
I salmi introducono il credente e l'orante di oggi in una preghiera plurimillenaria, che è stata quella di Gesù, ma anche dei discepoli che credettero in lui e usarono i salmi per esprimere il mistero incontrato nella sua persona, nella sua morte e risurrezione.
Frutto della collaborazione di grandi esperti della materia, l'opera introduce alla conoscenza dei salmi e li propone come scuola di preghiera.
Il volume, a forma di guida, costituisce un compagno di viaggio da leggersi in libertà, anche in modo non sequenziale. Alcuni lo accosteranno a partire dai primi capitoli, che tracciano piste di lettura nel salterio, altri preferiranno iniziare dalla seconda parte dell'opera, che esplora i salmi nella loro storia e poetica specifica, per comprendere meglio ciò che leggono, altri ancora si soffermeranno sugli ultimi capitoli che, dopo aver analizzato come il salterio sia risuonato nella preghiera dei cristiani sin dai primi secoli, offrono la chiave di una lettura nella Chiesa di oggi.
Sommario
Preludio (R. Le Gall). Introduzione. Una preghiera trimillenaria. I. ENTRARE NELLA PREGHIERA DEI SALMI. 1. La preghiera alla scuola dei salmi (J. Nieuviarts). 2. Le parole che dicono i salmi (J.-P. Prévost). 3. Le parole di Dio in preghiere di uomini (J. Nieuviarts). II. COMPRENDERE I SALMI. 4. La composizione del Salterio (J.-M. Auwers). 5. I generi letterari dei salmi (J. Trublet). 6. La poetica dei Salmi (J. Trublet). III. I SALMI NELLA PREGHIERA DELLA CHIESA. 7. I salmi e Gesù (P. Debergé). 8. La dinamica dei Salmi nella preghiera della Chiesa (R. Le Gall). 9. Salmodiare i salmi (P. Barthez). Indice biblico. Tavola dei riquadri.
Note sui curatori
JACQUES NIEUVIARTS, religioso assunzionista, è biblista docente all'Institut Catholique di Tolosa; presso le EDB ha curato, con P. Debergé, Guida di lettura del Nuovo Testamento (22009).
JEAN-PIERRE PRÉVOST, biblista, è direttore di God's Word Today (USA).
Il Nuovo Testamento si apre con i Vangeli e gli Atti degli apostoli e solo dopo compaiono le Lettere di Paolo. Tale disposizione può suggerire l'idea che i Vangeli siano i primi scritti su Gesù, mentre in realtà, dal punto di vista cronologico, i primi testi sono dell'Apostolo. Una ventina d'anni dopo la morte di Gesù, Paolo comincia infatti a scrivere alle comunità. Nelle sue lettere autentiche, per 28 volte viene usato il termine "evangelo"; il vocabolo ricorre 60 volte nell'epistolario paolino e 76 volte in tutto il Nuovo Testamento.
In quel momento sorgivo degli scritti su Gesù, il vocabolo "evangelo" significa alla lettera "buona notizia" ed è vincolato in modo preciso alla persona di Gesù di Nazaret. Al centro degli scritti di Paolo c'è quindi Gesù in quanto notizia benefica. Soltanto nel II secolo, con Giustino, il termine "vangelo" rimanderà a un libro scritto.
Il volume aiuta a riscoprire il senso originario e sorprendente con cui le comunità di Paolo hanno sentito parlare per la prima volta di Gesù di Nazaret.
Sommario
1.Le lettere paoline in rapporto ai quattro vangeli. Un annuncio che è una persona. 2. Apostolo o apostata? Collocazione ecclesiale e teologica di Paolo nel quadro delle origini cristiane. 3. Paolo scrittore. 4. Un'epistola e il suo linguaggio. 5. I pagani e la ricerca di Dio (nella Lettera ai Romani). 6. Prospettiva evangelica su idolatria e degrado umano (Rm 1,18-32). 7. «Non uno spirito da schiavi per ricadere nella paura» (Rm 8,15). 8. Vivere con Cristo dopo la morte (2Cor 5,1-10; Fil 1,23). 9. «Voi non siete più stranieri né ospiti» (Ef 2,19; cf. Col 1,21). 10. «La speranza alla quale siete stati chiamati» (Ef 4,4). 11. Ciascuno per la sua parte secondo Efesini 4,7.11-12. La ministerialità nella Chiesa. 12. «Tradidit semet ipsum» (Gal 2,20). Il linguaggio sacerdotale in san Paolo. 13. Lo Spirito di Gesù Cristo. 14. Un solo Spirito, diversi doni, un solo Corpo (1Cor 12,3b-13). 15. Aspetti originali della pneumatologia di san Paolo. 16. Le collette di Paolo per la Chiesa di Gerusalemme. 17. Casi di violenza nella biografia di Paolo. 18. La forza della pazienza (hypomonē) in Paolo. 19. La sapienza della croce in Paolo.
Note sull'autore
Romano Penna, professore emerito di Nuovo Testamento nelle Università Pontificie, è studioso di scienze bibliche con autorevolezza internazionale. Le sue pubblicazioni gravitano attorno a due poli maggiori: la complessa figura di Paolo di Tarso e il rapporto tra il cristianesimo delle origini e i suoi interlocutori giudaici ed ellenistici. Presso le EDB ha pubblicato L'ambiente storico-culturale delle origini cristiane, 1984, 52006; Lettera agli Efesini. Introduzione, versione e commento, 1988, 22001; Lettera ai Romani. Introduzione, versione e commento (3 voll.), 2004-2008; ha curato i volumi Antipaolinismo: reazioni a Paolo tra il I e il II secolo, 1989; Il Giovannismo alle origini cristiane, 1991; Il profetismo da Gesù di Nazaret al montanismo, 1993; Apocalittica e origini cristiane, 1995; Qumran e le origini cristiane, 1997; Fariseismo e origini cristiane, 1999.
«La musica prima di tutto» è un celebre motto del poeta francese Paul Verlaine, precursore del movimento simbolista. A suo giudizio, nella poesia contano innanzitutto la sonorità e il ritmo perché l'unità del poema è un'unità di tonalità. Anche un testo biblico è come uno spartito di musica e il testo «vive» solo quando è interpretato. Per questo è essenziale individuare la tonalità di un brano biblico appena si inizia la lettura. L'esegeta può essere tentato di fermarsi subito e di scrutare alcune note, l'uno o l'altro accordo, dimenticando di sentire l'intera melodia, con le sue variazioni, le sue sfaccettature e la sua complessità. Molti lettori dei testi biblici sono al corrente del contesto dei brani letti e spiegati. Vale la pena, tuttavia, cercare di ascoltare la melodia prima di soffermarsi sul fraseggio di una formula o di un versetto. Che vi siano diverse voci, diversi strumenti e, ogni tanto, più di una variazione sullo stesso tema in un passo dato non cambia molto il problema di fondo. Occorre sempre evitare di leggere parola per parola, balbettando, perché il testo è una totalità, non la semplice somma dei suoi componenti.
Il racconto lucano dell’infanzia di Gesù si articola in tre sequenze: il concepimento, la nascita e l’arrivo del dodicenne alla sua prima maturità. Con questa successione di fatti, Luca mette in scena il progressivo ingresso di Gesù nella storia; egli esiste «secondo carne» e «secondo Spirito», mentre la risurrezione costituisce lo snodo decisivo tra queste due dimensioni. Vedendo già nell’origine verginale di Gesù una realtà operata dall’azione dello Spirito, Luca organizza la narrazione dell’infanzia proprio a partire dal concepimento, facendone il perno non solo del suo racconto iniziale, ma anche del suo impianto cristologico generale. In questo modo, la prospettiva che vede lo Spirito all’opera già nel Gesù terreno, trova il suo fondamento più solido nei fatti della nascita e nell’identità della sua persona. Il rapporto della comunità cristiana con lo Spirito Santo, descritto con tanta incisività negli Atti degli apostoli, si presenta perciò come il pieno sviluppo di quanto adombrato nel vangelo lucano dell’infanzia di Gesù.
Nell'odierno cambiamento d'epoca ripercorrere le vicende dei primi 15 capitoli degli Atti degli apostoli può aiutare un discernimento teologicamente chiaro, più coraggioso e franco, attento all'ascolto reciproco e alla comunione. Il confronto può suggerire il grado di reale urgenza di molti aspetti del cammino odierno e stimolare la riscoperta dell'identità sinodale della Chiesa
Due versetti di Paolo - 1Corinti 15,3 e Romani 3,25 - sono al centro di questa ricerca di storia delle idee. Se legati assieme, essi affermano che Gesù è morto per i peccati degli uomini e che la sua morte fu sacrificio espiatorio. Queste frasi vanno lette all'interno dell'intero corpus paolino, dove emerge anche un'altra cristologia, basata sul rapporto di contrapposizione tra il primo Adamo e l'ultimo Adamo, che si caratterizza per la sua obbedienza. In altri termini, con il metodo storico-critico la morte di Cristo non fu sacrificale, né in remissione dei peccati, mentre ciò si può affermare con il metodo tipologico. Poiché Paolo non utilizzerà mai più la frase di 1Corinti 15,3 e Romani 3,25 non è altro che una trasposizione del linguaggio del sacrificio del kippur sul sangue di Cristo, ne segue che questi è come il Propiziatorio, per la giustificazione di tutti gli uomini.
Unica figura della Chiesa del primo secolo di cui abbiamo abbastanza elementi per tentare di scrivere una biografia, Paolo è da molti considerato il vero fondatore del cristianesimo. È colui che ha elaborato le basi teologiche dell’universalismo e dell’uscita dal giudaismo come sistema di salvezza basato sulla Legge di Mosè. Le sue lettere, datate tra gli anni 50 e 55, quindi due decenni dopo la morte di Gesù, sono inoltre gli unici scritti di cui conosciamo l’autore. Esse costituiscono una testimonianza unica non solo del pensiero dell’apostolo, ma anche della vita, dei problemi e dell’organizzazione delle comunità cristiane della sua epoca e contengono un vero patrimonio storico di formule liturgiche, catechetiche e kerygmatiche degli inizi della Chiesa.
Il volume si colloca in una collana di testi rigorosi e agili a un tempo, rivolti soprattutto al pubblico di università, facoltà teologiche, istituti di scienze religiose e seminari.
Sommario
Premessa. Le fonti. I. LA VITA DI PAOLO. Cronologia (approssimativa) della vita di Paolo. 1. Paolo precristiano. 2. L’apparizione del Risorto presso Damasco. 3. Da Damasco a Tarso. 4. Il primo viaggio missionario (At 13–14). 5. L’assemblea di Gerusalemme. 6. L’incidente di Antiochia: Gal 2,11-14. 7. Secondo viaggio missionario. 8. Terzo viaggio missionario. 9. Il viaggio della colletta e l’arresto a Gerusalemme: At 20,3–21,36. 10. Paolo prigioniero a Gerusalemme e a Cesarea: At 22,1–26,32. 11. Il viaggio verso Roma: At 27,1–28,15. 12. Paolo a Roma: At 28,16-31. II. IL PENSIERO DI PAOLO 13. Gesù crocifisso-risorto. 14. La Legge e la giustificazione mediante la fede. 15. L’etica cristiana secondo Paolo. 16. L’ecclesiologia di Paolo. 17. L’escatologia nelle lettere di Paolo. Conclusione.
Note sull'autore
Gérard Rossé è ordinario di Teologia biblica all’Istituto Universitario Sophia a Figline Incisa Valdarno (Firenze) e docente di Esegesi biblica nelle scuole di formazione del Movimento dei Focolari in Italia e Svizzera. Esperto del Nuovo Testamento, si è dedicato soprattutto all’opera lucana. Con EDB ha pubblicato Gesù figlio di Dio. Approccio biblico-teologico (2015), La risurrezione di Gesù (2016) e Il volto nuovo di Dio. Quando Gesù parlava in parabole (2017).
Convinto che la Bibbia dichiari l’imminente fine del mondo, il diciottenne americano Charles Taze Russell organizza, verso il 1870, un gruppo di studenti che oltre mezzo secolo dopo assume il nome di Testimoni di Geova.
Per molti anni i seguaci utilizzano Bibbie protestanti. Poi, a cominciare dagli anni Cinquanta, pubblicano, in volumi separati, la Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture, riunita in un solo volume nel 1967 e in seguito rivista. Nel 2017 esce una versione un po’ rivoluzionaria rispetto alle precedenti, quella attualmente in uso.
L’ambizione di Battista Cadei è di presentare, proprio a partire da un confronto sulla Bibbia, alcuni aspetti della fede cattolica messi a confronto con la dottrina e le prassi dei Testimoni di Geova. «Quando si avvia un dialogo, non si sa dove condurrà», precisa l’autore. «Potrebbe smarrirsi tra le nebbie del sincretismo, incagliarsi nelle secche dello scetticismo o finire in rovinose collisioni. Ma la realistica considerazione dei rischi non giustifica l’ancorarsi sulle proprie sicurezze ignorando i travagli e le eventuali grida di aiuto dei nostri fratelli in umanità».
Questa edizione quadriforme dei Profeti minori, utile per recepire il testo biblico in lingua originale e affrontare le difficoltà delle lingue antiche, propone: - il testo ebraico masoretico (TM) della Biblia Hebraica Stuttgartensia, basato prevalentemente sul Codex Leningradensis B19A, datato circa 1008;
- il testo greco nella versione dei Settanta (LXX) di Rahlfs, basata prevalentemente sul Codex Vaticanus (B) risalente al IV secolo dopo Cristo;
- il testo latino della Nova Vulgata, redatta nel post-concilio e normativa per la liturgia cattolica;
- il testo della Bibbia CEI 2008, normativo per la liturgia italiana, con paralleli essenziali a margine e segnalazione dei termini difformi dall’ebraico;
- la traduzione interlineare italiana di ebraico e greco, eseguita a calco e orientata a privilegiare gli aspetti morfologico-sintattici del testo originale.
Roberto Reggi, licenziato in Teologia dell’evangelizzazione e Scienze bibliche, è dottore in Teologia. Per EDB ha pubblicato I «fratelli» di Gesù (2010) e ha curato la traduzione interlineare in italiano di tutti i libri dell’Antico e del Nuovo Testamento (2001-2014).
Questa edizione quadriforme del libro di Ezechiele, utile per recepire il testo biblico in lingua originale e affrontare le difficoltà delle lingue antiche, propone:
- il testo ebraico masoretico (TM) della Biblia Hebraica Stuttgartensia, basato prevalentemente sul Codex Leningradensis B19A, datato circa 1008;
- il testo greco nella versione dei Settanta (LXX) di Rahlfs, basata prevalentemente sul Codex Vaticanus (B) risalente al IV secolo dopo Cristo;
- il testo latino della Nova Vulgata, redatta nel post-concilio e normativa per la liturgia cattolica;
- il testo della Bibbia CEI 2008, normativo per la liturgia italiana, con paralleli essenziali a margine e segnalazione dei termini difformi dall’ebraico;
- la traduzione interlineare italiana di ebraico e greco, eseguita a calco e orientata a privilegiare gli aspetti morfologico-sintattici del testo originale.
Note sull'autore
Roberto Reggi, licenziato in Teologia dell’evangelizzazione e Scienze bibliche, è dottore in Teologia. Per EDB ha pubblicato I «fratelli» di Gesù (2010) e ha curato la traduzione interlineare in italiano di tutti i libri dell’Antico e del Nuovo Testamento (2001-2014).
La costola di Adamo e la mela di Eva. L'azzurro mare dell'Esodo che viene chiamato Rosso. Mosè raffigurato con le corna. Un ramoscello che diventa una rosa. Un cammello che passa per la cruna di un ago. La Bibbia, considerata da Claudel un «immenso vocabolario», da Blake un «grande codice dell'arte» e da Chagall un imponente «atlante iconografico», costituisce un inesauribile deposito di figure e metafore che talvolta sono il risultato di sviste e di veri e propri errori di traduzione. Prefazione di Jean-Louis Ska. Postfazione di Roberto Alessandrini.
Profondo ed accurato commento esegetico-spirituale dei Salmi 51-100, uno strumento indispensabile per studiosi e cultori della Sacra Scrittura. Il volume segue quello gia pubblicato nel 2002: Lampada ai miei primi passi e la tua Parola (Sal 101-150). Il metodo segguito e lo stesso: leggere la Bibbia con la Bibbia. Nell'analisi di ogni salmo, dopo una prima parte introduttiva, con riferimenti agli autori classici e con indicazioni bibliografiche, viene proposta una struttura letteraria, con una traduzione dall'originale. Seguono il messaggio esegetico-spirituale, che consiste in un commento versetto per versetto, e una lettura cristiana" di ogni salmo alla luce del Nuovo Testamento e della rilettura che ne hanno fatto i Padri della Chiesa. Viene poi suggerita qualche indicazione sull'uso nellaa Liturgia assieme alle "parole chiave" del salmo stesso. Il commento si conclude con una rassegna di testi paralleli dell'AT e NT e con qualche riflessione attualizzante. "

