
Un piccolo testo di preghiere. Vivere il dono della propria vita nella routine del quotidiano rimanda anche all'umiltà, alla semplicità, all'impegno nel lavoro, alla fedeltà nella preghiera, al mistero dell'incarnazione, alla vita nascosta di Gesù a Nazareth, al tempo ordinario della vita cristiana in cui cresce e si forma in noi l'uomo nuovo, capace di unirsi all'offerta d'amore del Cristo per la salvezza del mondo.
un confronto in profondita con chi, prima di noi, e`stato chiamato e mandato al suo popolo. Per ogni figura biblica sono messe in evidenza le esigenze della chiamata, le reazioni, le difficolta della testimonianza, i frutti che dio stesso fa sovrabbondare dalla risposta di ciascuno.
"Santi" è il nome "originario" dei cristiani: così si chiamavano tra loro. La santità è l'unica categoria che può spiegare l'opzione per Cristo, lungo i duemila anni di storia del cristianesimo e che può dare senso al futuro. Non a caso san Giovanni Paolo II, chiudendo il Grande Giubileo del Duemila ed indicando il nuovo cammino, disse che la santità è il primo impegno, la "misura alta" della vita cristiana, che può rendere entusiasmante e bello il Vangelo anche oggi. L'uomo aspira alla gioia e vive di entusiasmo. Per questo Papa Francesco ci ha offerto un percorso, ci ha indicato un cammino, che in questo libro si cerca di percorrere: "Gaudete et Exsultate".
Si tratta della biografia della serva di Dio suor Enrichetta Alfieri. Dall'infanzia, povera ma dignitosa, alla vocazione religiosa che la portò ad entrare nella congregazione delle Suore della Carità, fino alla instancabile attività pastorale, profusa nel contesto carcerario. Per accostare un'esperienza di dedizione e amore per gli ultimi, nascosta nella quotidiana e faticosa opera di sostegno umano e spirituale vissuta nel difficile ambiente del carcere di San Vittore a Milano.
Raccolta di meditazioni. Nell'anno 2000 la Pontificia Universita' Gregoriana, nel suo cammino di rinnovamento, ha voluto rilanciare l'azione pastorale tra i suoi alunni. A tale fine il Servizio di Pastorale Universitaria", nell'anno 2003 e fino al presente ha offerto ai membri della comunita' universitaria dei sussidi per la preghiera personale attraverso la cosi' detta "lectio divina mensile". "
Il testo, che è una poetica presentazione della spiritualità cristiana, tratta della necessità di "attraversare la propria solitudine" per imparare a conoscere veramente noi stessi. Il silenzio e la solitudine che l'autore propone non hanno niente a che fare con il chiudersi in se stessi in un atteggiamento individualistico di intimità emotiva; anzi, si fanno ascolto e apertura all'Altro, agli altri, si fanno preghiera e accoglienza e sfociano in comunione. Quando abbiamo percorso il pellegrinaggio all'interno del nostro cuore, diveniamo "veggenti", scopriamo attraverso la misericordia di Dio sperimentata nella nostra storia la bellezza e le potenzialità dell'altro. E il monaco ci si rivela come l'uomo attento e aperto al mondo e alla storia.
Solo quando smantelliamo le difese della nostra autosufficienza, scopriamo che siamo dono, siamo pane per noi stessi e per gli altri. E questo ci nutre e sradica quella continua spirale di desideri ed esigenze che ci consuma. Tutte le tematiche del cammino spirituale proposto sono viste sotto la luce del "digiuno", meglio della sobrietà, del controllo dei desideri, per scendere in profondità e conoscere la propria vera interiorità, condizione per potersi aprire agli altri. Il libro, nella semplicità dello stile, propone un itinerario di spiritualità vissuta nel quotidiano.
DESCRIZIONE: L’autore di queste conversazioni non intende delineare una «teodicea», una «difesa di Dio» che lo scagioni dall’imputazione di volere la pena dell’uomo. Attraverso il filtro di una raffinata cultura letteraria, filosofica, teologica, il soggetto del libro diviene l’immediatezza, la semplicità sconcertante dell’esperienza di dolore che ora geme verso Dio, ora s’allevia nella pacata riflessione, in cui echeggiano i motivi più alti della spiritualità cristiana e religiosa in genere, ora si rifrange nello scintillio di colorite immagini dal sapore antico e rustico, ora sembra scherzare in battute di humour e di un’autoironia dolce-amara.
La figura di Francesco d’Assisi, emblematica della spoliazione, della rinuncia al potere, della riduzione al «vuoto», fa da controcanto alla sofferenza volontariamente accolta, che in modo paradossale muta queste negatività in valori; ma l’unica luce in cui tali esse appaiono è quella della Croce, del Dio che assume il dolore dell’uomo.
COMMENTO: Una delle più profonde riflessioni sul dolore - più volte ristampato - da parte del grande predicatore definito da padre Stanislaz Breton «uno dei più profondi autori cristiani del Novecento».
GIOVANNI ANTONIOLI (1917-1992) è stato parroco di Ponte di Legno e rettore di S. Maria in Esine (Brescia). Amico di Stanislas Breton, presso la Morcelliana ha pubblicato: Sentieri della legna (1984); Trattenimenti con Dio (1985); Il mio prossimo il mio paradiso (1986). Sull’autore si veda G. Colombi, Tra lo sgomento e la speranza. La meditazione sul dolore e la malattia nell’opera di Giovanni Antonioli, in «Humanitas» 3(1993).
esistono ancora gli eremiti? Chi sono? dove vivono? Perché scelgono un’esistenza austera ai margini estremi della società? In Italia e in Occidente il fenomeno di chi lascia tutto e si ritira in luoghi appartati è in forte crescita anche fra i giovani.
Un giornalista si è messo sulle tracce degli ultimi solitari: li ha incontrati – in Italia, in Francia, in Svizzera, in Medio Oriente, in Asia – dentro una grotta, nascosti in baracche fatiscenti, in eremi sperduti nella natura o semplicemente al riparo dai frastuoni della “civiltà del rumore”. e dopo averli scovati li ha invitati, e talvolta forzati con insistenza, a “raccontarsi”.
Le parole e le storie di questi personaggi – alcuni noti e altri sconosciuti, alcuni credenti e altri in ricerca – svelano preziose verità per chi vive immerso nel caos della vita quotidiana: la necessità di staccare ogni tanto da un vorticoso attivismo per ritrovare il senso del nostro agire; il valore della meditazione come disciplina di spiritualità laica; il bisogno di spazi per la “coltivazione di sé”, il riposo e la rigenerazione mentale; la necessità di un sano distacco dal potere, dai beni e dalle comodità per risvegliare coscienze intorpidite incapaci di produrre il bene, di cercare la giustizia, di generare bellezza.
Francesco Antonioli
È giornalista de “Il Sole 24 Ore”. Si occupa di economia del territorio, ma da tempo esplora i temi legati alla fede, al dialogo tra credenti e laici, al confronto tra le religioni.
Per Piemme ha curato La Bibbia dei non credenti (2002), C’è posta per Dio (2005), L’oppio dei popoli (2009), e ha scritto il racconto La cena dei potenti. Quando Jahvè, Dio e Allah si incontrarono (2006).
Seguendo il desiderio di conoscere meglio e più in profondità la parola di Dio, l'autore si è immerso nelle profondità della Sacra Scrittura, chiedendo a Dio la sapienza per poter capire la sua parola. Il Signore gli ha fatto questo dono, che ora con questo libro condivide con tutti, come chi abbia ricevuto dei talenti da far fruttificare. Le meditazioni contenute in questo volume non sono rivelazioni ma ispirazioni spirituali, che ognuno può cogliere mettendo a frutto la propria sensibilità per amore della verità.

