
Centocinque interviste a uomini e donne del mondo dello spettacolo, cultura, religione e sport alla scoperta del senso della vita e delle cose che contano: storie intense, soprattutto confessioni inaspettate. Prefazione di Antonio Preziosi
Carlo Nesti, giornalista sportivo e volto noto della televisione italiana, è ormai da qualche anno un apprezzato autore di volumi di spiritualità destinati al grande pubblico. In questo suo nuovo libro, Nesti affronta il tema della fede proponendo al lettore un vero e proprio alfabeto che, dalla A alla Z, si propone di mettere in evidenza i segnali che la Bibbia offre a credenti e non credenti e tramite i quali indica la strada per il paradiso. La stessa Bibbia infatti può essere letta come un “Alfabeto della Felicità”, una sorta di navigatore satellitare che dall’alto guida l’uomo nel suo cammino a volte incerto.
Destinatari
Un libro per tutti i credenti.
Autore
Carlo Nesti nasce a Torino il 10 maggio 1955. Nel 1974 comincia a collaborare col settimanale «Calciofilm». Nella primavera 1975, diventa corrispondente da Torino del «Guerin Sportivo» e, in estate, del «Corriere d’Informazione»; l’anno successivo viene assunto da «Tutto- sport». Nel gennaio 1980 entra in Rai. Come telecronista, nelle mansioni di inviato speciale segue 6 campionati mondiali, a cominciare dal 1982, e 6 campionati europei di calcio. Dal 1991 al 2002 commenta tutte le partite della Nazionale Under 21. Il 28 febbraio 2010, dopo 30 anni, lascia la Rai, e diventa libero professionista, collaborando con Dahlia TV e Telelombardia. Come scrittore, nel 1983 realizza con Claudio Gentile e Marco Tardelli il libro Dietro il silenzio-stampa, sui retroscena del Mundial azzurro. Nel 2005 firma l’opera autobiografica Calcio, rievocando, in chiave esistenziale, 42 incontri di football. Nel 2007 pubblica per le Edizioni San Paolo il romanzo Viaggio di ritorno, nel 2008 è autore, sempre per le Edizioni San Paolo, del saggio Il mio psicologo si chiama Gesù, best seller in Italia e all’estero. Nel 2010 pubblica Il mio circuito si chiama paradiso in cui rilegge la propria vita alla luce della fede. Nel 2002 ha dato vita al sito Internet “NestiChannel” (carlonesti.it), una sorta di “oratorio virtuale”, dove discutere di sport e fede.
Il titolo del volume richiama un'espressione di sant'Agostino ("... et fides orat") e riporta indicazioni pratiche su come giunge e opera in noi "la grazia", attraverso l'umiltà, la preghiera, il sacramento della confessione e le opere buone. Un invito a lasciarsi stupire dall'incontro con il Signore. "L'uomo con la sua ragione può intuire che la felicità è in Dio, ma, senza l'attrattiva della grazia, non può goderne".
Una sorta di prontuario questo del prof. Rosario Salamone, docente di filosofia presso licei statali, in cui vengono posti sotto la lente d'ingrandimento aspetti dell'oggi letti con l'ottica di ieri, una sorta di nostalgica narrazione dove si toccano temi di grande attualità attraverso un viaggio nella memoria. Il testo contiene contributi che l'autore ha pubblicato dal settembre 2011 al giugno 2015 sull'edizione romana del Corriere della Sera, articoli pregni di cultura ad ampio respiro in brevi e agili capitoli che aiutano a interpretare il mondo contemporaneo e le sue lacune.
Ci sono delle briciole che cadono dalla tavola del vangelo e che tutti possono raccogliere.
Sono piccole, ma sanno di pane buono, pane che nutre, che dà gusto e sapore alla vita.
In "Anche Dio ride" James Martin ci assicura che Dio vuole che noi sperimentiamo la gioia, coltiviamo il senso dell'umorismo e ridiamo delle assurdità della vita, per non parlare della nostra stessa umanità. Padre Martin invita i credenti a riscoprire l'importanza dell'umorismo e delle risate nella nostra vita quotidiana e ad abbracciare una verità essenziale: la fede conduce alla gioia. Le persone sante sono persone gioiose, dice padre Martin, offrendo innumerevoli esempi di sano umorismo e levità intenzionale nelle storie di eroi biblici ed eroine, e nella vita dei santi e dei grandi maestri spirituali del mondo. Attingendo alla Scrittura, condividendo aneddoti della sua vita da gesuita da oltre venti anni, Martin illustra come la gioia, l'umorismo e le risate ci aiutano a vivere una vita più spirituale, a capire meglio noi stessi e gli altri e apprezzare la presenza di Dio in mezzo a noi.
Scritto due anni prima della morte, Anche Dio è infelice è una delle opere più sentite e intense di padre David Maria Turoldo. Una fervida contraddizione fa da sottofondo a questo ricchissimo libro. Da un lato, il canto di gloria a Dio ("Dio d'amore, o fonte di gioia, vogliamo offrirti un inno di grazia"); dall'altro, il sentimento penitenziale, l'umiltà, l'invocazione al silenzio. (Le pagine sul silenzio di Gesù nei primi trent'anni della sua vita hanno una straordinaria vibrazione poetica). Da un lato l'illusione umana di "raggiungere l'infinito", anche con "le parole più grosse e sonanti"; dall'altro la consapevolezza che Cristo è "premuroso di non tradire l'infinito". Da un lato, in sintesi, l'entusiasmo e la gioia della riconoscenza; dall'altro, l'umiltà di quella riconoscenza. (Geno Pampaloni)
Prendendo spunto dalle parabole della misericordia secondo Luca, Turoldo riflette lungamente sul tema dell'amore di Dio: di un Dio che è "infelice" per non vedere pienamente realizzata la felicità dell'uomo oggetto del suo amore. Un libro in cui meditazione e passione si intrecciano, silenzio e grido si compongono. A distanza di decenni dalla sua prima edizione, vale ancora presentare questo volume con le parole di un grande critico letterario, Geno Pampaloni: "Una fervida contraddizione fa da sottofondo a questo ricchissimo libro e a tutta l'opera di padre Turoldo. Da un lato, il canto di gloria a Dio ("Dio d'amore, o fonte di gioia / vogliamo offrirti un inno di grazia"); dall'altro il sentimento penitenziale, l'umiltà, l'invocazione al silenzio. Da un lato l'illusione umana di "raggiungere l'infinito", anche con "le parole più grosse e sonanti"; dall'altro la consapevolezza che Cristo è "premuroso di non tradire l'infinito". Da un lato la sintesi, l'entusiasmo e la gioia della riconoscenza; dall'altro, l'umiltà di quella riconoscenza".
"La religiosità?" Qualcosa di essenzialmente dinamico, che mette al centro non l'individuo religioso, ma la storia delle relazioni fra gli uomini e con le cose. "L'amicizia?" Una riapertura della visione negativa dell'esistenza per tornare al cuore dell'uomo. "La teologia della liberazione?" Era il sillabario della fede per i contadini dell'America Latina che veniva ad essere il centro vitale del cristianesimo. Non si occupava dei dogmi ma scopriva una delle colonne portanti del regno, la giustizia. "Charles de Foucauld?" Un faro e un interlocutore vivo che aiuta a incarnare la testimonianza di una fratellanza universale, senza barriere né pregiudizi, per amorizzare il mondo. "La Chiesa?" Per me sono le favelas dell'America Latina dove ogni tipo di sofferenza che sull'umanità è presente e la Chiesa in questi luoghi non può essere la maestra infallibile di verità ma deve mostrare quello sguardo materno che si posa tenerissimo su tutte queste miserie che spesso vengono sopportate con molto coraggio. "I giovani?" Sono una forza se uniti e (con loro) tutte le novità possono essere un terreno che muove il mondo."