
Il termine giubileo ha dentro di sé il suono del corno d'ariete che si udiva all'inizio di un anno particolare durante il giorno del Kippur. Esso rinvia a un rito, ma anche a qualcosa che si propone di incidere in modo profondo nell'esistenza del popolo ebraico evocando il riposo della terra, la remissione dei debiti, la liberazione degli schiavi, il pellegrinaggio, lo scandire del tempo e l'annuncio del Regno, cioè di un diverso ordine di rapporti. Il giubileo è per eccellenza la festa dei poveri, l'attesa dei diseredati e ha una delle sue insegne eccellenti nel tema del perdono. Assente dal Nuovo Testamento, il termine entra nella vita della Chiesa il 22 febbraio del 1300, quando Bonifacio VIII emana la bolla del primo anno santo, anche se la struttura fondamentale del rito viene definita nell'anno 1500 da papa Alessandro VI Borgia.
Fede, speranza, amore, comunità, croce: le parole chiave di un nuovo umanesimo capace di rispondere alle sfide di oggi, nel segno di Gesù Cristo. In un cammino che dalle parole della vita quotidiana porta alla Parola della Bibbia.
Siamo immersi nell'epoca della comunicazione delle parole e delle immagini attraverso canali mediatici d'ogni genere, dalla radio alla televisione, e inoltre da Internet nelle varie forme. Tutto questo porta ad un'informazione tempestiva e puntuale, che, accanto a vantaggi indubbi, determina anche smarrimenti, che da una mancata assimilazione cosciente porta non raramente a superficialità e manipolazioni. Si pone allora la necessità delle priorità, dell'essenzialità e della validità dei contenuti, che vengono proposti e divulgati. E questo vale soprattutto per la Bibbia, Parola di Dio. È quindi utile e necessario ricomporre il senso delle parole, nel loro contenuto reale e immediato e poi simbolico, nelle varie accezioni. In tal senso abbiamo pensato di riferire direttamente le parole stesse della Sacra Scrittura, nel loro "cammino" semantico e teologico, piuttosto che ricorrere a disquisizioni, spesso astratte e non aderenti al contesto reale, nel lungo e sublime percorso della rivelazione biblica. La Bibbia allora - come parola o scritto di Dio che cosa propone?
"Cinque anni fa, nel 2010, fui colpito dall'impegno con il quale le autorità ecclesiastiche cattoliche avevano organizzato pellegrinaggi di massa a Torino per mostrare la Sindone. Mi ero accorto ben presto dell'imponente propaganda e organizzazione capillare per questo evento. Nella buca delle lettere, infatti, avevo trovato un invito (rivolto a tutti gli abitanti del quartiere) a un pellegrinaggio organizzato da una parrocchia cattolica del centro storico di Bologna in cui vivo..."
Nei primi secoli del cristianesimo era diffuso il convincimento che il Vangelo di Marco fosse un riassunto di quello di Matteo e solo nel XX secolo le peculiarità di questi antichi scritti sono state evidenziate e approfondite. Se nel secondo evangelista la vita di Gesù e la fede sono legate al "paradosso" e al "mistero", due termini che danno coerenza all'intera struttura del testo, nella narrazione di Luca, composta da Vangelo e Atti degli apostoli, la grande metafora di riferimento è il viaggio di un Dio che si mette sulla strada dell'uomo fino alla meta finale. Gli stessi Atti non si configurano come una "biografia di personaggi eminenti della Chiesa primitiva", ma come il racconto del viaggio - geografico e soprattutto teologico - che la Parola di Dio compie tra Gerusalemme e Roma. Il volume presenta e commenta i vangeli di Matteo e Marco, nonché tutta l'opera lucana e raccoglie i contributi che l'autore ha già offerto separatamente per ogni libro biblico.
Già a partire dalla fine del II secolo la tradizione cristiana attribuisce il terzo Vangelo a Luca, colto medico proveniente dal mondo ellenista e nativo della città di Antiochia, in Siria.
La composizione del testo, avvenuta probabilmente in Grecia, è tardiva.
Quando l'evangelista scrive, già "molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti" e la descrizione lucana della distruzione di Gerusalemme, coincidente con quella proposta dagli storici del tempo, fa pensare che il terzo Vangelo sia stato scritto dopo la caduta della città, quindi tra il 70 e l'80 d.C. I destinatari sono cristiani di mentalità greca ai quali Luca spiega le consuetudini giudaiche, omettendo sistematicamente parole dure nei confronti dei pagani e ponendo in evidenza la portata universale della buona notizia.
Sugli Atti degli apostoli la tradizione cristiana fornisce le seguenti informazioni: il libro è unito al terzo vangelo, di cui costituisce la seconda parte; entrambi sono opera di Luca; a partire dal III secolo è stato considerato come appartenente al canone delle Scritture; un secolo più tardi veniva usato dalle comunità cristiane per le letture liturgiche del tempo pasquale.
Nel profilo che Luca traccia della comunità primitiva, la tradizione della Chiesa ha visto gli elementi caratteristici della norma interna che struttura la vita cristiana; e a questo profilo hanno rivolto lo sguardo, nel corso dei secoli, coloro che si sono proposti di riformarla. Gli inizi della vita monastica sono stati influenzati dai «quadri» dipinti dall’evangelista e molti missionari e fondatori si sono ispirati alla «vita apostolica» descritta negli Atti. Poco si può dire a proposito del luogo e della data di composizione. A livello di semplici ipotesi sono state indicate Roma, Efeso o qualche città della Grecia, della Macedonia o dell’Asia Minore. Sulla data di composizione, gli studiosi convergono sugli anni 80.
Degli Atti degli apostoli il volume propone:
– il testo della Bibbia CEI 2008 con introduzione e note dalla Bibbia di Gerusalemme;
– il testo greco: è tratto dall’edizione interconfessionale The Greek New Testament (GNT), basato prevalentemente sul codice manoscritto B (Vaticano), risalente al IV secolo;
– la versione interlineare in lingua italiana: eseguita a calco, cerca di privilegiare il più possibile gli aspetti morfologico-sintattici del testo greco, anche a scapito, in alcuni casi, della semantica.
In aggiunta alla ricchezza della Bibbia di Gerusalemme e al testo in lingua originale, grazie alla versione interlineare lo strumento consente anche a chi non conosce o conosce solo parzialmente la lingua antica di coglierne le specificità e il ritmo, per una fruizione più piena di un contenuto che non è solo testo sacro ma anche opera letteraria. La collana è adatta anche a un pubblico laico.
Il libro dei Salmi conserva il tesoro della lirica religiosa di Israele, 150 canti che venivano accompagnati da arpe, flauti, cembali, trombe e tamburi. Il Salterio era destinato all'uso liturgico e veniva utilizzato durante le celebrazioni che si svolgevano nel tempio o nelle sinagoghe come complemento alla lettura della Legge e dei Profeti. Le celebrazioni di feste familiari o pubbliche, i giorni di lutto privato o nazionale, i pellegrinaggi e molte altre circostanze hanno ispirato canti diversi con particolari caratteristiche.
E nei cinque libri di cui si compone il Salterio sono stati raccolti, senza distinzione, testi di vario genere, che si possono raggruppare in canti di lode e acclamazione, di supplica e di azione di grazie, regali e di meditazione ed esortazione.
Cinquanta salmi, tra i più conosciuti e meditati, proposti in una nuova traduzione del biblista brasiliano Marcelo Barros. Struttura dell'opera: 1. una introduzione per comprendere il contenuto del salmo 2. il testo del salmo tradotto dall'autore 3. una preghiera - di autore contemporaneo o classico per facilitare la meditazione 4. un'applicazione pratica o attualizzazione del salmo Le novità di questa singolare traduzione dei salmi: - uso del "Tu" nel rapporto con Dio nella convinzione che Dio si manifesta all'interno dell'esperienza umana e non al di fuori di essa - fedeltà al testo ebraico e introduzione nella preghiera dei salmi di una nuova attualità - fedeltà al contenuto delle parole e alle immagini originali dei salmi - linguaggio poetico, intimo e bello da recitare - comunemente, i salmi sono usati come una risorsa di auto-aiuto, in questa versione la proposta è di andare oltre questo approccio e disporsi all'incontro più profondo con gli altri, in comunione con tutto l'universo per viverla come preghiera comunitaria.
Accostarsi al libro della Bibbia significa incontrare una Persona che si mette in relazione con l'oggi di ogni essere umano; la parola di Dio del testo sacro è viva, tutta vibrante della forza di Colui che è il Vivente; penetra fino in fondo alla complicata natura spirituale dell'uomo, svelando e giudicando ogni inclinazione del cuore e invitando ciascuno a essere ciò che la parola trasmette. Queste pagine vogliono aiutare il lettore a considerare la Bibbia non come un libro destinato a far memoria del passato, ma come parola vivente di Dio rivolta a noi oggi, parola di proclamazione della fedeltà e dell'opera di Dio che deve suscitare l'incontro con Colui che parla. Mediante l'ausilio delle fonti linguistiche, storiche e archeologiche, si analizza un contesto lontano da noi nel tempo e nella cultura, per scoprire la vitalità del testo sacro. Nella prima parte sono affrontati gli aspetti comuni a tutti libri della Scrittura mediante nozioni di geografia e archeologia, di religione e di letteratura, di storia del popolo di Dio e delle sue istituzioni; successivamente sono trattate le questioni dell'ispirazione biblica, del canone, dell'inerranza, dell'esegesi e dell'ermeneutica.
Itinerario teologico e spirituale sul vangelo di Luca. Dalla lettura della scena Battesimo di Gesù e di altri episodi fino al momento culminante della passione, morte e risurrezione, mentre la nota mariana viene messa in gioco alla fine del percorso, meditando i racconti dell'infanzia. Un viaggio spirituale alla riscoperta del volto buono e misericordioso di Gesù, vera icona del Padre che abbraccia e bacia il figlio che ritorna a casa. Al discepolo-lettore in ascolto non resta che aprire ancora mente e cuore all'intelligenza delle Scritture per ritrovare il senso e la bellezza di diventare testimone del perdono, in quest'anno di grazia che si rinnova pienamente nel Giubileo della misericordia.
Lettura esegetico-teologica delle due lettere ai Corinzi. Oggi, della comunità di Corinto non sono rimasti che ruderi, vestigia di edifici un tempo maestosi e poche attestazioni archeologiche. Si sono però conservate le due preziose lettere ai Corinzi di Paolo di Tarso, capaci di offrire a tutte le comunità di qualsiasi luogo e tempo, il modello fondamentale per essere e diventare "corpo di Cristo". La proposta di raccogliere in un volume i pregevoli studi relativi alle due lettere ai Corinzi, apparsi nella rivista "Parole di Vita", è l'occasione per conoscere la profondità del pensiero di Paolo e gustare l'attualità del suo pensiero.