
Un afflato poetico intenso permea i quattro Vangeli, perché ogni pagina e ogni riga canta l'amore appassionato del Padre dei cieli e di Gesù per tutti gli uomini; per tutti: vicini e lontani, buoni e cattivi, credenti e non credenti. E tutti siamo chiamati ad accogliere questo amore, abbandonandoci a Colui che ci ama e ha dato la sua vita per noi. Nel testo vengono proposte, in versione poetica, alcune riflessioni su avvenimenti salienti dei Vangeli.
Cos’è il gusto dell’altro? La percezione di se stesso come un altro? Come possiamo capire di non essere soli? Si cammina insieme – ci mostra l’autore ripercorrendo l’itinerario della sua vita – ci si stanca, ma si condivide la fatica e si condivide la ricerca, perché la tensione verso la meta – che non è un luogo misterioso, ma la presenza di colui che è “Dio con noi” “tutti i giorni, fino alla fine del mondo” – serva da bussola per orientarsi nel presente e affrontare coraggiosamente le sfide che dovremo affrontare.
La poesia, al suo primo scatto, nasce per celebrare il divino. È una scala per ascendere tra le bestie celesti; è un agguato, la trama - fatale, fatata - per imporre la museruola alla divinità. Tra Orfeo che incanta il re degli inferi e Giovanni che a Patmos vede angeli, draghi e micidiali cavalieri; tra le visioni degli sciamani siberiani e le preghiere ad Ammone, una continuità è ben salda. La poesia è il codice che dissigilla i cieli e solletica gli dèi, li intima a svelarsi in forma di pioggia, rivelazione, luce. Parola che fiammeggia, quella qui antologizzata, da sussurrare con il cuore teso a stendardo. Dai versi di Milarepa a quelli di Boris Pasternak, da Giovanni della Croce a Ikkyû e 'Attâr il rapporto con il divino è declinato in ogni aspetto: a volte si conforma in amore nuziale e in conforto, altre in accesa gelosia, altre ancora in accusa. Nulla limita il dire del poeta: il linguaggio - sublime combustibile, tra obbedienza e ribellione - dà voce all'onnipotente nella sua gloria e nella sua erranza tra gli orrori del mondo. A volte, il dio ha un corpo glorioso, la vigoria di una belva, altre il volto del "buon pastore", del servo che conosce ogni patire; la poesia, sempre, è strategia di battaglia, un'infinita caccia reale. Effimeri! Con una Lettera ai poeti di papa Francesco.
Selah è la storia di un vuoto, quello lasciato dal papà del protagonista e quello lasciato all'umanità da papa Benedetto XVI, ma anche il vuoto di un fratellastro e una sorellastra che si cercano e non si incontrano.
Un nuovo vocabolario per la spiritualità di oggi. Dalla A di Amore alla Z di Zero, passando per Dio, Giuda, Quarantena, Occidente, Peccato, Vergogna. Un prete eremita e un poeta si gettano a capofitto nel vocabolario, risignificando parole consunte dall'uso e svuotate, ridotte a ricamo televisivo, a sentimentalismo stantio o ad atto di guerra. Giocando all'alfabeto, Davide Brullo e Alessandro Deho', da inadatti e ingenui, con la ferocia dei felici, percorrono le estremità del sacro, guardando là dove non si deve, nei luoghi oscuri, ostili del Vangelo, nelle stimmate del nulla. In questo Nuovo Alfabeto del Sacro si entra a piedi nudi, con le candele sui polsi. Certi che varcare la soglia di alcune parole è un atto di disobbedienza, di libertà.
Monaci buddisti, monaci zen, sufi, chassidim… tutti «uomini santi». Il paradosso, all’alba del terzo millennio, sta nel fatto che, affascinati dalla spiritualità di questi mistici venuti da lontano, abbiamo dimenticato quel «monaco » che vive in mezzo a noi da oltre quindici secoli, che ha fondato i nostri villaggi, dissodato i campi, costruito le prime chiese, copiato e miniato i manoscritti, che ha raccolto, nutrito, curato, istruito, guidato e protetto i nostri avi: il monaco cristiano.
Henri Brunel, mosso dalla curiosità e dall’amore per questi uomini, ci conduce nel cuore del monachesimo cristiano. Ci racconta la storia dei tre ordini principali – i Certosini, i Benedettini e i Cistercensi – parlandoci dei loro fondatori e delineandone gli assunti teologici e i precetti morali. Ma soprattutto descrive, grazie anche alle esperienze vissute in prima persona, la vita del convento, scandita oggi come un tempo da un insieme di attività e di riti quotidiani (la preghiera, lo studio dei testi sacri, il lavoro manuale, i pasti frugali…) che conservano intatta la propria suggestione e che trasmettono il profondo senso di dedizione e di sacrificio che anima questi «testimoni della fede» chiamati, secondo le parole di Giovanni Paolo II, «a essere lumi che rischiarano la strada sulla quale camminano tanti fratelli e sorelle in tutto il mondo».
L'AUTORE
HENRI BRUNEL è autore di numerosi libri dedicati alla spiritualità delle grandi religioni. Vive in un piccolo paese della Maine-et-Loire.
L'arte accompagna il processo di guarigione perché aiuta a stare nel dolore. È così che l'esperienza del bello diventa esperienza spirituale: ci restituisce alla nostra umanità; dona fiducia nella vita, infonde forza per vivere la nostra condizione umana. La guarigione non è solo opera dell'arte sacra, ma di ogni forma di bellezza, sia naturale sia umana. «Arte e vita sono complementari: se infatti esiste l'arte è perché ci offre qualcosa che le ore quotidiane non ci danno, perché ci porge ciò che il tempo della realtà ci nega, perché la vita ne ha bisogno come agente di un'azione che altrimenti non potrebbe realizzarsi. Tra le tante cose che noi europei moderni abbiamo dimenticato c'è la funzione medicinale dell'arte, il suo potere curativo quasi magico, il suo legittimo potere taumaturgico» . Maria Zambrano, La confessione come genere letterario È stato davvero così, durante la pandemia? Potrebbe esserlo, o esserlo ancor più, rispetto a quanto ancora ci attende? Questo libro nasce da alcune giornate di formazione pastorale e spiritualità intorno al potere sanante e salvifico dell'arte. L'esperienza dolorosa del Covid ha toccato non solo le persone che hanno perso qualche familiare o amico, ma l'intera società e anche la comunità cristiana. Come credenti, abbiamo voluto provare a raccontarci e condividere cosa abbiamo vissuto (esperienze, emozioni, riflessioni) e cosa ci ha sostenuto in questo tempo prolungato di sospensione della "vita normale". Nello specifico, ci siamo chiesti (grazie ai preziosi contributi che in questo volume raccogliamo) quale ruolo ha avuto (o potrebbe avere) l'arte, per cercare di riscoprire la sua funzione terapeutica in ordine alla salvezza integrale della persona.
Nella vita di ciascuno incorrono frangenti in cui la lotta sembra necessaria per affrontare i "conti in sospeso" con Dio e con la vita. Anche per questo la figura di Giacobbe - così moderna e ricca di contrasti - non smette di affascinare. L'avvincente racconto della sua vita mostra un percorso travagliato verso la propria verità e verso Dio: Giacobbe sperimenta gli inganni, lo scontro, un'identità in pericolo, la fuga e l'esilio, il sogno, l'inquietudine, il silenzio della notte, e in fondo alla notte, Dio. Il momento più drammatico e generativo della sua vicenda è la lotta senza riserve con Dio, sulla riva dello Iabbok. Una lotta fatta di ribellione e al tempo stesso di disarmo, nella quale Giacobbe affronta anche se stesso fino ad essere benedetto con un nuovo nome. Una ricerca coraggiosa della profondità di sé per cogliervi la profondità di Dio.
Le Ammonizioni sono poco conosciute, rispetto ad altri Scritti di san Francesco; eppure queste 28 brevi riflessioni costituiscono un piccolo tesoro. Francesco e i suoi fratelli, durante le riunioni comunitarie, i Capitoli, discutevano sulle prospettive e le difficoltà della loro forma di vita, che risultava totalmente nuova nella storia della Chiesa. Nascevano così queste autentiche perle di sapienza e di profonda semplicità, a proposito della povertà, del distacco, dei rapporti comunitari, segnate dal rimando alle beatitudini evangeliche. Dopo un'introduzione generale, il libro presenta una per una le 28 Ammonizioni, commentandole brevemente.
Attraverso un'ermeneutica libera, fantasiosa e condivisa del Piccolo Principe, i ragazzi rivelano l'urgenza di assaporare una felicità autentica, che il discount globale del consumismo esistenziale non riesce a soddisfare. In un tempo fluido, confuso e segnato da una generale assenza di punti di riferimento, il libro tenta di svelare come l'ipotesi cristiana si mostri ragionevole di fronte agli interrogativi ultimi del cuore, manifestandola come itinerario possibile per una vita piena e appassionata. Prefazione di Maurizio Botta.