
Cristo è medico delle anime e dei corpi. In base a questa concezione, la tradizione ascetica dell’Oriente cristiano ha elaborato un vero metodo diagnostico e terapeutico delle malattie spirituali.
Questo metodo fu messo a punto nel corso del tempo, sulla base dell’antropologia cristiana elaborata dai Padri, da generazioni di spirituali, i quali hanno esplorato l’anima umana nei suoi angoli più reconditi, hanno appreso a dominare tutti i suoi movimenti e si sono impegnati a trasformarla.
Questo studio presenta con estremo rigore e notevole chiarezza questo metodo veramente originale, che costituisce una vasta sintesi degli insegnamenti patristici e ascetici orientali dal II al XVI secolo. Si presenta così al lettore un trattato, teorico e pratico ad un tempo, di psicologia e di medicina spirituali e una rinnovata visione della dottrina cristiana della “salute”.
Jean-Claude Larchet è dottore in teologia e in filosofia. Specialista in argomenti concernenti la salute, la malattia e la guarigione, è autore di numerosi studi sulla teologia e la spiritualità dei Padri. Ha pubblicato diverse opere presso le Éditions du Cerf, tra cui: Théologie de la maladie (1991, ri-editato nel 1994 e tradotto in italiano dalla Queriniana di Brescia nel 1993), Thérapeutique des maladies mentales. L’expérience de l’Orient chrétien des Premiers siècles (1992).
La sfida è di indicare percorsi di vita buona secondo il Vangelo, rimanendo in profondo dialogo con la comunità cristiana, all'interno di questo nostro mondo e accettando il confronto con le società secolari, multi-culturali e multi-religiose. La nuova comprensione dell'umano deve essere assunta nella pastorale e nella formulazione della dottrina morale. Si tratta di ripartire dalla prassi pastorale e dall'esperienza di vita dei credenti, nella sua costitutiva forma ecclesiale, per ripensare le questioni teologico-morali, in un dialogo costruttivo con l'esperienza umana universale, partendo dalle differenti culture e storie di vita.
Questa raccolta di studi e di interventi brevi su Benedetto e la sua incomparabile opera di asceta, legislatore, evangelizzatore attraverso la Regola e i suoi seguaci, che ne ha fatto ben a ragione un padre e un patrono dell'intera Europa, riflette la cura che Ildefonso Schuster, pur tra impegni crescenti prima nella sua comunità monastica di S. Paolo fuori le mura a Roma, poi in quella più vasta dell'arcidiocesi milanese, sempre profuse nel divulgare, illuminare ed imitare la figura e l'opera di Benedetto, prima giovane eremita penitente a Subiaco, poi maturo costruttore di un nuovo modello di vita cenobitica e padre di monaci a Montecassino. Nel suo percorso intorno a Benedetto, Schuster non perde mai di vista la dimensione storica, temporale e geografica del personaggio insieme storico e agiografico, amato prima ancora che studiato: da Norcia a Roma, da Subiaco a Montecassino, Benedetto vive ed opera in un contesto ben preciso, all'orizzonte del quale c'è la Chiesa di Roma con il suo più alto rappresentante, il Papa. Su questo sfondo si delinea il capolavoro letterario e spirituale di Benedetto, quella "Regula monasteriorum" che Schuster ha testimoniato e insieme studiato e commentato. Infine la lettura schusteriana di Benedetto fa emergere la teologia monastica, in una parola la spiritualità che sta alla base degli orientamenti dottrinali ed esistenziali del santo, che per Schuster altro non sono che un appello all'imitazione di Cristo. Saggio introduttivo di Mariano Dell'Omo.
Atti del Congresso Internazionale Orationis Millennium" (L'Aquila, 24-30 giugno 2000). Il lavoro interdisciplinare tra linguisti, filosofi, teologi, politologi e letterati si e concentrato sulla natura della preghiera come universale espressione del discorso di fede. "
Prefazione di Stefano Zamagni
Con i contributi di Giorgio Bruno, Giuseppe Frangi, Claudine Hugonnet-Berger, Giovanni Maddalena
Il libro è illustrato con oltre 50 tavole a colori
“Il significato profondo del messaggio che da questo testo si trae è un messaggio oggi ancora più rilevante che non nel passato. La vicenda umana di Nicolas Rolin, fondatore nel 1443 del suo ospedale e cancelliere per diversi decenni al servizio dei duchi di Valois Borgogna, è qui descritta come meglio non si potrebbe. Senza tema di smentita, si può dire che quello di Rolin è stato un esempio notevole e ante litteram di imprenditore civile ovvero della realizzazione di una concezione di attività economica di per sé votata alla generazione di bene comune”. (Stefano Zamagni)
Questo secondo volume di Opuscoli completa la traduzione dei testi del XXVI tomo delle Oeuvres di Annecy. Si articola in due parti: gli scritti redatti senza particolari destinatari formano la prima, quelli che hanno un particolare destinatario la seconda. Pur trattandosi di testi minori, tanto nella prima quanto nella seconda parte emerge il mistico e il saggio maestro di vita spirituale. Nella prima, risultano di particolare rilievo la meditazione sul Cantico dei Cantici e i Frammenti sulle virtù cardinali e morali; nella seconda, gli scritti redatti per Rosa Bourgeois, badessa di Puits-d’Orbe, e quelli per la sorella, la presidente Brûlart. L’insieme dei testi ci consegna la luminosa certezza che anima l’esperienza mistica di Francesco di Sales e il suo originale sopraumanesimo cristocentrico: la più alta dignità dell’uomo consiste nell’essere creato da Dio «per conoscerlo, ricordarsi di lui e amarlo»; invece costituisce una grande sventura ritenere di «essere al mondo soltanto per costruire case, sistemare giardini, possedere vigne, ammassare oro, e simili cose passeggere».
Sorta nell'abbazia francese di Feuillant sul finire del Cinquecento, la congregazione dei cistercensi riformati si sviluppò anche in Italia e, in particolare, nel ducato di Savoia. Qui i foglianti (così chiamati in ricordo della loro casa madre), grazie al forte ascendente esercitato sulla corte sabauda, arrivarono a contare - fra nuovi monasteri e antiche abbazie ad essi affidati - circa una ventina di insediamenti, per lo più localizzati in Piemonte. Fino alla Restaurazione, quando la vicenda fogliante si esaurì, queste comunità furono laboratori di esperienze spirituali capaci di interagire con equilibri politici, assetti patrimoniali, attività economiche, interessi culturali, sensibilità artistiche presenti sui territori lasciando evidenti segni di riplasmazioni urbane e architettoniche. Questo volume, esito di un progetto di ricerca interdisciplinare e internazionale sostenuto da diversi enti e istituzioni, prospetta molteplici approcci e competenze utili a far luce sulla complessità e la ricchezza di una delle più significative (e sinora meno studiate) esperienze monastiche di età moderna.
Considerata il capolavoro di Saint-Jure, l'opera L'uomo spirituale, edita nel 1646 e tradotta nella presente edizione, conobbe grande successo con numerose riedizioni fino a tutto il XIX secolo. Altrettanto rapidamente dimenticata, insieme al suo autore, costituisce una tessera molto importante del grande e complesso mosaico della spiritualità francese del '600. L'autore intende offrire una summa completa della vita spirituale, trattandone i temi più importanti, con ampi e continui riferimenti alla Scrittura e alla tradizione patristica e teologica.La prima parte definisce l'uomo spirituale come colui che è guidato dallo spirito di Cristo e descrive la vita che lo Spirito genera in lui, trattando anche del discernimento degli spiriti e dei doni dello Spirito Santo.La seconda parte è invece dedicata ai 'principi generali della vita spirituale': il fine dell'uomo, l'unione a Cristo, la fede, la preghiera, la pace interiore.
Il corpo è il luogo da cui la liturgia prende inizio. L'iniziazione alla ritualità religiosa non può prescindere da un'attenta considerazione degli stati mentali, all'origine delle forme affettive essenziali per l'atto di fede. Le neuroscienze possono aiutare a comprendere le condizioni mentali dell'esperienza rituale, con tutto il loro spessore corporeo e simbolico. Questo migliora la partecipazione interiore e attiva. Consapevoli, si prega meglio. L'eucaristia domenicale oggi è il comando del Signore più trascurato e dimenticato. La vicenda della messa è quindi la questione pastorale più attuale e drammatica. Il motivo di tale abbandono, così diffuso, deve essere quindi profondo, difficile da identificare e da rimediare. La crisi rituale non è però da addebitarsi solo alla secolarizzazione o alla scristianizzazione ma anche alla difficoltà pastorale a cogliere il potere performativo del rito, in una cultura che, invece, è sempre più caratterizzata dalla potenza tecnologica dell'immagine, dello spettacolo e della produzione virtuale. La divina liturgia tuttavia è forte. Non subisce l'insostenibile complessità e velocità delle reti ma può umanizzarle con la ripetizione dei riti. Il corpo dà senso perché c’è un'intelligenza corporea che tratta il corpo non un mero esecutore di disposizioni mentali ma lo rende un dispositivo capace di interpretare e organizzare. Le neuroscienze ci conducono a cogliere questa inesplorata risorsa.
Questo primo volume dell'edizione critica delle 'Meditazioni al Clero' di San Giuseppe Cafasso, riporta una porzione considerevole degli Esercizi spirituali che il santo predicò ai sacerdoti negli ultimi anni della sua esistenza terrena.
Attraverso le vicende delle diverse fondazioni monastiche cristiane in Cina lungo la storia, questa originale ricerca fa emergere gli elementi che “dicono” il grado di disponibilità e di volontà all’incontro con il contesto culturale e spirituale cinese da parte dei monaci missionari e il grado di accoglienza della forma vitae monastica da parte dei fratelli cinesi. Particolare rilievo viene dato alla riflessione di alcuni “attori” diretti e indiretti della missione monastica in Cina riguardo alla possibilità della nascita di un monachesimo cristiano cinese.
Matteo Nicolini-Zani (Gattinara 1975), monaco di Bose e sinologo, conduce ricerche sulla storia e la letteratura cristiana cinese. Presso le nostre edizioni ha pubblicato La via radiosa per l’oriente (2006) e I nostri fratelli cinesi (2009).

