interreligioso e nell’ecumenismo. Presso le nostre edizioni ha recentemente pubblicato Dio non è quel che credi.
Al di là dei più oscuri rischi dell’esistenza,
quale gioia perfetta procura agli sposi
la prospettiva di un’alleanza eterna!
La felicità degli sposi non ha senso se non quando accende quella dell’altro, degli altri. La felicità così vissuta è certamente mescolata a sofferenze, a delusioni, a fallimenti, ma tutto ciò verifica la qualità di questa gioia. Nella vita di una coppia le prove approfondiscono i fondamenti dell’alleanza e rinsaldano la forza del legame. Non avendo il loro centro di gravità in se stesse, le nozze non costituiscono un circolo chiuso in cui ricondurre tutto agli sposi, ma fanno degli sposi una sorgente di gioia e di fecondità che si estende al resto del mondo.
Jean Bastaire (Chamalières 1927) ha collaborato per vent’anni alla rivista francese Esprit. È da sempre impegnato per il rinnovamento della chiesa e per una lettura cristiana dell’ecologia. Presso le nostre edizioni ha già pubblicato Eros redento (1991).
C'è salvezza anche per gli animali? Una risposta cristiana. La Scrittura e la sapiente riflessione dei padri della chiesa offrono un approccio positivo e ponderato al rapporto tra animale e uomo, mostrando che a quest'ultimo non è dato un potere arbitrario e assoluto, bensì la responsabilità di custodire il creato quale mandatario di Dio. L'uomo, cioè, non è isolato al centro della creazione, ma è posto in una grande comunione di creature: al centro ci sono solo Dio, la comunione e l'amore.
La lavanda dei piedi à un sacramento? Partendo dall'episodio narratoci da Giovanni, l'autore ripercorre prassi e relative concezioni teologiche maturate all'interno della chiesa intorno a uno dei gesti più sconvolgenti di Gesù. Il gesto del giovedì santo, infatti, è "il rito della crisi del rito", l'atto rituale che manifesta la subordinazione di ogni rito alla relazione etica.

