
La vita monastica viene presentata alla luce degli ideali evangelici che hanno animato e sostenuto le prime comunità cristiane.
Un libro frutto di una iniziale esperienza di vita eremitica fatta di solitudine piena della presenza di Dio, di silenzio risuonante della Parola del Signore e di consapevolezza di ritrovare in Dio tutti i fratelli.
Tutti sono con il dito puntato contro le istituzioni, i politici, i pubblici amministratori, i magistrati, i professori ..., gli immigrati ... e nessuno ha il dito puntato contro se stesso!
Per costruire una società ordinata e giusta sono necessarie persone ordinate e giuste. A me personalmente è rivolto il forte e urgente invito: metti ordine nella tua vita.
Questo piccolo libro vuole contribuire a realizzare quest´ordine, vuole illuminare le menti per comprendere il vero senso dell´ordine e sostenere le forze di coloro che sono impegnati a concretizzarlo in se stessi e nell´ambiente in cui vivono.
Mettere ordine è un impegno e un augurio a quanti amano se stessi e il meraviglioso pianeta nel quale per disegno divino siamo stati posti. Un impegno generoso dal quale nessuno può essere dispensato.
L’Autore, Mons. Novello Pederzini, pastore, prima che scrittore, è parroco nella comunità dei santi Francesco Saverio e Mamolo a Bologna ed è attivamente impegnato nella nuova evangelizzazione: ha pubblicato numerosi testi di religione per le scuole e appassionanti sussidi di divulgazione teologica, che hanno una larga diffusione per la chiarezza dei contenuti e per lo stile semplice che ne rendono la lettura facile e comprensibile a tutti. Sono tradotti in varie lingue e diffusi soprattutto oltre Oceano.
Incontrando tante persone affrante e schiacciate da situazioni difficili, l'autore è giunto a porsi questa domanda: come mai tanta gente sente il fascino dell'esoterismo e dell'occulto? Con questo lavoro l'autore apre un discorso anche pastorale, che ha come centro la "persona" sofferente per questi motivi, e contribuisce a dare una visione più realistica di quanto sia diffuso questo soffrire, partendo da esperienze personali e testimonianze dirette
''Stare sulla terra'' con il gusto delle cose belle della vita e della nostra fede.
L'elogio della laicità con cui si apre il volume indica lo spirito e lo stile dei pensieri che in esso si svolgono.
Laicità, per i cristiani, è assumere in pieno l'umanità che essi hanno in comune con tutti, e di essa mostrare la bellezza, il valore, le responsabilità.
Attraverso una riflessione che si snoda dall'ascolto della vita fino ad alcuni spunti per promuovere una nuova soggettività dei laici, il libro invita a guardare alla realtà e alle sue diverse dimensioni con occhi nuovi: non con lo sguardo di chi coglie di essa soprattutto i limiti, ma con quello sapiente di chi cerca e vede le ricchezze, il dono, i compiti, nella convinzione che la storia umana è abitata dal mistero.
Tocca soprattutto al laico riconoscere il mistero presente nella vita, svelarne il Nome, vivere in modo da portare alla luce, già da oggi, i germi di risurrezione presenti nella realtà. Per questo occorre, da parte dei laici, una nuova capacità di iniziativa, per stare nel mondo da testimoni della bellezza pasquale delle cose.
Il testo costituisce un itinerario ragionato svolto in Terra Santa, intervallato da riflessioni e preghiere nei luoghi più rappresentativi ove si è svolta la vita di Gesù.
Contenuto
Dio ci rivolge più di 350 domande attraverso la Scrittura. Ancora più elevato è il numero delle domande che gli esseri umani rivolgono a Dio e a Gesù. Il nostro quotidiano porre delle domande a Dio è un tentativo di dare delle risposte al mistero che invece è una realtà semplicemente troppo profonda per essere governata da noi. Le domande di Dio agli esseri umani invece sono degli inviti ad aprire il nostro cuore e la nostra mente a una comunicazione e a una relazione con lui; rispettano la dignità e la libertà umana. Dio pone le domande in modo da aprire nuove dimensioni di comprensione o evocare nuove intuizioni.
Destinatari
Per tutti
Autore
JEREMY HALL, OSB (1918-2008), è stata membro del monastero di St. Benedict a St. Joseph, nel Minnesota (USA). Conseguito il dottorato in teologia alla Marquette University, ha insegnato teologia al St. Benedict College, alla Creighton University, alla St. John University e Scuola di teologia. Ha scritto numerosi articoli e pubblicato alcuni libri, tra cui Spiritualità del deserto (Edizioni Messaggero Padova, 2009).
Contenuto
Salvatosi a vent’anni in seguito ad un grave incidente d’auto, Gabriel de Saint Victor ha trovato in questa prova uno slancio nuovo per vivere più intensamente. Ha preso piena coscienza dell’importanza dell’incontro con l’altro in una struttura dedita alle cure palliative, dove è stato cappellano per parecchi anni: quando si sa che resta poco tempo da vivere, la relazione diventa essenziale. Combinando racconti dei suoi incontri e riflessioni personali, padre Gabriel de Saint Victor ci rivela l’importanza del «morire bene». Testimonianza, la sua, di una grande tenerezza, tesa ad affrontare, con assoluto garbo, la delicata questione della fine della vita.
Destinatari
Tutti
Autore
GABRIEL DE SAINT VICTOR, ingegnere di formazione, ma anche banchiere e sacerdote, ha esercitato le sue professioni e ministeri in Francia, Italia, Africa e Brasile. Ha girato il mondo viaggiando in moto da Parigi a Colombo e trascorrendo due anni in Africa. Per cinque anni ha supportato un’equipe dedita alle cure palliative a Parigi e periferia.
Le intuizioni di John Martin Kuvarapu appaiono semplici, i suoi ragionamenti immediati, le immagini che usa facilmente visualizzabili. Eppure, dietro questa apparente facilità, si avverte l'incontro di due mondi, l'azzardo di una mirabile sintesi tra due tradizioni, quella indiana e quella biblico-cristiana, che hanno alle spalle secoli-millenni di elaborate riflessioni filosofico-teologico-spirituali. Kuvarapu è consapevole della diversità dei due contesti, eppure la sintesi sgorga da lui con grande naturalezza, come da chi ha praticato da sempre e parallelamente i due sentieri e non sa più scinderli. Il modo in cui procede nell'elaborare le sue riflessioni è vicino a quello di colui che è stato il suo principale maestro, Bede Griffiths: ovvero, mettere in luce ciò che appartiene ad una tradizione e ciò che appartiene all'altra, e poi individuare possibili congiungimenti ("matrimoni"). Questo non per piegare l'una all'altra o per fare inutile e artificioso esercizio di improbabili sposalizi, bensì in base alla convinzione profonda che le due tradizioni, proprio perché apparentemente così irriducibili l'una all'altra e così opposte, sono i due profili di uno stesso volto, i due lati di una stessa medaglia. E dunque l'una non può sussistere senza l'altra.