
Il titolo del libro si ispira ad uno dei dialoghi contenuto nell'opera di V. Solov'ëv, Breve racconto dell'Anticristo. «Che cosa avete di più caro nel Cristianesimo?» è la domanda che viene rivolta ad uno sparuto gruppo di credenti. E la loro risposta, immediata e certa è: «Quello che noi abbiamo di più caro nel cristianesimo è Cristo stesso»! I nove saggi qui raccolti vorrebbero condurre a questa medesima certezza attraverso un percorso che dall'ateismo indifferente e «confortably numb» dei nostri giorni, porti alla fede in Cristo. Il libro suggerisce una «svolta di respiro» che sappia impreziosire ed esaltare l'umano attraverso il confronto serrato con la Scrittura, la filosofia, la letteratura, la santità, e così passare dall'estraneità di Caino che nella riscrittura biblica di M. Gualtieri si definisce «il primo errore di Dio», alla riscoperta della propria coscienza come «il vero vicario di Cristo in terra» (J. H. Newman).
Shelley Rambo, una delle voci più fresche e innovative nell’ambito della ricerca teologica statunitense, indaga sul rapporto fra trauma e testimonianza alla luce di una teologia dello Spirito a confronto con le istanze del postmoderno.
Il volume critica con estrema lucidità i trionfalismi di una religione della “risurrezione facile”, in cui la morte è un immediato viatico verso la vita e le ferite del dolore vengono subito guarite e redente. Lo scandalo del trauma, in cui la sofferenza torna continuamente ad affacciarsi e costringe a uno stato di non-esistenza, è una sfida a ripensare ciò che veramente rimane, tra morte e vita: l’amore, di cui lo Spirito è difensore e testimone.
shelly Rambo è docente di teologia presso la Boston University School of Theology. Ha studiato nelle università di Princeton, Yale ed Emory, conseguendo in quest’ultima il dottorato nel 2004. Autrice di vari saggi sul rapporto tra i temi classici della fede cristiana e le moderne teorie sulla sofferenza traumatica, si interessa di estetica teologica, ermeneutica biblica e pneumatologia alla luce delle sfide del pensiero postmoderno.
Cinque passi al mistero - sono un ciclo di catechesi per giovani e adulti che si svolge ormai da dieci anni presso la parrocchia Santa Maria in Vallicella - Chiesa Nuova di Roma. Don Maurizio Botta, sacerdote dell'Oratorio di San Filippo Neri, guida gli incontri, con uno stile preciso e di grande impatto. Sono poi gli stessi giovani dell'Oratorio a offrire i temi su cui riflettere, argomenti "caldi", spesso quelli che tengono più lontane le persone dalla fede. In questo, che è il terzo ciclo pubblicato dalle Edizioni San Paolo, padre Maurizio affronta una serie di argomenti che mettono in crisi alcuni luoghi comuni della nostra cultura, spesso superficiale: in particolare, il legame tra scienza e fede; la questione della libertà e dei suoi confini; la questione educativa. Il capitolo conclusivo invita il lettore a riprendere fra le mani e nel cuore il legame con lo Spirito Santo, persona della Trinità che, spesso, tendiamo a lasciare in secondo piano. Come sempre, dalle parole di padre Maurizio e dal suo dialogo sincero e onesto con i giovani e gli adulti che incontra in queste catechesi, emerge la passione per il Vangelo e l'incessante invito a tutti affinché incontrino il Cristo vivo e non una sua immagine innocua.
C'è un momento in cui, nell'intimo del cuore dell'uomo, prende consistenza il desiderio di comprendere, abbracciare, assimilare il mistero di Gesù, Figlio di Dio, nel quale egli scopre la meraviglia del vivere. Dalla consapevolezza che Cristo è l'aspirazione e la meta di ogni intelligenza, nascono queste riflessioni immediate e spontanee che, partendo dalla Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II sul terzo millennio, Novo Millennio Ineunte, portano a fissare il volto di Gesù, ad incontrare la sua Persona, a prendere coscienza di essere Sua presenza e immagine nel mondo, a costituirsi Sua voce e Suo testimone. Per quanto arduo, questo cammino è l'unico in grado di dare concretezza ai progetti dell'uomo, che si lascia sedurre da Cristo e da Lui si lascia condurre.
È una ricca antologia di scritti tratti dalle numerose opere di don Luigi Pozzoli, curata da due suoi amici.
Tre sono le parti che raccolgono questi scritti: 1) pagine tratte da scritti religiosi e omiletici; 2) tratte da scritti letterari, per lo più ritratti di autori del Novecento e analisi delle loro opere; 3) pagine autobiografiche o tratte da scritti occasionali, tra cui molte dedicate agli amici illustri, da Santucci a Ravasi, da Bearzot al pittore Nastasio.
Maestro di spiritualità religiosa, nei suoi numerosi libri e saggi, don Luigi Pozzoli ha percorso la letteratura del Novecento, di cui era appassionato cultore. Da questo percorso sono nate le riflessioni sul dramma dell’uomo presenti in tanti suoi libri, da Cristo insonnia del mondo (1979), a Profili: Cioran, Canetti, Camus, Céline (1997), frutto in gran parte delle conferenze tenute per anni al Centro San Fedele di Milano.
Copiosa poi la raccolta delle omelie, ben 8 volumi (molti pubblicati da Paoline: Dio il grande seduttore, Sul respiro di Dio, Un Dio innamorato, L’acqua che io vi darò), incentrate sulla meditazione dei testi sacri nella prospettiva cristocentrica di una vicinanza all’uomo sorretta dalla speranza.
Negli ultimi anni Luigi Pozzoli ha lasciato anche traccia di sé, della sua vita, in alcuni scritti autobiografici, dai due volumi di Pensieri vagabondi (2006) all’ironico ed elegante L’abito rosso (2003), una sorta di testamento lieve e ironico, ricco di osservazioni sulla vita quotidiana e sui sentimenti più riposti della sua anima.
"La vita cristiana è paradossale. È possesso e ricerca. È sicurezza e insicurezza. È gioia e inquietudine. È una vita mossa, contrastata, esposta a diverse contraddizioni. All’amore non si comanda. Chi si sente obbligato, non ama. Le questioni di cuore non possono essere regolate dalla legge. La legge esige, l’amore libera. La legge proibisce, l’amore crea. La legge è anonima, l’amore è personale". (L’autore)
Punti Forti
È un invito alla lettura dei suoi scritti, sia religiosi che letterari, il cui valore, riconosciuto da poeti, artisti e scrittori, risiede, oltre che nei contenuti, spesso controcorrente, anche nella nitidezza classica della sua prosa.
Il testo ha la prefazione del card. Ravasi e la Postfazione di Roberto Righetto, giornalista di Avvenire. Evento: il primo anniversario della morte avvenuta il 18 dicembre 2011.
Autore
Luigi Pozzoli (1932-2011), sacerdote e scrittore milanese, laureato in lettere, per decenni insegnante nei licei e in seguito parroco della chiesa di Santa Maria del Paradiso a Milano. Con Paoline ha pubblicato numerosi libri di spiritualità.
Curatori
Laura Bosio ha esordito in narrativa con I dimenticati (Feltrinelli 1993, Premio Bagutta Opera prima), seguito da Annunciazione (Mondadori 1997; nuova edizione Longanesi 2008), Teresina. Storie di un’anima (Mondadori 2004), Le stagioni dell’acqua (Longanesi 2007, Finalista Premio Strega), D’amore e di ragione. Donne e spiritualità (Laterza 2012).
Bruno Nacci, traduttore e saggista, ha curato opere di Hugo, Baudelaire, Chateaubriand, Flaubert, Chamfort, Nerval, Laclos e Canetti. Studioso e traduttore di Pascal, ha curato tra l’altro l’edizione Garzanti dei Pensieri (1994).
Raccogliendo alcune tra le frasi più belle sul Natale - selezionate tra importante autori classici e contemporanei -, il libretto vuole esprimere un augurio significativo ed elegante per la festa più sentita dell'anno.
Tra il luglio 1942 e il settembre 1944 un treno merci partiva quasi ogni martedì dal "campo di transito" di Westerbork, in Olanda, portando il suo carico di esseri umani verso la Polonia, verso Auschwitz. Più di centomila furono i deportati alla fine della guerra, cinquemila i superstiti. Da Westerbork passarono anche Anna Frank e Edith Stein, e a Westerbork visse i suoi ultimi giorni la giovane Etty Hillesum, osservando, scrivendo e aiutando i suoi simili, fin quando anche lei dovette salire sul treno. In queste due lettere, scritte nel dicembre 1942 e nell'agosto 1943, Etty racconta il luogo dell'umiliazione e l'attesa della morte, guarda le persone, parla con loro, mostra i preparativi per la partenza nella notte, la dignità, la paura, descrive i volti dei soldati. Avrebbe potuto salvarsi; scelse invece di restare e di testimoniare quei giorni, con la voce di chi vive e scrive in perfetta armonia e sa esattamente cosa deve fare: aiutare gli altri, non cedere all'odio, cercare, nonostante tutto, la bellezza. Le due lettere vennero pubblicate clandestinamente dalla resistenza olandese nell'autunno del 1943. Per proteggere le persone coinvolte e sviare la censura, l'editore le aveva attribuite a un pittore fittizio di nome Johannes Baptiste van der Pluym e ne aveva aggiunta una terza falsa. Questi testi ci consegnano intatta la forza di una prosa dove ogni parola è vera, necessaria, intensamente vissuta.
A volte spontaneamente poniamo domande difficili a Dio e ai Santi, domande alle quali non sappiamo dare una risposta, domande che spesso ci angosciano, domande che superano questa vita, e alle quali solo la sapienza trascendentale dei santi può dare delle risposte. E le risposte arrivano... a volte in sogno o tramite una improvvisa pace del cuore, ma spesso non le comprendiamo, perché sono semplici, pure, contro corrente. Ed ognuna di queste risposte, con poche parole, muove le montagne e illumina la nostra strada. In modo chiaro allora comprendiamo quale sia la via da seguire, quale sia la soluzione reale e possibile dei nostri problemi.
Padre Anselm, sfogliando l'album dei ricordi della sua vita, tra le gioie e i dolori, le intuizioni e l'impegno che l'hanno contraddistinta, si fa compagno di strada nella ricerca di vita di cui ognuno è protagonista in prima persona.