
L'autore ricompone, tratto dopo tratto, le fattezze del Cristo e men disegna con molta verosimiglianza la figura umana. Egli vaglia attentamente le affermazioni della Valtorta per quanto riguarda la Passione del Cristo e i riflessi laceranti dei tormenti del suo corpo, dal sudore di sangue fino alla morte di Croce. Inoltre interroga i sindonologi più quotati, medici illustri, chirurghi… e ascolta come in preghiera il pensiero dei pontefici da Pio XI a Paolo VI. Alla fine viene fuori un'indagine approfondita, da cui affiorano particolari impensati e precisazioni di grande interesse che, oltre a ritrarci il Cristo, quale dovette apparire agli uomini del suo tempo, ci fanno rivivere con più comprensione e amore il dramma della sua Passione.
Un erede di una grande fraternità monastica, come quella benedettina, aiuta i cristiani a comprendere il significato e il valore della fraternità. A partire da alcuni passi biblici significativi, fratel Luca conduce alla riscoperta della fraternità come luogo di benedizione, come afferma il salmo 133: «Quanto è buono e soave che i fratelli vivano insieme, là il Signore dona la benedizione e la vita per sempre». Il volume è rivolto a tutti coloro che vivono forme di relazione nella Chiesa, siano essi laici o religiosi, appartenenti a gruppi o a movimenti.
La felicità non è un insieme di momenti sfuggenti e irripetibili, ma uno stato dell'anima che riempie lo spazio e il tempo. È un percorso che si realizza giorno dopo giorno a partire da piccoli gesti, rituali, esperienze, che costituiscono una sorta di routine a cui ci si può allenare. Consapevolezza di sé, immaginazione, sano rapporto con la natura e con il cibo, meditazione, gratitudine e ottimismo sono solo alcuni degli elementi che è bene coltivare con costanza e dedizione e includere nella nostra routine quotidiana. In queste pagine, riflessioni e considerazioni teoriche si alternano con suggerimenti semplici e pratici, catalogati sotto la rubrica La tua routine di..., per essere sempre pronti a essere felici.
Per chi fiorisce il deserto? Quando la natura esplode di colore e bellezza nelle lande desolate non c'è occhio umano a goderne lo spettacolo. Ma dove è assente la creatura, è sempre presente il Creatore e al suo sguardo amorevole si offrono fiori unici e bellissimi, come la rosa del deserto o l'ambrosia delicata. Così fioriscono anime di grande spiritualità, santi e sante che al loro Creatore hanno dedicato l'intera esistenza. Alcune di queste figure sono quasi a noi contemporanee, come santa Pothini, eremita dei primi del Novecento, che in una realtà a forte impronta maschilista sceglie di nascondere la propria identità per poter servire esclusivamente il Signore. La sua si rivela un'esperienza unica, dagli inaspettati risvolti di grande attualità. La affiancano le narrazioni della vita di santa Maria Marino e santa Maria Egiziaca, due fiori del passato per illuminare e comprendere il nostro presente.
Vademecum per chi vuole scoprire Dio nella bellezza dei monti. Sono molti i Salmi che ci presentano Dio come la «roccia del nostro cuore», il sostegno incrollabile che dà senso alla vita. L'altezza, la durata e la stabilità delle montagne, che rimangono ferme e immobili, mentre passano le generazioni umane, sembrano farci intuire qualcosa dell'eternità e della pace senza confini, della pienezza di vita cui aspira il nostro cuore. Andare in montagna non è semplicemente respirare aria pura o fare un pic-nic all'aperto. Chi sa gustare il silenzio e la pace della natura, scopre che c'è un messaggio della montagna che bisogna ascoltare e accogliere. Come dice un antico proverbio: "Molte sono le vie che conducono a Dio: una passa sui monti".
Per Thomas Merton la soluzione dei problemi politici e sociali della condizione dei neri d'America implicava, necessariamente, ascoltare la voce "pura e profetica" dell'uomo nero in quanto nero, in mezzo ai clamori dei falsi profeti "scettici e ridicoli" della modernità capitalistica. Perché solo nell'ascolto di quelle voci, nel rispondere al loro appello, il peccato originario della civiltà occidentale, il fatto di essersi costituita grazie alle ingiustizie perpetrate su razze considerate inferiori, poteva essere espiato e superato. Questo riconoscimento della funzione quasi provvidenziale dei neri, la loro vera rivoluzione, in realtà suona come l'ennesima conferma della condizione di peccato nella quale versa la società dei bianchi. Era la stessa battaglia che combatteva Martin Luther King e che nella sua lettera dal carcere diventa epitome di una condizione universale di ingiustizia e sopraffazione. Ma il latente e mai sopito conflitto razziale negli Stati Uniti ci dice molto più di quanto la semplice storicizzazione di quegli eventi potrebbe insegnarci. Viene in mente la chiusa del libro di Alasdair MacIntyre, "Dopo la virtù", nella quale viene evocato il momento in cui "uomini e donne di buona volontà si distolsero dal compito di puntellare l''imperium' romano e smisero di identificare la continuazione della civiltà e della comunità morale con la conservazione di tale 'imperium'". È la necessità che queste pagine indicano come un compito ancora irrealizzato, ma non irrealizzabile.
"'Lo Spirito soffia dove vuole', dice Cristo. E ora, mentre sono qui in questa chiesa e Lo guardo, immagino che vi sia un altro uomo dall'altra parte del mondo che non Lo conosce ma che avverte in se stesso lo stesso, medesimo sospiro d'amore". (Arnoldo Mosca Mondadori)
La Bolla d'indizione del Giubileo straordinario della misericordia inizia con queste parole: "Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre". Non possiamo parlare di misericordia senza parlare di Gesù. Senza credere in Gesù, il quale si avvicina ai peccatori con parole che sono colme di perdono e di amore, e senza credere nella sua tenerezza rivoluzionaria, non ha senso parlare di misericordia. La misericordia è l'atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. Questo libretto rammenta, elencandole e meditandole, le opere di misericordia corporale, ricordando che alla fine della nostra vita saremo giudicati sull'amore; e le opere di misericordia spirituale, capaci di guarire le anime.
Nella piazza della Libertà di Trieste, ribattezzata "Piazza del Mondo" una donna, Lorena Fornasir e insieme a lei il marito Gian Andrea Franchi e gli attivisti della Associazione Linea d'Ombra, curano i piedi martoriati dei migranti della rotta balcanica, in arrivo dopo estenuanti cammini da Paesi come Afghanistan, Pakistan, Siria, Bangladesh. Prefazione di: Domenico Iannacone.
La vera secolarizzazione è avvenuta con una cultura centrata sull’individuo. L’individuo è lo scoglio contro il quale si è frantumata ogni impostazione teologica, pastorale, della vita spirituale, dell’ecclesiologia, di tutto. E ogni tentativo di aggiustare l’individuo, di sottolineare il mistero dell’uomo, di mettere al centro la solidarietà, la comunità, la condivisione – tutte queste realtà si sono dimostrate impotenti perché non sono in grado di superare ontologicamente l’individuo. Si sono semplicemente spostate a livello dei valori desiderabili. È come se avessimo paura di ripartire dalla teologia nel senso squisito e di ripensare il nostro approccio al mistero fondante che è la Trinità, dove l’amore, la solidarietà, la condivisione, la comunione non sono valori etico-morali da raggiungere, ma sono la realtà fondante di ciò che teologicamente viene chiamata persona. Kallistos di Diokleia ha colto dal didentro la crisi verso la quale la nostra cultura, la nostra storia ci portano sempre più decisamente ed ha avuto il coraggio esemplare di ripartire dal mistero centrale della nostra fede. Proprio per la sua capacità comunicativa, egli rende fruibile in modo gustoso le grandi aperture che fanno respirare una visione dell’uomo organica, unitaria, divino-umana, dove la comunione è veramente l’ontologia dell’antropologia.
Il primo volume della collana “I grandi classici della mistica” è tratto dagli scritti di Maria Graf-Suter.
La “Rivelazione dell'Amore divino” è senza dubbio l’appello più urgente lanciato in favore della devozione ai SS. Cuori di Gesù e di Maria. Questa devozione ci mostra chiaramente, in una sintesi felicissima, il suo scopo finale, che è quello della salvezza delle anime. Il libro contiene inoltre “la preghiera per la conversione dei peccatori” insegnata da Gesù e come evitare in avvenire la terza guerra mondiale con i suoi tremendi castighi!
Partecipando al lutto di Marta e Maria per la morte del fratello Lazzaro, suo amico, Gesù fa una solenne autorivelazione: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno» (Gv 11,25-26). Parte da qui la riflessione di Papa Francesco sulla Pasqua come risurrezione a nuova vita, non solo quella eterna e definitiva, ma anche adesso, in questo mondo, davanti alle piccole e grandi sfide del quotidiano. Con una bussola per orientarci: la speranza, il grande tema del Giubileo 2025.