
“Dovremmo aprire gli occhi sui dettagli della vita.
A volte a noi la normalità appare noiosa e
insignificante e ha bisogno di momenti di solennità.
Ma la vita è l'unico spazio che abbiamo
per poter accogliere, per poter amare".
Antonietta Potente
Che cosa può aiutarci a dare più qualità alla nostra vita? Come possiamo ritrovare la sorgente della nostra semplicità? Antonietta Potente apre il nostro cuore alla ricerca, ci invita a scoprire le condizioni che sono necessarie per sentirsi a casa con se stessi e con gli altri. Il libro, che era stato pubblicato nel 2007 è stato interamente rivisto e ampliato. In questa nuova versione contiene un recentissimo, appassionato intervento della Potente su comedare un nuovo inizio alla propria vita attraverso cinque proposte concrete. A seguire altre tre riflessioni su ciò che sta alla base del ‘semplicemente vivere’: consapevolezza, fedeltà, essenzialità.
Raccolta di riflessioni sulla vita e su noi stessi. In Antonietta la calma si è fatta vento e la passione presentimento, la vita si è fatta un'avventura errante, permettendo alla tenerezza di scorrergli nelle vene, e al vento di alzarsi improvviso con lei. Amo chi come Antonietta sfida il pensiero e dall'utile argilla dà vita a nuova forma, chi nei giorni difficili che hanno bisogno dell'arcobaleno ama la penombra del volto dell'altro e il pane che ognuno matura nel fuoco. (Luigi Verdi)
Un libro per riflettere su come ritrovare la nostra semplicita' e in essa riscoprire la capacita' di immergersi nella vita. Un percorso sviluppato su tre temi: consapevolezza, fedelta', essenzialita'. Le basi del semplicemente vivere". "
Un libro dedicato al sogno e alla scelta dei voti, scritto a quattro mani da due donne, e che di femminile ha il tocco leggero ma profondo, le intuizioni aperte sul futuro, la creativita.
Ampia nella sua portata filosofica e teologica e raffinata nella sua analisi letteraria, quest'opera offre una riflessione toccante sulla pratica del perdono in un mondo che non perdona. Matthew Ichihashi Potts esplora il complesso terreno morale che questo tema presenta e, che a suo parere è servito troppo spesso come balsamo per la coscienza del potere più che come strumento di cura o di giustizia. Sebbene sia spesso collegato alla riconciliazione o alla repressione della rabbia, Potts resiste a queste associazioni, affermando invece che il perdono è il rifiuto della violenza della ritorsione attraverso pratiche di penitenza e di dolore; è un atto di elaborazione del lutto; è più una postura non-ritorsiva che un'assoluzione della colpa. Il perdono cerca di vivere con le conseguenze della perdita: accetta che ciò che è perso non può essere recuperato e punta quindi a convivere con l'irrevocabilità dell'ingiustizia subita. Prendendo ispirazione dai romanzi di Kazuo Ishiguro, Marilynne Robinson, Louise Erdriche Toni Morrison, oltre che da testi che vanno dal primo cristianesimo al postmoderno, Potts diagnostica i pericoli reali del perdono e insiste sulla sua promessa duratura. Sensibile alle realtà del XXI secolo, come disuguaglianze economiche, devastazioni coloniali e lotte razziali, e considerando il ruolo del perdono nel Nuovo Testamento, nella tradizione cristiana, nella filosofia, nella spiritualità, nella teologia e nella letteratura contemporanea, questo libro annuncia l'arrivo di una voce teologica nuova e creativa.
Il canto delle pietre è il diario immaginario del monaco che nel XII secolo edificò in Provenza l'abbazia di Le Thoronet, un capolavoro di architettura cistercense. La vita di un cantiere medioevale, i problemi tecnici, finanziari e dottrinali che ostacolano i lavori, le soluzioni adottate, di una modernità sorprendente, appaiono ben poco conformi a quell'immagine convenzionale del Medioevo che si è consolidata nel corso dei secoli. Ma ciò che nel racconto "tocca" e coinvolge di più è la lotta che il monaco ingaggia con la fragilità degli uomini e l'inerzia della materia, e, soprattutto, con le proprie contraddizioni interiori. La costruzione dell'abbazia diventa così un viaggio iniziatico nel profondo dell'essere umano. Ma non è tutto. Questa cronaca che per altro si fonda su ricerche storiche originali e su una lunga esperienza di costruttore - è anche una riflessione appassionata sui rapporti fra il bello e il necessario, fra l'uomo e la natura, fra il dovere verso gli altri e quello verso Dio. Ed è una meditazione lirica sull'Ordine nel quale tutti gli ordini trovano spazio, e su quell'arte che riassume tutte le altre: l'architettura.
Questo libro tratta un tema molto attuale. La depressione, l'accidia, cioè la secchezza, il deserto spirituale, e la notte spirituale. Non è facile distinguere fra questi tre stati dell'animo, pertanto l'autore intende fornire alcuni strumenti per il discernimento delle situazioni, ed anche alcune indicazioni per rimediare ed accompagnare. La trattazione è fruibile e resa ancor più illuminante dall'esempio di tre grandi Sante: S. Teresa d'Avila, Teresa di Lisieux e Madre Teresa di Calcutta. Si citano, inoltre, anche altri autori spirituali, dai Padri della Chiesa ai Padri del deserto, per giungere a Papa Francesco.
Donne e uomini di diverse eta, razze e culture, formazione e attivita professionale, scelti come testimoni della chiamata universale alla santita.
La vicinanza, recita il titolo di questo libro, è "lo stile di Dio", che Gesù è venuto a svelarci con la sua vita. È anche, come ricorda papa Francesco, la strada maestra per portare Dio agli uomini e alle donne del nostro tempo, a partire dai poveri e dagli ultimi. E poi, insieme alle persone di buona volontà, per promuovere la giustizia e la pace. Tutto ciò si riflette nella vita di Chiara Lubich. Investita dalla luce di Dio che le fa comprendere come Egli sia Amore e ami ciascuno immensamente, ella comunica questa luce a più persone possibili. Dà così inizio a un Movimento ecclesiale che vuole contribuire alla fraternità e all'unità della famiglia umana. Il libro approfondisce dunque il tema della vicinanza nell'orizzonte dell'esperienza della Lubich. Parte del volume presenta una ricca raccolta di scritti e discorsi che ella ha tenuto negli anni, tratta dell'eredità anche letteraria che ci ha lasciato.
E' troppo poco dire che non sappiamo amare. La verità è, soprattutto, che abbiamo paura di amare.Sì, temiamo che gli altri respingano il nostro amore per loro, e che in ultima analisi respingano noi stessi. Lo temiamo perché noi stessi non abbiamo fiducia in noi. John Powell ci aiuta a guardare questa nostra tortuosa psicologia. C'insegna a conoscerci e ad accettarci come realmente siamo. E ci mostra come l'auto-conoscenza e l'auto-accetazione costituiscono la piattaforma del lungo viaggio verso l'amore.è un viaggio dall'itinerario paradossale. Se amiamo gli altri per attirare la loro attenzione su di noi, se riduciamo gli altri a mezzi per provare noi un pò di calore, infallibilmente la nostra destinazione sarà la soluzione. Se invece dimentichiamo noi stessi per interessarci disinteressatamente agli altri, daremo amore autentico e riceveremo amore autentico.Attraverso questo ritmo del dare e del ricevere amore, ciascuno di noi realizza la propria maturazione personale e risponde nell'unico modo valido al Dio che è Amore.
Come riuscire a comunicare pienamente il nostro intimo ad un’altra persona.