
La perla è splendida e preziosa. Nasce dal dolore. Nasce quando un'ostrica viene ferita da qualcosa d'estraneo. In quel momento la conchiglia, per proteggere il proprio corpo indifeso, inizia ad avvolgere il male che è entrato in lei con la madreperla. Alla fine si sarà formata una bella perla, lucente e pregiata. Se non viene ferita, l'ostrica non potrà mai produrre perle, perché la perla è solamente una ferita cicatrizzata. Tutto ciò che ha il sapore del limite, racchiude in sé anche la possibilità del suo compimento.
Son qui raccolte le meditazioni sul Vangelo delle beatitudini ed altro che sr. Ida Benvenuti (1922-2013) proponeva nelle sue catechesi e che anche oggi si riconfermano di grane attualità.
Nei discorsi di suor Ida vibra il Vangelo puro. Pensieri profondi sono da lei espressi con una semplicità sconcertante che avvince anche gli spiriti più sprovveduti, come abbiamo tante volte constatato.
Il deserto ti indicherà di che cosa sei fatto e che cosa ti è estraneo, di che cosa hai bisogno e che cosa non ti serve". "
Di fronte alla sfida dell’incessante frenesia e crescente velocità della vita moderna, questo libro propone di ritrovare l’arte perduta di fermarsi, di rallentare il passo. Vivendo bene una giornata, cioè accogliendo la sua unicità, entrando nella sua lentezza, possiamo celebrare la sua santità. La necessità di riscattare il tempo e assaporare la vita, per il credente in Gesù Cristo, deve trovare espressione concreta in pratiche specifiche, di cui l’autore invita a riappropriarsi: l’osservanza del riposo sabbatico, il culto del giorno del Signore, la preghiera mattutina e serale, la preghiera dei Salmi, gli impegni presi "un giorno alla volta", la preghiera per il pane quotidiano, la compagnia a tavola, l’ospitalità, l’attenzione alla presenza di Dio. Per un cristiano, ogni nuovo giorno dovrebbe essere vissuto come un "sacramento" della grazia di Dio.
Che cos'è il cattolicesimo convenzionale? Una religione vuota di carità e dunque - per dirla con le parole di san Giacomo - una «fede morta» (Gc 2,26). Una fede che lascia praticare i riti sacri, le assemblee liturgiche, le feste religiose, le devozioni e le "tradizioni popolari", ma non converte i cuori delle persone, non fa incontrare Gesù nei sacramenti (oggi troppo spesso "appaltati" alla mentalità consumistica del centro commerciale) e, dunque, non accompagna le persone e le comunità alla pratica dell'amore. Questo libro, una raccolta tematica di editoriali dell'autore, vescovo di Noto, prova a dare una risposta alla questione fondamentale: come vincere il narcisismo dell'anima e andare oltre il cattolicesimo convenzionale, vivendo una fede che operi attraverso la carità e sia capace, come chiede papa Francesco, di «uscire, andare, accompagnare, discernere, accogliere»? Fra i "grandi temi" del volume: "Nuovo umanesimo, sofferenza e libertà", "Oltre la maschera di un Dio violento", "Oltre le prediche noiose, i giovani e l'amore", "Come superare il cattolicesimo convenzionale", "Sul narcisismo universale (e la via cristiana per uscirne)".
Questa raccolta di undici messaggi inviati in un decennio di ministero episcopale è frutto di un impegno e un obiettivo particolarmente caro al vescovo di Noto, animare la speranza che il cattolicesimo sappia esprimere meglio, oggi, il cristianesimo secondo la verità che Gesù di Nazareth ha portato al mondo: la verità sul Dio "sempre e solo amore" che ci salva dalla perdita di umanità visibile nella nostra società globalizzata e anonima. Sono messaggi nati per i tempi dell'Avvento e "di Natale" (con l'aggiunta di alcune omelie), ma fanno traboccare la loro ricchezza e la loro passione su tutti i tempi della fede e della vita.
E sono stati scritti pensando in particolare ai giovani, sulle tracce di quella che il vescovo siciliano, fra citazioni e salutari provocazioni, chiama Pop-theology: la "teologia pop", la teologia popolare capace di raccontare oggi Dio di Gesù Cristo e il suo Vangelo con i registri dell'immaginazione e della creatività.
Agli inizi del secolo XIII Domenico di Guzman, sacerdote di Osma, nella Spagna del Nord, accompagna il suo vescovo, Diego, nella Francia meridionale. Lo scopo della sua missione è evangelizzare gli albigesi che hanno preso il sopravvento in quella regione. Ben presto però la predica si trasforma in ascolto e imitazione di Cristo, l'argomento più convincente per riportare quei fratelli alla Chiesa cattolica. Nel 1207, alla morte di Diego, Domenico resta solo. E' il momento decisivo. Dopo l'incertezza iniziale egli sceglie di continuare l'opera intrapresa e raccoglie intorno a sé donne e uomini disposti a seguire il suo esempio. Nasce così l'ordine dei Predicatori che ha a fondamento i precetti evangelici della povertà e dell'umile servizio del prossimo.
La rievocazione dell’infanzia dell’autore in un vicolo malfamato della Civitavecchia del Ventennio incastonato tra le carceri, i lupanari, il lavatoio pubblico e l’osteria. Una galleria di personaggi umili che ritornano alla memoria dell’anziano autore.
La memoria è una macchina prodigiosa che va avanti nel tempo, fa congetture, sogna, costruisce e distrugge; oppure torna indietro, ricorda e rende presente. Spesso mi vengono in mente le tante persone incontrate, e a cui ho tentato di trasmettere, malgrado la mia miseria, il nucleo essenziale della fede. La mia storia, in ogni modo, non è storia importante, ma forse è bene che si sappia come Dio sia capace di dipingere anche con un pennello spelacchiato come me. Eccomi perciò a sfogliare con altri l’album dei ricordi fatto di tradimenti, perdono, poesia, malinconia e nostalgia per un tempo che non c’è più e che è racchiuso nella misericordia di Dio.
Destinatari
Per tutti.
Autore
Ennio Staid è nato a Civitavecchia il 30 luglio 1930. Laureato in economia e commercio, a trentatré anni è entrato nell’ordine dei domenicani e si è laureato in teologia. Già docente nelle facoltà teologiche di Bologna, ha all’attivo numerose pubblicazioni. Presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato San Domenico: il fascino di un profeta attuale (19992).
La Calabria, tra il sottoterra e il cielo è un viaggio profondo nell’anima di una terra spesso fraintesa e raccontata attraverso stereotipi. Padre Pino Stancari, gesuita che ha vissuto a lungo in Calabria, ci guida tra le pieghe più intime di questa regione, esplorandone il legame tra le radici profonde del "sottoterra" e l’apertura verso l’infinito del "cielo". Attraverso meditazioni, riflessioni e richiami alla tradizione monastica ed evangelica, l’autore ci invita a riscoprire la Calabria più autentica nel valore della casa, dell’abitare, della spiritualità popolare e della fedeltà a un luogo che chiede ascolto e amore paziente. Con le sue contraddizioni e la sua bellezza, la Calabria emerge in queste pagine non come una terra da cui fuggire, ma come uno spazio di appartenenza e di scoperta. Un libro che non si limita a raccontare una terra, ma invita ad abitarla con lo sguardo di chi sa ascoltarne il silenzio e coglierne le sfumature più profonde. La Calabria, tra il sottoterra e il cielo è un invito a superare i luoghi comuni, a riconoscere la ricchezza di un’identità complessa e a riscoprire, nella memoria e nella spiritualità, le radici di un’appartenenza che parla a tutti, anche a chi non è mai passato da queste strade. Prefazione di Vito Teti.

