
Un libro che migliora la vita
Un libro che elimina la paura
Un libro che dona serenità
Ho capito cosa vuol dire testimoniare oggi la fede. Lasciarsi penetrare da una Parola e permettere che questa diventi evidenza senza quasi volerlo, testimonianza senza volere testimoniare niente, semplicemente tentativo di vivere amando appassionatamente ogni traccia di vita che Dio ci regala. Stare sempre dalla parte della vita, testimoniare è solo raccontare. “Abbiamo fatto della Scrittura uno scrigno di verità dogmatiche mentre, prima di tutto, è la storia di Dio che cerca l’uomo, lo “per-seguita”, lo assedia fino a quando questi non accoglie lo splendore della sua dignità. La Scrittura non è un libro, è Dio in azione. Noi cattolici dimentichiamo con troppa facilità che c’è uno Spirito di Dio in azione nel mondo, che parla al singolo, a ciascuno di noi, come alla Chiesa intera. C’è nella vita del popolo di Dio un elemento dinamico che rinnova e sconvolge, difficilmente riconducibile a schemi di razionalità o di legalismo canonico. Non c’è da meravigliarci allora se le parole decisive nella nostra vita non sono poi tante, e se solo a partire da esse ci pare di conoscere ‘tutto’ e di avere la chiave per accogliere ogni pagina di Vangelo ed ogni mistero dell’esistenza. Si tratta di quelle pagine della Scrittura che sembrano proprio scritte per la persona che legge, che coinvolgono e fanno sentire l’individuo parte viva della vicenda raccontata o della ‘Parola’ ascoltata. Pagine che riscaldano il cuore quasi nostro malgrado, scaraventandoci d’un colpo fuori da questa epoca di passioni fredde, di odi razionalizzati, per indicarci sentieri ‘altri’ di ben altra vita.”
«È difficile restare indifferenti di fronte a un uomo che ha messo in gioco tutto sé stesso… Da queste pagine emerge colui che mi ha dischiuso la strada della compassione e della misericordia.»
Enzo Bianchi
Apprezzato da laici e cattolici, difensore dei diritti umani, dei poveri, dei disoccupati, dei clandestini, l'Abbé Pierre è una della grandi figure profetiche del nostro tempo, un maestro di spiritualità e carità. Ha dedicato tutta la propria vita ai più deboli, ha fondato Emmaus, una rete di comunità estesa in cinque continenti, è stato confidente dei sommi pontefici e ha parlato con i potenti della terra. In questo libro condivide con il lettore le sue meditazioni sulla fede cristiana e sul senso della vita. Con spirito assolutamente libero, con grande serenità, l'Abbé Pierre si interroga sui misteri delle fede e sul peccato, confida le sue convinzioni e i suoi dilemmi. La sua è la religiosità di un uomo che continua a riconoscersi nel camino incerto e difficile dei propri simili, che si nutre anche di dubbi e che dunque parla al cuore di tutti.
Parole e immagini per permettere al fedele di pregare con l’ausilio del testo biblico e dell’icona che lo illustra.
destinatari:
Un ampio pubblico di fedeli.
L’autore Marie-paul Farran è nata al Cairo e appartiene, dal 1957, all’ordine delle Benedettine di Nostra Signora del Calvario. Vive nel monastero di Gerusalemme, presso il Monte degli Ulivi. Scrive icone dal 1962. È autrice dell’icona della Santa Famiglia diffusa e conosciuta in tutto il mondo.
Dal tema del dono a quello della speranza; dalla questione del malato e della cura, al ministero della consolazione; dal dramma delle guerre (antiche e moderne) a un profondo ragionare sull’inizio e la fine della vita. In un tempo in cui tutti urlano e propongono ragioni più emozionali che reali, Monari si presenta con una capacità di ragionamento e approfondimento mai banale: una voce destinata a non rimare in sordina.
destinatari
Un libro destinato a un grande pubblico.
l’autore
Luciano Monari, sacerdote dal 1965, è ve- scovo di Brescia, dopo essere stato dal 1995 al 2007 alla guida della Diocesi di Piacenza- Bobbio. Laureato in Sacra Teologia nel 1965 e in Sacra Scrittura nel 1968, è stato allievo, tra gli altri, del cardinal Martini. È vicepresidente della Conferenza dei vescovi italiani per il Nord Italia.
«Nessun individuo oltraggiato e nessun sopravvissuto riesce a trovare ragioni valide per perdonare. Il perdono è assolutamente irrazionale, come assolutamente irrazionale è la violenza. La decisione di perdonare è possibile solamente grazie a un “salto esistenziale” in cui non agisce né la ragione né la logica, ma il mistero. È la dimensione della spiritualità e della grazia nella sua massima espressione. È un dono che si riceve ma che allo stesso tempo si dà. Per questo si chiama perdono. Tuttavia è una decisione».
DESTINATARI
Un libro destinato a un ampio pubblico.
L'AUTORE
Leonel Narvaez Gomez, missionario della Consolata e sociologo, ha maturato una lunga esperienza nella gestione dei conflitti lavorando in prima persona ai negoziati di pace tra il governo e le Forze Armate Rivoluzionarie in Colombia (sua terra di nascita) e nella regione del Caguàn. Fondatore del “laboratorio di perdono” Espere, per i risultati ottenuti con il suo progetto in 15 anni di attività è stato insignito, nel 2006, del premio UNESCO per la pace. Oggi le Scuole di Perdono e Riconciliazione sono presenti in sette paesi latinoamericani e in due paesi sudafricani.
«Non esistono molti libri sulla spiritualità domenicana. Anzi, quand’ero un giovane frate, c’era una sorta di diffidenza nei confronti della “spiritualità”: veniva vista come un’invenzione del XVI secolo, quando la stupenda sintesi del pensiero medievale cristiano andò perduta, frammentata nelle diverse discipline della teologia. “Spiritualità” dava l’idea di tecniche complicate per entrare in contatto con Dio. Non era qualcosa che appartenesse alla nostra identità.
In questo libro Paul Murray rende evidente l’esistenza di qualcosa che si può definire “spiritualità domenicana”. Essa, però, non ha a che fare con dei modi speciali di pregare. Riguarda l’essere vivi in Dio e per gli altri. È da questa vita che scaturisce la nostra predicazione. Questo splendido libro inizia citando il secondo Maestro dell’Ordine, il beato Giordano di Sassonia, che parla del Vangelo come del vino nuovo, «il vino della gioia perenne» e finisce citando santa Caterina da Siena, che consiglia ai suoi confratelli: «Facciamo come l’ubriacone, che non pensa a sé, ma solo al vino che ha bevuto e a quello che gli rimane da bere». In maniera sorprendente e gradevole, il bere il vino diventa una metafora che esprime bene il carattere esuberante ed estatico della nostra relazione con Dio. Siamo trascinati fuori di noi stessi, per diventare altruisti e gioiosi e annunciare con libertà e schiettezza il Vangelo che è Gesù Cristo».
Dalla Prefazione di Timothy Radcliffe
Un’antologia di testi per meditare e contemplare il paradosso della croce e della sofferenza innocente. Uno sguardo sul volto del Servo sofferente che illumina e dà senso al dolore di ogni uomo.
Che cosa sarà di noi nell’Eternità? Che cos’è l’Eternità? Queste sono le domande che si pone Alessandro Meluzzi, facendosi così interprete degli interrogativi che inquietano la coscienza dell’uomo in ogni epoca.
La relazione al di là della vita e dopo la morte è un aspetto fondante dell’esistenza, è l’origine di tutti i pensieri possibili. L’idea della morte suscita nell’uomo sentimenti contrastanti: la disperazione dell’abisso e del nulla, e la speranza illimitata in un amore che non si esaurisce nella vita terrena.
«Siamo in cammino, siamo in un cammino, siamo un cammino», afferma l’autore. Tutta la vita è un percorso che proviene da un altrove e che conduce a un altrove. In questo percorso che l’uomo realizza come viator, una naturale disposizione dell’animo lo induce a perfezionare l’opera della Creazione con atti d’amore, a essere con-creatore. Questa necessità è un mistero d’Amore, è Cristo, vero Dio e vero uomo, del quale «intravediamo lontanamente qualcosa che si rivela in Gesù».
Oggi viviamo tempi difficili: inutile volerlo ignorare come se tutto andasse bene, o lasciarsi definitivamente schiacciare come se non si potesse far nulla. Oggi più che mai, allora, si sente il bisogno di meditare ancora una volta sulla speranza. È quello che fa l'autore di questo libretto: offre alcune riflessioni alla luce della Parola di Dio. È una meditazione semplice che porta, da una parte, a impegnarsi nella realtà attuale, dolorosa e lacerante; e dall'altra a scoprirvi la provvidenza del Padre, il passaggio del Signore nella storia e l'attività incessantemente ricreatrice dello Spirito Santo.
"A un anno di distanza dall'improvvisa morte di Mons. Antonio Ladisa, Mons. Vito Angiuli e Mons. Antonio Parisi hanno voluto pubblicare le sue poesie e i testi dei canti da lui composti per farne dono a tutti coloro che lo hanno conosciuto e amato.
Il motivo di questa scelta è facilmente intuibile: la poesia, per sua natura è canto e il canto trova nella poesia la forma espressiva più appropriata. Così, leggendo queste composizioni, sarà più facile cogliere uno degli aspetti dell'eredità spirituale che don Tonino ci ha lasciato: comprendere cioè che la risposta generosa e fedele alla propria vocazione trasforma la vita in poesia e canto.
La chiamata, infatti, segna l'inizio del cammino, ma è anche forza che sorregge l'intera esistenza e dà senso alle cose. Come la poesia e il canto, la vocazione nasce da una Parola divina, da un fuoco sacro che sgorga da una misteriosa sorgente: dalla fornace ardente della divina carità. Attratto nel vortice dell'amore, il chiamato si lascia conquistare e avvincere. E ponendosi in ascolto, si lascia completamente possedere dall'amore, per diventare un suo araldo, un suo messaggero, un suo profeta.
Il poeta, come il profeta, accoglie i misteri ineffabili, afferrato da una Voce che chiama con una forza intima e suadente, cui è impossibile opporre resistenza. «Venne la poesia/a cercarmi. - scrive Pablo Neruda - Non so, non so da dove/uscì, dall'inverno o dal fiume./Non so come né quando,/no, non eran voci, non eran/parole, né silenzio,/ma da una strada mi chiamava,/dai rami della notte,/d'improvviso tra gli altri,/tra fuochi violenti/o ritornando solo,/era lì senza volto/e mi toccava» (P. NERUDA, Memoriale di Isla Negra, tr. it. di G. Bellini, Firenze, Passigli, 1998, p. 59).
La poesia non è solo parola, ma anche Presenza che si rivela nel silenzio, avvolta in esso quasi come in un manto regale. Quando essa giunge, il volto si illumina e, "d'improvviso" tutto si rischiara e prende forma e armonia. "D'improvviso", scrive Pablo Neruda. "D'improvviso", ripete anche don Tonino. I poeti si intendono e, insieme, testimoniano che la poesia, come la vocazione, è grazia che giunge "d'improvviso", in un'ora segnata dall'eternità, secondo un imperscrutabile disegno e una modalità imprevedibile.
Giunge in un'ora che, irrevocabilmente, segna tutta la vita. Nel tempo e nell'eternità.
Da quella parola di grazia don Tonino si è lasciato afferrare e la grazia è diventata risposta personale, trasfigurata in poesia e canto e, misteriosamente, tramutata in vita.
Una vita che è più forte della morte".
Francesco Cacucci
Arcivescovo di Bari-Bitonto
Dedicato ai cercatori della Luce, a chi non si rassegna al buio della morte e continua ad esplorare il senso della Vita.
L'autore di "Filosofia per tutti" - un manuale per la vita piena e felice, libro amatissimo dai lettori di tutte le età - con stile accattivante, fecondando il riferimento ai testi evangelici con passaggi poetici e riflessioni filosofiche, propone, dopo il libro sulla "grammatica della speranza" dedicato al Natale, un testo che accosta con particolare profondità l'evento pasquale.