
Un prezioso libretto dedicato alla Festa della Donna. Il testo presenta in modo lieve e poetico i profili delle donne che hanno incontrato Gesù, ispirandosi ai racconti evangelici.
Ogni anno, a Natale e Pasqua, don Raffaello Ciccone era solito consegnare agli amici queste "Storie di Gesù". Era il suo modo di fare gli auguri e tutti, in parrocchia, aspettavano con una certa trepidazione questo momento per sapere quale personaggio del Vangelo o della fantasia sarebbe stato il protagonista del racconto e attraverso quali vicende sarebbe passato. Ma non erano semplici favole. Lui ci teneva a chiamarle midrash, cioè a farne percepire il legame con la Sacra Scrittura e a evidenziarne lo scopo educativo ed ermeneutico. Queste pagine, in cui sono raccolti i racconti scritti dal 1995 al 2015, trasudano la semplicità e la verità della Bibbia; sono come un "quinto" Vangelo che racconta - nelle tonalità dell'immaginario - ciò che il Vangelo non narra ma che non gli è assolutamente estraneo.Sono il modo, scelto dalla comunità parrocchiale di San Giovanni Battista in Sesto San Giovanni, per ricordare "il suo" don Raffaello.
Troverete in questo libro alcuni nuovi episodi della vita di Gesù, giovane adulto che ritorna a Nazareth, e della vita di Maria e di Gesù dopo la morte di Giuseppe. Possano tutte le famiglie della terra trovare ispirazione e conforto nel guardare la vita di Gesù, di Maria e di Giuseppe, perché ciò che il Padre ha in serbo per le famiglie, quelle di oggi e quelle che verranno, è molto importante. Lasciamo che Gesù e Maria parlino al nostro cuore per spiegarci con molti dettagli questo bel progetto che viene dal Cuore del Padre: la nascita di molte "piccole case di Nazareth" che dovranno riempire rapidamente il mondo affinché cambi in profondità.
Rosa, madre di famiglia italiana ma residente in Francia da molto tempo, riceve messaggi dal Cielo (da Gesù e Maria, dagli angeli e dai santi) da più di vent’anni. Guidata da un padre spirituale italiano, ha dato vita a molte iniziative per l'evangelizzazione e per diffondere le richieste del Cielo, tra cui la fondazione di un’associazione, di gruppi di preghiera, di una famiglia spirituale, di una piccola rivista mariana e di un sito internet (http://lesapotresmisericordieux.jimdo.com). Scrivendo nella preghiera, ha pubblicato diversi libri di spiritualità sia in francese sia in italiano.
Gandhi ebbe molti rapporti con il mondo cristiano; visitò il Vaticano, incontrò la tradizione europea, ma soprattutto lesse il Vangelo e ne rimase affascinato. Questo libro, unico nel suo genere, raccoglie vari testi in cui il grande Mahatma parlò di Dio e, in particolare, del Dio cristiano, del fascino che ne subì, delle sue difficoltà ad accogliere ed elaborare alcune tematiche, delle sue critiche ad alcuni aspetti mondani della Chiesa e, al contempo, della profonda fraternità che visse con il Fondatore del cristianesimo. A 150 anni dalla nascita di una delle maggiori figure del xx secolo, una profonda analisi della sua eredità per i cristiani: una voce ancora oggi provocatoria, che mette a nudo alcuni aspetti poco coerenti del nostro vivere credente, e che ci obbliga a riflettere sull'essenziale della fede.
Gandhi ebbe molti rapporti con il mondo cristiano; visitò
il Vaticano, incontrò la tradizione europea, ma soprattutto lesse il Vangelo e ne rimase affascinato.
Questo libro raccoglie le pagine più signi cative scritte dal Mahatma su Dio e, in particolare, sul Dio cristiano. Si tratta di testi dall’indubbio valore spirituale che raccontano del fascino che il cristianesimo esercitò su di lui, delle dif coltà ad accogliere ed elaborare alcune tematiche, delle critiche ad alcuni aspetti mondani della Chiesa ma anche della profonda fraternità che visse con il Fondatore del cristianesimo. Gandhi è ancora oggi una voce provocatoria in grado di mettere a nudo alcuni aspetti poco coerenti del nostro vivere la fede e obbligarci a ri ettere sull’essenziale.
Sono per la gran parte pensieri al futuro. Sono preghiere, meditazioni, in forma poetica, che nascono dalla lotta interiore che sempre, chi è incamminato sulla via spirituale, si trova a dover affrontare: discernimento degli spiriti, lotta contro le tentazioni, per superare un guado, lotta per crescere in fede, speranza, amore. I verbi al futuro mi piacciono molto. Sanno di speranza, di sorpresa, di compimento, di novità. È il futuro di Dio che attrae, trascina, tutta la realtà, tutti gli altri tempi, tutti intrecciati nella dimensione dell'attesa. Un po' come quando Gesù disse: «Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12,42). Al setaccio del futuro, come insegnava già Ignazio di Loyola nei suoi esercizi spirituali, si vive diversamente il presente. Alla luce della Promessa di felicità, il cuore si incendia.
"Le mie esperienze con Gesù vissute nella fede" è il racconto autobiografico, intenso e straordinario, della vita di una donna innamorata di Gesù, Ana Rita Otaviano Tavares De Melo (detta Mãezinha), e della Comunità dei Servi di Maria del Cuore di Gesù. Questo libro narra infatti in presa diretta le esperienze spirituali di Ana Rita e di suo marito José Tavares. Attraverso pagine sincere e avvincenti, l'Autrice condivide il suo cammino di fede con Cristo e la Santissima Vergine, mostrando come il Signore abbia guidato lei e suo marito passo dopo passo nella fondazione della Comunità: nonostante fossero imprenditori di successo, avevano sempre dato priorità all'amore e alla carità verso i poveri. Questa predisposizione li ha preparati ad accogliere con fiducia la chiamata ricevuta nel 1995 per assistere i poveri e i malati, fino a fondare poi la Comunità. Il libro è arricchito da testimonianze di vescovi di tutto il mondo che innalzano un profondo ringraziamento al Signore per tutto il bene che questa Comunità riesce a fare e per la straordinaria umiltà e la forza trascinante con le quali Mãezinha vive e diffonde l'amore di Dio. Come sottolineato dall'arcivescovo João José Costa, il libro offre meditazioni che invitano a riflettere sulla propria vita: Ana Rita è infatti la dimostrazione vivente dell'azione della grazia e della bontà di Dio: ci insegna che egli agisce pienamente nella nostra piccolezza, quando confidiamo in lui più che nelle nostre capacità. Il padre spirituale di Mãezinha, padre Lorenzo D'Andrea, attesta nella prefazione: «Le esperienze di fede raccontate in questo libro sono vere e spero che siano di aiuto e di stimolo per tutti coloro che lo leggeranno».
“Nella sua vita mortale Cristo passò beneficando e sanando tutti coloro che erano prigionieri del male. Ancor oggi come buon samaritano viene accanto ad ogni uomo piagato nel corpo e nello spirito e versa sulle sue ferite l’olio della consolazione e il vino della speranza” – così la Chiesa, nostra Madre, rende gloria a Dio Padre in uno dei prefazi del Messale Romano. Anche oggi Gesù continua a passare e invitare tutti con le parole: “Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò”. Da diverse decine di anni, nella chiesa di Sant’Ignazio a Roma, la “Comunità di Gesù” ha accolto questo invito del Signore e con regolarità ha iniziato a riunirsi in preghiera, per chiedere sollievo, sostegno e forza nelle difficoltà e nelle malattie. In questo libro sono raccolte moltissime testimonianze, nelle quali, con semplicità e senza alcuna retorica, si rende lode a Dio per tante guarigioni, vere e durature.
Un inno di Quaresima ricorda che il digiuno, non solo del cibo, favorisce l'autentica vita cristiana: "Usiamo in modo più sobrio parole, cibi, bevande, sonno e giochi, e rimaniamo, con maggior attenzione, vigilanti". In un messaggio per la Quaresima, Benedetto XVI indicò ai cristiani il digiuno come pratica penitenziale da riscoprire. Prese spunto dall'episodio del Vangelo di Matteo in cui si narra che Gesù rimase nel deserto quaranta giorni senza cibo e alla fine ebbe fame. Le parole e l'esempio del Signore, diceva il papa, mettono in luce la ragione profonda del digiuno e rigettano il fariseismo di chi si limita ad osservare le prescrizioni legali, ma con il cuore lontano. Molto diffuso nella prima comunità cristiana, come appare dagli Atti degli apostoli, il digiuno è stato considerato dai Padri della Chiesa una forza che aiuta a contrastare peccato e bramosie, aprendo la strada di Dio. Nell'odierna cultura del benessere la pratica terapeutica della dieta ha preso il sopravvento su quella religiosa del digiuno e sul suo significato più profondo, che consiste, come aveva intuito Paolo VI, nella chiamata cristiana a non vivere per se stessi, ma per il Signore e per i fratelli.
«Forse da bambini qualcuno ci ha detto: "Se non fai il bravo, non ti voglio bene". E noi ci siamo sentiti in trappola, magari sforzandoci di essere buoni, bravi secondo le aspettative di chi ci doveva amare: ci siamo messi il "grembiulino bianco", per essere riconosciuti. Poi magari un giorno qualcuno ci ha detto: "Anche se non sei bravo, ti amo lo stesso" e ci siamo sentiti liberi. Abbiamo fatto esperienza che le macchie del nostro grembiulino non hanno ucciso l'amore, abbiamo toccato con mano la misericordia, che non è un cancellino che ci toglie le macchie, ma le abbraccia con tenerezza. Facciamo proprio così quando a nostro modo (e sicuramente in buona fede) applichiamo la bellezza della misericordia alle vite che incontriamo. Qualche volta, però, al di là delle nostre buone intenzioni, ne esce un'applicazione distorta, una maschera, appunto, che applichiamo ai fatti che incontriamo, talora assai vicini. Aiutarci reciprocamente a togliere queste maschere può essere rigenerante. E perfino divertente».
Emergono almeno tre grandi dinamiche dalle pagine del Vangelo di Luca dedicate al tema della ricchezza e della povertà. La prima è la logica del capovolgimento: il potente conoscerà l'abbassamento, mentre l'umile sarà innalzato. La contrapposizione ritorna continuamente nel Magnificat, nelle beatitudini e nella parabola di Lazzaro e del ricco.La seconda dinamica riguarda il modo in cui l'evangelista illustra il potere negativo della ricchezza e, in positivo, si chiede come si realizzi la salvezza del ricco. La risposta è data attraverso l'episodio di Zaccheo: il ricco si salva non tanto alienando ciò che possiede, quanto usando rettamente dei suoi beni e assumendo un atteggiamentodi condivisione.La terza dinamica, infine, èlegata alla figura reale e paradigmatica del banchetto. Il simposio greco era un'occasione d'incontro di una élite di intellettuali per discutere di argomenti filosofici. Al banchetto lucano intervengono soprattutto i poveri e avviene un vero e proprio capovolgimento dei ruoli.
Le "opere di misericordia spirituale" colgono nel segno quella povertà dell'umano che ha un effetto depressivo enorme nella vita personale e sociale del tempo presente. In questo libro, le sette "opere di misericordia spirituale" vengono commentate dalle profonde riflessioni di altrettanti "maestri di spiritualità e di carità": Cesare Falletti, Piercesare Rivoltella, don Luigi Ciotti, monsignor Francesco Montenegro, don Gino Rigoldi, monsignor Giancarlo Bregantini, suor Anna Maria Cànopi.