
San Girolamo, il grande traduttore della Bibbia dall'ebraico e greco in latino, esortava: «Leggi spesso le divine Scritture; anzi, le tue mani non depongano mai il libro sacro». Ponendosi in ascolto di questo monito, l'Autore propone due percorsi. Nel primo itinerario, all'interno dell'Antico Testamento ebraico, si sono selezionati quei vocaboli che ne sono per importanza la spina dorsale, una sessantina circa. Essi sono proposti nei loro caratteri originari, trascritti per una lettura nel nostro alfabeto e poi ampiamente spiegati, perché esprimono i temi fondamentali del messaggio delle Scritture. Siamo così in sintonia con la voce di Gesù che queste parole le aveva imparate, le conosceva bene e le ripeteva nella liturgia ebraica e nella preghiera personale. Segue poi un altro percorso, all'interno della lingua greca, che ha generato molti nostri vocaboli, anche perché noi siamo eredi di quella cultura, sia nella sua forma classica sia in quella «ellenistica». A quest'ultima appartengono i libri che compongono il Nuovo Testamento. Anche in questo caso si è operata la selezione di una cinquantina dei vocaboli più importanti dal punto di vista del messaggio: una sorta di manuale sintetico della teologia neotestamentaria. Il lettore è condotto per mano a iniziare questa avventura di conoscenza delle lingue originali della Bibbia. Avventura «curiosa», perché la fede è un «prendersi cura» che esige anche un impegno, talora faticoso, di studio e apprendimento. Ma questa gioiosa fatica è propedeutica al dialogo con Dio in Gesù Cristo, sua Parola vivente.
Ecco un'antologia speciale. Molto più di un glossario. Dalla A alla Zeta, le certezze più salde e feconde su cui poggia la profezia di don Tonino Bello, il suo alfabeto esistenziale: le parole centrali da articolare, i verbi fondamentali da coniugare per rinascere alla fede e legarla alla vita. Ad ogni lettera sono associati diversi temi (A: Altro, Amare, Avvento; B: Bambini, Bellezza, Buona notizia; P: Pace, Povertà, Profezia; S: Segni, Speranza, Stupore...) proponendo brevi brani tratti dai testi o dai discorsi di don Tonino (molti sono inediti) e seguiti da una citazione biblica, che ne amplifica il senso. Un vademecum per diventare "contemplattivi", uomini e donne, giovani e adulti di preghiera e di azione; capaci di frequentare il cielo e la terra, la Bibbia e il giornale, gli orizzonti complessivi e i cantieri della cronaca. E' la parola di un vescovo speciale, parola di un uomo a stretto contatto con la parola di Dio. Introduzione di Antonio Riboldi.
Questa antologia di scritti di padre Gioachino Maria Rossetto, che l'Istituto secolare San Raffaele rende pubblica in memoria del proprio fondatore, si articola come un pellegrinaggio tra le lettere dell'alfabeto, come una litania di parole che dischiudono un mondo spirituale. «L'architettura di ogni pagina - scrive Luigi De Candido nell'introduzione - conferma un'altra peculiarità stilistica: una parte è occupata dal suo parlare alle persone come guida e formatore, una parte è occupata dal suo parlare a Dio come figlio o come discepolo o come mendicante di grazia».
Una certa predicazione moralistica del passato ha fatto di tutto per deprecare i vizi, ma ha reso anche poco attraenti le virtù, rendendole pedanti e noiose. Si assiste dunque oggi a una sorta di stravolgimento per cui il vizio perde ogni impronta morale e si traveste in una sorta di moda. Più che vivere in un ambiente dove domina l'immoralità, ci troviamo immersi in un orizzonte in cui è comune l'amoralità, così che tutto è grigio, indifferente e le frontiere tra vizio e virtù sono ormai abbattute o rese molto mobili. Il testo propone un itinerario inedito lungo queste due strade. Si inizierà con quella più larga, comoda, pianeggiante e talora in discesa, tipica del vizio senza controlli morali. Successivamente si cambierà direzione, affrontando una sorta di scalata verso l'altura. Sarà la via della virtù: forse, come diceva il poeta greco Esiodo, la si percorrerà a fatica ma «quando si raggiunge la vetta, diventa agevole ciò che prima era arduo».
In una stagione in cui troppi si affrettano a dipingere scenari da guerra, a svendere il proprio corpo e la propria sessualità, ad affermare il potere dell'uomo sulla donna, ho cercato di proporre un semplice itinerario alfabetico, fatto di "luoghi comuni", per un dialogo possibile con la propria interiorità e per un riconoscimento di quanto sta a cuore a ciascuno di noi. Ogni lettera dell'alfabeto può contenere sicuramente innumerevoli termini o parole chiave, quindi l'itinerario non è concluso, che tutto ciò che ci abita non è un circolo vizioso, ma un avvincente intreccio di conoscenza di Dio, di sé e dell'altro, di custodia del passato e di sguardo aperto al futuro, di ricerca di un Dio che dà ancora senso alla vita e di lotta contro i falsi dèi, che una società continuamente mi presenta, e che mi affascinano.
«Conoscere e definire le proprie emozioni e i propri affetti non è cosa ovvia: è necessario sapersi guardare dentro, ma anche avere un linguaggio per mettere in parole ciò che si prova. Il mondo interiore è una realtà complessa e avvincente, cui non sempre riusciamo a dar voce per mancanza di parole. Il lavoro di psicoterapeuta mi mette continuamente di fronte proprio a questa sfida appassionante: accompagnare le persone a guardarsi dentro, a raccontarsi, a rielaborare la propria storia in una narrazione nuova e condivisa, ricca di significato». In questo nuovo libro Mariolina Ceriotti Migliarese, amata dal grande pubblico per le sue riflessioni sulla «Famiglia imperfetta », prende spunto dagli eventi della vita quotidiana per aiutarci a decifrare la polifonia delle nostre emozioni profonde: traccia così un percorso concreto e ricco di esperienza per riscoprire l'«alfabeto degli affetti» e fronteggiare le ansie del nostro tempo con uno sguardo aperto alla speranza.
Dopo l’avventura con l’amico passerotto Bianconeve alla ricerca della misericordia di Dio, il protagonista de “Il giardino del tempo incantato” torna per vivere una nuova, meravigliosa esperienza che lo porterà a scoprire la felicità e la gratitudine per il grande dono che è il Creato.
Marina Alessandra Intelisano è sociologa sanitaria-relazionale e psicodrammatista. Svolge attività di educazione e promozione alla salute nelle scuole e nelle strutture territoriali. È autrice di libri e sceneggiature teatrali.
Dopo L’imbarazzo di Dio, Marco Pozza torna a raccontare il vissuto di Gesù, il Nazareno.
Con lo stile dissacrante e profondo
che da sempre lo caratterizza, Pozza – cappellano di un carcere del nord-est, teologo e scrittore – ci narra di «un Dio in agguato», che «s’intrufolò tra le viuzze assolate di una terra di confine: vi rimase per un po’ di anni. Compiuti
i trenta, scelse d’andare via di casa». Un Dio che si guadagna «il pane con
le reti», in grado di mandare «su tutte le furie lo sbruffone di Lucifero » e
che «in mille giorni rimise mano al terrestre», dando il via a «una strana faccenda che ancor oggi aizza le folle».
Marco Pozza (1979) è sacerdote, teologo e scrittore. Cappellano di
un carcere nel Nord-Est d’Italia, ha sposato una frase di san Giovanni XXIII: «Non siamo al mondo per custodire un museo, ma per coltivare un giardino». Il suo sito internet – sullastradadiemmaus.it – è un crocevia affollatissimo di ragazzi che incontra in giro per le strade, nelle scuole e dentro i teatri e con i quali spezza il pane
del Vangelo. Con le Edizioni San Paolo ha pubblicato il romanzo Contropiede (2012) e L’imbarazzo di Dio (2015).
L’autore ci aiuta a identificare una vera e propria agenda segreta del nostro cuore, fatta di aspirazioni inconsce. La ricerca del prestigio, il desiderio di certezze, il bisogno di sicurezza e protezione e la voglia di essere appagati qui e ora sono tutte cose che orientano la nostra vita, le nostre scelte. Un’agenda così intima e potente, come spiega l’autore, è la risposta naturale che il nostro cuore tenta di dare ad altrettanti problemi e a rispettive paure: insignificanza, incertezza, problemi, insoddisfazione. I quattro punti di questa agenda rappresentano però altrettanti vincoli, legami che ci impediscono di amare Dio e gli altri. Converrà allora seguire l’autore e scoprire quale sia l’agenda più adeguata al nostro cuore, l’agenda di Dio.
«Non ci sono più gli adulti di una volta!». È una battuta fin troppo scontata, ma che nasconde una scomoda verità, di una... "razza in via di estinzione". Lo rilevano gli "addetti ai lavori" come pedagogisti ed educatori e i figli di oggi. In una recente inchiesta, il 30% dei 14-19enni alla domanda «Quale atteggiamento dei tuoi genitori ti dà più fastidio?» ha risposto: «Vederli fare a tutti i costi i nostri amici». Come a dire che i ragazzi vogliono adulti "asimmetrici" che non li scimmiottino e abbiano il coraggio di educarli seriamente alla vita. Dei limiti dei moderni adulti e delle inevitabili e urgenti contromisure per una sua rinnovata e migliorata "edizione" parla il pedagogista di "lungo corso" Pino Pellegrino con la sua originale ironia e profonda conoscenza della persona umana.
L'autore presenta, in modo discorsivo e semplice, le ricche potenzialità che questa forma di preghiera, l'adorazione eucaristica, offre alla fede e alla vita del credente. A questo scopo ripercorre l'intreccio tra il dato biblico, l'esperienza storica, la riflessione teologica e liturgica attuale della Chiesa, per offrire poi delle indicazioni concrete per praticare questa preghiera e sperimentarne la forza plasmatrice per la vita.
Grandi saggisti, teologi e pensatori del nostro tempo si ritrovano insieme per riflettere sulla capacità che hanno l’uomo e la donna di sbagliare, ponendosi la domanda se sanno anche accettare i loro sbagli.
L’umano è fatto anche di errori, erranza… In quanto pensante, ogni persona è fondamentalmente “errante”, costantemente alla ricerca di senso da attribuire a ciò che lo circonda e in balia dell’errore. Sollevare l’errore e l’errare dal loro senso negativo significa offrire a ciascuno un sollievo e un conforto, soprattutto nel tempo complesso e incerto nel quale viviamo.

