
Un percorso di meditazione e un breve vademecum ricco di consigli preziosi sulla mitezza.
L'autore francescano indiano ha trascorso due mesi ad Assisi, dove ha scoperto un Francesco diverso da quello che aveva conosciuto attraverso gli studi.
"I mistici sono pericolosi da leggere. Ma è un rischio che si deve correre" diceva Charles Journet. Essi ci dicono le parole che spesso non siamo più in grado di ascoltare e che solo loro sanno dirci, con la loro esperienza di Dio forgiata nel fuoco dell'amore. Ma chi è Dio? Attraverso la saggezza dei mistici anche noi siamo in grado di dare una risposta a questa domanda. A volte però è proprio la "non conoscenza", ciò che di Dio non possiamo o sappiamo dire a restituircene il senso. Il percorso che si propone nel libro è quello di lasciarci guidare dalle parole di Maestro Eckhart, Teresa D'Avila, Thomas Merton e Ildegarda di Bingen per provare a scoprire qualcosa di Dio che finora non immaginavamo nemmeno, riguardo a Lui e la sua persona.
Lo sguardo di Gesù sa cogliere i particolari, sa vedere oltre, in profondità. Questo atteggiamento dona la capacità di leggere nel cuore, cogliere aspetti della vita che ad altri sfuggono. L’autore propone la lettura e la meditazione di alcune scene del Vangelo ove si coglie uno «sguardo» particolare di Gesù e offre, come commento di attualizzazione, pagine tratte dall’esortazione apostolica Evangelii gaudium di papa Francesco, che invita a «dare al nostro cammino il ritmo salutare della prossimità, con uno sguardo rispettoso e pieno di compassione, ma che nel medesimo tempo sani, liberi e incoraggi a maturare nella vita cristiana».
Ritornare all’archetipo monastico dei primi secoli è sempre fonte di grande arricchimento, e ancor più se ad accompagnare nel percorso è un maestro del vaglio di p. Adalbert De Vogüé. Il suo metodo di studio è storico, muove cioè dal vivere concreto delle comunità delle origini, e la sua ricerca è di tipo esegetico: a partire dai testi, giunge a dare ragione delle evoluzioni del pensiero teologico-monastico, sia nel contesto dell’Oriente cristiano che nel passaggio al monachesimo d’Occidente.
Il volume propone in lingua italiana quattro studi tra i più significativi apparsi nella voluminosa raccolta di scritti dell’autore pubblicata col titolo Regards sur le monachisme des premiers siècles (Studia Anselmiana 130, Roma 2000, pp. 910). Sono i temi classici del monachesimo che vengono approfonditi: la separazione dal mondo, l’obbedienza, i ritmi e gli orari della preghiera, il lavoro, la lettura e la meditazione, l’importanza del silenzio.
Descrivendo la necessità del cenobitismo e insieme il grande valore della vita eremitica, De Vogüé presenta i rapporti costitutivi tra eremitismo e vita comune per una autentica e sana vita monastica: non si tratta infatti di due vie in opposizione ma piuttosto complementari ed entrambe decisive per la costituzione ecclesiale del monachesimo.
Sommario
Presentazione (A. Barban). 1. Per leggere i monaci antichi. 2. Le comunità dei monaci alla luce del Nuovo Testamento. 3. Vita religiosa. 4. Rinuncia e desiderio.
Note sull'autore
Adalbert De Vogüé (1924) è monaco benedettino nell’abbazia Sainte-Marie de la Pierre-qui-Vire (Francia). Massimo studioso della Regula Magistri e della Regula Benedicti, ha dedicato la sua ricerca agli autori, alla dottrina e alle istituzioni dei primi secoli del monachesimo cristiano. Per molti anni è stato professore di teologia monastica presso il Pontificio Ateneo S. Anselmo (Roma). Tra le sue opere, in italiano: La Regola di S. Benedetto. Commento dottrinale e spirituale, Abbazia di Praglia 1988; Il monachesimo prima di S. Benedetto, Abbazia S. Benedetto di Seregno 1999; S. Benedetto uomo di Dio, Cinisello Balsamo 1999; in francese, sette volumi sulla Regola di Benedetto nella collana «Sources Chrétienne» (nn. 181-186); De saint Pachome à Jean Cassien. Etudes littéraires et doctrinales sur le monachisme égyptien à ses débutes (Studia Anselmiana 120), Roma 1996.
Pietro Damasceno è un solitario bizantino dell'XI/XII secolo. Della sua vita non sappiamo quasi nulla, possediamo invece un suo testo, esteso, curioso e profondo, che tratta di questioni spirituali come preghiera, meditazione, ascesi, umiltà e contemplazione. Per il suo stile lento, pacato e saggio, Pietro potrebbe essere chiamato il "Montaigne bizantino". È un autore da scoprire.
Il volume raccoglie in una prima parte i testi di alcuni ritiri sul tema della fede insistendo sull’aspetto di incontro con il Signore vivo e presente, che dona alla vita uno sguardo nuovo in grado di fronteggiare la sfida del reale ed è capace di esaltare l’umano dando risposta compiuta al desiderio di felicità, di bellezza, di verità e di bene che appartiene e definisce costitutivamente la persona umana. Seguono poi alcune riflessioni sul frutto della fede, la speranza, in grado di offrire una risposta credibile al mistero del male che così radicalmente puntella il mondo e la storia. Infine due interventi sul tema fede e ragione come contributo ad “allargare gli orizzonti della razionalità” (Benedetto XVI), oggi avvertito tra le sfide più urgenti.
Antonio Sabetta
sacerdote della diocesi di Termoli-Larino, dottore in teologia e filosofia è docente di Teologia Fondamentale presso la Pontificia Università Lateranense, la LUMSA e l’ISSR “Ecclesia Mater” di Roma di cui è anche preside. Studioso della modernità, di G. Vico e del rapporto tra cristianesimo e post-modernità oltre a saggi in testi e riviste teologiche e filosofiche ha pubblicato i seguenti volumi: Teologia della modernità (C. Balsamo 2002), I “lumi” del cristianesimo. Fonti teologiche nell’opera di G. Vico (Roma 2006), Dal senso cercato al senso donato. Pensare la ragione nell’orizzonte della fede (Roma 2008), Vico (Roma 2010). Per la collana “Mane Nobiscum” ha scritto Amare Cristo corpo e cuore di Dio (2008).
Da come si guarda il mondo tutto dipende! Un cambio d'epoca impone un nuovo sguardo. Di cui tutti gli uomini di buona volontà sono capaci. Che adotti la carità come via di trasformazione dell'attuale modello di società e abbia come obiettivo la fraternità. La riflessione teologica deve mostrare come fede e società siamo legate da un'unica logica quella della prossimità e della solidarietà. Questo volume invita a vederci come comunità di destino e di condivisione, capaci di mettere in gioco nelle relazioni sociali il buon samaritano che ci abita.
Ultimo libro di A. De Mello, voluto proprio dall'autore senza titoli né indici. Un minuto è il tempo sufficiente per leggere ognuna delle storie raccolte e sentirsi coinvolti dal linguaggio sconcertante del maestro che dialoga con i discepoli. Nascosta tra le righe, una saggezza che non intende istruire, ma risvegliare a una realtà inesprimibile, che va oltre le parole.
In quest'opera di Anthony de Mello, che per sua volontà è senza titoli e senza indice, la saggezza delle storie raccontate - del maestro che dialoga con i suoi discepoli - coinvolge la mente e il cuore del lettore con una forte emozione, per un intenso «minuto», da shock appunto. Con un linguaggio spesso misterioso e allo stesso tempo ironico, gli episodi narrati risvegliano il desiderio d'infinito che c'è nel cuore umano e rimandano a una realtà spesso inesprimibile. Allora, avanti nella lettura che richiede un'immersione di soli «sessanta secondi» di benessere fisico, psichico, spirituale...