
Molti sono i motivi per riscoprire oggi, a cinque secoli dalla sua composizione, la Via spirituale di Mariano da Firenze. Anzitutto la personalità sfaccettata del suo prolifico anello di congiunzione tra i cronisti e agiografi: medievali e l'erudizione moderna, di cui qui possiamo comprendere le tecniche di lavoro quasi spiando il suo scrittoio.
Poi un testo ricchissimo di storie, che congiunge un'ampia tradizione memoriale con informazioni inedite, di prima e di seconda mano, sui tempi più recenti e che, con un interessante esperimento letterario, incanala i contenuti agiografici nel reticolo della trattatistica spirituale. Infine la sua copista, la volterrana suor Dorotea Broccardi, esempio di quella scrittura femminile claustrale di cui abbiamo imparato a riconoscere la ricchezza. Lasciata inedita e forse incompiuta per la prematura morte dell’autore, l' opera viene ora pubblicata per la prima volta, in edizione critica, a cura del Laboratorio di agiografia tenutosi presso la Scuola superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum, con un'introduzione, che ne illustra gli aspetti letterari e la genesi compositiva e con la prefazione di Carlo Delcorno.
Dalle Marche alla "scoperta" dell'Oriente. Da una regione che anzitutto ospita, a Loreto, la santa Casa giunta dalla Palestina, ma che è anche la terra natale di studiosi, missionari e viaggiatori che hanno svolto nelle remote aree d'Oriente un ruolo di avanguardie culturali.
A considerare miti e racconti, il viaggio fa parte dell'avventura umana. Il viaggio è la parabola della ricerca umana, del bisogno di relazione con il misterioso, ed è anche il simbolo della vita terrena stessa, dentro il mondo, dentro la storia. In un tempo come il nostro, in cui il viaggiare fa parte del quotidiano, Wang Yipei, scrittore e specialista di letteratura occidentale, richiama con sensibilità i temi dell'esilio interiore e delle migrazioni che sono onnipresenti nei testi della tradizione cinese. Olivier Bleys, giovane romanziere e viaggiatore, attinge dalla letteratura occidentale e dalla storia il senso e la varietà semantica del viaggiare, con particolare attenzione agli "incontri" che questo procura e di cui offre personale testimonianza.
Al termine del suo «viaggio» in Sicilia (1953), Mazzolari scrisse un reportage in cui si confronta con gli innumerevoli pregiudizi sul popolo siciliano. Cristallizzatisi in luoghi comuni, il parroco di Bozzolo prova a smontarli uno ad uno, ripercorrendo la storia dell'isola, descritta altrove come «uno scrigno senza chiave».
Un idea viaggio in versi nella vita e nei luoghi di Gesù, per rileggere una volta di più la sua storia e lasciarsi ispirare dagli insegnamenti e dall'esempio del Figlio di Dio.
Adriana Traini Sanseverinati è nata a Centobuchi di Monteprandone, in provincia di Ascoli Piceno (nelle Marche), dove tuttora risiede nella casa paterna in cui è nata.
Ha conseguito il diploma di "Assistente sociale", studi triennali presso l'Università degli Studi di Urbino con il massimo dei voti e ha insegnato per quarantuno anni educazione tecnica nella scuola media statale in provincia di Ascoli Piceno,
Con le edizioni Segno ha pubblicato "Il coro degli angeli".
Mediante la descrizione del vissuto interiore di santa Teresa d'Avila, la più grande mistica spagnola di tutti i tempi, l'autore giunge a svelare le reali «profondità» in cui una persona entra in dialogo con il Creatore, al pari di un sincero dialogo fra «due amici» o fra «due amanti». Dopo la lettura di questo saggio, non si potrà più equiparare la preghiera a una mera espressione poetica o creativa, bensì la si dovrà considerare per quel che essa è: la relazione dell'essere umano con Dio nel «centro» dell'anima.
Il mondo costruito dagli uomini, oggi più che mai, è un intreccio di incantesimi: sembra immenso e solidissimo, e si regge su inafferrabili suggestioni, rapidi sussurri, morbide ingiunzioni. All'inizio promette sicurezza e comodità ma, alla lunga, scopriamo che è impossibile non solo affondarvi le radici, ma anche solo piantarvi la tenda. Ogni tanto qualcuno, dietro al fumo della stregoneria, intravede e segue un sentiero che non è di fuga, ma di umile accostamento, di arduo e fiducioso ritorno, di semplice intimità. Parabola spietata e dolcissima, colloquio da cuore a cuore, breviario di meditazione specialmente adatto ai nostri tempi, questo nuovo piccolo libro di Maria Pia Giudici insegna il disincanto verso il mondo che l'uomo ha costruito sulla sabbia per suggerire l'incanto del mondo che Dio ha edificato sulla roccia dell'amore, della bellezza e della verità.
"In passato mi sembrava che ogni cosa fosse solo per me: è tutto come allora, ogni emozione è rimasta al suo posto. Io no. Gli esiti di una banale influenza hanno cambiato radicalmente la mia esistenza. Ho dovuto riorganizzare la mia vita con l'illusoria sensazione che si trattasse di una situazione provvisoria e che ieri sarebbe tornato ad essere oggi." (Roberto Rapaccini)