
“Noi possiamo solo rannicchiarci nel grembo di Dio
e ringraziarlo per la grazia di dimorarvi”.
In manus tuas, Domine...
La sofferenza non ha valore in sé:
apre una falla in tutte le relazioni
e innanzitutto all’interno di se stessi.
Nei confronti della sofferenza
Dio non chiama al compiacimento
ma alla resistenza.
Il dolore degli uomini è sempre una prova
per la loro immagine di Dio.
“Quello che Bruno Chenu dice di Dio attraversa con forza alcune delle grandi opposizioni in cui si smarriscono, a proposito di Dio, molti spiriti contemporanei. Trascende queste opposizioni irrigiditesi in contraddizioni, fa vedere come il Dio manifestatosi in Gesù Cristo è oltre queste controversie, come può essere potente senza crudeltà, più lontano delle nostre lontananze pur essendo vicino, e così via. E lo dice con sobrietà, com’è opportuno sull’orlo dell’estremo”.
(dalla “Prefazione” di Maurice Bellet)
Bruno Chenu è morto a sessant’anni il 23 maggio 2003, neanche due mesi dopo aver steso questo testo a partire dalla propria esperienza della malattia. Religioso assunzionista, era stato professore di teologia all’Institut catholique di Lione, caporedattore per la religione del quotidiano La Croix e copresidente del Gruppo di Dombes. Presso le nostre edizioni ha pubblicato anche Tracce del volto. Dalla parola allo sguardo.
Tante cose sono accadute a Betania. Anzitutto la risurrezione di Lazzaro, segno di un destino più generale che coinvolge chi è convocato intorno a questa tavola. Gesù chiama Lazzaro fuori dalla tomba. Ma Lazzaro risuscitato è il segno di quanto accade anche alle sorelle Marta e Maria. Marta infatti riconosce nell'amico il Signore della vita. E dal momento che la risurrezione è credere in Gesù, perché chi vive e crede in Lui non muore in eterno (cf Gv 11,26), la "confessione di fede" di Marta è anche la risurrezione delle due sorelle. Betania è dove talvolta si è voluto dare una fondazione alla distinzione degli stati di vita nella Chiesa. Ma una lettura attenta del vangelo scombussola i nostri schemi: delle due sorelle, è Marta, l'attiva, che per prima riconosce esplicitamente nell'amico, nel rabbi, il Figlio di Dio. Marta è cioè anch'essa contemplativa, riesce a vedere in una realtà un'altra più profonda, pur se in un modo diverso dalla sorella. Betania è anche il luogo dove si consuma una sostituzione tra Lazzaro e Cristo: Lazzaro esce dalla tomba perché Cristo vi entra al suo posto. Una lectio che offre tanto materiale per comprendere la vocazione come cammino di risurrezione, l'amicizia come relazione personale nell'amore, basata sull'amicizia di Cristo per noi e sul nostro riconoscimento radicale di Lui, la contemplazione come capacità di saper vedere trasparire il Signore dagli eventi della nostra storia e da quella di tutta l'umanità.
Emmaus riletta in chiave giovanile e missionaria. Il testo si rivolge agli adolescenti che desiderano arrivare alla meta senza cedere alla stanchezza di una strada impegnativa, ma anche a quegli adulti che li tengono per mano, quando si fa sera". "
Come suggerisce il sottotitolo, questo volume si propone ai lettori come un percorso di auto-conoscenza e di trasformazione profonda, per trovare chiavi interpretative convincenti che possano illuminare e interpretare una insoddisfazione persistente, definita dall'autore: insostenibilità della vita. Un percorso che è al contempo interiore e storico-collettivo, personale e globale; un itinerario che si sviluppa su tre livelli: teorico-riflessivo, psicologico, spirituale. Il testo suggerisce, tra l'altro, alcune tecniche di rilassamento e di concentrazione, indicate come tappe necessarie per chiunque desideri imparare a fare spazio dentro di sé alle domande di senso che affiorano e che chiedono alcune risposte inderogabili.
Il motto della vita benedettina ora et labora evidenza l’importanza dell’equilibrio tra attività e preghiera. La Regola di Benedetto utilizza tre parole-chiave nel trattare la problematica: vocazione, ovvero l’essere chiamati a ‘fare’; ministerialità, ovvero il prendersi cura di ciò che è stato dato; obbedienza nel servirsi reciprocamente. Il volume sviluppa questi temi, applicandoli all’esperienza di lavoro nel mondo moderno, nello sforzo di testimoniare come ancora oggi il lavoro ci faccia collaboratori di Dio nel portare a compimento l’intera creazione.
Note sull'autore
Il motto della vita benedettina ora et labora evidenza l’importanza dell’equilibrio tra attività e preghiera. La Regola di Benedetto utilizza tre parole-chiave nel trattare la problematica: vocazione, ovvero l’essere chiamati a ‘fare’; ministerialità, ovvero il prendersi cura di ciò che è stato dato; obbedienza nel servirsi reciprocamente. Il volume sviluppa questi temi, applicandoli all’esperienza di lavoro nel mondo moderno, nello sforzo di testimoniare come ancora oggi il lavoro ci faccia collaboratori di Dio nel portare a compimento l’intera creazione.
Le meditazioni e le preghiere del presente volume nascono dall'esperienza personale che l'autore ha fatto nella sua parrocchia. Amici e fedeli lo hanno invitato a pubblicarle, percio suo desiderio e che possano dare spunto, per ulteriori riflessioni, a chi vuol pregare in maniera personale o comunitaria. Il libro e presentato dal Cardinale Camillo Ruini.
Zig Ziglar ha ispirato milioni di persone, aiutandole a conseguire i loro obiettivi. Ora, con le migliori citazioni tratte dai suoi libri e da altri nomi nella produzione motivazionale su temi come l'atteggiamento, l'immagine personale, gli obiettivi, la motivazione, il successo, le relazioni interpersonali, questo libro offre uno strumento utilissimo per chi desidera raggiungere i maggiori traguardi, sia per il proprio arricchimento personale sia condividendoli con gli altri.
Un itinerario di sequela
alla luce del vangelo di Luca
“Chi è Gesù?” è la domanda che, nella sua provocante semplicità, riconduce ogni discepolo alle sorgenti della sua ardente ricerca del volto di Colui che è al cuore dell’esistenza cristiana. È una ricerca che dà forma alla narrazione stessa del Vangelo di Luca, come ci mostrano queste pagine che seguono Gesù nella sua salita a Gerusalemme e che accompagnano i suoi discepoli dapprima lungo le strade della Galilea e della Giudea e poi, ai nostri giorni e nelle nostre vite, aiutano il lettore a discernere il cammino della sequela e i tratti del volto del Signore vivente.
Franco Giulio Brambilla (Missaglia 1949) è presbitero della diocesi di Milano, docente di cristologia e antropologia teologica alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, appassionato cercatore della “visione cristiana dell’uomo” anche nel ministero pastorale. Tra le sue pubblicazioni fondamentali ricordiamo Cristo, Pasqua del cristiano; Il Crocifisso risorto e il più recente Esercizi di cristianesimo.
Un’occasione per approfondire
il mistero della Pasqua
attraverso le parole sapienti
dell'arcivescovo di Canterbury
Quale speranza per le vittime di questo mondo, e ancor più per i responsabili della loro oppressione? A che genere di comunità i cristiani sono chiamati a dar vita? Quale messaggio dà unità alla vita dei credenti? In un percorso affascinante, di straordinaria profondità teologica e spirituale, l’arcivescovo di Canterbury esamina nelle pagine di questo libro i racconti evangelici della resurrezione, indicando a noi tutti ancora una volta l’unica vera vittima che non condanna ma dischiude innanzi agli uomini una nuova vita, che non ci imprigiona nel passato ma apre la nostra memoria a esiti creativi: Gesù Cristo, che con la Pasqua fa di noi degli uomini liberi e delle nostre chiese delle vere comunità di resurrezione. Un’opera magistrale, attualissima, di cui tutte le chiese cristiane avevano un forte bisogno.
Rowan Williams (Swansea 1950) ha studiato teologia a Mirfield e a Cambridge, ed è stato uno dei più giovani professori di teologia dell’Università di Oxford. Esperto di patristica e del pensiero russo contemporaneo, uomo da sempre attivamente impegnato per la pace del mondo e la difesa degli ultimi, è stato eletto vescovo di Monmouth nel 1992 e arcivescovo del Galles nel 2000. Dal 2002 è il 104º arcivescovo di Canterbury e primate della Comunione Anglicana. Presso le nostre edizioni ha pubblicato il volume Il giudizio di Cristo. Il processo di Gesù e la nostra conversione.
Dalla Bibbia un’ispirazione
per vivere la vicenda della coppia
e della famiglia
Cogliere da uno dei libri meno conosciuti dell’Antico Testamento un profondo insegnamento su Dio e la sua volontà, in grado di aiutare le giovani coppie a prepararsi al sacramento del matrimonio e a una vita cristiana in famiglia: questa l’ardua sfida affrontata con successo dall’autore in pagine dense di sapienza umana e cristiana. In un tempo in cui la violenza e l’ingiustizia sembrano vincere sulla volontà di pace degli uomini, le coppie e le famiglie testimoniano ancora, con la loro vicenda d’amore, quella presenza di Dio che si sprigiona dal libro di Tobia.
Luca Mazzinghi (1960), presbitero della diocesi di Firenze e tra i più apprezzati biblisti italiani della nuova generazione, insegna Sacra Scrittura alla Facoltà teologica dell’Italia centrale e al Pontificio Istituto Biblico. Alla competenza del docente sa unire la sollecitudine pastorale per la comunità locale affidata al suo ministero. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo La Sapienza. Tra Antico e Nuovo Testamento; Ho cercato e ho esplorato. Studi sul Qohelet e, più recentemente, Il libro dei Proverbi.
Espressioni come “lottare contro” il male, il peccato, le tentazioni, sono usate nella tradizione cristiana per rappresentare la volontà dell’uomo di elevarsi, di assomigliare a Cristo. Da qui l’ascesi come un combattimento continuo, il cristiano come un guerriero. Questa tradizione spirituale non è solo una specifica cristiana ma la ritroviamo, in modo attuale, anche nel concetto tanto discusso e controverso del “jihad” islamico. Il rischio è che la “lotta interiore” possa diventare difesa della purezza dagli attacchi esterni, sino alla degenerazione dell’intolleranza religiosa. In questo tempo di Quaresima l’autore ci riporta al vero significato di una “tradizione guerresca” che è quello di migliorare l’animo umano avvicinandolo a Dio. E non il contrario.