
Per leggere queste pagine non c'è bisogno di persone bulimiche nello spirito e anoressiche nel corpo. Basta essere normali. All'interno vedrai delle citazioni dalla Bibbia. Sono dei link. Apri la Bibbia e leggi tutto il passo. Rimarrai sorpreso.
Una riflessione sulle ultime parole pronunciate da Gesù Cristo sulla croce e un insapttato richiamo al fenomeno del femminicidio.
Gesù poteva salvarci in molti modi. Ha scelto quello più coerente all’Incarnazione, la morte in Croce. E questo per amore. Solo per amore. Siamo invitati in queste pagine a riflettere sulle ultime parole dette da Gesù sulla Croce e rivolte ad ogni cristiano, ieri, oggi, domani, sempre.
Marta e Maria. Due sorelle, ma diversissime. Una parla, decide, dirige, corre, rimprovera. L'altra è introversa, riflette, contempla e si defila, perché non ama comparire. In questo volume proporremo Marta e Maria come guide nella fede, maestre di spiritualità, e ci inerpicheremo su pareti difficili, sospese su strapiombi oscuri, ma non saremo in pericolo, nenache quando scomparirà il profumo di Betania nell'ora della Passione... Il libro lancia un monito pastorale: guai ad essere una Chiesa che obbliga ad entrare. Facciamo sì che la Chiesa sia perennemente «in uscita».
La fede cristiana non conosce soltanto, nella preghiera, le forme della gioia e dell'elevazione spirituale. Conosce anche le forme dell'angoscia o dell'oppressione, il dolore del grido disperato, gli accenti della richiesta che viene dal profondo. In questo libro Johann Baptist Metz spiega con parole lucide un tratto irrinunciabile della preghiera cristiana: la «sensibilità al tempo e al dolore». Descrive una preghiera che è luogo dove abitare la memoria e riscoprire la concretezza del credere, uno spazio in cui le istanze di libertà, pace, giustizia, riconciliazione diventano una critica potente verso una fede forse troppo astratta. La preghiera così come raccontata da Metz tiene insieme professione di fede ed esperienza di vita. Evitando stucchevoli frasi fatte, così, il pregare si carica di una tensione e di una drammaticità che non possono lasciarci indifferenti. Il pregare ci rende responsabili proprio perché ci invita non a chiudere, ma ad aprire gli occhi sulle nostre sorelle e i nostri fratelli. Pagine in cui la preghiera perde un'aura ingenua, incantata e sognante, facendosi invece concreta e persino ruvida.
Mistica e politica della sequela.
Il volumetto rende testimonianza della speranza che e in noi
La vita dei santi appare spesso lontana e irraggiungibile agli occhi della gente comune, e tutti pensiamo che certe esperienze vadano anche oltre la realtà. In queste Cronache, raccontate con uno stile quasi giornalistico, scopriamo vicende straordinarie accadute in un contesto di assoluta normalità. La vita di san Serafino di Sarov ci sorprende proprio perché ordinaria e nello stesso tempo quasi incredibile: a narrarcela sono gli stessi testimoni che con lui hanno vissuto, in particolare le monache del monastero da lui fondato, spesso intervistate direttamente dall'autore. Presentati per la prima volta in versione integrale al lettore italiano, questi spaccati di vita vissuta, con la loro freschezza e sincerità, hanno contribuito a portare a termine positivamente la causa di canonizzazione di Serafino, proclamato santo dalla Chiesa Ortodossa nel 1903.
A partire da concrete esperienze di vita, illuminate dalla sapienza del Vangelo e dalla testimonianza dei santi, queste pagine offrono una risposta alle grandi domande dell'uomo.
Nella Lettera Apostolica Porta fidei, mediante la quale Benedetto XVI ha indetto questo speciale «Anno della Fede» per celebrare il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, egli rivolge un accorato invito affinché «si intensifichi la riflessione sulla fede per aiutare tutti i credenti in Cristo a rendere più consapevole ed a rinvigorire la loro adesione al Vangelo...».
Le Meditazioni Quaresimali di questo anno pastorale intendono quindi corrispondere pienamente a questo invito richiamando la centralità e
la bellezza della fede cristiana in prospettiva missionaria, nel sincero anelito di aprire sempre più ai cuori la «porta della fede» (Atti 14,27).
Questo è davvero un tempo opportuno dello Spirito per riflettere insieme sul significato del dono di grazia più prezioso, sorgente di vita piena e vera, sull’esperienza della fede vissuta nella Chiesa, meditandone insieme le forme e i contenuti più profondi. È un tempo di rinnovata coscienza del dono della fede, di crescita e maturazione in essa di un’autentica testimonianza e realizzazione della vita buona del Vangelo, in dialogo e in cammino anche con chi non ha il dono della fede o è ancora in ricerca.

