
L’espressione «regno di Dio» ritorna 120 volte nei Vangeli, ma molti cristiani ignorano cosa significhi questa affermazione, che è stata «il» motivo della missione di Gesù tra gli uomini. Alejandro Solalinde dà sostanza alla nostra comprensione: «Il regno di Dio è tale quando la sovranità divina è effettiva. Non è una realtà generata dalla nostra volontà di dominio sugli altri, motivata da interessi di potere e di denaro». Regno significa nuove relazioni tra la persona e Dio, tra uomini e donne, tra l’umano e il Creato. Non più il comando sugli altri bensì l’affermazione della dignità dell’altro.
La realizzazione del regno di Dio, intessuto di gratuità, giustizia, rispetto e accoglienza, è questione urgente nella nostra epoca segnata dal «sistema neoliberista capitalista globale che è il principale segno dell’antiregno». Proprio in un mondo caratterizzato dal potere anonimo della finanza, dallo spadroneggiare di multinazionali senza scrupoli, da genti costrette a migrare per guerre, fame e cambiamenti climatici, il Regno diventa profezia del sogno di Dio.
Quelle di Solalinde sono riflessioni radicate nella teologia della liberazione e in una lettura della Bibbia segnata dall’esperienza dei popoli impoveriti. Sono parole di chi ha messo in gioco la propria vita, fino al rischio di perderla, per il Regno. Per questo hanno il profumo dell’autenticità, della libertà e del coraggio.
Utile strumento per approfondire la conoscenza e l'attaccamento al Cristo come centro della propria vita. Il libro invita a meditare, riflettere e pregare tenendo lo sguardo fisso sul cuore di Gesu.
Oggi si ha la percezione che perdonare sia un fatto sempre più raro, non solo nei casi particolarmente gravi, quali violenze, abusi, sopraffazioni, delitti individuali o collettivi... ma anche in presenza di piccoli affronti, offese, ferite. È sufficiente che all'interno del nucleo familiare o tra due amici si viva un momento di incomprensione per far esplodere sentimenti di distacco, di rancore, di collera, di rabbia, di odio e di vendetta... Il perdono ci permette di porre un freno a questi conflitti, di ripartire nel dialogo e di rinsaldare ciò che ci unisce all'altra persona.
Non si tratta di un testo organizzato programmaticamente, ma di uno scritto che esprime con semplicità – secondo l’esperienza di vita dell’autore, vissuta con il cuore e sostenuta dalla preghiera, come dice lui stesso – che la gioia vera è possibile per tutti. Queste pagine sollecitano a intraprendere il percorso della gioia amando la familiarità con la gente andando incontro alla loro solitudine, al bisogno di armonia nella vita nostra e degli altri. Ma questo si può realizzare soltanto vivendo nella comunione con la Trinità, traendo da lì la nostra linfa vitale. Pagine che invitano a fare esercizi nella «palestra della gioia» per essere in forma interiormente, nella condivisione. Il tutto per una vita piena, vissuta non in funzione di sé, ma procedendo insieme verso la casa del Padre.
Queste Ore, scritte dalla serva di Dio Luisa Piccarreta, sono balsamo per l'anima che mantengono vivo il reciproco amore tra l'Amato e l'amante, sono fuoco che fonde, medicina che guarisce, preghiera di consolazione a Gesù: esse ci aiutano ad amarlo con lo stesso amore e, nell'unico respiro, ci permettono di fare spazio al Suo dolore. Le 24 Ore della Passione sono un reciproco bacio d'amore: ogni parola, come scintilla, fa ardere nel «Fiat voluntas tua» e, abbandonati in incandescenti dialoghi d'amore che pervadono tutto l'essere, si vive una vita appassionata nel compimento della Divina Volontà.
In questo libro Tiziano Doldavini, sacerdote che presta il suo servizio presso l'Istituto Nazionale Malattie infettive "Lazzaro Spallanzani" di Roma, sostiene l'aiuto della fede nella cura di ansia e depressione. Nel libro numerose testimonianze di guarigione.
Questo libro è una meditazione sul mistero della Trinità che costituisce il centro della nostra fede, fonte dell’intera opera di salvezza. L’autore invita all’adorazione proponendo il Rosario della Trinità e numerose preghiere e spunti di riflessione.
Tiziano Soldavini, sacerdote diocesano e Dottore in Scienze e Tecniche di Psicologia della Comunicazione, presta il suo servizio presso l’Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma. Conduttore radiofonico a Radio Mater, ospite fisso a Radio Vaticana, è autore di numerosi testi di meditazione.
Una riflessione sul ruolo della Misericordia in Medicina. La dimensione umana implica la malattia, la sofferenza, il dolore e la morte. La supplica dell'uomo malato, che chiede aiuto a Dio e dice "Abbi misericordia di me", si riverbera anche nel rapporto medico-paziente e gli dona lo spirito, che ne anima la fattibilità. Per il bene del paziente come persona. Ma anche per il bene del medico, come pure di ogni operatore sanitario.
La piccola Sara Mariucci, la sera del 4 agosto 2006 prima di dormire raccontò a sua madre Anna una storia nella quale era protagonista un'altra mamma dai capelli blu e dagli occhi castani, una mamma buonissima: «Mamma Morena». La mamma allora pose una domanda che potrebbe sembrare strana o quanto meno esagerata e chiese a Sara: «Lasceresti mamma Anna per andare con Mamma Morena?». La bambina le diede una risposta che la spiazzò dicendole, con sicurezza e fermezza: «Siiii». Il giorno dopo, il 5 agosto, Sara morì per una folgorazione elettrica. L'8 agosto il papà di Sara, Michele, fece una ricerca su "Mamma Morena" e con immenso stupore scoprì che questo è il nome con cui viene venerata la Vergine Maria protettrice della Bolivia, la cui statua si trova nel santuario di Copacabana, sul Lago Titicaca in Bolivia. La sua festa ricorre il 5 agosto. Dal giorno di quella scoperta la storia di Sara Mariucci iniziò a portare tanta speranza nei sofferenti, in chi ha paura e in chi ha perso la fede, tanto che la tomba della bimba a Gubbio è méta di continue visite da parte di persone alla ricerca di Dio, da ogni luogo di Italia e del mondo.
Le riflessioni qui raccolte, attraverso una rilettura dei racconti della risurrezione di Gesù, vogliono aiutare il lettore a riscoprire nella propria vita i segni del Vivente. Oggi, come allora, il Risorto si rende presente e si fa vedere in alcuni segni, che non sono evidenze. Tali segni ci offrono la capacità di passare dalla tristezza alla gioia della sua presenza, dall'immobilità alla forza di riprendere il cammino, dalle delusioni alla capacità di fidarci, dal fallimento alla gioia di assumerci nuovamente impegni.