
Abbiamo bisogno di tornare a sorridere. Siamo stati costretti per troppo tempo a coprire il volto con la mascherina, contagiati dalla paura dell'incertezza, bloccati dentro le mura di casa, isolati gli uni dagli altri. Sentiamo la necessità di tornare a sorridere alla nostra libertà, alla bellezza di ciò che abbiamo, alla solita normalità per sentirci più uniti e più forti insieme. Con un sorriso possiamo contagiare tutti coloro che ci stanno intorno: sarà una nuova vicinanza per respirare una nuova umanità, uno scambio di sorrisi per intrecciare relazioni veramente umane. Di fronte ai mesi terribili che abbiamo vissuto e ancora stiamo attraversando confesso un certo imbarazzo a scrivere queste pagine sul valore di un sorriso. Parlarne può sembrare insensato. Tuttavia, durante i duri mesi del lockdown in molti mi hanno esplicitamente chiesto di aiutarli a sorridere di nuovo, con qualche battuta delle mie. Quando anch'io sono stato preso in ostaggio dall'ansia e dalla paura, nonostante la mascherina, tanti lo hanno notato perché gli occhi si erano spenti e non trovavo motivi per sorridere.
"I miei maestri sono i poeti, i ribelli, gli esploratori, i santi, gli uomini e le donne di ogni giorno che con la loro capacità di resistere e di andare avanti lasciano sulla terra il segno di un incontro che non muore."
José Tolentino Mendonça
L’impatto dell’esicasmo ortodosso con l’Occidente deriva soprattutto dalla diaspora di molti intellettuali in fuga dall’Est europeo. Oggi, esso convive per varie vie con la religiosità occidentale e si misura con essa, in modo simile a come accade, ad esempio, per la diaspora tibetana; ma con, in più, la consonanza di un’impronta cristica tanto antica quanto persistente.
Oltre 300 lettere, molte delle quali pubblicate per la prima volta in questo libro, compongono il copioso epistolario tra don Primo Mazzolari e i vescovi della sua diocesi di Cremona: Geremia Bonomelli, Giovanni Cazzani e Danio Bolognini. Si tratta di un vero e proprio patrimonio di spiritualità, che permette di approfondire le diverse stagioni del ministero sacerdotale del parroco di Bozzolo e di mostrare il suo rapporto filiale con l'autorità ecclesiastica, senza nascondere incomprensioni e crisi. Anche i vescovi fanno emergere i loro diversi temperamenti e il loro differente approccio nei confronti di Mazzolari. L'epistolario è un utile tassello per approfondire la figura del parroco, ma anche per sondare la spiritualità cristiana come luogo di incarnazione e di decisioni, soprattutto in merito al tema tanto discusso dell'obbedienza. Le lettere mostrano la fatica della fedeltà al vangelo e rivelano schiettezza, apertura di cuore, fiducia, sostegno, dubbi, incoraggiamenti, condivisione, ragionevolezza. Un quadro di fede e di amore alla Chiesa tutt'altro che scontato.
"Ciò che Dio riserva per la fine della storia, lo rende possibile nella storia. Tale è la sua opera di amore: ciò che mi riserva in pienezza per la fine della mia vita, la comunione con lui, egli lo rende possibile nella mia vita oggi. Questo è il fondamento della speranza ... Di conseguenza, ciò che attendo mi è già offerto oggi, e ciò che vivo fin da oggi, io lo attendo". L'autore, con uno sguardo che abbraccia tutte le dimensioni dell'essere umano, introduce il lettore a un cammino che lo porta a gustare la gioiosa fierezza della speranza, grazie alla quale egli scorge il mondo nuovo inaugurato da Cristo, che si forma misteriosamente già ora attraverso un'infanzia più forte di qualsiasi invecchiamento umano. Il futuro sarà una sorpresa e una bella sorpresa, perché è dato da Dio.
"Vivremo sicuri da ogni turbamento, nell'ATTESA si compia la BEATA speranza e venga il nostro Salvatore Gesù": parole che ripetiamo a messa, ma nel nostro tempo, l'attesa non è qualcosa di gradito! Se però si accosta il dipinto in copertina alle righe del Vangelo (Avverrà come di un uomo che partendo per un viaggio…), si coglie anche visivamente che la nostra vita di credenti è proprio questa: un'attesa, nelle Sue mani, ma anche nelle nostre, tra il già e il non ancora Desideriamo davvero questo Suo ritorno? Come vivere, "sicuri da ogni turbamento", questa attesa fiduciosa e beata?
L'amicizia in quanto tale non detiene un ruolo principale nella Bibbia. Il tema dell'amicizia è tuttavia presente, nascosto appena sotto la superficie. E rifiorisce sempre durante tutta la storia del cristianesimo. Gesù, d'altra parte, non dice a coloro che lo accompagnano: "Vi ho chiamato amici" (Gv 15,15)? In un tempo in cui quasi tutte le istituzioni sono in crisi, l'amicizia interpella forse più di altre forme di relazione umana. Il volume illumina il messaggio cristiano a partire dal concetto di amicizia universale. Prende avvio con la domanda "qual è lo specifico della fede cristiana?", per arrivare a cogliere l'idea di comunione e quindi l'importanza della Chiesa. Esplora l'idea di amicizia e le trasformazioni che essa ha subìto grazie al cristianesimo. Presenta poi l'esperienza di Taizé, come esempio significativo di un vasto tessuto di amici in Cristo. Infine offre alcune proposte pratiche per la vita cristiana dell'uomo di oggi.
Una raccolta di pensieri e poesie che dipingono il viaggio attraverso il mondo interiore dell'autrice, durante il quale memorie, riflessioni, sensazioni tracciano il moto di un'anima alla ricerca della Verità. Tra parola e silenzio, esperienza e desiderio, solitudine e comunione fluiscono i giorni e nel pensiero si apre finalmente l'universo del Sublime.
"Di lei ho amato la primavera tempestosa che si specchiava nel cielo azzurro dei suoi occhi, ho amato i frutti maturi della sua estate luminosa, ho amato la serena tranquillità del suo autunno... poi è volata via all'inizio dell'inverno, lasciandomi al freddo della mia solitudine... Ma io l'amo ancora... come sempre...". È la dichiarazione d'amore di Bruno per Sara, la donna amata. Dopo la sua scomparsa, Bruno si ritrova tra le mani tre voluminose agende, fitte di appunti legati a un incredibile viaggio fatto da Sara tanti anni prima, nel quale dei singolari personaggi l'avevano istruita su scienza, fede e umane dottrine, troppo spesso confuse con la Parola di Dio. Queste le coordinate di un racconto che si muove tra il rigore della ragione ed esperienze di un "oltre" che materialismo e razionalismo hanno svuotato di significato, lasciando un vuoto che aspetta solo di essere riempito.
Il Vangelo di Luca riporta molte scene e parabole che mostrano la misericordia di Dio che si manifesta in Cristo. Luca è l’evangelista della grazia misericordiosa, del perdono offerto ai peccatori, che Gesù sulla croce offre anche a coloro che lo stanno crocifiggendo.
L’Anno della misericordia ha posto in risalto per tutti i cristiani il bisogno di convertirsi alla misericordia. Leggendo san Luca comprendiamo che la misericordia è il messaggio centrale del Vangelo e che, come ha detto papa Francesco, «tutti abbiamo bisogno di entrare nella casa del Padre e partecipare alla sua gioia, alla sua festa della misericordia e della fraternità».
Queste meditazioni ci aiutano ad avvicinarci senza paura al Dio misericordioso che manifesta sempre il suo amore in forme sorprendenti.
Pachacamac è un agglomerato di baracche, alla periferia di Lima che, con modalità e tempi diversi, gli autori hanno 'incontrato'. A entrambi è nata l'idea di raccogliere emozioni e fatti di quella realtà, di prestare la parola ai suoi abitanti, piccoli e poveri del Regno, e consegnarli al lettore italiano. "Pachacamac guarderà a Roma come si guarda agli estremi confini della terra bisognosi di redenzione". Infatti le persone di Pachacamac, con le loro storie di vita, rendono nuove in Gesù Cristo le speranze di cieli nuovi e terre nuove, le stesse che quel giorno attraversarono la vita dell'uomo che "scendeva da Gerusalemme a Gerico" (Lc 10,30), e di cui il buon samaritano si prese cura
Un'indagine su Tommaso Moro e il suo capolavoro "Utopia", opera che da cinquecento anni influenza la letteratura e il pensiero.