
“La felicità del paradiso, totale e senza fine, non è possibile formularla se non in uno spazio indefinito e privo di qualsiasi identificazione di tempo. Il paradiso esige cioè che, una volta recitato il mea culpa e reso grazie alla bontà divina, vengano recisi i legami con il proprio passato e le sue radici terrene, e spente ulteriori impossibili aspirazioni future. Ma svincolati dal passato e senza il contesto vitale che ci ha distinti e ci orienta, si perde la propria identità.”
Partendo dal monachesimo precristiano e biblico, il volume affronta il periodo di gestazione, il monachesimo del deserto e il primo monachesimo cristiano (eremiti copti, cenobiti, la grande tradizione siriaca, la Cappadocia); segue poi, in parallelo, il filone orientale (san Basilio, san Saba, san Teodoro, il monachesimo sotto l'Islam), e occidentale (monachesimo agostiniano, ispanico, irlandese, benedettino), analizzandone i reciproci apporti. Una storia che, attraverso i grandi snodi europei (Gregorio Magno, la riforma carolingia, Cluny) e un millennio di evoluzione in oriente (Bulgaria, Serbia, Armenia, Georgia, Romania, Sinai, Russia) giunge ai nostri giorni, comprendendo i contributi del monachesimo all'ecumenismo e mostrandone la peculiare capacità di valorizzare il dialogo e lo scambio tra le religioni. I monaci collaborarono in misura decisiva all'evangelizzazione dell'Europa e svolsero un ruolo fondamentale non solo per la salvezza della cultura classica ma anche per il dissodamento delle terre e lo sviluppo dell'agricoltura, nell'orizzonte di un'azione di coniugazione costante di preghiera e lavoro. Questo atlante vuole essere la testimonianza illustrata del sistema di vita, liturgia, cultura, lavoro, memoria e contemplazione incarnata dai monaci che, nel loro "stare nel mondo senza essere del mondo", hanno cambiato la storia e il suo paesaggio culturale e naturale.
Raccolta di riflessioni di Mons. Leuzzi, direttore dell'ufficio per la pastorale universitaria del Vicariato di Roma e segretario della Commissione Universita' del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa.
Le norme morali inderogabili sono poche ma strategiche, in quanto formano un argine insuperabile contro quell'etica proporzionalistica secondo la quale sempre può esserci un bene maggiore a dar liceità a ogni comportamento umano. Un libro solidamente chiarificatore, scritto da un filosofo del diritto di Oxford (pp. 128).
I movimenti e le associazioni nella Chiesa sono stati e sono tuttora un grande "segno" dello Spirito: ci stanno richiamando costantemente la direzione verso cui procedere ecclesialmente. Vero è che possono diventare dei sostituti o delle nicchie, cioè sovrapporsi alla realtà che significano, trasformandosi di fatto, come lascia intendere il teologo viennese P. M. Zulehner, in delle "madri a prestito". L'attenzione alle dinamiche pastorali di associazioni e movimenti, espressa nel libro, nasce dalla pluriennale esperienza del Centro Volontari della Sofferenza (CVS) che realizza la propria azione pastorale attraverso una capillare ed articolata rete di piccoli gruppi operanti sul territorio.
Una lampada sempre accesa nel salotto di casa davanti all'immagine del Santo Volto di Cristo, la fede di un uomo eccezionale che con la sua preghiera di riparazione e di intercessione ha ottenuto miracoli. È il venerabile Léon Dupont (1797-1876), "il sant'uomo di Tours", come era chiamato in tutta la Francia e fin oltre oceano. L'abate Janvier, suo grande amico e prosecutore della sua opera, ha scritto questo libro, che ha avuto moltissime ristampe, e in esso ci racconta Dupont, gli aneddoti che lo riguardano e che solo chi era in confidenza con lui può conoscere. Ma questo testo non è unicamente una biografia, è anche il manuale di preghiere utilizzato dalla Confraternita del Volto Santo fondata da Léon Dupont e tuttora esistente. Molte delle preghiere presenti sono state composte da colui che resterà sempre nella storia come "il sant'uomo di Tours".
«Dialogo. Meglio della guerra! O di ogni astiosa controversia.
Dialogo: riconoscimento dell’altro, ascolto, tolleranza, fratellanza.
O forse: illusione, troppo comoda.
Quando si tratta di cose fondamentali, come evitare i contrasti, i rifiuti, le esclusioni?
Una società è tollerante soltanto in ciò che ritiene insignificante o di secondaria importanza.
Lo spirito di dialogo è forse soltanto segno di debolezza? Nei cristiani, sembra talora che il dialogo abbia rimpiazzato la missione. Non sarà forse che la loro fede si è affievolita?
Rifiutare il dialogo è procedere verso questo abominio: l’assassinio della parola. Ma cimentarsi significa affrontare una prova decisiva. Nel profondo di noi stessi»
Sara sa conservare in sé e sa trasmettere a noi la saggezza di non sentirsi mai sconfitta e ripiegata su se stessa; e per questo, usa i termini e le locuzioni tipicamente poetici in un’unica direzione: quella del linguaggio positivo. Provate a leggere per rendervi conto: scoprirete che i veri eroi della vita quotidiana sono coloro che scoprono e aiutano a scoprire che il senso positivo del bene in cui crediamo è l’unica verità, la radice sempre viva e nascosta che “non ci fa morire dentro”.
Felicità è cogliere la vita come un dono, lasciarsi sorprendere dal mistero racchiuso nel quotidiano, sempre nuovo. Le figure bibliche di Abramo e Giuseppe ci mostrano come la ricerca della felicità passi sempre da strade che non dipendono da noi, ma da incontri inaspettati, imprevisti, che illuminano seppur per qualche istante il nostro cammino.