
"La gioia divina non avrà mai fine. Tutto può svanire da un istante all'altro: la gioia divina invece è un dono che pervade ogni istante". Da questa premessa, l'autore offre una ricca meditazione sul tema, proponendo e commentando testi di "voci multiple", di ogni epoca, d'Oriente e di Occidente, affinché intonino ognuna con il proprio canto un inno alla gioia divina. Scrive l'autore: "Nel corso degli anni, come un'ape ho fatto una raccolta per te, amico lettore, per offrirti questo miele, lasciando che il profumo ne svelasse l'origine. E per me è una gioia".
Una sintesi avvincente delel radici storiche, delle idee pedagogiche e della spiritualità educativa del Santo dei giovani.
Questa nuova biografia di Don Bosco mette in particolare evidenza le sue grandi scelte e lo zelo dispiegato per realizzarle. Lo fa conoscere nella sua umanità, come figlio del proprio tempo, come personalità segnata dalle proprie esperienze illustra il suo specifico temperamento, i suoi lati positivi e i suoi limiti, e soprattutto l'incessante lotta per fare capo a tante sfide e problemi. Una presentazione di Don Bosco che offre al lettore una evocazione storicamente ben fondata, e mette in evidenza perché possiamo ancora oggi considerare Don Bosco un educatore di grande ispirazione, un santo per il tempo presente.
Gesù riassume i comandamenti in una sola frase: "Ama il tuo prossimo come te stesso". Come si può vivere bene in mezzo agli altri, se non si è in pace con il proprio io? Questo volume è uno strumento pratico per facilitare e sostenere il cammino personale verso l'autostima: un percorso pensato affinché le persone possano avere un contatto con la parte più profonda di loro stesse, e scoprirvi dentro l'amore per la vita.
"Il più alto apostolato con il quale si può servire la Chiesa" (cf. Ep. II,70): ecco come Padre Pio presentava la preghiera. Lui, "uomo fatto preghiera", aveva percepito che lo sguardo rivolto a Dio, come orazione contemplativa, deve divenire carità operosa e attenzione misericordiosa verso i fratelli, in special modo verso i poveri e i sofferenti. Questo volume, frutto di dieci anni di servizio presso l'Opera di Padre Pio e di un'intensa collaborazione con il Presidente dell'Opera, mons. Michele Castoro, racconta l'esperienza dei gruppi di preghiera nati da san Pio di Pietrelcina, e di come questo percorso continui ancora oggi.
Quelle del titolo sono le parole che Gesù rivolge a Zaccheo entrando nella città di Gerico. Con queste pagine, invece, entra nella nostra vita e dialoga con i nostri cuori. Quattordici tappe attraverso le pagine del Vangelo di Luca, secondo la formula degli esercizi spirituali, a cui si aggiunge l'opportunità di conoscere meglio documenti significativi come le quattro "Costituzioni" del Concilio Vaticano II: ogni "esercizio" infatti si conclude con una lettura tratta dalla Sacrosanctum Concilium, dalla Dei Verbum, ecc. Un invito importante, ma anche scorrevole e "leggero", per pregare e riflettere sul senso cristiano dell'accoglienza del progetto di Dio e delle Beatitudini.
Citazioni e aforismi per illuminare il cammino di giovani e adulti in cerca di un senso profondo. Moltissimi sono i libri dove si trovano citazioni di autori di ogni genere e specie. Il punto di forza di questo libro è la selezione accurata e mirata, scegliendo sempre e solo "le più belle", le più profonde, le più esistenziali, le citazioni che realmente parlano al cuore, danno una direzione al cammino, l'energia, la forza e la gioia per camminare verso mete elevate. E' un invito a guardarsi attorno (la creazione, il prossimo), a guardarsi dentro (la persona), per riuscire a guardare in alto (Dio), e scoprire la fonte di ogni dono, per ringraziarlo e amarlo.
Il commento al vangelo di Giovanni di questo volume vuole aiutare ad attuare ciò che ha insegnato Guido II il Certosino, monaco del XII secolo, invocando lo Spirito Santo: «La lettura senza la meditazione è arida. La meditazione senza la lettura si smarrisce. La preghiera senza la meditazione è priva di calore. La preghiera può essere simile a una contemplazione, ma giungere alla vera contemplazione senza avere molto pregato sarebbe una rara eccezione e quasi un miracolo». Nel libro troviamo pagine esegeticamente corrette per la riflessione personale, per la preparazione delle omelie e per l'esperienza dei ritiri e degli esercizi spirituali, in un 'deserto' abitato dallo Spirito.
La donna pensa con il cuore, delicato, emotivo, sentimentale. L'uomo pensa con l'intelletto, logico, razionale, privo di fantasia. Le vie del cuore e dell'intelletto sono opposte ed è per questo che l'uomo e la donna discutono e faticano a capirsi.
Ma, spiega Osho, la donna è un meraviglioso mistero per l'uomo. Tuttavia amore, fiducia, bellezza, sincerità, verità, autenticità... sono tutte qualità femminili, e sono tutte di gran lunga più grandi di qualsiasi qualità possieda il maschile.
Ma la femminilità si estende ben oltre il genere sessuale e per potersi esprimere appieno deve coltivare le sue caratteristiche uniche. L'intero passato è stato purtroppo dominato dall'uomo e dalle sue qualità troppo orientate alla conquista e al dominio del mondo. Ecco perché il maschile lasciato a se stesso facilmente genera guerre e devastazioni; lo sviluppo delle qualità femminili diviene dunque centrale se non l'unica speranza per il futuro dell'umanità.
Ne Il mistero femminile Osho prende in esame l'essenza della femminilità in tutte le sue espressioni e in ogni momento della vita. E lo fa con lo sguardo del grande maestro spirituale.
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"Ho potuto verificare quanto dice san Paolo, ossia che lo Spirito di Dio non tiene prigionieri nella paura, ma è spirito di amore, di confidenza e di mutua fiducia." Voce a servizio della Parola, Carlo Maria Martini ha voluto nel suo lungo episcopato risvegliare la fede e renderla sempre più "personale e matura". Perché se il patrimonio della fede non è ancora spento, corre però il rischio di estinguersi nell'affidarsi soltanto alla tradizione di gesti e di pratiche, in una vita che perde ogni giorno il proprio ultimo scopo. Riprendendo le parole di san Carlo, ribadisce che va risvegliata l'"assopita pietà" nella civiltà contemporanea, stanca di cristianesimo, in cui va ridestato lo stupore della fede cristiana. Compito della Chiesa è quindi oggi più che mai mettere i cristiani in condizione di vivere l'incontro salvifico. Il cammino compiuto da Martini nella sua personale esperienza e nell'incontro continuo con credenti e non credenti è ripercorso in questo volume attraverso i più significativi passaggi tratti dalle sue opere: da "La scuola della Parola" a "Conversazioni notturne a Gerusalemme", dalla meditazione sul "Discorso della montagna" a "Le età della vita", ad altri testi che testimoniano la grandezza di una personalità costantemente in ascolto della Parola di Dio e in dialogo con le ragioni umane. A un anno dal suo spegnersi, la voce di Martini, che risuona in queste pagine, diventa sempre più nitida e profonda, un forte richiamo per tutte le coscienze.
Ogni parola di questo libro nasce da un fatto, da una lacrima, da una tragedia, da una nuova possibilità.
E ogni fatto di speranza è ripetibile, a portata di mano di ogni uomo e di ogni donna, a qualsiasi latitudine. Se un uomo o una donna imparano a non vedere nell'altro un nemico, un affare, un problema, entrano nel campo delle opportunità. Perché nell'altro ci possiamo rispecchiare, nell'altro possiamo trovare un riflesso di sapienza, un maestro. La mia vita ha incontrato la logica del «non bussate, è già aperto», mi sono lasciato incontrare da migliaia e migliaia di persone: poveri e ricchi, ultimi e primi, piccoli e grandi. Attraverso la fatica mia e degli uomini in cui mi sono rispecchiato, lentamente ma decisamente ho cancellato le parole «mio», «nemico», «diverso», «infedele». Questa scelta mi ha disarmato! Ogni incontro ha allargato il mio cuore e la mia mente, mi ha reso diverso. Non è retorica quando dico che sono un bambino di strada, una prostituta, uno straniero, un malfattore. Conosco il dolore, conosco i limiti, conosco le contraddizioni della vita, ma in tutto questo ho scoperto la speranza. È a lei che dedico questo libro per dire che il bene esiste nella misura in cui trova casa in me, in noi, in tutti, e che solo il bene può trasformare il male. Senza finzioni, senza moralismi, senza trionfalismi. Mi piacerebbe che chi legge questo libro potesse dire: «È capitato a lui, può capitare anche a me».
Ernesto Olivero
Che uomini erano quelli. Riuscirono a salvare l'Europa con la sola forza della fede. Con l'efficacia di una formula: ora et labora. Lo fecero nel momento peggiore, negli anni di violenza e anarchia che seguirono la caduta dell'impero romano, quando le invasioni erano una cosa seria, non una migrazione di diseredati. Ondate violente, spietate, pagane. Li cristianizzarono e li resero europei con la sola forza dell'esempio. Salvarono una cultura millenaria, rimisero in ordine un territorio devastato e in preda all'abbandono. Costruirono, con i monasteri, dei formidabili presidi di resistenza alla dissoluzione. Sono i discepoli di Benedetto da Norcia, il santo protettore d'Europa. Paolo Rumiz li ha cercati nelle abbazie, dall'Atlantico fino alle sponde del Danubio. Luoghi più forti delle invasioni e delle guerre. Gli uomini che le abitano vivono secondo una Regola più che mai valida oggi, in un momento in cui i seminatori di zizzania cercano di fare a pezzi l'utopia dei padri: quelle nere tonache ci dicono che l'Europa è, prima di tutto, uno spazio millenario di migrazioni. Una terra "lavorata", dove - a differenza dell'Asia o dell'Africa - è quasi impossibile distinguere fra l'opera della natura e quella dell'uomo. Una terra benedetta che sarebbe insensato blindare. E da dove se non dall'Appennino, un mondo duro, abituato da millenni a risorgere dopo ogni terremoto, poteva venire questa portentosa spinta alla ricostruzione dell'Europa? Quanto c'è ancora di autenticamente cristiano in un Occidente travolto dal materialismo? Sapremo risollevarci senza bisogno di altre guerre e catastrofi? All'urgenza di questi interrogativi Rumiz cerca una risposta nei luoghi e tra le persone che continuano a tenere il filo dei valori perduti, in un viaggio che è prima di tutto una navigazione interiore.
Nel suo "manifesto" pacifista, uscito in forma anonima nel 1955 per evitare provvedimenti ecclesiastici, don Primo Mazzolari condensa la sua tormentata riflessione sulla guerra, maturata nel fuoco dei drammi del Novecento. Il testo ebbe una forte risonanza nei più disparati contesti culturali e due anni dopo il "parroco d'Italia" pubblicò una seconda edizione, sempre in forma anonima, tenendo conto delle reazioni suscitate. Tu non uccidere viene proposto per la prima volta in edizione critica, secondo il testo originario del parroco di Bozzolo, con un ricco apparato di note che aiuta a contestualizzare i passaggi e a comprenderne le fonti d'ispirazione, dalla Bibbia al magistero, dalla teologia morale ai fatti di cronaca. Un'ampia introduzione del curatore ricostruisce puntualmente la genesi del testo, collocandolo nel percorso di ricerca della pace che ha accompagnato il mondo cattolico nel corso del "secolo breve". Nella prefazione alla seconda edizione Mazzolari scriveva: "A nostro modesto avviso, il mondo, oggi, è pronto a capire il linguaggio evangelico sulla pace: anzi, è il linguaggio che esso attende con desiderio persino irritato dalla lunga attesa".