
L'apologetica - disciplina che si riteneva morta fino a poco tempo fa - è stata di recente rilanciata su periodici e quotidiani per merito di editorialisti come Vittorio Messori. Essa non è altro che una piana esposizione delle ragioni per credere nel cristianesimo cattolico. Non di rado, infatti, i credenti si trovano di fronte a obiezioni di carattere storico sui supposti "scheletri nell'armadio" del cattolicesimo. L'apologetica si occupa di spiegare e dipanare nodi, di raccontare i fatti come sono andati in realtà, mostrando come essi siano spesso ben più favorevoli alla Chiesa di Roma di quanto non credano i suoi stessi fedeli.
Nella cultura contemporanea prende sempre più piede l’idea che l’ateismo sia una forma superiore di conoscenza e di moralità, una conseguenza logica delle scoperte scientifiche, del progresso tecnico, delle valutazioni storiche sul passato dell’umanità. In verità, oggi come ieri, rimangono assolutamente intatte le stesse domande di senso, sul mondo, sull’uomo, sul perché della vita e dell’universo. Contrapponendosi all’ideologia ateistica oggi rappresentata da scrittori e opinionisti come Piergiorgio Odifreddi, Corrado Augias, Umberto Veronesi, Richard Dawkins, Sam Harris, Christopher Hitchens, si esaminano le attuali conoscenze scientifiche sul Big Bang, sull’evoluzione, sull’origine della materia, della vita e della coscienza, muovendosi al confine tra scienza e morale. Si passa quindi all’orizzonte storico, analizzando le radici ideologiche dell’ateismo: quelle passate – il nazionalismo, il razzismo, l’eugenetica e il socialismo comunista – e quelle odierne – l’utopia dell’immortalità biologica tramite manipolazione genetica e clonazione. L’esito di questo articolato percorso d’indagine è uno solo: la storia rivela che ogni ateismo si è sempre rovesciato in una forma di fede assoluta e dogmatica – nell’uomo, nella scienza e nella politica – una fede che, inseguendo vanamente il proprio paradiso, ha invece realizzato il peggiore inferno sulla terra. Dimostrando che la vera libertà non sta nel radicale rifiuto di Dio e che dunque l’uomo non può essere ateo.
Uno scrittore cattolico e un vescovo, consigliere spirituale della Comunità di Sant’Egidio, a sua volta scrittore, si incontrano in un libro-conversazione problematico e appassionato sui temi salienti del nostro vivere qui, oggi, in Italia.
Perché questo paese che Scaglia, parafrasando Shakespeare, chiama l’Italia del nostro scontento, un paese senza regole, pare sprofondato in una sorta di apatia che lo rende in apparenza privo di ambizioni e disinteressato al futuro? E perché, contrariamente a quanto avviene in molti altri paesi, non esiste da noi un dibattito reale sui grandi temi che appartengono all’identità di ogni uomo? Diritti umani, qualità della vita, religione, ambiente, povertà.
Sono solo alcune delle domande che i due autori si pongono. Mentre ai molti dubbi di Franco Scaglia su un paese che ha anche perso ogni grande e piccola sicurezza, monsignor Vincenzo Paglia risponde con un’analisi che non nega i problemi, ma li affronta con la luce dell’intelligenza e la pacata certezza dell’uomo di fede. E si parla di persone singole e di collettività, di nazionalismi e globalizzazione, di guerra e di pace. Del volontariato, che contesta una società individualista e ripiegata su se stessa, ed è tra quelle forze che aiutano a sperare in un mondo migliore. E si parla anche di Dio e di fede, e del ruolo fondamentale della Chiesa in un mondo lacerato da una preoccupante caduta etica e devastato da mille contraddizioni.
Vincenzo Paglia e Franco Scaglia ci offrono un libro che invita a pensare: per capire dove stiamo andando e per reinventarci un paese. Con il fine, soprattutto, di ritrovare quell’”anima” che, come dice Paglia, in quanto collettività sembriamo talora aver perso.
"Questa volta abbiamo deciso di riflettere su quanto resti oggi degli insegnamenti di Gesù, della sua indignazione, della sua carità, del suo sacrificio e abbiamo immaginato che il dialogo avesse maggiore senso se collocato fisicamente nei luoghi della Passione. A Gerusalemme, appunto. Il nostro percorso, rispettoso e commosso nel calpestare i luoghi dove lui predicò, sarà un vero pellegrinaggio verso un sogno, quello di Gesù". Così ha inizio il nuovo viaggio, in cui i due autori, come già avevano fatto nel loro libro precedente "In cerca dell'"anima, si scambiano stimoli e idee, in una conversazione serrata e appassionante che esplora l'essenza stessa della figura di Gesù e la necessità di una nuova alleanza con l'uomo. Nel percorrere le stazioni della Passione il discorso si volge quasi inevitabilmente ai temi che riguardano da vicino il mondo di oggi: l'importanza dell'altro, la carità, lo sviluppo economico che troppo spesso viene fatto coincidere con la felicità, la perdita della pietas che colpisce soprattutto i più deboli, i labirinti della solitudine. Dalla basilica del Santo Sepolcro luogo finale della Via Dolorosa, al convento della Flagellazione luogo iniziale della Via Dolorosa, si snoda all'incontrano un racconto di vita e di riflessione, un dialogo intenso tra un credente e un uomo di Chiesa, dove si auspica la nuova alleanza tra Gesù e l'uomo nell' antico spirito dell'Arca di Noè.
Perché questo paese pare sprofondato in una sorta di apatia che lo rende in apparenza privo di ambizioni e disinteressato al futuro? E perché non esiste da noi un dibattito reale sui grandi temi che appartengono all’identità di ogni uomo? Diritti umani, qualità della vita, religione, ambiente, povertà. Sono solo alcune delle domande che si pongono i due autori di questo libro-conversazione, uno scrittore cattolico e un vescovo. Ai molti dubbi di Franco Scaglia su un paese che ha perso ogni grande e piccola sicurezza, monsignor Vincenzo Paglia risponde con un’analisi che non nega i problemi ma li affronta con la luce dell’intelligenza e la pacata certezza dell’uomo di fede. Si parla di persone singole e di collettività, di nazionalismi e di globalizzazione, di guerra e di pace. Del volontariato, che contesta una società individualista e ripiegata su se stessa, ed è tra quelle forze che aiutano a sperare in un mondo migliore. E si parla anche di Dio e di fede, oltre che del ruolo fondamentale della Chiesa in un mondo lacerato da una preoccupante caduta etica e devastato da mille contraddizioni. Vincenzo Paglia e Franco Scaglia ci offrono un libro che invita a pensare: per capire dove stiamo andando e per reinventarci un paese. Con il fine, soprattutto, di ritrovare quell’“anima” che, come dice Paglia, in quanto collettività sembriamo talora aver perso.
Benedetto XVI ha richiamato la famiglia a rispondere a un compito preciso, "nella prospettiva di una famiglia unita e aperta alla vita, ben inserita nella società e nella Chiesa" (lettera in vista dell'incontro mondiale delle famiglie, Milano 2012). La stessa consapevolezza del ruolo decisivo della famiglia nel mondo contemporaneo emerge negli interventi tenuti da don Giussani con i membri dell'Associazione "famiglie per l'accoglienza", impegnata a sostenere il fenomeno dell'affido e dell'adozione. Dalle parole di Giussani e dalle testimonianze raccolte affiora con forza l'accoglienza quale realizzazione in sommo grado della carità, vale a dire del riconoscimento di Cristo, di Dio che ci ha amati. La parola "ospitalità" di cui "affido" e "adozione" sono sinonimo traccia dunque l'identikit di una famiglia che, con gratitudine e impegno, si rende aperta alla vita. Da questa realtà di famiglia occorre ripartire oggi per affrontare la crisi economica, ma ancor prima morale che incombe sul mondo contemporaneo. Introduzione di Juliàn Carròn.
L’attuale scenario del mondo vede l’umanità in preda all’angoscia per il proprio futuro. In questo contesto di paura e incertezza, padre Livio Fanzaga ci invita a rileggere la storia del mondo come parabola di provvidenza e di salvezza: dalla Creazione al peccato originale, dalla Incarnazione, morte e Resurrezione di Gesù al ritorno glorioso di Cristo. Un ritorno preparato da segni grandiosi – lo sconvolgimento delle potenze naturali, la persecuzione della Chiesa, lo scatenamento del Male e l’impostura anticristica – annunciati dalle profezie bibliche, dai discorsi evangelici apocalittici di Gesù, dalle visioni di santi e mistici cristiani e dalle apparizioni mariane degli ultimi duecento anni. Dopo aver smantellato a una a una tutte le false profezie – dai millenarismi di varia natura fino alle apocalissi dei Maya e dei Testimoni di Geova – padre Livio giunge all’ultimo capitolo, dedicato a Medjugorje, richiamando l’estremo appello alla conversione della Regina della Pace a una umanità che guarda al futuro con timore: Cristo sta per tornare e darà compimento alla storia spalancando all’uomo le porte dell’eternità.