
Spesso il perdono è inteso come una questione personale, fine a se stessa.
E se invece si provasse a “voltare pagina” per potersi finalmente liberare? Se si cercasse ad accogliere il buono che c’è senza attendere una impossibile riparazione del passato? L’autrice ha raccolto nel suo libro il frutto di una ricerca durata circa dieci anni, presentando ai lettori le tappe fondamentali di un grande e mai finito lavoro di pacificazione con il passato. Passo dopo passo, sostenendo il suo discorso con personaggi, casi concreti e episodi biblici, Lytta Basset individua una nuova strada per imparare ad accettarsi e ad amarsi, verso una nuova e profonda unità interiore.
Professore di teologia, filosofia e pastorale, Lytta Basset è molto nota al pubblico francese per alcuni suoi libri di successo : Guérir du malheur, Le Pouvoir de pardonner (Albin Michel/Labor et Fides, 1999), “Moi, je ne juge personne” (Albin Michel/Labor et Fides, 2003), La Joie imprenable (Albin Michel, 2004) e Sainte Colère (Bayard/Labor et Fides, 2006). In Italia ha pubblicato: Il senso di colpa. Paralisi del cuore, Qiqajon, 2007; Io non giudico nessuno, Claudiana, 2004.
L’autrice racconta l’esperienza dei cinque anni di lutto seguiti alla morte del figlio Samuel,ventiquattrenne,suicidatosi dopo una serie di crisi irrimediabili che lo avevano reso incapace di continuare la propria vita normale e lo avevano costretto a sempre più frequenti ricoveri in ospedale. Dopo la ribellione e il dolore, si affacciano timide le prime relazioni con gli altri, “pezzi” di relazioni amichevoli,affettuose o anche casuali che arrivano,afferma la Basset, come “gocce di rugiada”,“candidi sassolini su un terreno di cenere e di devastazione”.E’ al termine del primo anno di lutto che,grazie ad un sogno,la Basset sente che la relazione “di un altro ordine” con il figlio comincia lentamente a ristabilirsi attraverso misteriosi “contatti” fuori e oltre la sfera della coscienza e del pensiero razionale. Il cammino attraverso il lutto la mette in contatto diretto e profondo con alcuni tabù molto forti nelle società occidentali: il parlare della morte, tanto più di quella per suicidio e il rivelare pubblicamente il proprio stato di dolore;la ricerca stessa di una relazione con l’aldilà per poter ristabilire un legame con il figlio, affinché egli non venga più avvertito parte di un regno dei morti, ma di un regno di presenze viventi.
AUTRICE Professore di teologia,filosofia e pastorale, Lytta Bassetè molto nota al pubblico francese per alcuni suoi libri di successo :Guérir du malheur, Le Pouvoir de pardonner(Albin Michel/Labor et Fides,1999),“Moi, je ne juge personne”(Albin Michel/Labor et Fides, 2003),La Joie imprenable(Albin Michel,2004) e Sainte Colère(Bayard/Labor et Fides,2006). In Italia ha pubblicato:Il senso di colpa. Paralisi del cuore,Qiqajon,2007;Io non giudico nessuno,Claudiana,2004.Per San Paolo ha pubblicatoll desiderio di voltare pagina: “Perdonare”è cominciare ad accettare se stessi (2008).
Superare la paralisi del cuore:
per un’evangelizzazione del senso di colpa
Il senso di colpa può paralizzare il nostro cuore e tutto il nostro essere: è una propensione naturale che richiede una conversione, un andare controcorrente per giungere al suo superamento in una vita vissuta nella libertà. L’autrice ripercorre il meccanismo della colpevolizzazione interrogandosi sulla sua genesi e sulla sua funzione, attraverso gli strumenti offerti dalle scienze umane e dalla storia, per giungere a rivelare, nella lettura della pagina evangelica della guarigione del paralitico, come la lotta contro questo stato d’animo sia al cuore stesso del messaggio evangelico.
Lytta Basset insegna teologia pratica all’Università di Neuchâtel (Svizzera), dopo aver anche esercitato il ministero pastorale. La sua rivisitazione attenta e profonda dei testi biblici offre preziose indicazioni per il vissuto quotidiano degli uomini e delle donne del nostro tempo.
"Occorre coraggio per alzarsi 'ogni mattina'. E, allo stesso tempo, c'è questo pallido bagliore dell'alba che fa sperare un nuovo giorno, diverso e unico ... Ogni mattino la vita riconquista i propri diritti: chiunque può affrontarlo come l'irruzione di una vita che non avrebbe mai immaginato". Questo libro si presenta come sei albe successive in cui i testi biblici si dischiudono a noi per raccontarci l'inesauribile e sempre sorprendente tenerezza divina. Con un linguaggio vivace, potente e contemporaneo, l'autrice, attingendo alla propria competenza esegetica e alla propria personale esperienza spirituale, rilegge racconti e storie biblici aiutandoci a percepire il soffio di Dio che dalle profondità del silenzio porta pace, illumina e fa venire al mondo. Immagini incisive, pagine profonde, da meditare, che ci offrono perle di vita spirituale e ci invitano a rinascere nel nostro rapporto con Dio e con gli altri, illuminati dalla luce dell'alba che suscita "piena fiducia".
Raccolta di saggi sulla compassione: ritrovare la forza di questo sentimento significa imparare ad accompagnare la sofferenza dell'altro, dar prova di tenerezza e accedere al proprio Sé.
In questo inizio di Terzo Millennio a molti pare che un ritorno al silenzio sarebbe necessario e auspicabile. Ma che tipo di silenzio? Remo Bassetti ci offre in questo breve libro una «grammatica del silenzio», come antidoto al frastuono imperante che ci circonda.
Il libro raccoglie brevi riflessioni su temi di vita quotidiana: situazioni che procurano sofferenza a sé o agli altri, condizioni per costruire relazioni sociali positive, virtù e atteggiamenti che rendono serena la vita. L'obiettivo di questa pubblicazione è un sobrio richiamo ad aspetti e problemi di vita per individuare suggerimenti e scelte concrete che possano favorire il benessere personale. Le riflessioni contenute in queste pagine si collocano all'interno di una visione cristiana della persona e della vita, perché tenendo lo sguardo rivolto verso Dio si impara da lì la vera umanità: vivere autenticamente da cristiani è il modo migliore per realizzare in pienezza la propria umanità.
La fedeltà consiste nell'aver fede e nel prestar fede: si crede in qualcosa, in qualcuno. Da questo credere deriva il fatto che ci si rimette all'oggetto di fede. L'inferno è non avere qualcuno da amare, nel quale riporre la fiducia e dal quale attendere, e ricevere, il nutrimento per vivere. Ma l'esperienza della fedeltà si deve accompagnare anche alla pietà e alla compassione: la fedeltà resiste grazie alla presa di coscienza della propria fragilità e precarietà. Così è nei confronti di dio; ciò che si deve conservare a tutti i costi è la nostra fiducia in lui, malgrado le nostre piccole e grandi infedeltà

