
«Ma cosa c'entra questa roba con me?»: a chi di noi - uomini e donne coi piedi per terra, gente adulta e disincantata - ricordando un qualsiasi brano di Vangelo letto in età giovanile, oppure dopo averlo ascoltato più o meno casualmente, non è mai saltata in testa una domanda del genere? Viceversa, cosa c'entra la mia vita con quelle pagine? Essermi innamorato, avere dei figli e svolgere una professione, come anche vivere delusioni, sperimentare fallimenti e scoprirmi incapace di resistere al male, appartiene in qualche modo al Vangelo? I testi qui raccolti percorrono queste domande con puntualità, a volte con ironia. Scegliendo di «ripartire dalla vita», desiderano mostrare l'originaria correlazione tra il Vangelo e la nostra umanità comune, così che possiamo intravedere i segni della buona presenza di Dio anche là dove appaiono estranei o inesistenti. Di conseguenza risulterà evidente quanto la «fede di Dio» in ogni uomo e donna, preceda e renda possibile la «fede in Dio» di ciascuno di loro. Roba da non credere! Schiacciare un pisolino, litigare con il partner, accorgersi che un figlio è diverso da ciò che vorresti, scambiare quattro chiacchiere con gli amici fino a disquisire su disordine, spaghetti e mascarpone, c'entra qualcosa con la fede cristiana?
Giovanni Taulero (Johannes Tauler, 1300 ca.-1361), domenicano strasburghese, è il più importante discepolo diretto del confratello Eckhart, e la sua importanza storica è dovuta soprattutto al fatto che i suoi sermoni hanno trasmesso l’essenziale del messaggio spirituale del Meister. Muovendosi rigorosamente nell’ambito ecclesiale, Taulero evitò infatti la censura che aveva colpito Eckhart, e così la sua opera fu stampata più volte fin dal XV secolo, tradotta in latino, diffondendo in tutta Europa (pensiamo ad esempio a San Giovanni della Croce) quei concetti di “fondo dell’anima”, di totale distacco, di annichilimento dell’ego, di nascita del Cristo nell’anima, che costituiscono il cuore della mistica tedesca, il cui eco risuona ben oltre il medioevo, in Hans Denck, Sebastian Franck, Daniel von Czepko, Angelus Silesius.
Non meraviglia perciò che Taulero sia stato posto ai vertici della spiritualità da personaggi anche molto diversi tra loro, come ad esempio Lutero e Schopenhauer.
Del resto, lo strasburghese non è un mero ripetitore dell’insegnamento eckhartiano. I suoi sermoni testimoniano un’esperienza interiore personale e una finezza psicologica per nulla inferiore a quella del Meister, costituendo perciò a buon diritto uno dei “classici” della mistica cristiana.
In questo volume sono presenti i primi dieci sermoni di Taulero dell’edizione tedesca Vetter-Hoffmann, tradotti, annotati e introdotti da Marco Vannini, già curatore dell’intera opera di Eckhart e di tutta la predicazione tauleriana.
Marco Vannini è il maggior studioso italiano della mistica tedesca, pre- e post-protestante, traduttore di Eckhart, della Teologia tedesca, di Valentin Weigel, Sebastian Franck, ecc. In questa stessa Collana ha pubblicato Contro Lutero e il falso evangelo (2017) e curato (con Giovanna Fozzer) Seicento distici di sapienti di Daniel von Czepko, Il pellegrino cherubico di Angelus Silesius (2018) e Scritti religiosi di Hans Denck (2019).
"Le mie esperienze con Gesù vissute nella fede" è il racconto autobiografico, intenso e straordinario, della vita di una donna innamorata di Gesù, Ana Rita Otaviano Tavares De Melo (detta Mãezinha), e della Comunità dei Servi di Maria del Cuore di Gesù. Questo libro narra infatti in presa diretta le esperienze spirituali di Ana Rita e di suo marito José Tavares. Attraverso pagine sincere e avvincenti, l'Autrice condivide il suo cammino di fede con Cristo e la Santissima Vergine, mostrando come il Signore abbia guidato lei e suo marito passo dopo passo nella fondazione della Comunità: nonostante fossero imprenditori di successo, avevano sempre dato priorità all'amore e alla carità verso i poveri. Questa predisposizione li ha preparati ad accogliere con fiducia la chiamata ricevuta nel 1995 per assistere i poveri e i malati, fino a fondare poi la Comunità. Il libro è arricchito da testimonianze di vescovi di tutto il mondo che innalzano un profondo ringraziamento al Signore per tutto il bene che questa Comunità riesce a fare e per la straordinaria umiltà e la forza trascinante con le quali Mãezinha vive e diffonde l'amore di Dio. Come sottolineato dall'arcivescovo João José Costa, il libro offre meditazioni che invitano a riflettere sulla propria vita: Ana Rita è infatti la dimostrazione vivente dell'azione della grazia e della bontà di Dio: ci insegna che egli agisce pienamente nella nostra piccolezza, quando confidiamo in lui più che nelle nostre capacità. Il padre spirituale di Mãezinha, padre Lorenzo D'Andrea, attesta nella prefazione: «Le esperienze di fede raccontate in questo libro sono vere e spero che siano di aiuto e di stimolo per tutti coloro che lo leggeranno».
Mediante la descrizione del vissuto interiore di santa Teresa d'Avila, la più grande mistica spagnola di tutti i tempi, l'autore giunge a svelare le reali «profondità» in cui una persona entra in dialogo con il Creatore, al pari di un sincero dialogo fra «due amici» o fra «due amanti». Dopo la lettura di questo saggio, non si potrà più equiparare la preghiera a una mera espressione poetica o creativa, bensì la si dovrà considerare per quel che essa è: la relazione dell'essere umano con Dio nel «centro» dell'anima.
Narrazione della vita di Gesù con gli occhi di Maria.
La Pasqua e il principio di tutto ed e necessario rimeditarla attentamente, cosi come si conviene a discepoli fedeli del Cristo. Questo tema della Via Lucis ne offre l'opportuna e spirituale occasione.
Scuola è il luogo dove si impara a leggere e a scrivere, condizioni essenziali per orientarsi nel mondo. Così, la scuola della parola vuole essere un luogo in cui si incontra con la Parola che la abita, dove si vuole ascoltare proprio quella parola, per orientarsi, per comprendersi e comprendere il mondo e gli altri. per vivere con l'unica speranza che sia solo quella parola ad illuminare i nostri passi, facendo nostra la preghiera del Profeta: "Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, così che non ti tema?" (Is 63, 17)
I cinque capitoli del libro, dedicati ai cinque sensi, sono caratterizzati dal termine porta: gli occhi sono la porta della luce, gli orecchi la porta della voce, l’olfatto dell’odore, il gusto del sapore e, infine, il tatto la porta del contatto. L’immagine della porta, ripresa dall’Itinerario della mente in Dio, mostra con efficacia la funzione principale dei sensi: importare ciò che sta fuori, ed esportare ciò che vive dentro. Così la creatura umana si rivela come capace di un dialogo permanente svolto attraverso le cinque lingue parlate dai cinque sensi.
Poliglotta fin dalla nascita, la persona parla la lingua dei colori, dei suoni, degli odori, dei gusti, dei contatti e ogni linguaggio costituisce una vera e propria scienza.
A partire dall’esplorazione del senso fisico, ogni capitolo prosegue evidenziando i legami delle cinque porte con la psiche, le emozioni, i sentimenti dell’essere umano, fino a delineare l’esperienza spirituale che ciascun senso ricava dal contatto con Dio.
Confusi e indifesi di fronte agli attacchi del mondo, ogni giorno rischiamo di sprecare la vita conformandoci alle mode della nostra epoca (relativismo, soggettivismo, individualismo, ideologismo), che ci presentano soluzioni tanto facili quanto ingannevoli. Le riflessioni di don Gino Tedoldi ci invitano a vedere la nostra debolezza di fronte a tutto e a riconoscere il bisogno di scegliere di stare dalla parte di Gesù Cristo: solo così sarà possibile essere forti e superare i momenti di tenebra, prova e difficoltà. Per questo occorre aprirsi alla Parola di Dio, porgere l'orecchio alla predicazione e riscoprire la fede, quella vera.
“Quanto ci è donato di vivere appartiene a tutta la chiesa perché è un dono di Dio”: così mi scriveva mons. Henri Teissier, arcivescovo di Algeri e autore di queste pagine. Cosa può significare il permanere di una seppur minuscola presenza di chiesa in un paese musulmano? “Noi non siamo in un paese musulmano per essere martiri, siamo in un paese musulmano per essere amici. Allora speriamo di poter uscire da questa situazione, perché cerchiamo dei fratelli, non delle persone che ci uccidano”. Da queste lettere, omelie e messaggi radiofonici – con i quali l’arcivescovo si rivolge ai suoi sempre meno numerosi fedeli e al sempre più numeroso uditorio d’Algeria e del mondo intero – traspare la radicale testimonianza evangelica di una chiesa che, in nome di Cristo crocifisso e risorto, non abbandona l’amico nell’ora della prova, ma gli resta accanto per divenire, insieme con lui, “oscuri testimoni della speranza” (dalla “Prefazione” di Enzo Bianchi).
Henri Teissier (Lione 1929), dal 1973 al 1980 vescovo di Orano (Algeria), poi coadiutore del cardinale Duval ad Algeri, dal 1988 è arcivescovo della medesima città. È presidente della Conferenza episcopale dell’Africa settentrionale.
A metà tra meditazione e narrazione, questo libro nasce dalle suggestioni che l'autore ha ricavato nel vivere il Vangelo nei luoghi che ne hanno fatto da scenario storico e geografico. Le storie bibliche, dalle antiche profezie agli eventi della nascita di Gesù, vengono ripercorse attraverso gli occhi di Serafino, un asinello cocciuto ma angelico, che diventa testimone della nascita del Re dei Re e la offre al lettore in maniera personale, ma profondamente ancorata alla verità storica e alla realtà geografica. È attraverso la curiosità di questo ciuchino che la vicenda di salvezza si arricchisce di spiegazioni su aspetti della cultura ebraica, piccole leggende, quotidianità del mondo antico. Perché Gesù è, oltre che Vero Dio, un Uomo Vero immerso nel Suo tempo. Serafino, insieme al lettore, compie un vero e proprio cammino spirituale, nel quale si rispecchia la riflessione dell'autore sulla vita credente, prima, e poi sul ruolo di "pastore di gregge", in questi tempi che chiedono, a gran voce, risposte e misericordia. Serafino sa porsi domande per cercare risposte; quelle risposte che chiede, con animo grato, alla stella che illuminerà la notte di Betlemme, custodendo la vita di quel bambino fino all'epilogo, più di trentatré anni dopo, a Gerusalemme.
Dal Golgota, dove fu crocifisso, Gesù lanciò forse il suo ultimo sguardo "terreno" non solo sulla Città Santa, ma su tutta l'umanità dolente che guardava senza ancora capire. La presente Via Crucis e le meditazioni che seguono nascono proprio percorrendo il selciato che conduceva al luogo del Cranio: la "Via Dolorosa", come tradizionalmente è identificata, nella quale Cristo abbraccia la croce per noi. È con l'auspicio che possano partecipare del clima spirituale in cui il Santo Sepolcro e Gerusalemme tutta sono immersi, che Massimo Tellan dona pagine ispirate e sentite ai suoi lettori, per vivere la Via Crucis non solo come momento di preghiera, ma anche come occasione per fare memoria del dono inesauribile che, lungo quella via dolorosa, si preparava per noi. Un cammino, quello proposto dall'autore, arricchito ulteriormente dai brani degli inni che si cantano ogni pomeriggio con la processione francescana nella Basilica del Santo Sepolcro, qui riportata e adattata per l'oggi. Dal selciato di Gerusalemme, seguendo le orme del Maestro, possiamo imparare a percorrere le tante strade del mondo cui siamo chiamati, le nostre vie dolorose che non comprendiamo; davanti agli occhi però avremo sempre una risposta, mite e potente, che si offre di consolare le nostre paure e i nostri dolori: è Gesù che, anche quando su di noi grava la croce, insegna al cuore come restare in alto, all'anima come volare libera.

