
Un ritratto di piacevole lettura di Papa Paolo VI a 50 anni esatti dalla sua morte. Biografia di un uomo che ha donato la sua vita alla Chiesa e a Dio.
La morte di papa Paolo VI, avvenuta nell'estate del 1978 a pochi mesi dall'omicidio di Aldo Moro, segna un passaggio decisivo per la Chiesa cattolica e riaccende il dibattito sul concilio Vaticano II. In quei mesi, un gruppo di studiosi e ricercatori dell'Istituto di scienze religiose di Bologna, nato dall'intuizione di Giuseppe Dossetti, decide di scrivere un memorandum per i cardinali convocati in Conclave. Non si tratta di un appello pubblico o di un'azione di lobbying a favore di un candidato, ma di una riflessione riservata sul "rinnovamento del servizio papale nella Chiesa alla fine del XX secolo" volta a suggerire al nuovo pontefice atteggiamenti, idee, letture. Redatto inizialmente da Giuseppe Alberigo, Giuseppe Ruggieri e Massimo Toschi, il documento riceve apporti di altri, primi fra tutti Antonio Acerbi ed Enzo Bianchi, e viene recapitato ai cardinali prima dell'elezione di Giovanni Paolo I. Il memorandum torna a più riprese sui modi di un esercizio collegiale, e per questo libero, credibile, povero, del ministero petrino ed evoca i grandi nodi di un cattolicesimo che ha davanti a sé la possibilità di una riforma. Quel documento, riletto a distanza di 35 anni e dopo la rinuncia di papa Benedetto XVI, rivela visioni datate, ma anche una paradossale attualità poiché rimette al centro i temi della povertà, della collegialità, della credibilità ecumenica e della magnanimità misericordiosa verso tutti.
Contenuti, interpretazione e attualità del Concilio Vaticano II. Sono gli ingredienti di questa nuova pubblicazione, che raccoglie i contributi di studiosi di varia specializzazione, accomunati dall'obiettivo di restituire all'evento più importante per la Chiesa nel XX secolo il valore di "bussola per il Terzo millennio".
Il libro consta di due parti: la prima, che ha come titolo "Il Concilio davanti a noi", tenta un'ermeneutica del Concilio, tra risorse e problemi aperti; nella seconda parte, "Non c'è continuità senza rinnovamento", vengono affrontate diverse questioni specifiche, dalla libertà religiosa al ruolo dei laici, dai giovani alla povertà della Chiesa.
Gli autori: Luigi Bettazzi, Giorgio Campanini, Piero Coda, Piergiorgio Grassi, Luigi Lorenzetti, Franco Miano, Gilles Routhier, Brunetto Salvarani, Giuseppe Savagnone, Giovanni Tangorra, Marco Vergottini.
L'opera propone anche i discorsi di apertura e chiusura del Concilio Vaticano II, pronunciati rispettivamente da Giovanni XXIII e Paolo VI.
Letteralmente "luogo chiuso in cui si riuniscono i cardinali per eleggere il pontefice", il conclave è un'istituzione quasi millenaria che si immagina caratterizzata per le procedure immutabili e fuori del tempo. Ripercorrendo la storia dell'elezione del papa nelle sue complesse stratificazioni politiche e teologiche, fino alle innovazioni novecentesche del "conclave segreto", Alberto Melloni mostra come quest'assemblea adatti procedure e intenti al bisogno di dare un vescovo a Roma e un pastore alla chiesa universale. Questa nuova edizione è arricchita da un'analisi del conclave del 2005 e da una valutazione storica dell'inatteso gesto di Benedetto XVI, che rinunciando al soglio nel febbraio 2013 ha portato, per la prima volta dopo molti secoli, a un conclave destinato a eleggere il successore di un pontefice ancora vivente.
A tre mesi dalle elezioni del 18 aprile 1948, "Cronache sociali", la rivista di Giuseppe Dossetti, annuncia l'imminente pubblicazione di un volumetto su "Chiesa e politica, gerarchia e partito": quel quaderno speciale non uscirà mai. Oggi sappiamo il perché. Il libro di Alberto Melloni, nel centenario della nascita di Dossetti (13 febbraio 1913), permette di rileggere quello che è insieme un giallo politico e uno spaccato dei problemi che agitano i rapporti fra Chiesa e politica. Gli articoli del quaderno "scomparso", finalmente recuperati grazie al lavoro di riordino del fondo della rivista salvato da Giuseppe Alberigo, si rivelano scritti dirompenti, che affrontano con forza e passione questioni centrali per la vita democratica e per la presenza cattolica nella storia italiana, come il nodo dell'autonomia dei cattolici nella vita pubblica e il fondamento dell'esigenza di militare in un solo partito. Gli autori di questa impresa mancata, molti nemmeno quarantenni, sono convinti che spetti proprio a loro prendersi la responsabilità di dotare l'Italia degli strumenti adeguati per impedire la replica di quel fragile moderatismo, di quel conservatorismo che non era stato capace di impedire il fascismo. A spingerli in questa direzione agisce un solido ragionamento dottrinale e filosofico, in virtù del quale emerge con estrema chiarezza l'urgenza di un partito capace di raccogliere le esigenze cattoliche di rinnovamento.
Il volume, curato da Filippo Grammauta, contiene diversi saggi critici di autori che si sono confrontati a Palermo sul tema dei rapporti fra il templarismo, gli ordini massonici e la cristianità. Fra questi, Giuseppe Fort, archeologo, Rettore dell'Accademia Templare-Templar Academy, tratta di siti e simboli templari e cristiani presenti in Italia. Gino Bellomo, studioso di simbologia massonica e relativi riti, illustra l'eredità templare nei riti massonici; Rinaldo Tieri, medico, studioso delle tradizioni filosofiche e di ritualità, evidenzia l'evoluzione di alcuni principi templari nell'etica del templarismo e delle obbedienze massoniche. Il pastore Valdese Giuseppe Ficara, partendo dalle origini e dallo sviluppo del movimento valdese (secoli XII e XIII, durante i quali nacque e si sviluppò l'Ordine dei cavalieri templari), mette in evidenza l'evoluzione di alcuni principi etici che caratterizzano l'attuale chiesa valdese, che sono propri anche dei movimenti neotemplari e delle istituzioni massoniche. Filippo Grammauta analizza dal punto di vista storico le vicende che hanno portato alla soppressione, senza condanna, dell'Ordine del Tempio.
Queste pagine descrivono con chiarezza espositiva e una documentata ricerca storica le origini dei Monti di Pietà. Vi si narra come e dove questi istituti sono sorti e sono stati organizzati, la loro finalità e la loro evoluzione. Nel XV secolo i frati francescani inventarono infatti uno strumento finanziario provvidenziale, con lo scopo di combattere il dilagante fenomeno dell’usura e di venire incontro ai bisogni e alle difficoltà economiche dei cittadini meno abbienti.
Corredato da un’introduzione di Renato Bordone, esimio medievista recentemente scomparso, e da un’intervista a Maria Giuseppina Muzzarelli, docente di Storia medievale presso l’Università di Bologna, questo volumetto si propone dunque di tracciare e documentare la genesi e gli albori di un ente creditizio a tutti noto, il Monte di Pietà, voluto ideato e diffuso ai suoi prodromi dai frati minori osservanti nel Medioevo.
Il dibattito storico-teologico sul Concilio Vaticano II presenta differenti e, a volte, contrastanti posizioni, soprattutto in relazione all’intervento di Benedetto XVI del 22 dicembre del 2005. Siamo nel pieno delle dinamiche recettive del Concilio e dei suoi documenti.
L’11 ottobre del 1962, con una solenne e memorabile celebrazione, Giovanni XXIII con il suo discorso di apertura dava inizio ad un vivace dibattito tra più di duemila vescovi, convenuti a Roma a confrontarsi su questioni teologico-pastorali nodali e di interesse per tutta la Chiesa.
Attraverso una lettura sincronica e diacronica dei principali avvenimenti e documenti del Vaticano II, questo volume intende presentarne i protagonisti, le caratteristiche, l’originalità, i risultati, le prospettive e i punti problematici.
Le clamorose dimissioni di Benedetto XVI avvengono alla fine di una lunga sequenza di scandali che hanno travolto il Vaticano dalla morte di Giovanni Paolo II a oggi. Un Vaticano spinto quasi a forza dalla parte opposta di un simbolico confessionale. Costretto a difendersi, a confessare "peccati" veri e presunti. E non solo davanti a se stesso ma anche ai suoi fedeli disorientati, al tribunale dell'opinione pubblica occidentale e a quello delle istituzioni finanziarie internazionali. La Chiesa, "maestra di vita" per antonomasia, rischia di essere confinata dalla propria crisi di identità nella posizione scomoda e inedita di "imputato globale". Gli scandali e i veleni che hanno toccato alcune delle persone più vicine a Benedetto XVI sono dunque percepiti come il sintomo di una decadenza allarmante. Al punto che fra gli avversari si parla del Vaticano come di un "secondo Cremlino", destinato alla stessa rovinosa caduta dell'impero sovietico dopo la guerra fredda. Massimo Franco analizza le cause profonde e le implicazioni di un affanno emerso con il tramonto della Seconda Repubblica berlusconiana, legata alle gerarchie ecclesiastiche da una lunga alleanza di fatto: una stagione da cui il cattolicesimo politico riemerge diviso e debole, dopo avere cercato invano di ricompattarsi.
Il notissimo storico della Chiesa spagnolo Juan María Laboa durante il 2012 scrive un lungo racconto, una parabola: la venuta di Cristo a Roma ai nostri giorni, con tutti gli odierni personaggi della politica, del Vaticano ...Alla festosa accoglienza delle borgate romane e di parrocchie di quartiere si contrappone il turbamento di persone famose.
Accompagnano Gesù vari apostoli e santi. Roma affascinante e barocca appare fuori tono, c’è sproporzione! Eppure l’accoglienza che promana dal nuovo arrivato abbraccia tutti, tutto può tornare possibile. Chi oggi «si imbattesse in Cristo, non ascolterebbe forse la Buona Novelladalla sua stessa fonte?».
Con la suspence di un thriller, l’opera è una parabola che mette il lettore a suo agio. Verso la fine Benedetto XVI prende la decisione di dimettersi, e nell’ultimo capitolo il papa si sveglia: il tutto era stato un suo sogno, e comincia una giornata diversa...
Una “biografia doppia” in cui l’Autore intreccia – come in un romanzo – la vita di un protagonista della storia europea e quella della moglie, rievocando luoghi, personaggi, vicende e voci di un periodo storico che ha segnato la nascita dell’Europa moderna e il volto del cristianesimo come lo conosciamo oggi. Della vita di Caterina, a differenza del celebre marito, rimangono pochissime testimonianze oltre agli scritti di Lutero stesso e di qualche contemporaneo. Fu però una figura tutt’altro che marginale: in ventuno anni di vita in comune, l’ex monaca diede al marito sei figli; collaborò con lui come confidente e, in sua assenza, come alter ego, sovrintendendo da imprenditrice alla gestione dell’ex convento agostiniano di Wittenberg, dove ospitò alla tavola familiare professori, studenti e visitatori illustri. La prosa chiara e documentata e il particolare taglio narrativo dell’opera guidano il lettore a conoscere la figura e il pensiero di Lutero e a coglierne «la profonda religiosità» (Giovanni Paolo ii).