
I pensieri in 50 punti che vengono proposti nascono da u contesto di vita eremitica, vissuta nel silenzio, nell'assidua preghiera, penitenza, nell'ascolto e meditazione della parola Dio e con letture varie, specialmente della vita dei santi.
Essere eremita è una vocazione impegnativa, ricca di lotte tentazioni ed estasi.
L'eremita si spoglia di ogni sovrastruttura per meglio ascoltar nel silenzio il "soffio di Dio" racchiuso nel cuore, ma anche nella natura che circonda l'Eremo.
I pensieri del beato Timoteo Giaccardo (sacerdote della Società San Paolo) raccolti in questo libretto sono tratti dalla sua predicazione, dai suoi appunti personali e dai suoi scritti (Fiori a Maria (1948), Alla scuola di San Paolo (1941), La Regina degli Apostoli (1934).
Il libro è composto da 52 meditazioni, una per ogni settimana dell'anno, divise in quattro gruppi come le stagioni. Ognuno dei capitoli di questo libro è un invito alla meditazione, osservando il volto della natura e ascoltandone la voce. Ogni capitolo-contemplazione conduce all'incontro con alcuni brani sacri, tratti in particolare dal Vangelo, ma anche dalle ricche tradizioni orientali, soprattutto dallo Zen. E termina con un suggerimento concreto per la vita quotidiana. Le meditazioni raccolte in questo libro sono esperienze di stupore. Oggi è di pochi l'emozione dello stupore, perché esso richiede l'orecchio libero e il cuore incondizionato. L'autore contempla la natura che lo circonda ogni giorno, oppure rievoca fatti della sua infanzia o ricorda avvenimenti della sua missione in Giappone o la sua attività attuale. E lo fa cercandone il senso profondo, con poeticità e con grande fede.
Avrei voluto fare di più per lui, ora è proprio troppo tardi? Il corpo, la bara: che cosa resterà di lui? Che cosa si intende con «anima del defunto»? Tutto quello che ha fatto, dove va a finire? Che cosa faranno i defunti, nell’attesa della fine del mondo? Perché preghiamo per i nostri defunti? Santi, martiri, defunti: quale rapporto hanno con noi vivi? Questo libro fa emergere e approfondisce questi quesiti, al fine di riuscire a vivere con maggior serenità il «distacco».
Semplici e utili, i gesti presentati in queste pagine scandiscono il corso del tempo. I rituali hanno tutti questa caratteristica: riescono a creare luoghi e momenti sacri per condurci al nostro sé autentico, al fondo della nostra anima. I rituali qui suggeriti, siano essi compiuti vuoi in mezzo alla natura vuoi dentro le quattro mura di casa, ottengono di interrompere la pressione che il tempo esercita su di noi, ci permettono di trovare la calma e di rigenerare la nostra energia vitale, rivelandosi benefici tanto per il corpo quanto per l'anima.
La raccolta, qui fatta, di pensieri sparsi e disseminati in tanti testi del cardinale Carlo Maria Martini (1927-2012), ha l’intento di focalizzare in sintesi questo uomo di Dio unificato dalla Parola e profondamente dedito a condurre «la gente tutta» all’incontro con Gesù di Nazaret, rivelazione del Dio vivente, che è Padre e ha cura di ogni persona.
Personalità di grande spessore, dedito allo studio della Sacra Scrittura, da pastore l’ha spezzata come pane a tutti e in ogni evento. Ha fatto del suo ministero un impegno per il dialogo: umano, ecumenico, interreligioso. Avendo sempre di mira la «Gerusalemme celeste» a cui tutta l’umanità è invitata.
Autore
Carlo Maria Martini, nato a Torino nel 1927, entra nella Compagnia di Gesù nel 1944. Si laurea in teologia alla Pontifica alla Università Gregoriana e, successivamente, in Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico. Nel 1969 viene nominato rettore del Pontificio Istituto Biblico e vi rimarrà in carica fino al 1978. Poi il 18 luglio 1978 viene nominato da Paolo VI magnifico rettore della Pontifica Università Gregoriana. Ma il 29 dicembre 1979 Giovanni Paolo II lo nomina arcivescovo di Milano e il 6 gennaio successivo gli conferisce l’ordinazione episcopale nella basilica di San Pietro. Divenuto Presidente del Consiglio delle Conferenze dei vescovi d’Europa nel 1986 lo rimarrà fino al 1993. Come pastore tutto dedito alla cura della Chiesa di Milano ha svolto una intensa attività pastorale con a fondamento la Parola, per condurre uomini e donne a Cristo Gesù, il Dio vivente. Nel 2002 vengono accettate le sue dimissioni e si trasferisce per lunghi periodi a Gerusalemme continuando lo studio della Sacra Scrittura. Nel 2008, però, è costretto a rientrare definitivamente, perché malato di Parkinson. Ma continua a comunicare attraverso interviste, articoli e volumi impregnati di Parola e di profezia. Muore il 31 agosto del 2012. Molti sono i suoi scritti.
Questa raccolta di testi di Chiara Lubich è improntata innanzi tutto alla predilezione che lei aveva per il Vangelo, la Parola da incarnare: meditare e vivere la Parola diventando Gesù, nel modo di pensare, di agire e di vivere le relazioni. Per lei, non c'era nulla che non potesse essere trasformato dal Vangelo. Fondatrice del Movimento dei focolari, Chiara ha di mira una sola cosa: che la preghiera-testamento di Gesù si realizzi fra le persone e fra i popoli. Ossia: "Tutti siano una cosa sola" (Gv 17,21). Proprio perché molto impegnata sul fronte ecumenico, ha stabilito rapporti fecondi con il mondo islamico, indù e buddhista. Infatti, è una delle personalità più note oltre i confini della Chiesa cattolica. I temi raccolti riguardano: il Dio Amore, la Trinità, la chiamata alla santità, l'impegno per la speranza e la pace, la costruzione quotidiana del cammino dell'unità, le somiglianze tra Giacomo Alberione e Chiara Lubich. Infine: quello che hanno detto e scritto di lei.
La proposta di questo libretto nasce dall'immediata ricorrenza del decennio della morte (1996-2006). Si tratta di una raccolta di pensieri tratti dagli scritti di Giuseppe Dossetti, di rara profondità biblica e mistica. Un autentico contemplativo nella città degli umani. La sua, è stata una vita spesa per Dio e per l'umanità. La Chiesa e la famiglia umana sono stati sempre i binari di conduzione attiva e di interesse, anche quando abbandona definitivamente la vita politica; ma solo il Vangelo, che su tutto ha il primato, ne è stato la bussola d'orientamento. È questa radicalità che lo induce a scelte nette, sia quando ha la speranza di contribuire alla rinascita della Chiesa sia quando è speranzoso in un'azione politica di alto profilo umano, sulla base della solidarietà e della giustizia. Se ascoltiamo i suoi silenzi, può ancora parlarci. Se ogni lettore (o credente) riuscisse a far propri i suoi interrogativi, potrebbero diventare una compagnia e un cammino consapevole e responsabile nella Chiesa e in qualsiasi impegno sociale, culturale, formativo o politico.
Una selezione di pensieri e parole per evidenziare alcuni tratti caratteristici di Lazzati. La ricerca è stata orientata a trovare testi che potessero in sintesi evidenziare: ● la spiritualità profondamente cristiana fondativa del suo pensare e agire; ● l’essere un laico impegnato a tutto campo,nella Chiesa e nella politica:la sua pedagogia e la sua azione formativa erano estese all’intera società civile,affinché la collaborazione tra cristiani preparati e gli altri uomini di retta coscienza giungesse a realizzare la cosiddetta «città dell’uomo»; ● il suo seguire Cristo nella viadi un cristianesimo incarnato.
«Lazzati è sempre stato – ma in particolare negli ultimi anni della sua vita – un vigilante, una scolta, una sentinella: che anche nel buio della notte, quando sulla sua anima appassionata di grande amore per la comunità credente poteva calare l’angoscia, ne scrutava con speranza indefettibile la navigazione nel mare buio e livido della società italiana». (Giuseppe Dossetti)
AUTORE
Giuseppe Lazzati, nato a Milano il 22 giugno 1909, si laureò nel 1931 all’Università Cattolica,dove dal 1939 fu docente incaricato di letteratura cristiana antica. Dal 1934 al 1945 fu presidente della Gioventù cattolica (GIAC). Nel 1939 fondò il sodalizio «Milites Christi», che poi divenne l’Istituto secolare Cristo Re. Nel settembre 1943 fu deportato nei lager in Polonia e in Germania,da cui rientrò nell’agosto del 1945.G.Dossetti lo coinvolse nell’opera di ricostruzione della vita civile del Paese (in fase costituente e politica). Fu deputato della Democrazia cristiana nella fase costituente (1946-1948) e nella prima legislatura (1948-1953). Rientrato in Milano si dedicò alla formazione dei laici, ma il nuovo arcivescovo, G.B. Montini, lo incaricò della direzione del quotidiano cattolico L’Italia(1961-1964). Nel 1968, chiamato a sostituire E. Franceschini come rettore dell’Università Cattolica (dal 1957 era docente ordinario) vi rimase fino al 1983. Gli ultimi anni li dedicò a rilanciare un’idea alta della politica soprattutto con la fondazione dell’associazione «Città dell’uomo» (1984), contenuti già proposti con la «Civitas humana». Il 18 maggio 1986 morì all’età di settantasette anni.Nel 1991 l’Istituto secolare Cristo Re si fece promotore della causa di beatificazione,il cui processo diocesano si è concluso nel 1996 con il sostegno del cardinale C.M.Martini.
La raccolta dei pensieri di Madre Speranza vuole essere un inno alla misericordia di Dio Padre, rivelatasi nel Figlio Cristo Gesù e che continua nell'opera dello Spirito Santo. A Collevalenza di Todi (PG), luogo divenuto la piccola Lourdes italiana, Madre Speranza ha quotidianamente profuso l'amore e la misericordia realizzati da Gesù Cristo nel suo mistero pasquale, dall'incarnazione all'ascensione. Madre Speranza ha comunicato e incarnato quanto è importante amare Gesù per amare il prossimo; come l'Eucaristia è al centro dell'esistenza e le beatitudini ne sono le piste del cammino, ma al di sopra di tutto la virtù della carità. Questa la sua eredità: Lascia alle figlie e ai figli religiosi "la preziosa eredità che io gratuitamente e senza alcun merito ho ricevuto dal buon Gesù: una fede viva nell'Eterno Padre, nel suo divin Figlio, nello Spirito Santo, nel santo Vangelo, nella santa Eucaristia, nel trionfo della Resurrezione e della Gloria del buon Gesù e in tutto quanto insegna la nostra santa Madre Chiesa, cattolica, apostolica, romana".
Il libretto, dopo un excursus biografico su Frère Roger Schutz, raccoglie dai suoi scritti alcuni pensieri più belli in undici temi rappresentativi, quali: l'ecumenismo, il perdono, l'amore di Dio e del prossimo, la vita dedicata a Dio e agli altri, la preghiera. Significativo è soprattutto il suo percorso con i giovani di tutto il mondo, a cui ha insegnato la via semplice della contemplazione e dell'incontro con il Cristo. Ecco le sue stesse parole: "Cristo è comunione. Non è venuto sulla terra per creare una religione in più, ma per offrire a tutti una comunione in lui. I suoi discepoli sono chiamati ad essere umili fermenti di fiducia e di pace nell'umanità. In quest'unica comunione che è la Chiesa, Dio offre ogni cosa per andare alle sorgenti: il Vangelo, l'Eucaristia, la pace del perdono... E la santità di Cristo non è più irraggiungibile, è presente, è molto vicina". Frère Roger Schutz, fondatore della comunità ecumenica di Taizé, protestante, laureato in teologia ha consacrato la sua vita alla riconciliazione fra i cristiani, soprattutto all'incontro tra protestanti e cattolici. Nel 1952 scrive la prima edizione della Regola di Taizé che diventerà luogo di preghiera e di dialogo.
Il volume raccoglie brevi testi sulla virtù teologale della speranza. Gli autori sono cattolici, ortodossi e protestanti. Le aree di ricerca sono principalmente due: biblica e spirituale. Ognuno dei testi è accompagnato da una breve preghiera. I brani sono raccolti in quattro capitoli: i primi due riguardano le radici e il cammino della speranza, gli altri due si soffermano sulla necessità di perseverare nella speranza e sulla meta finale verso la quale essa ci sospinge.

